Sono il bull di mia mamma 5

Scritto da , il 2017-11-07, genere incesti

Arrivati a destinazione a mio padre fu assegnata una stanza, lo accompagnammo, poi salutammo e partimmo per il ritorno.
Dopo una quarantina di chilometri trovammo un albergo, dove prendemmo una camera matrimoniale, anche se ero stanco del viaggio riuscii a soddisfare mamma tre volte, poi mi addormentai.
Il mattino seguente, mi svegliai con mamma, che mi succhiava il cazzo, appena mi vide aprire gli occhi mi disse:
“Ben svegliato tesoro, ora se sei in forma voglio che mi distruggi”
“Certo, poi andiamo a casa e facciamo le valigie andiamo sei giorni al mare in luna di miele!”
“Allora fai in fretta a scoparmi, voglio godermi la nostra luna di miele”
La scopai per due ore, poi subito a casa, fatte le valigie ci recammo in Liguria, dove trovammo una pensioncina a conduzione famigliare, vedendo lo stesso cognome, ci chiesero se eravamo marito e moglie.
“Si!” dissi.
C’erano pochi pensionanti, ci dettero una camera tranquilla, dove non saremmo stati disturbati e non avremo disturbato nessuno.
Appena preso possesso della stanza, mamma mi saltò addosso, dicendo:
“Adesso maritino mio, devi soddisfare la tua sposina”
I primi due giorni scendemmo solo per cenare e pranzare, il resto della giornata lo passammo a letto, dal terzo al sesto giorno il pomeriggio andammo a passeggiare sulla battigia, tenendoci per mano, baciandoci di tanto in tanto.
Il settimo giorno tornammo da papà, la sera percorremmo i 300 Km e tornammo a casa, appena entrati in casa mamma disse:
“Non vedo l’ora di andare a letto, sono così stanca”
“Ok mamma, vai pure, io guardo un po’ di TV”
“Ma amore non vuoi curare la mia stanchezza?”
“E come mamma?”
“Ma su caro, ho bisogno di una bella razione di cazzo!”
“Vengo subito!”
Andammo a letto, fino al mattino alle 5,00 ci amammo.
Il mattino dopo, andai in azienda per vedere se c’erano problematiche, incontrai il principale, che mi chiese notizie di mio padre.
Spigai dell’intervento subito, che ora si trovava in riabilitazione a 300 km di distanza, aggiunsi anche, che mia madre era molto provata, se non c’era bisogno della mia presenza, sarei stato assente per tutto il periodo della degenza di papà.
Il principale parlò col direttore, dopodiché mi dissero di prendermi tutto il tempo, che mi serviva.
Tornato a casa per scherzare dissi serio a mia madre:
“Mamma da domani devo tornare al lavoro, non mi hanno concesso altri giorni!”
“Uffa! Uffa! E come faccio io?”
“Come fai tu cosa?”
“Ma amore, come faccio senza di te!”
“Mamma prepara la valigia, ti porto nella pensione della settimana scorsa”
“No resto a casa! Almeno la sera, mi fai compagnia!”
“Mamma prepara la valigia!” nel dirlo mi sono allontanato e ho preparato il mio trolley, poi tornando in sala trovai mamma ammusonita sul divano.
Era seduta con i piedi scalzi appoggiati sul divano, tenendosi le ginocchia appoggiate ai seni con le braccia, il seno nudo faceva capolino dalla camicia sbottonata, nella posizione che si trovava si vedeva la sorca alla quale incominciavano a sputare alcuni peli biondo castano, al che dissi:
“E’ di nuovo ora di dare una spuntatina alla tua barba”
“Che vuoi che mi freghi dei peli della figa, se tu non ci sei?” disse piangendo.
“Allora al mare ci vado da solo o pensi di poterti alzare e prepararti?”
“Ma? Ma? Ma?” incomincio a tartagliare, facendo un gran sorriso.
“Niente ma, mi hanno concesso tutto il tempo che voglio, ho solo pensato di farti uno scherzo”
“Scemo! Ci sono rimasta male, lo sai non posso stare senza di te!”
Corse a fare la valigia, quando tornò in sala chiesi:
“Hai preso vestiti sufficienti?”
“Si per i sei giorni!”
“No mamma, sono 20 i giorni”
“Come sarebbe a dire?”
