Diario di un omosessuale ( Pt. 3 )

Scritto da , il 2017-07-22, genere gay

È da qualche giorno che non sento Daniela, non so che fine ha fatto. Mi dispiace non vederla, non parlarci, ma non poteva continuare a gridare e lanciarmi lo sciroppo d'acero.

Dopo mi vedo con un ragazzo. Sono stato sempre restio ad iniziare una relazione, ma ora forse ne sento il bisogno. Sono stanco di lottare da solo, voglio un petto su cui piangere, delle braccia che mi facciano sentire protetto ed un cazzo che mi faccia sentire posseduto. L'ho conosciuto l'altro giorno, in palestra. Si conoscono sempre bei tipi in palestra. Mi ha visto correre sul tapis roulant e si è subito avvicinato. Mi ha guardato per un pò, al che mi sono un pochino imbarazzato. Quando ho finito il mio esercizio mi ha offerto da bere, ho bevuto una buona gatorade al limone. Lui anche. Abbiamo parlato del più e del meno, mi ha detto che non crede più nella politica, che ormai non esiste più quell'orgoglio nazionale che esisteva una volta e roba del genere. Poi siamo andati a farci la doccia. Le docce della palestra sono condivise, quindi per due omosessuali che si piacciono è quasi impossibile non cadere nella tentazione della carne. Gli posai una mano sul cazzo ed iniziai a masturbarlo, a lui piaceva molto. Mentre io lo masturbavo lui faceva la guardia nel caso arrivasse qualcuno. Non vide nessuno, così mi inginocchiai ed iniziai a succhiarglielo. Quando faccio un pompino mi piacciono gli uomini che mi guardano negli occhi. Cercai di farlo venire velocemente, ma lui vide avvicinarsi altri ragazzi e quindi fui costretto a smettere.

Da quel giorno non l'ho più visto, ci siamo soltanto scritti su whatsapp. L'ho salvato Alessandro con il cuoricino, non ho mai salvato nessuno così, ma lui ha qualcosa di diverso. È bastato pochissimo per innamorarmi, già sono pazzo d'amore.

L'incontro con Ale fu meraviglioso. Abbiamo prima preso un caffè al bar e poi sono andato da lui. Appena entrato mi ha fatto accomodare sul divano.
"Mi pare che noi due abbiamo qualcosa in sospeso" mi disse con un sorrisetto malizioso.
Capii subito a cosa si riferisse, sorrisi anche io e risposi "odio non portare le cose a termine". Si sedette sul divano ed io mi stesi perpendicolarmente a lui, con la bocca sul suo uccello. Gli sbottonai i pantaloni e gli calai subito i boxer. Non potevo aspettare, per giorni avevo aspettato di rivederlo e di poter finire di gustare il suo cazzo. Iniziai a succhiarglielo con gusto, né troppo veloce né troppo lento. Lui intanto guardava verso il cielo, estasiato dal piacere, mentre mi manteneva la mano sulla testa. Nonostante la mano ero io però a dettare il ritmo. Penso che fare i pompini sia la cosa che adoro di più dell'intero atto sessuale. Mi piace anche di più della penetrazione. Amo sentire un uccello pulsante nella mia bocca, con quel suo odore forte, quei suoi peli e quei suoi grossi testicoli. Amo soprattutto prenderlo fino in gola, farlo scomparire nella mia bocca. È bellissimo quando con tutto il cazzo in gola riesci a toccare il suo inguine ed i suoi peli con il naso e la bocca. Credo si fosse accorto che sono un maestro dei pompini, perché era paralizzato dalla goduria. Ogni tanto tirava fuori qualche suono, come se volesse dire qualcosa, ma era incomprensibile. Dopo non molto tempo mi eiaculò in bocca. Sputai la sborra sul suo glande e poi la ripresi in bocca, lo feci più volte prima di ingoiarla. Mi passai inoltra la lingua sulla bocca per non farmi scappare un millimetro di sperma.
"Ora voglio fare io qualcosa per te." disse. Mi prese la mano e mi portò nel bagno. Aprì l'acqua della vasca e gettò dentro del sapone per fare schiuma. Nell'attesa che la vasca si riempisse ci scambiammo baci e carezze. Avevo le braccia dietro al suo collo mentre lui le aveva sul mio di dietro. Lo tastava e lo spremeva con foga. Riacquistò subito l'erezione. Prima di entrare nell'acqua mi fece girare di schiena ed inginocchiandosi iniziò a leccarmi l'ano. La sua lingua si muoveva rapida e delicata e la sua barba incolta mi faceva prudere un pò le natiche. Infilò poi, prima un dito e poi due. Dopo poco si alzò, entrò in vasca e mi chiese di seguirlo. Lo seguii. Mi sedetti sopra di lui, sopra quel suo grosso membro. Il suo membro scivolò delicatamente dentro di me. Era sublime. Le sue braccia mi erano stretta in vita, la sua bocca sul mio collo. Non sono mai stato così bene con un uomo in tutta la mia vita. Iniziò a muovere l'uccello agilmente dentro e fuori dal mio culo. Su e giù, su e giù, su e giù. Adoro sentire il mio uomo dentro di me, e lui ora era proprio il mio uomo. Quel giorno, per la prima volta nella mia vita, capii che stavo facendo l'amore. È decisamente meglio del semplice sesso, è la cosa più bella che esiste. Quando lo fai con amore lui non esce mai da dentro il tuo corpo, rimane sempre lì, anche a chilometri di distanza. Venne dentro di me. Restammo ore abbracciati nella vasca fino a quando si fece tardi e tornai a casa. Fuori alla porta del mio appartamento, ad aspettarmi, vidi Daniela.

Questo racconto di è stato letto 2 7 2 7 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.