Le testimoni di Michael (Rachel) - Michael’s witnesses

Scritto da , il 2017-08-18, genere dominazione

Dopo una cena lussuosa con alcune delle persone più ricche ed influenti del paese, io e Michael decidemmo di passare la notte in un hotel fuori Londra, per godere del meraviglioso panorama che molto spesso, presi dalla nostra vita lavorativa, ignoravamo. Michael conosceva quel posto, fu infatti lui a decidere la location per la notte: un castello del XII secolo in stile gotico ristrutturato a hotel, un posto molto sfarzoso.
Arrivati in camera Michael preparò una bottiglia di vino bianco frizzante che ci godemmo seduti in balcone tra le luci soffuse delle candele in camera e un temporale in lontananza che sprigionava fulmini e tuoni.
Iniziò a farmi dei complimenti su quanto fossi sexy vestita così elegantemente, cadendo anche nella volgarità, probabilmente a causa del vino. Io non mi offesi, anzi iniziai ad eccitarmi, assecondandolo. Mi disse che gli sarebbe piaciuto vedere mentre mi toccavo, così per istigarlo iniziai a toccarmi il seno e vedendolo godere mi infilai una mano sotto il vestito. Ma solo per un minuto. Giusto per lasciarlo in un limbo tra piacere e dolore.
Quando capì la mia mossa, fece un sorrisetto furbo, e disse che sarebbe rientrato per cambiarsi.
Io rimasi a godermi quel temporale che pian piano si avvicinava ma tutto a un tratto, con estrema velocità, sentii Michael che da dietro mi lego la sua cintura al collo, e la strinse forte. Il mio fiato faticava, ma respiravo. Appena il tempo di capire, che mi prese con forza le braccia e mi legò le mani dietro la schiena. Colta di sorpresa ero inizialmente spaventata, ma quando capii cosa stesse succedendo, iniziai a calarmi nella parte.
Legatemi le mani con delle manette in tessuto morbido, mi sussurrò all’orecchio: “Hai osato sfidarmi, e ora avrai ciò che ti meriti”.
Sentii un calore interno che mi fece sciogliere in un misto tra paura e senso di sottomissione.
Mi diede un bacio e si mise davanti a me, io ero ancora seduta mentre lui in piedi quando tenendo la cintura stretta al mio collo come fosse un guinzaglio, si slacciò i pantaloni: “Sei la mia schiava da ora, e farai tutto quello che ti dirò”.
Mi bagnavo sempre di più a sentire la sua voce da padrone.
Mi infilò il suo pene in bocca, tutto fino in fondo senza sconti tanto che non me l’aspettavo, e tra la gola stretta per la cintura e quella penetrazione mi si bloccò il respiro. Ma Michael continuava a spingere con violenza finché non finii con un colpo di tosse che riempì il suo cazzo di saliva.
Lo tolse un secondo ma neanche il tempo di riprendere fiato che me lo sbattè di nuovo in gola, facendo avanti e indietro glielo succhiavo.
Il temporale era ormai sopra di noi e iniziò a piovere.
Mi fece alzare dalla sedia e mi portò in camera tenendomi per la cintura ben stretta al mio collo.
Mi buttò sul letto, mi tolse cintura e manette e mi disse di spogliarmi completamente a parte calze e tacchi. Nel mentre si spogliò anche lui, e non appena mi vide nuda mi rimise le manette con le mani dietro la schiena.
Dalla sua valigetta tirò fuori una mascherina con cui mi coprì gli occhi, e una gag ball che mi legò alla bocca. Mi sentivo una schiava come non mai, ero completamente a sua disposizione, e mi eccitava.
Iniziò a toccarmi con violenza, schiaffeggiandomi il seno fin tanto da farmi urlare, provavo moltissimo dolore ma ogni volta speravo che continuasse, più forte di prima.
Mi mise la testa appoggiata al letto, a pancia in giù, mentre stavo in piedi sui miei tacchi. Iniziò così a schiaffeggiami il sedere, sempre più forte, e godevo.
Dopo poco prese la sua cintura e usò quella. Era un dolore atroce, che però mi piaceva e mi faceva godere. In mio sedere era in fiamme.
Sentii ad un certo punto che lasciò la cintura in terra, mi tirò i capelli e fui costretta a tirare la testa all’indietro. Fu in quel momento che lui approfittandosi del fatto che ero già bagnata, me lo infilò dentro lentamente. Io iniziai a gemere e lui sempre più violentemente a farmi godere. Andò avanti a sbattermi in quel modo per dieci minuti fino a quando non lo tirò fuori. Non mi aspettavo quello che stava per fare.