“Per tutta la degenza di papà, staremo al mare come due innamorati, andremo da lui la domenica, ma la sera torneremo in albergo. Se non vuoi possiamo tornare a casa”
“No amore! Sarà bellissimo fare la mia terza luna di miele con te!”
“Come terza?”
“La prima con Giorgio più trent’anni fa, la seconda con te la settimana scorsa e adesso la terza con te”
Ci abbracciammo e partimmo, giunti in loco i proprietari ci dettero la stessa stanza su richiesta di mamma.
Trascorremmo tre settimane proprio come fossimo in luna di miele, la domenica ci recavamo da papà.
L’ultima domenica, facemmo avvertire papà, che avremmo tardato, perché per un disguido potevo partire solo in serata, così potei passare la giornata in spiaggia con mamma ad amoreggiare.
Dopo la spiaggia al momento della partenza mamma era taciturna, aveva anche il viso triste, le chiesi:
“Cosa succede? Come mai quel viso rattristato?”
“Succede che torna mio marito e io non voglio rinunciare a te, dobbiamo trovare il modo di stare insieme, non voglio ripetere i tre giorni di quando è stato a casa tra l’intervento e la riabilitazione”
“Vedremo di risolvere velocemente la situazione”
“Cosa pensi di fare?”
“Tanto per cominciare, voglio convincerlo di vendere l’alloggio dove abitiamo e trasferirci in campagna”
“Non vedo, come questo cambi la situazione?”
“Intanto per cercare una cascina, dobbiamo recarci sul posto, visto che lui deve riposare lo faremo io e te”
“Sarà difficile convincerlo a lasciare l’alloggio!”
“Lo so, ma lui troverà duro fare tre piani senza ascensore, quini meglio trovare una cascina, dove lui possa uscire, senza dover salire e scendere scale”
“Sei diabolico! Hai pensato a tutto!”
“Per amore tuo si! Però vorrei una cosa da te!”
“Cosa?”
“Stabilito che per me tu sei una bellissima donna, che mi sono innamorato di te solo al guardarti dormire, vorrei che ti sottoponessi al trattamento delle varici, in modo da trasformarti da bella in bellissima!”
“Domani prendo appuntamento col medico, sentiamo cosa mi dice”
“Sentiamo?”
“Certo, dal medico per la visita devi esserci anche tu, sei o no il mio uomo?”
“Va bene mamma! Ti accompagno!”
“No, non solo mi accompagni, ma in ambulatorio entri anche tu, non voglio, che un altro uomo mi veda nuda da sola”
Ci baciammo, poi andammo a prendere papà, feci il viaggio di ritorno col pisello fuori dalla cerniera dei jeans, mamma piegandosi leggermente verso di me, con la mano sinistra me lo accarezzò fin quando non sentimmo papà russare, allora mamma si coricò, in modo che con la sua bocca potesse imboccarlo, facendomi una pompa sontuosa, ingoiando tutto, ormai non si schifava più di deglutire la mia crema.
A casa papà mi chiese:
“Senti Roberto, siccome per me è meglio dormire da solo, ti dispiace dividere il letto con tua mamma, io dormirò nel tuo”
“A me no! Bisogna chiedere a lei?”
“Laura! Laura!” chiamò papà.
“Cosa c’è?” chiese mamma.
“Ho chiesto a Roberto, se può dormire con te, per me è meglio dormire da solo, lui ha accettato, ma ha detto che bisogna chiederlo a te?”
“Oh fate come volete, tanto che ci sia uno o l’altro, anche stasera niente sesso, sono sei mesi che non lo facciamo, un giorno o l’altro mi cerco un amante”
“D’accorto Roberto, facciamo lo scambio per un po’ di tempo”
“Papà volevo parlarti di una cosa?” nel dire questo mamma si è girata e mi ha fulminato con gli occhi.
“Rimandiamo a domani, ora sono stanco del viaggio”
“Ok ne parliamo domani mattina, buonanotte”
“Buonanotte!”
Appena papà ha chiuso la porta, Laura si è precipitata da me, abbracciandomi a detto:
“Signorino, tu questa notte, mi devi molte spiegazioni!”
“Per cosa?”
“Come per cosa! Volevi dire a tuo padre, che noi andiamo a letto insieme, in questo momento dopo l’operazione che a subito!”
