Folgorata sulla via di Damasco

Scritto da , il 2018-01-03, genere orge


Folgorata sulla via per Damasco

Era il 2002, stavo a Beirut e dovevo andare per lavoro a Damasco, scoprii che l’unico modo per andarvi era quello di prendere un taxi .
Andai alla stazione dei taxi e mi accorsi che erano già tutti prenotati.
Mi deve aver visto veramente disperata il tassista che mi disse che lui aveva già tre clienti, ma che non avrebbero avuto difficoltà a darmi un passaggio, naturalmente avrei dovuto pagare la mia quota.
In un primo momento rifiutai perché l’idea di farmi il viaggio con altre persone non mi piaceva affatto , ma dopo qualche minuto vista la situazione decisi di accettare, in questo fu decisiva la faccia rassicurante del taxista. Un’ora dopo ero pronta per partire con loro.
I miei compagni erano tre Libanesi di circa quarant’anni, di media statura e molto robusti, ci presentammo e notai che parlavano un ottimo inglese.
La macchina era una vecchia Cadillac con il sedile posteriore tipo divano, vecchia ma comodissima.
Mi fecero sedere gentilmente sul sedile anteriore, ma dopo qualche km. notando che seppure il divano era comodo, la loro stazza faceva si che mi sembrassero delle alici sotto sale, quindi proposi di sostituirmi ad uno di loro e mi fecero accomodare al centro. Ora stavano tutti più comodi, ed io non mi sentivo più in colpa, d’altronde erano stati così gentili ad ospitarmi.
Iniziammo a salire per le montagne, dove incontrammo prima campi di fedain che si stavano addestrando per la guerriglia, poi contadini di oppio che battevano le piante per preparare prima il “libanese 00, poi 0 e così via..”
I miei compagni di viaggio continuarono ad essere educati e gentili ed anche simpatici, non mi fu difficile sentirmi a proprio agi, quello stato di rilassatezza prese il posto delle mie paure ed iniziai non solo a rilassarmi, ma anche a sentirmi protetta.
Dopo un paio d’ore di viaggio, la stanchezza iniziò a farsi sentire, poggiai la mia testa sulle spalle dell’uomo alla mia destra e mi appisolai.
Fui svegliata al primo controllo passaporti, al quale si succedettero molti di essi..aimè!!
Tra un controllo ed un altro, continuai ad appisolarmi prima sul mio compagno di destra , poi su quello di sinistra, insomma su tutti, perché anche loro si diedero il cambio con quello che inizialmente si sedette sul sedile anteriore.
Dopo l’ultimo controllo l’autista ci disse che finalmente era terminato quello stillicidio.
Dormii profondamente per qualche ora e mi svegliai con le mani dei miei compagni di viaggio tra le gambe, vicinissime alla mia fica, sembravano dormire ma sentivo tutto il loro calore e la loro energia perché il tessuto dei pantaloni che indossavo era morbido e leggero.
Feci finta di non essermene accorta, ma a quanto pare non fui molto convincente perché le mani iniziarono a muoversi dolcemente sempre più vicine alla mia fessura già umida.
Più si avvicinavano e più facevo fatica a stare ferma, loro continuavano a fare finta di dormire ed a toccarmi, ormai dovevo essere completamente bagnata..
Continuando a far finta di niente poggiai a mia volta la mia mano sulla coscia dello stesso che ospitava la mia testa, avvicinandola il più possibile al suo pacco senza però essere sfrontata, ma fu lui stesso che prendendomi la mano la poggiò al suo pacco per farmi sentire quanto fosse eccitato!!
Cosa stava succedendo???!!!
Avrei dovuto ritrarla, fare finta di essere offesa ma non ebbi la forza di toglierla, anzi la strinsi per sentirne meglio la consistenza.
Quando fu lui stesso a toglierla ci rimasi male, ma fortunatamente la tolse il tempo necessario per aprire silenziosamente la zip dei propri pantaloni, quindi la guidò all’interno della patta.
Aveva quei pantaloni con le pences per cui la mia mano poteva muoversi agevolmente, ora l’ultimo ostacolo da superare erano le mutande, ma avendo il foro che permetteva agli uomini di tirarlo fuori per fare pipì, non mi fu difficile raggiungere il cazzo con la mia manina.
Toccandolo mi trasmise subito un’ondata di calore che mi persuase tutto il corpo, il tutto senza proferire parola.
