Una settimana, solo una settimana (Giovedì)

Scritto da , il 2017-07-27, genere dominazione

GIOVEDI’

Il tempo scorre lento, insopportabile. Alle 5 sono già sveglio. Ho dormito male ma non voglio uscire dal letto. L’idea di passare un'altra giornata solo mi logora. Mi rigiro nel letto col pensiero fisso di Monica. Cosa starà facendo, sarà veramente un corso sull’educazione, perché tanta riservatezza?... nulla di cui lei non voglia… cosa intende Carmen con queste parole… obbedire e rispettare, le due regole… obbedire a chi? E rispettare chi?... obbedire a un padrone che la tiene al guinzaglio senza potersi ribellare per rispetto dello stesso padrone, è questo che intende? Subire prove disgustose senza lamentarsi. Mostrarsi nuda, farsi usare per il piacere di qualche depravato… nulla di cui lei non voglia. Impossibile che Monica e Nadia accettino una situazione simile… impossibile? E se fosse tutto vero?... Monica nuda, le mani legate in alto ad una corda, le gambe tenute aperte da un bastone legato alle caviglie, i capezzoli strizzati da mollette, nel culo un tappo nero. Davanti a lei Nadia, nella stessa posizione, nella stessa situazione. Tra di loro Carmen, stretta in un corpetto nero che lascia libero il seno, niente mutandine, su scarpe dal tacco a spillo. In mano tiene una sorta di minipimer che termina con una sfera vibrante. Alternativamente la appoggia al sesso delle donne provocando in loro forti spasmi di piacere senza però permettere loro di godere totalmente. Monica e Nadia implorano Carmen di terminare questa tortura ma lei non ne vuol sapere finché le slega e ordina loro di masturbarsi a vicenda. Monica e Nadia si abbracciano, si stringono nude, si toccano, poi le loro bocche si uniscono e le lingue danzano tra loro. Qualche attimo e si uniscono in un sessantanove dove ognuna dà e riceve piacere. I loro corpi vibrano di piacere in un crescendo continuo finche esplodono contemporaneamente nell’orgasmo spruzzando piacere una sull’altra… e con loro io, che rapito da queste immagini mi sono sparato una sega memorabile. Cazzo, era una vita che non avevo bisogno di segarmi e questa settimana è già la seconda volta.
Senza voglia mi alzo dal letto per iniziare una giornata che so già sarà difficile. In testa la convinzione che, se fosse come nel sogno, avrei tutto da guadagnarne senza essere responsabile di niente.
A colazione la presenza di Carmen un po’ mi inquieta. Averla immaginata in una situazione tanto scabrosa con Monica e Nadia mi ha eccitato parecchio ed ora mi sento come un bimbo che ha fatto una marachella e teme di essere scoperto. Certo Carmen è proprio una bella ragazza.

In parte al mio ombrellone oggi sono arrivate due donne insopportabili, per fortuna che sono solo di passaggio. Voce alta, sigaretta e ingombranti. Si ingombranti. Sui trent’anni alte circa un metro e sessanta saranno sui novanta chili. Decisamente poco appetibili indossano dei perizomi che lasciano scoperti i grossi culi e le cosce sono un campionario di cellulite. Unica consolazione le tette che mostrano con disinvoltura. Sono grosse piene, con areole grandi e scure e capezzoli molto sporgenti. E’ difficile rimanere indifferenti davanti a tette così.
Sopporto un po’ la loro compagnia poi però decido per una più rilassante passeggiata in spiaggia dove devo dire ho modo di gustarmi corpi decisamente più armoniosi.
La giornata passa così tra brevi soste sotto l’ombrellone e passeggiate sulla spiaggia.
L’ora di cena arriva quasi liberatoria e dopo la doccia sono rilassato seduto a tavola. Mi godo il cibo, come sempre squisito, insieme alla vista di Carmen. Oggi indossa un vestito nero lungo con profondi scollo a v anteriori e posteriori che arrivano fino alla linea di cintura e che ha due spacchi sulla parte anteriori delle gambe che arrivano anch’essi alla cintura. Il risultato è che quando si china a posare i piatti lo scollo si apre lasciando intravedere il seno mentre quando cammina le gambe si scoprono completamente fino all’inguine lasciando intendere che non porta mutandine. Azzardo e le chiedo
-non ti senti a disagio con quel vestito? Se ti facessero servire in tavola con un semplice bikini daresti meno spettacolo…
-perché, non ti piace? – e dicendo così si esibisce in una giravolta che scopre ulteriormente le gambe – guarda che è molto elegante e all’ultima moda, il titolare è molto attento a queste cose.
-ok, non lo metto in dubbio, ma non ti senti un po’ nuda, esibita?
-perché? A te che effetto fa? Ti piace vedermi vestita così o ti da fastidio?
-no anzi, sei bellissima solo che è così… così… provocante… azzardato…
-vedi, perché deve darmi fastidio una cosa che gratifica te e gli altri? Hai detto che sono bellissima, cosa c’è di meglio? Comunque è già successo in alcune occasioni di servire in costume da bagno e anche in intimo sexy.
-cioè? –domanda inopportuna ma spontanea
-una volta, per la presentazione di una linea di lingerie, alla villa abbiamo servito in tavola con i capi appena presentati
-e tu cosa indossavi? Altra domanda inopportuna ma ugualmente spontanea
-ma sei curioso tu! Comunque oltre alle solite scarpe nere con tacco a spillo indossavo una guepiere di pizzo nero trasparente, un perizoma dello stesso tessuto e delle calze nere tenute da giarrettiere… e si, si vedeva tutto…
-…
-non guardarmi con quella faccia, hai capito bene, non serve che aggiunga altro.
E se ne va a continuare il servizio.
Le sue parole mi spiazzano. Non mi aspettavo questa risposta così sincera. Rimango così, occhi sgranati, a guardarla mentre si allontana.
E la mia mente ricomincia a fantasticare e il mio cazzo a crescere.