“No mamma! Cos’hai capito, volevo dirle che dobbiamo vendere quest’alloggio e comprare una cascina, così non deve fare le scale e può fare delle passeggiate nel verde”
“Ah! Ok! Adesso vieni, andiamo a letto, che ti voglio!”
A letto scopammo per quasi tutta la notte, il mattino ci colse addormentati, alle 9,00 ci venne a svegliare papà, che ci trovò abbracciati e nudi uno all’altra.
Dopo un attimo di stupore disse:
“Voglio parlare con tutti e due, vi aspetto in sala”
Io e mamma ci guardammo preoccupati, poi dopo un bacio tutt’altro che casto, mamma si mise una vestaglia, io un paio di short e raggiungemmo Giorgio.
Appena ci vide disse:
“Allora voglio dirvi, che ho capito alcune cose, ma questo ve lo dirò dopo. Ora sentiamo cosa volevi dirmi ieri sera Roberto!”
“Papà volevo comunicarti, che ho messo in vendita questo alloggio, sto cercando una cascina, perché credo che sia faticoso per te salire tre piani di scale, con una cascina non hai scale da salire, se mai pochi gradini, in quanto alle passeggiate, che ti hanno consigliato i medici le poi fare nel verde”
“Ok va bene, fai così! Unica cosa è una tua decisione o ti è stata suggerita?”
“No mia!”
“Venendo invece all’altra cosa, ho notato già in ospedale, poi anche quando ero in riabilitazione, infine ieri sera nonché alcuni istanti fa, che tra voi c’è qualcosa di diverso, da un rapporto madre e figlio!”
“No caro, ma cosa vai a pensare!” intervenne mamma.
“Non penso, noto! Ad esempio, ho notato il tuo cambiamento nel vestire, come nel parlare, stamani a letto eravate accollati nudi, vi chiedo solamente di essere corretti con me, ormai mi sono ripreso, posso sopportare tutto, anche che voi ve ne andiate”
“Non vogliamo andarcene, solo è capitato che restando soli ci si facesse compagnia, una carezza tira l’altra, un bacio un altro, alla fine ci siamo innamorati come due bambini” risposi.
“Oh ecco la verità, lo avevo immaginato, poi stamattina quando sono venuto a svegliarvi ne ho avuto la conferma, eravate nudi e, abbracciati come una copia, non come madre e figlio”
“Scusa papà!” dissi.
“Si scusa, Giorgio” aggiunse mia mamma.
“Vorrei sapere le vostre intenzioni, poi vi dico le mie, se coincidono bene, altrimenti vedremo” replicò papà.
“La nostra intenzione non è di lasciarti solo, ma se tu sei d’accordo, una volta venduto questo appartamento ci trasferiamo in campagna, dove nessuno ci conosce, così tu e mamma sarete marito e moglie, io vostro figlio, con la differenza, che invece di essere tu a dividere il letto con lei, sarò io” risposi.
“A questo punto se volete vi dico le mie richieste, se sarete d’accordo bene e continueremo ad essere una famiglia, se no io e Laura divorzieremo e voi diventerete una copia”
“Ti ascoltiamo!” dicemmo in coro io e mamma.
“Allora queste sono le mie condizioni
 Questo alloggio non si vende.
 Per la cascina sono d’accordo., ho abbastanza soldi per acquistarla.
 Tu lasci il tuo lavoro e ti metti a coltivare i campi.
 Io avrò una camera per me.
 Voi due avrete la vostra stanza.
 Per la gente del luogo, voi sarete marito e moglie, io sarò uno zio.
 Unica cosa Roberto, se accetti sappi, che non devi mai lasciare tua madre, se no ti trovi in mezzo ad una strada.
 In quanto a te Laura, sappi che dovrai curarti di me, cioè lavare, stirare, cucinare ed accudirmi quando non mi sento bene.
 Se accettate, domani andremo da un notaio, in segreto faremo i documenti.
Adesso ditemi se accettate”
Accettammo, il giorno dopo andammo da un notaio, dove mettemmo tutto per scritto, poi dopo il notaio, mi recai all’azienda per cui lavoravo, con la scusa, che mio padre necessitava di cure diedi le dimissioni.
Tre giorni dopo accompagnai mia madre dal medico per il problema delle varici, mamma volle la mia presenza durante la visita.
Chiesi al medico se si poteva intervenire col laser per rendere meno invasivo l’intervento, ma lui ci consigliò il trattamento A.S.V.A.L. che si poteva fare anche ambulatorialmente.
