Lila e la Grappa

Scritto da , il 2017-09-06, genere saffico

non sapevo davvero cosa mettermi quella sera. Il problema è nato quando ho ricevuto il pacco con l'ordine che avevo fatto online: un fantastico corsetto nero, tutto pizzi e nastri, non un normale corsetto di quelli che ti cingono il petto e la vita, no, questo si indossa tra il punto vita e scende giù fino a coprire quasi interamente i glutei, e si assottiglia in degli eleganti reggicalze neri lucidi. Mi piaceva da impazzire. Me lo sono fatto recapitare al lavoro, non ho resistito alla tentazione e mi sono chiusa in bagno per aprire subito il pacco. Magnifico! era ancora meglio di come lo avessi immaginato, finemente ricamato, lucido, non vedevo l'ora di provarlo. Cosa che ho fatto appena tornata a casa. Mi sono spogliata dalla testa ai piedi, mi son messa nuda a controllare come stavo, il seno abbondante ma non volgare, il sedere pieno, nell'insieme le mie curve sinuose mi son sempre piaciute. Le caviglie larghe e le ginocchia tozze, regalo di mia madre un pò meno, ma non si può avere tutto dalla vita.
Comunque, ho provato il corsetto e sorpresa, era elastico. Fantastico, così si adattava alla perfezione alle mie curve e le risaltava. Dovetti allentare il nastro di raso, e pensavo che fosse un peccato, invece dopo una rapida occhiata allo specchio mi son dovuta ricredere. Il nastro che si intrecciava sopra la spaccatura dei miei glutei, quasi come fosse una gabbia che li imprigionava, rendeva tutto tremendamente sexy. Fu allora che arrivò la doccia gelata. Stavo tremando di freddo. Sfortuna vuole che con i primi freddi autunnali io mi sia beccata un raffreddore, e così, in piedi tutta nuda e scalza davanti allo specchio mi stavo congelando. Ci rimasi male. Se già dopo neanche cinque minuti stavo così, tremando, con il naso che colava e con un principio di mal di testa, non avrei mai retto una sessione di preliminari di Lila. Che delusione, con rammarico dovetti cedere alla realtà e mi infilai una felpa pesante, rimasi col corpetto a guardarmi allo specchio ancora per qualche istante poi dovetti cedere alla realtà, me lo tolsi e mi infagottai tra le coperte per riscaldarmi.
Passai il resto del tempo a cercare di trovare una soluzione, a immaginare cosa potesse essere allo stesso tempo sexy e caldo, ma le due cose insieme cozzano da qualsiasi parte le si voglia vedere. Di farlo indossare a lei nemmeno ci pensavo, era la mia sorpresa, volevo godermi la sua faccia stupita e eccitata.
Ero immersa nei miei pensieri quando sentii le chiavi girare sulla toppa della serratura, Lila era a casa.
"Baby come stai? come va il naso?Ti ho sentito agitarti tutta la notte" mi urlò dalla cucina. Non risposi, volevo concentrarmi al massimo in quegli ultimi istanti da sola per trovare una soluzione, ma la mente mi si annebbiava, il raffreddore prendeva il sopravvento.
Lila entrò in camera e mi guardò inclinando la testa di lato come faceva di solito quando era perplessa "ma guarda un sushi di ragazza, carina" mormorò divertita. Mi ingrigii e mi nascosi ancora di più sotto le coperte. Lila mi fu subito sopra, mi schiacciava col suo peso, mi accarezzò la guancia spostandomi una ciocca di capelli ribelle. "Allora? Come stai bellezza?" mi sussurrò con voce dolce. Non le risposi e continuai a guardarla "che hai? sputa il rospo, lo conosco quello sguardo". Mezza rincoglionita dal raffreddore le raccontai sbadatamente della mia giornata stressante al lavoro e di come il raffreddore l'avesse resa ancora più lunga e tediosa, non dissi nulla del corsetto. Mi ascoltò continuando ad accarezzarmi il volto poi, senza un apparente nesso logico col mio discorso mi chiese con fare allusivo se poteva "scaldarmi" lei, se poteva "alleviare" le mie pene in qualche modo. "Negativo, se esco dalle coperte sento l'alaska" - "sai, mio padre aveva un rimedio per il raffreddore, da bravo veneto, un bicchierino di grappa è la migliore medicina" sorrisi "Lo sai che io non bevo Lila" "ma è a scopo puramente medico! Guarda, la grappa è come uno sciroppo medicinale: ha un sapore schifoso, ti stappa e ricominci a respirare e poi star sicura che ti scalda, anzi vedrai che ti sembrerà di avere una fornace al posto dello stomaco". Pensai divertita che il suo era sicuramente uno strano approccio, divertita cedetti, un pò perchè ero eccitata pure io, un pò perchè la febbre mi annebbiava ogni pensiero logico. Lila sorrise felice e sparì in cucina, tornò poco dopo con una bottiglia e un solo bicchiere "e tu?" le chiesi accigliata "siamo solo io e te in casa, qualcuno di responsabile deve pur rimanere" incalzò sogghignando e passandomi in bicchierino pieno "tutta d'un fiato". Obbedii. E tossii così forte che credevo di morire, mamma che schifo! Ma come fa la gente a bere quel misto di benzina mista a plastica e frizione bruciata.
