Una settimana, solo una settimana (Lunedì)

Scritto da , il 2017-07-27, genere dominazione

LUNEDI’

Prendere sonno non è stato facile. Troppi avvenimenti, immagini, situazioni forti. Col pensiero fisso di Nadia. Non poterla sentire, non avere sue notizie è logorante. Cerco distrazione nelle cameriere dell’albergo, pur non essendo tutte belle ragazze sono comunque veramente sexy. Sarà la divisa, sarà l’atteggiamento remissivo, sarà quell’aria sottomessa, non so ma la loro presenza riesce veramente a distrarmi, sono anche molto premurose e disponibili. Ho notato poi che il cinturino che indossava ieri Carmen è parte della divisa e tutte le cameriere lo indossano, dopo la scena di ieri sera la tentazione di attaccarci un guinzaglio è continua.
In spiaggia cerco di distrarmi come posso. E non è difficile con tutte quelle tette e quei culi al vento, il problema è resistere.
La giornata passa veloce e dopo una corroborante doccia e la solita piacevolissima cena - a proposito, stasera le cameriere indossano un abito lungo aderente, rosso, che disegna perfettamente le curve e con un profondo spacco frontale a rivelare le gambe - torno in centro curioso di vedere altre ragazze, altre donne esibirsi in modo più o meno consapevole. Pochi passi e mi ritrovo circondato dall’universo femminile più provocante.
E’ difficile non notare tutte le gambe nude, i culi appena nascosti da microgonne, e le tette celate da inutili magliette.
Mi siedo ad un tavolino di un bar in piazza per un birra e mi godo il passaggio di tutte queste donne. Sono poche quelle che si nascondono in un abbigliamento “casto” e hanno un’espressione “anonima”. Mi ritrovo a paragonare quelle donne a mia moglie, anche lei solitamente casta e coperta. Al mare indossa gonne relativamente corte ma mai oltre il lecito con polo o camicie rigorosamente abbottonate sopra l’immancabile canottiera e il reggiseno. E le ciabatte. Si, Monica rientra appieno in questa categoria. Devo dire che almeno a casa, e non solo nel chiuso della nostra camera, non disdegna intimo raffinato e provocante ma solo sotto un rassicurante abbigliamento.
Sono immerso nei miei pensieri quando la mia attenzione viene attirata da una giovane donna. Niente di che quanto a bellezza, anzi, piccolina, circa un metro e sessanta capelli corti, biondi, abbronzata, seno piatto, forse una prima, e gambe secche. Indossa una corta tutina bianca talmente aderente che disegna perfettamente ogni piega del corpo. Le braccia sono scoperte e una profonda scollatura evidenzia la mancanza di reggiseno. Cammina un po’ incerta su sandali dal tacco a spillo di almeno 12cm. Un collare nero completa la figura. Sembra seguire due uomini. Anzi ne sono certo nel momento in cui mi si avvicinano. Cosa vorranno da me penso. Nulla! Semplicemente vanno a sedersi al tavolino dietro al mio. Peccato, anche se non è una gran bellezza mi sarei gustato volentieri quella vista. Mi giro un attimo per curiosità e vedo che la donna è rimasta in piedi tra i due uomini. Sembra una cameriera in attesa di ricevere l’ordinazione. E l’ordine arriva chiaro.
-Non qui! Mettiti li davanti così tutti ti possono vedere!
-…si padrone
