Mia figlia - 6 - Un sogno sta per avverarsi

Scritto da , il 2017-08-29, genere incesti

Il volto di mio padre,pareva trasfigurato alle mie parole che scavando nei nostri ricordi,gli facevano rivivere i primi momenti del nostro incestuoso segreto.

Erano bellissimi i suoi occhi imperlati da lacrime che a stenti riusciva a trattenere.

Io gli parlavo e lui ascoltava in silenzio anche se un lieve tremore delle sue labbra denunciava un eccitato compiacimento alle mie parole.

Io gli parlavo ed i ricordi che andavo risvegliando,avevano un certo effetto anche su di me che emozionata e coinvolta com'ero dal mio stesso racconto,mi sentivo sciogliere ancora tra le cosce.

Avevo già goduto molto in quella ora che avevo trascorso tra le sue braccia e tuttavia il mio corpo,trasgredendo gli ordini del mio cervello,levitava e si scioglieva ancora tra le labbra del mio voglioso sesso.

Gli parlavo e lui mi ascoltava estasiato riuscendo a stenti a mangiare piccoli tocchi della sua pizza.

A differenza di mio padre,mentre gli rievocavo come in un sogno il momento in cui lo avevo strappato definitivamente da quei valori morali che lui riteneva indistruttibili,io avevo fame e dunque,parlavo,mi bagnavo tra le cosce,mi beavo della sua attenzione alle mie parole e dei suoi occhi lucidi e strappavo con le mani,tocchi della mia pizza che rapidamente,portavo alla mia bocca affamata.

Avevo goduto molto....moltissimo durante quel rapporto nel suo ufficio e forse,senza neanche rendermene conto,avevo speso tutte le mie energie che mi causavano quell'insolito appetito da lupi.

Io avevo già anche mangiato una macedonia di frutta mentre mio padre,era ancora a metà della sua pizza ormai fredda.

La mezz'ora che avevamo destinato al nostro spuntino era già trascorsa da un bel po' e nel locale ormai vuoto,eravamo rimasti solo io e lui.

Fortunatamente,mio padre era il capo di quell'ufficio e dunque,poteva permettersi una certa elasticità nei suoi orari.

-Papà!-

Avevo esordito in un momento in cui il locale e noi stessi parevamo precipitati in un irreale silenzio.

-Papà,lo so che è tardi ma io devo parlarti di noi e della mamma.
Sai papà,ho notato che dopo le cose che ti ho raccontato il tuo rapporto con la mamma
si è riacceso con una nuova complicità ed una passione che mi piacciono molto.

Tuttavia papà,vi sono degli aspetti nuovi che non possiamo trascurare.

Io desidero che la mamma sia felice con te e questo,in un certo senso,mi mette in pace
col tradimento che le avevo fatto divenendo tua amante.

Non ho più la frustrazione che avevo vedendovi lontani e lei infelice.

D'altra parte però,mi assale una certa gelosia quando vi sento fare l'amore "Perché vi
sento papà,dio se vi sento e più d'una volta mi sono seduta a terra dietro la vostra
porta e mentre vi sentivo godere,mi masturbavo per godere insieme a voi".

E poi,c'è dell'altro papà.

Dal quel giorno in cui avevo fatto godere la mamma con la bocca,anche i nostri rapporti
sono cambiati e non vi è occasione propizia in cui lei non cerchi la mia bocca con le
sue
labbra scatenando nel mio corpo e nella mia mente un delirio di sensi pari allo
scomposto turbinio delle nostre lingua che si intrecciano voluttuosamente.

Papà,sono certa che la mamma vuole di più da me ed anch'io,sono cosciente di
desiderarla più di ogni altra cosa.

Naturalmente tu sei fuori classifica!-

Abbiamo riso ancora a quella mia nuova battuta che aveva sciolto un po la tensione in
cui mi sentivo precipitata in quel momento di confessioni così solenni.

Stavo dicendo a mio padre,che intendevo allargare anche alla mamma l'incestuoso
rapporto che da alcuni anni mi legava a lui:

-Pensa come sarebbe bello papà,tutti e tre nel vostro lettone a condividere i momenti di
piacere che sino ad oggi abbiamo vissuto in modo clandestino io e te.

Cosa pensi papà....come la prenderebbe la mamma una simile prospettiva lei che è così
devota e
ligia ai principi cattolici?-

-Ascolta Marina...-

Aveva esordito mio padre parlando per la prima volta da quando eravamo seduti a quel
tavolo......mi correggo,non eravamo più a quel tavolo giacché,i camerieri dovendo
apparecchiare per la sera,ci avevano fatti spostare in una specie di salottino più
appartato.

Mio padre era seduto di fronte a me e tenendomi le mani appoggiate sulle mie ginocchia
aveva continuato:

-Marina...credo che tu sia già con noi nel nostro lettone!

Tua madre è troppo timorata di Dio per svelarmi apertamente i suoi pensieri ed i suoi
desideri ma ti posso
assicurate che quando facciamo l'amore tu sei già tra noi.

E' già successo più d'una volta che nel culmine del suo piacere,quando la sua mente non
controlla più le sue parole,tra i gemiti risuonasse il tuo nome.

Marina amore,stasera credo che saremo entrambi molto stanchi,ma domani sera,manderemo
tuo fratello a dormire dai nonni ed io farò in modo che tu possa venire nel lettone
insieme a me e la mamma.-

Le mie mani avevano preso a tremare tra quelle di mio padre e,mentre lontani da occhi indiscreti,le nostre labbra si congiungevano,lui aveva preso una mia mano e se l'era portata sulla patta dei pantaloni sotto la quale,l'oggetto dei miei desideri,pulsava turgido come un nerbo animato e inquieto.

Era la stessa inquietitudine che faceva contrarre la mia micina facendola lacrimare di tiepidi umori.

segue



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