"il primo è sempre così, tieni prendine un altro e vedrai che sarà squisito" lo presi subito, volevo togliermi quel sapore schifoso dalla bocca, ma perchè continuavo a fidarmi di Lila? Tossii ancora più forte, lei scoppiò a ridere e da dietro la schiena tirò fuori un bicchiere di latte e menta. "Tieni dai, vedrai che ora starai meglio". Da qui in poi i ricordi sono tutti molto annebbiati, direi che ho più sensazioni che ricordi. Primo, il bruciore allo stomaco e una vampata su tutto il corpo, così forte che mi strappai le coperte di dosso, la grappa aveva fatto effetto. Secondo, il sapore dolciastro della menta, un balsamo per la mia bocca offesa. Terzo, la lingua di Lila dentro la mia bocca. Mi pare che mi si buttò addosso e mi ritrovai sdraiata, con lei sopra, la sua bocca non lasciava la mia "lo vedi che ora respiri anche con il naso?" mi schernì senza smettere di baciarmi.
Le sue mani subito sui miei seni, prima me li massaggiava, poi pian piano arrivò sui capezzoli e cominciò a solleticarmeli, strizzandoli, pizzicandomeli, finchè non divennero turgidi. Poi Non so bene cosa fece, so che si staccò dalla mia bocca, di sicuro non dai miei capezzoli, e che fece qualcosa di meraviglioso tra il clitoride e la vagina, non saprei dirvi cosa, ma ero in un tale stato di estasi che chiusi gli occhi e mi sembrava di sognare, sentii come se il mio corpo ondeggiasse nell'aria, un'aria calda, che mi avvolgeva, mi cullava e si insinuava nei mie punti erogeni, mi faceva tremare di piacere. Continuò così finche non venni investita da spasmi violentissimi, che partivano dal ventre, scendevano sui glutei e sul bacino e poi si diramavano in ogni parte del mio corpo come una scossa. Un'orgasmo così non si dimentica, sbronza o non sbronza.
Sentii Lila alzarsi e andare verso la cassettiera, voleva uno dei nostri giochi, ora toccava a lei godere. " E questo?" . Il corsetto, cazzo, l'avevo lasciato in bella vista, oggi se ci ripenso mi sento una cogliona, e pensare che ci tenevo tanto, ma ero talmente sfiancata dall'alcol che lì per lì reagii ridendo "sorpresa" dissi a occhi chiusi, ridendo e continuando a solleticarmi il clitoride, volevo prolungare il piacere il più possibile. "Ma è della tua taglia, non della mia..." Mi disse Lila, poi capì e mi si avvicinò "ah, birbante, ecco che avevi..." e accarezzandomi mi aiutò a infilarlo "sei uno schianto, oh sì, questa sì che è una bella sorpresa" aprii gli occhi, mi stava guardando, aveva uno sguardo eccitato e si mordeva il labbro inferiore "dobbiamo festeggiare!" che era il suo modo di dire 'vada per lo strap on doppio'. Le piaceva il doppio, non lo usava spesso perchè era difficile regolarsi sulla frequenza delle spinte e su quanta pressione esercitare per far godere entrambe, ma era senza dubbio il suo giocattolo preferito.
Si avvicinò e mi sussurrò ad un orecchio mentre si stringeva le cinghie "per me ho messo la grandezza giusta, per te quella più corta e larga, tu sei già venuta, voglio divertirmi senza dovermi preoccupare di farti male. Avrei potuto usare qualcos'altro ma non mi sembri in grado di tenere in mano qualcosa e darmi piacere" cominciò a penetrarmi delicatamente "ma ti voglio penetrare ugualmente, lo sai quanto mi piace".
Si lascio prendere da una foga feroce, io col mio corsetto, la mia inerzia da malata e ubriaca, lei con... beh non so di preciso lei come fosse, ero a occhi chiusi, mi dava fastidio la luce del lampadario, rimasi lì, sottomessa alla sua frenesia. Successe qualcosa che non mi aspettavo. La misura più piccola del mio fallo invece che non darmi nessun piacere, andava a sbattere esattamente su una zona precisa, la conoscevo bene, tutti i miei orgasmi vaginali partono da là, ma con le altre misure che avevamo ingenuamente provato non riuscivo mai ad averne, mi partivano tutti dal clitoride. Questa volta invece quel fallo di plastica toccava esattamente il centro del mio piacere. Ogni volta che Lila spingeva era una goduria, quando si allontanava l'interruttore si spegneva. Mi dava così gusto, ma sentirmi accesa e spenta accesa e spenta mi innervosì, e mentre Lila stava venendo urlando oscenità come suo solito le afferrai con fermezza i fianchi e la spinsi su contro di me con forza. Mi esplose nella vagina un orgasmo incredibile, il corpo reagiva elettrizzato, vedevo scintille da tutte le parti, tutto si muoveva a rallentatore, Lila che si accasciava sudata e ansimante su di me, le mie mani che le accarezzavano i capelli, mi sentivo come nel corpo esterno da me e allo stesso tempo dentro di me.
"Che diamine ti è preso?" mi chiese Lila stupita dalla mia foga "Sai? penso proprio che dovremmo rifarlo più spesso Lila"

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