Si padrone!?!? La risposta arriva forzata, sottovoce. La donna si porta davanti ai tavolini, verso la piazza, e rimane in piedi immobile, le braccia lungo i fianchi e le gambe leggermente divaricate. Ce l’ho proprio davanti a circa tre metri così che posso gustarmela con calma. La prima impressione viene confermata. Direi tra i trentacinque e i quarant’anni, non bella, ha dei lineamenti un po’ grezzi e poco seno. E’ evidentemente a disagio ma allo stesso tempo sembra voglia dimostrare la capacità di accettare quella situazione. La guardo, come penso tutti gli uomini presenti sulla piazza, faccio scorrere gli occhi su tutto il suo corpo vanamente coperto dalla tutina. E’ un peccato che non abbia tette, sarebbe stato un bel vedere, però almeno i capezzoli si notano. Mi chiedo se ha le areole grandi come piacciono a me o piccole. Comunque è li in basso che lo sguardo viene catturato. La tutina si infila profondamente nel suo sesso che sembra essere particolarmente gonfio e si distinguono anche le labbra della vagina. Tanta roba. Cazzo! se fosse venti cm. più alta potrebbe sembrare mia cognata! Dietro a me l’uomo più anziano, più che sessantenne molto curato ed elegante, sta dicendo qualcosa all’altro signore, sui quarant’anni e assolutamente anonimo, circa la predisposizione delle donne a essere comandate. Dice che la maggior parte delle donne si chiude in un falso perbenismo ma che dentro sono puttane e schiave, hanno solo bisogno di un uomo che le guidi in questo percorso che le liberi da paure e preconcetti ed ecco servita la donna sempre disponibile al marito e a tutti gli uomini che ne vogliano far uso. E la prima a goderne sarà sempre lei. Rimango interdetto.
-e ora vediamo come riesce a controllarsi provocandole un orgasmo…
Azz! questa frase mi scuote. Guardo la donna e il suo volto assume una smorfia come di paura poi, dopo qualche attimo sembra irrigidirsi. Un ronzio ovattato. Cazzo! Non sarà… certo, un ovetto con comando a distanza sta vibrando dentro la sua figa e lei cerca disperatamente di controllare il piacere!
Quante volte ho pensato di comprarne uno anche per Monica ma sarebbe certamente finito nello sporco dopo una scenata clamorosa.
E’ un quarto d’ora surreale dove una donna in piedi in mezzo alla gente cerca di controllare e nascondere il crescente piacere dell’orgasmo. E’ un gioco perverso, come il gatto col topo. L’uomo aumenta le vibrazioni fino a portarla al limite del piacere per poi azzerarle riportandola ad uno stato di apparente quiete varie volte. Una evidente chiazza in mezzo alle gambe testimonia il livello di eccitazione della donna. Fino all’orgasmo che non riesce a controllare. Non è devastante, non per lei almeno, non è così violento da farla cadere in ginocchio o urlare come un animale, certo il suo corpo viene scosso da brividi e trattiene il fiato a lungo, ma per me e per tanti che assistono alla scena è sconvolgente. La situazione il contesto mi colpisce come una stilettata, mi penetra nello stomaco, nella mente e rischio di arrivare anch’io.
-che ne dice, le è piaciuto lo spettacolo?
La voce dell’uomo dietro di me mi risveglia da quello stato quasi ipnotico e mi giro verso di lui.
Mi sta fissando come sapesse chi sono.