Lo sentii sputare sul mio culo, e avvicinare il suo cazzo al mio ano. Non lo avevo mai fatto anale prima, ma in quel contesto, nonostante la paura che facesse male, mi lasciai fare tutto. Lo infilò lentamente, era fastidioso e doloroso ma più entrava più mi piaceva sentire quel grosso cazzo dentro il mio culo. È stata una sensazione stranissima, mi sentivo piena, rimase così per un minuto per farmi abituare, poi iniziò a muoversi avanti e indietro. Un dolore atroce e allo stesso tempo una goduria incredibile. Volevo urlare ma non potevo a causa della gag, gemevo quindi come una cagna e spargevo saliva ovunque mentre soffrivo e godevo. Ricordo che pensavo sarei svenuta se avesse continuato ma dopo non molto lo tolse e mi ripagò con un altra serie di sculacciate violenti.
L’ano mi bruciava ma nonostante il dolore pensai che sentire quel pene nel mio retto era stata una sensazione che mi aveva fatto godere come non mai.
Mi girò a pancia in su e mi aprì le gambe con forza, iniziò a toccarmi e poi a tirarmi degli schiaffi proprio sulla vagina. La sensazione era uguale a prima, tantissimo dolore ma una voglia sempre più grande che continuasse. Ad ogni schiaffo le mie urla venivano bloccate dalla pallina piena di saliva che avevo in bocca, e solo quando la mia figa era diventata rossa dagli schiaffi, si decise a penetrarmi.
Mi penetrò violentemente nella figa ma durò poco, non soffrivo abbastanza per lui. Così decise di tornare al culo. Mi mise all’estremità del letto, gambe aperte, lui in piedi, e mi penetrò analmente. Questa volta però, fu molto più violento di prima, tanto che mi tolse la mascherina che avevo sugli occhi per vedermi mentre soffrivo e godevo in quel modo, perché lo eccitava. Il mio culo faceva malissimo, le mie urla erano inutili. Ed io godevo come una vera schiava.
Dopo almeno dieci minuti che mi sfondava l’ano decise che era abbastanza, e passò alla fase successiva.
Io immobile sul letto con ancora le mani legate dietro la schiena, un dolore bruciante al fondoschiena, credevo che sarebbe finita così, ma mi sbagliavo.
Lo sentii prendere qualcosa dalla sua valigetta, e lo vidi tornare. In mano aveva un vibratore nero lucido, di design, e lo accese. Si mise sopra di me, e mi tolse la gag ball, appoggiò le sue palle sopra la mia bocca e mi ordinò di succhiargliele. Iniziai così a farlo e lui iniziò a farmi godere con quel vibratore passandomelo e spingendolo contro il clitoride. Dopo le palle mi mise tutto il suo cazzo in bocca e con l’aiuto di un cuscino sotto la testa l’angolo per succhiarglielo diventò perfetto. Glielo succhiai come una vera troia per almeno dieci minuti mentre godevo con il vibratore, a volte mentre avevo il suo cazzo in bocca mi schiaffeggiava la faccia per ricordarmi che ero la sua schiava.
Le mie gambe iniziarono a tremare, stavo per venire, mi girava la testa non capivo più niente stavo godendo troppo e il suo cazzo nella mia bocca mi impediva di urlare anzi mi toglieva sempre di più il fiato. Arrivò il momento in cui venni, credevo che sarei svenuta un’altra volta, è stato un orgasmo fortissimo tanto che iniziai a squirtare come una troia, non mi era mai successo. Mentre squirtavo provavo ad urlare per farlo smettere ma non tolse il vibratore neanche un secondo nemmeno quando chiusi le gambe perché non ce la facevo più. Intanto lui continuava a fare avanti e indietro col il suo cazzo nella mia bocca sempre più forte e sempre più velocemente, e mentre raggiungevo il secondo orgasmo e spruzzavo di nuovo, lo sentii gemere e spruzzarmi in bocca e in faccia tutto il suo sperma. Mi riempì la faccia e anche la bocca, spruzzò almeno sette o otto volte tantissimo sperma caldo.
Finito il mio secondo orgasmo ingoiai lo sperma che Michael mi aveva spruzzato in bocca, e con il resto che avevo in faccia, sotto suoi ordini, iniziai a spargermelo sul seno mentre mi guardava, e di tanto in tanto mi puniva con qualche schiaffo tra le gambe.
Fu la serata più intensa della mia vita.
Non vedo Michael da quando il giorno dopo mi riportò a casa, ma sono sicura che alla prossima cena importante si rifarà vivo. Perché la sua unica schiava elegante sono solo io.
-Rachel

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