Notai per una frazione di secondo che l’autista stava guardando tutto dallo specchietto retrovisore, ed infatti dopo qualche km.si fermò nei pressi di quella che sembrava una fattoria.
Ci invitò a scendere per andare al bagno e per un tea.
Ci ritrovammo all’interno di una camera, arredata con un divano molto grande, ed una cucina attrezzata del minimo indispensabile.
L’autista gentilmente ci indicò il bagno e ci fece segno di accomodarci.
Andata al bagno mi guardai allo specchio, ero distrutta, poi abbassatemi le mutandine per fare pipì notai che ero un lago, quasi mi vergognai ma l’eccitazione non passò, anzi rientrata nella stanza notai che l’eccitazione era presenta in ogni angolo della stanza.
I miei compagni di viaggio mi invitarono a sedermi tra di loro mentre il tassista preparava il famoso tea alla menta.
La stanza era calda e le luci soffuse creavano un’atmosfera veramente rilassante e gradevole.
Due mie compagni di viaggio ripresero ad accarezzarmi tra le gambe perdendo ogni inibizione ed io non riuscii a frenarli, anzi furono le mie mani ora a cercare dei cazzi da stringere, (con il mio ex spesso durante l’amplesso fantasticavamo su come farlo con altri , soprattutto lui) ed ora la fantasia si stava avverando ..
Per un istante desiderai che fosse con me !
Contemporaneamente due mani presero il posto delle mie mutandine e le loro dita iniziarono ad accarezzare il clitoride e le grandi labbra, io invece sentivo i loro cazzi crescere e diventare sempre più duri tra le mie mani.
Il terzo compagno di viaggio si avvicinò a me completamente nudo e mi ritrovai con il suo cazzo già duro vicino la mia bocca, bastò una leggera pressione della sua mano sulla mia testa per ritrovarmi a succhiare quella cappella sconosciuta.
Mi denudarono completamente, uno sdraiatosi sul divano e mi invitò a cavalcarlo, non mi feci certo pregare e mi ritrovai ben resto impalata su di lui mentre gli altri due alternavano i loro cazzi nella mia bocca.
Ma questa situazione non durò a lungo perché subito uno di loro si allontanò dalla mia bocca per farmi sentire la propria lingua sul mio buchetto posteriore.
Oddio, non ero in grado di reagire, tutto quello che mi stavano facendo una volta sarebbe stato impossibile , ora mi sembrava inevitabile, non che fossi una “Santa”, le mie belle porcate le ho sempre fatte, ma soltanto con un solo uomo per volta, ed il mio culetto l’avevo dato solo al mio fidanzato storico, ed ora uno sconosciuto stava per prenderlo senza storie e senza chiedere permesso, ed era proprio quello che desideravo.
La cappella dopo un po’ di pressione violò il mio buchetto, facendomi sentire un bruciore allucinante, ma la presenza dei due cazzi dentro di me era più forte di qualsiasi dolore, mi sentivo si squartata, aperta in due ma nello stesso tempo continuavo a succhiare il cazzo che avevo in bocca ed avrei voluto farlo per un tempo infinito.
Il taxista, come se nulla fosse si avvicinò con i tea già pronti, li pose sul tavolinetto più vicino, per poi andarsene in un’altra stanza
La breve intrusione più che a farci riprendere possesso di noi stessi, ci portò ad un punto di eccitazione infinito, sembrava che riuscissimo a godere per la sola atmosfera che eravamo riusciti a creare.
Notai dopo un po’ che il taxista tornò completamente senza vestiti.
Nonostante fossi più che impegnata la sua presenza si fece notare. Somigliava a Khashoggi (Imprenditore arabo che regalò un collier di brillanti a Lory Del Santo), senza capelli e con dei baffetti fini, lo stomaco prominente ma tonico, ma la cosa sconcertante è che aveva un cazzo enorme, mai visto una cosa del genere.
I miei compagni continuavano a scoparmi, con tutti i miei buchi occupati godevo come una cagna, ma il mio pensiero era concentrato su quel “cannone” dell’ometto buffo e grasso, continuando a farmi squartare, allungai la mano per tastarlo, per pesarlo e ben presto me lo ritrovai ad accarezzarlo, era come una grossa calamita, non riuscivo ad allontanarmene, più lo stringevo e più si ingrandiva, non ci stava nella mia mano.
Un cazzo in fica, uno in culo ed uno in bocca non mi bastavano più, ora volevo il re dei cazzi dentro di me, così iniziai a dimenarmi per farli godere e per liberarmi di loro.