-ha visto cosa può fare una donna se ben addestrata? Sarebbe capace sua moglie di accettare una cosa simile? Accetterebbe di fare la schiava?
-chi le dice che ho una moglie? - rispondo in tono di sfida
-anche gli stupidi potrebbero capirlo. Lasciando perdere la fede che porta al dito tutto il suo corpo lo conferma. Lei ha il classico atteggiamento del marito solo che non sa come riempire le serate. Dico bene?
Cazzo sono così trasparente! Non voglio fare la parte del debole ne tantomeno dello stupido.
-comunque ho troppo rispetto per mia moglie, e per le donne in genere, per poterle trattare come schiave. Dovrebbe vergognarsi! – e lo fulmino con un occhiataccia mentre mi alzo per andarmene.
-su, non se la prenda, non era mia intenzione offenderla e, per quanto riguarda le donne, credo di rispettarle molto più di quanto fanno molti mariti o compagni. Diciamo che io vedo la cosa da un’altra prospettiva.
-si certo, quella del padrone che si bea del cane per il suo piacere.
-ma il padrone tiene il cane al guinzaglio mentre qui non vedo nulla che obbliga questa donna a rimanere e fare quello che ha fatto. Forse è lei che vuole essere trattata così. Dico bene? – chiede alla donna
-si padrone… grazie per avermi dato la possibilità di godere.
Sono sbalordito. Evidentemente è sotto l’effetto di qualche droga.
-no, non c’è nessun trucco, nessuna droga, nessun ricatto… - sembra leggere i miei pensieri.
-Può chiederlo a suo marito, sarà lieto di confermare l’assoluta libertà della cosa – indicandomi l’uomo in parte a lui -vede, troppi uomini si preoccupano giustamente di far star bene la propria donna ma si fermano al concetto limitante che la società ci ha imposto nei secoli. “bene non è solo salute, amore, ricchezza ma anche piacere totale, libertà totale, libertà da preoccupazioni, responsabilità, preconcetti, gelosie, frustrazioni. Far godere la propria donna è il dono più grande che le si possa fare. E permetterle di godere senza alcuna preoccupazione è amore totale. E’ un percorso che la coppia sceglie di fare, in piena libertà. Il mio compito è guidarli in questo percorso.
-posso credere che ci siano uomini che godono nel vedere la loro donna usata in questo modo, posso anche credere che ci siano donne che accettano di degradarsi a questo livello per provare un po’ di piacere ma dubito che una donna sana di cervello possa decidere di sua spontanea volontà di accettare questa condizione.
-capisco la sua difficoltà ma non deve fare l’errore di pensare la cosa con superficialità. Non sto parlando di uno sparuto gruppo di depravati ma centinaia di migliaia di persone, uomini e donne, che hanno capito che vivere è bello e godere è la parte più piacevole della vita. Fa star bene con se stessi e con gli altri… Certo, non tutti sono pronti e disponibili a intraprendere il cammino, a volte bisogna un poco forzare la mano, superare le ritrosie, le paure, le convenzioni, come dicevo prima i “preconcetti”, ma le assicuro che poi i risultati sono sbalorditivi.
-mi fa venire i brividi pensare come lei parli di “forzare un po’ la mano” quando invece credo proprio si tratti di violenza sessuale e schiavismo. Dovrei denunciarla.
-molti uomini sono giunti alle stesse conclusioni tranne poi ricredersi dopo aver conosciuto la loro “nuova compagna”, una donna che non sapevano di avere a fianco e che ha dato nuovo slancio al loro rapporto. E anche molti uomini sono “cambiati”.
Dice quel “cambiati” con uno strano sorriso guardandomi dritto negli occhi.
-provi ad immaginare come potrebbe cambiare sua moglie, come potrebbe cambiare lei… pensi al reciproco piacere che potreste trarne da questo cambiamento… immagini sua moglie che gode letteralmente nel farsi comandare, nel farsi “schiava” come dice lei. Immagini sua moglie regalare piacere a molti uomini e donne insieme, usata in tutti i modi, in tutti i buchi, per ricavarne immenso piacere… che ne pensa?
-lei è pazzo!!!
E me ne vado sconvolto… sconvolto ma con il cazzo sul punto di scoppiare.

Il viaggio di ritorno è una tortura, il pensiero alla donna, alle parole dell’uomo mi tormenta. Vorrei chiamare Monica ma non posso. Questo corso sta mettendo a dura prova più me che lei.
Arrivo finalmente all’albergo e mi precipito in camera. Una doccia fredda dovrebbe calmarmi.
Mi butto sul letto e cerco distrazione nei programmi della tv ma il pensiero di quella donna disposta ad annientarsi per il suo piacere è un chiodo fisso. Le parole dell’uomo, mia moglie, Monica al posto della donna, in un gioco perverso di piacere dove lo schiavo diventa padrone e il padrone solo lo strumento del piacere. E uomini, diversi, donne insieme, uniti in un amplesso gigantesco con Monica al centro ad implorare attenzioni, a reclamare cazzi sempre più grossi da succhiare, da prendere sempre più dentro in fica e in culo, insieme, e Monica donare piacere a donne sconosciute con la lingua che guizza tra labbra gonfie di piacere, grondanti di umori, forzare culi con la lingua… non ce la faccio più, mi prendo il cazzo in mano e in pochi secondi scarico il mio seme nel… nel… cazzo dove lo scarico?

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