Ci ha spiegato, che è un metodo moderno, poco aggressivo e mini invasivo, poiché elimina solo le vene malate, irrecuperabili.
E’ un metodo dolce, che toglie le vene malate tramite microincisioni della grandezza del buco di un ago.
Non ci sono punti di sutura, gli ematomi ed i dolori postoperatori sono minimi, viene realizzata in anestesia locale.
Il ricovero non è necessario, si viene dimessi dopo 1 o 2 ore dalla fine dell'intervento.
Non ci sono grandi tagli chirurgici, quindi neanche punti di sutura.
Le microincisioni, sono chiuse e ricoperte da steril-strips, ossia mini cerotti che, essendo impermeabili, consentono di fare la doccia entro 48 ore dall'intervento.
Il risultato estetico è notevole.
La ripresa delle normali attività è rapida con l'obbligo di indossare la calza elastica solo per pochi giorni.
Una settimana dopo, trovammo la cascina, che faceva per noi, così l’acquistammo, facemmo fare alcuni ritocchi di muratura, due mesi dopo ci trasferimmo.
Assumemmo anche un contadino pratico del trattamento e della coltivazione dei campi.
Nel frattempo, mamma si sottopose al trattamento consigliato dal medico, fu dura per noi stare più di quarantotto ore senza scopare, ma alcuni giorni dopo ricominciammo alla grande.
Mamma ormai indossava solo minigonne, senza mutandine, ogni momento era buono per accoppiarci, mamma ora aveva anche delle splendide gambe, vedevo papà, che sovente la scrutava di nascosto.
Ormai mamma era solo mia, era soddisfatta totalmente da me, il mattino mi recavo con l’uomo di fiducia nei campi, poi tornavo a casa e mi dedicavo totalmente a lei.
Un giorno mentre scopavamo, mamma si è sentita male, la portai in ospedale per accertamenti, dopo un paio d’ore il medico del pronto soccorso mi disse:
“Sua moglie è in stato interessante, è al quinto mese. Ora può riportarla a casa, ma abbia cura, non essendo più una ragazzina, la gravidanza deve passarla tranquillamente”
Dieci minuti dopo, uscimmo dal pronto soccorso, chiesi a mamma:
“Come ti senti mammina?”
“Bene tesoro, appena a casa riprendiamo da dove abbiamo interrotto”
“Mamma il medico ha detto che sei incinta”
“E allora? Vuoi che rinunci a scopare con te, per avere un pupo?”
“Mamma io voglio un figlio da te!”
“Oh caro, non sai quanto mi fai felice, pensavo tu mi volessi solo come donna da monta”
“Mamma ti amo tanto, se era solo per avere un buco dove piantarlo, ne avrei trovate diverse, ma per me sei il mio grande amore”
La sera stessa, mamma mi diede la verginità anale, facemmo ancora l’amore, ma sempre con molta cautela, fino al nono mese, quando nacque una splendida bimba.
Continuammo a scopare giornalmente, mamma raggiunse la menopausa a 52 anni, nel frattempo partorì ancora tre miei figli.
Oggi lei ha 57 anni, è sempre calda, ma non può più partorire, ci divertiamo ancora di più, ormai gode sia che le trombi Francesca la figa fresca, che le inculi Mariano il caldo ano.
In questi anni, papà ha assunto altri due uomini per i campi, ha comprato alcune vigne ed è lui, che si occupa di dirigere l’azienda agricola.
Io invece mi occupo di mamma, per i bambini abbiamo preso una tata, che guarda caso è Silvana l’amica di Laura che il marito ha sorpreso con l’amante, la buttata fuori di casa, chiedendo la separazione per colpa, l’amante visto, che non poteva più contare sul suo aiuto economico, ha preferito occuparsi di altre donne e lei ha chiesto aiuto a noi.
Un giorno mamma, mentre scopavamo mi ha detto:
“Come trovi Silvana?”
“Bene, sempre in forma!”
“Ti pace sempre?”
“E’ ancora una bella donna”
“Te la vuoi sempre fare?”
“No perché? Sei gelosa?”
“Non più! Ora ho la certezza, che mi ami e non temo la concorrenza di nessuna”
“Allora?”
“Beh sai pensavo si potrebbe fare qualcosa a tre”
“Ci penserò mamma, ma non credo, che voglio provare un’altra donna, amo troppo la mia”

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