Passo così la serata, godendomi la vista di corpi abbronzati, tondi sederi disegnati, gambe affusolate, slanciate, seni trattenuti da reggiseni che li esaltano, li esibiscono più che nasconderli, quando non sono lasciati liberi, con capezzoli gioiosi che giocano a nascondino in camicie sbottonate.
Mi riempio di bellezza e grazia, dono di ragazze, donne più o meno consapevoli.
Cerco con gli occhi situazioni scabrose, fantastico su questa giovane coppia che mi precede e su quelle due donne che guardano la vetrina. Gioco con le persone immaginandole protagoniste di situazioni al limite del verosimile.
La una famiglia, padre e madre oltre i cinquanta e tre figli ormai grandi, due ragazze e un ragazzo, sereni, felici. Cerco di raggiungerli e accelero il passo. Voglio vederli bene così da costruirci una storia. Purtroppo ad un certo punto i ragazzi salutano e si allontanano. Peccato, mi sarebbe piaciuto osservare bene anche le ragazze. Mi concentro sui genitori.
Lui, distinto, elegante, aria da manager, atletico, me lo vedo in pantaloncini corti impegnato su un campo da tennis di un prestigioso circolo.
Lei, bella donna, affascinante, fasciata da un elegante abito blu scuro, gonna al ginocchio aderente al punto che si intravede il segno delle mutandine, cammina sicura su un paio di sandali dal tacco a spillo. Il vestito è abbottonato davanti ed ha una leggera scollatura, stretto in vita disegna dei fianchi perfetti, così come perfetti sono i polpacci tonici e le strette caviglie. Ha capelli lunghi lisci e biondi e occhiali dalla raffinata montatura in oro.
Sono entrambi oltre il metro e ottanta e sono quella che si può definire una coppia perfetta. Già mi immagino lei nuda.
Si dirigono ad un bar e si siedono ad un tavolino.
Purtroppo i tavoli vicini sono tutti occupati e per poterli osservare mi siedo sul muretto della spiaggia di fronte. La distanza ovviamente non mi permette di sentire quel che si dicono ma la visuale è perfetta.
Ordinano un cocktail e chiacchierano sereni. Chissà cosa si dicono.
Ogni tanto lui guarda dalla mia parte ma non capisco se guardi me o altro. A un certo punto ho l’impressione che anche lei fissi il suo sguardo su di me. Poi, come troppe persone ormai, si abbandonano ai rispettivi cellulari e le fantasie che mi ero creato cominciano a sgretolarsi. Lui sembra divertirsi mentre lei è più tesa. Comincia a muoversi sulla seggiola e cambia continuamente la posizione delle gambe. Ad un certo punto si alza e entra nel bar. La “pipì” ecco cosa la agitava. Dopo qualche minuto torna al tavolino e noto subito come il vestito ha alcuni bottoni slacciati al punto che sedendosi credo di vedere un capezzolo scuro. Sono spiazzato.
Lui le sorride e le prende una mano baciandogliela. E’ rilassato e compiaciuto mentre lei è più agitata. Tornano a chiacchierare finché lei dopo un attimo di esitazione si china e dalla borsa toglie qualcosa che porge al marito. Un suo sguardo severo e lei con una certa riluttanza dispiega sul tavolino un reggiseno e un paio di mutandine neri.
Cazzo! Sta a vedere che lui le ha chiesto di toglierseli.
Come se non bastasse lei comincia a sollevare la gonna svelando pian piano le cosce.
Che gioco stanno facendo? Non so e non mi interessa, mi godo però lo spettacolo. E senza lavorare di fantasia.
Continua in questo lento movimento finché le cosce sono completamente scoperte. Le tiene serrate segno di un evidente imbarazzo. E il marito la bacia, prima sul collo poi sulla guancia poi le dice qualcosa all’orecchio.
La donna si gira di scatto verso di lui e lo guarda spaventata, un attimo, poi gira lo sguardo intorno a guardare la gente.
Mi vede e fissa i suoi occhi nei miei. Sostengo lo sguardo. E’ un attimo interminabile, un gioco a chi li abbassa prima finché la sua espressione cambia da spavento a sfida. E apre le gambe, lentamente, oscenamente fino a permettermi di ammirare il suo scrigno depilato e lucido.
E’ un gioco perverso e intrigante e voglio giocarlo fino in fondo. Intorno il mondo non esiste più, ci siamo solo io e lei, e silenzio. Guardo alternativamente i suoi occhi e la sua figa per un tempo indefinito poi vedo il marito appoggiare sul tavolino due palle lucide color acciaio. La donna le prende e dopo averle passate entrambe sul suo sesso se le infila dentro. Così, come fosse un gesto naturale. Intorno il nulla. Io e lei, lei ed io…. e il cameriere, che si pone tra me e lei. Pochi attimi e si alzano. Lei si abbassa la gonna e la liscia con cura passando ripetutamente le mani sui fianchi e sul sedere. Anche questi semplici gesti risultano eccitanti ai miei occhi. Lasciano il tavolo e si dirigono verso di me. Oddio e adesso? Nessuna parola, solo sguardi, profondi, complici, intensi. E lei si solleva leggermente la gonna e porta una mano tra le gambe, dove c’è il suo sesso e quando la ritira tiene in mano le due sfere di metallo… e me le dona. Nessuna parola, solo sguardi, profondi, complici, intensi. E se ne vanno.
Il film impossibile della settimana continua.

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