Il primo cazzo che feci sborrare fu quello che avevo in bocca, lo succhiai fino all’ultima goccia, sarà stata la vista dello sperma nella mia bocca che indusse gli altri due a lasciare i miei buchetti per avere lo stesso servizio, era la loro cagna pronta a bersi tutto il loro sperma, e così feci, non persi nemmeno una goccia del loro nettare, mandandoli completamente in visibilio.
Ma quando mi ritrovai a tu per tu con quel cazzo gigantesco, iniziai ad avere paura.. ma era troppo tardi per ritrarmi. La curiosità ed il desiderio di averlo dentro di me era troppo forte, più della paura di non farcela. Molto più forte!!
Provai a prenderlo in bocca ma era troppo grande, così lui sputandosi su una mano iniziò ad accarezzarmi la vagina per inumidirla (come se ce ne fosse bisogno!!), poi avvicinò quella verga enorme ed inizio a strofinarla sul clitoride, spontaneamente presi la mano di uno dei tre per farmi coraggio, il cazzo entrò di qualche cm., poi Khashoggi iniziò a entrare ed uscire spingendo ogni volta più in fondo, non so come fece ma dopo qualche minuto entrò completamente, lo sentii fino allo stomaco, tutte le pareti interne ora aderivano a quel membro fantastico, iniziai a perdere la testa, era vero o stavo sognando, guardavo i ragazzi e sembravano rapiti da quello che vedevano, li sentivo vicini, anche un altro mi prese la mano, mentre il terzo mi baciò teneramente sulla bocca..
Khashoggi ormai era entrato ed iniziava a scoparmi seriamente, mi aveva conquistata ed io iniziavo a godere, mi sentivo un fiume in piena, avrei voluto non urlare per il godimento ed anche se me ne vergognavo non ci riuscivo, iniziare ad urlare come una cagna in calore ed a lubrificare quel cazzo enorme ( in quel momento solo mio) con i miei stessi umori.
Cercai la lingua del ragazzo più vicino ed iniziai a succhiarla, ero invasata e continuavo ad avere orgasmi senza interruzioni, Khashoggi incontentabile iniziò ad esplorare il buchetto posteriore, a bagnarlo di saliva, mi irrigidii un po’ perché capii le sue intenzioni, ma non mi diede scampo, mi sfondava il davanti massaggiandomi il culetto, poi uscito dalla fica iniziò a spingere sul mio culetto aprendomi le natiche come un’albicocca, uno dei miei compagni di viaggio intervenne immediatamente iniziando a leccarmi il clitoride, quell’ulteriore attenzione permise a Khashoggi di infilzarmi anche dietro, mi sentii completamente sventrata, ora avrei potuto accogliere anche due cazzi di quelli normali nel culetto contemporaneamente, niente poteva più fermarmi; toccavo e leccavo qualsiasi cosa a mia disposizione, ero come in un tunnel buio dove non vi erano segni di riferimento.
Sotto i colpi letali di quel cazzo meraviglioso ed alla lingua del compagno riiniziai a godere, e gli altri compagni con me , mi ritrovai nuovamente con la bocca piena di sperma e ne avrei voluto ancora..
Anche Khashoggi però iniziava a cedere, sentii il suo cazzo indurirsi ancora di più, uscì velocemente dal mio buchetto posteriore ed avvicinandosi velocemente alla mia bocca iniziò a segarsi con veemenza, aprii a più non posso la bocca per ricevere quanto più sperma possibile.
Una cascata di sperma mi inondò, mi sentii soffocare ma per niente al mondo avrei perso quel nettare disgustoso, nel frattempo l’uomo che mi leccava fino a pochi istanti prima non trovando spazio mi sborrò sulla pancia.
Finita la grande abbuffata, in silenzio ci rivestimmo, personalmente non avevo il coraggio di alzare lo sguardo, mi ricomposi alla meglio, e dopo aver questa volta bevuto il famoso tea (rifatto nuovamente) altro ci rimettemmo in viaggio.
Dormii profondamente fino a Damasco, dove ci salutammo amichevolmente.
Avevo fatto circa 20 passi quando mi sentii chiamare; era Khashoggi , mi diede il suo bigliettino di visita aggiungendo:
qualora avessi bisogno di me per il ritorno.
Arrivata in hotel mi misi subito sotto la doccia e mi accorsi di avere ancora lo sperma secco che avevo sulla pancia..

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