James

Scritto da , il 2017-04-25, genere etero

La giornata si prospettava una delle migliori della vacanza. Il cielo sopra la spiaggia era terso, il sole già caldo alle nove di mattina e una leggera brezza estiva facilitava la permanenza al mare. Elettra osservava la folla che così presto riempiva ogni angolo di sabbia per posizionare ombrelloni e asciugamani. Non aveva certo intenzione di soffocare nella canicola in mezzo a tutta quella gente, così corse verso l’amica che si stava già bagnando i piedi sulla battigia. - Che ne diresti se affittassimo un gommone alla scuola della vela? - Stavo per proporti la stessa identica cosa - rispose Ale - anche perché non ho mai esplorato le insenature qui vicino e di sicuro staremmo più tranquille che non in spiaggia.

Si incamminarono decise verso il banchetto della scuola, un tavolino con tariffe e orari esposti e sempre un sacco di gente intorno. - Buongiorno, io e la mia amica avevamo intenzione di affittare un gommone per l’intera giornata, al momento ce ne sono di disponibili?

Il ragazzo al banco informazioni, un trentenne abbronzato a torso nudo in pantaloncini floreali, indicò alle ragazze il gommone e chiamò a voce alta lo skipper che le avrebbe accompagnate nella loro giornata in barca (indicò un ragazzo in slip tra la folla). - James vi assisterà in tutte le manovre e vi porterà dove vorrete. Insomma, è cresciuto in questi posti e conosce tutte le baie e le cale più belle e tranquille dove sostare e fare un bel bagno, se ne avete voglia. E se posso darvi un consiglio, fidatevi di lui.

- Ciao ragazze io sono James, - si presentò - sbrigo un attimo una faccenda e partiamo subito. Intanto decidete dove volete andare, posso portarvi ovunque vogliate.

Avrà avuto all’incirca la loro età, o al massimo venticinque anni. Quello che le colpì fu la massa di capelli ricci biondi. Era alto circa un metro e ottanta, slanciato e ben definito. Una leggera peluria chiara gli copriva le guance, il mento e la zona sotto l’ombelico e andava a sparire negli slip verde scuro, per il resto aveva la pelle di un bambino, senza un pelo o un’imperfezione. Aveva di sicuro uno dei fisici più attraenti e armoniosi che le due amiche avessero mai ammirato. La carnagione abbronzata definiva al meglio le linee dei due pettorali rilassati che si accarezzava per togliersi la sabbia di dosso, la linea curva della schiena che terminava con quella del sedere, alto e sodo, e la forma perfetta dei due capezzoli, morbidi e rosei, che si stagliavano sulla carnagione più scura.

Facendo rimbalzare il contenuto delle mutande, raggiunse di corsa Alessandra ed Elettra, e le accompagnò sul gommone, aiutandole con le borse e gli asciugamani. Fece un cenno al ragazzo al banco e accese il motore. Un addetto della scuola vela sciolse le cime che legavano il gommone a terra e dopo circa un minuto prendevano il largo. - Dove volete andare ragazze? - chiese per capire in che direzione portare la barca. In verità le due amiche non avevano idea dei luoghi da raggiungere quindi si affidarono completamente a lui. - Va bene dove ci porti tu, basta sia un posto tranquillo, e possibilmente senza altre barche ormeggiate. Vorremmo stare da sole e fare un bagno tranquille.

Va bene, allora so perfettamente dove portarvi.

Stava in piedi dietro al timone, scrutava l’orizzonte con fare circospetto gettando di tanto in tanto qualche occhiata sulle due, stese al sole ad abbronzarsi. Non si era portato niente con sé, e indossava solamente gli stessi minuscoli slip scuri di prima. Elettra si slacciò il reggiseno seguita dall’amica, e si mise a pancia in su. Ale guardò Elettra e poi James, ripose il anche lei il reggiseno nella borsa e si voltò per prendere il sole. - Insomma, pensò Ale, perché non dovrei mettermi in topless? Dopotutto non c’è alcun bisogno di preoccuparsi per lui. Deve solo portarci a fare il bagno.

Da dietro gli occhiali da sole specchiati invece, James non faceva altro che guardare le due, pentendosi di indossare i suoi slip e non un pantaloncino che potesse nascondere un’eventuale erezione. Si sistemò il pacco infilando la mano destra nelle mutande e sospirò, osservando i quattro seni che giacevano a qualche metro da lui. Dopo circa mezz’oretta di navigazione, il sonno delle due fu interrotto dallo spegnersi del motore. Erano arrivati.
James aveva già calato l’ancora in una splendida baia riparata dove non si vedeva traccia neanche di un bagnante, figuriamoci di una barca. Erano completamente soli. Le due decisero che avrebbero preso ancora un po’ di sole, ma dissero a James di sentirsi libero di fare quello che voleva, di non sentirsi obbligato a stare a bordo per loro e di tuffarsi se ne avesse avuto voglia. Il ragazzo sistemò la cima dell’ancora perché non corressero rischi, e iniziò a guardarsi intorno.

Deciso più che mai saltò in acqua. Doveva assolutamente nascondere quell’erezione in tutti i modi possibili e in acqua sarebbe stato più difficile notarla. Ale sollevò la testa, guardò Elettra e decisero che avrebbero raggiunto James in mare. Il ragazzo le guardava accarezzandosi gli slip sott’acqua e osservandole mentre, ancora senza reggiseni, si tuffavano accanto a lui sguazzando allegre. Il giovane ormai non poteva non pensare che gli intenti delle due amiche non prevedessero qualcosa di più interessante che una semplicemente uscita in barca.

Nuotarono fino alla spiaggetta deserta e si stesero uno accanto all’altro a prendere il sole. Elettra si sdraiò su uno scoglio vicino, Ale proprio sul bagnasciuga, mentre James sulla sabbia bollente. Ora doveva solo aspettare di vedere chi avrebbe fatto il primo passo.
Senza che nessuno glielo chiedesse, Ale si sfilò le mutandine del costume e, completamente nuda, si spalmò come una lucertola sotto i raggi del sole. James non poteva staccarle gli occhi di dosso. Si avvicinò quindi all’acqua e si immerse completamente. Ale lo seguì a ruota ed Elettra, dopo essersi sfilata il costume anche lei, raggiunse i due. Completamente nude nuotavano verso il gommone, con James qualche metro dietro di loro. Salirono a bordo e si sdraiarono a pancia in su, sotto il sole bollente, per asciugarsi.

James non resisteva. Immerso nell’acqua si sfilò gli slip e senti il piacere del fresco circondargli l’uccello e i testicoli, bollenti per l’eccitazione. Si diede due colpi al pisello e senza pensarci salì a bordo. Le ragazze videro quello che si aspettavano. James, completamente bagnato e nudo, si issava sul gommone gocciolando acqua da ogni parte del corpo. L’uccello chiaro, contornato da un cespuglietto di peluria biondiccia, pendeva tra le gambe, semiduro e non ancora scappellato. I grossi testicoli scuri, ricoperti di pelo biondo oro, grondavano acqua che intanto gli bagnava il petto e cadeva sul gommone dai capezzoli, rosei e induriti dall’eccitazione. Il giovane skipper si diresse verso le ragazze e si sistemò tra di loro, pancia all’aria.

La mano di Elettra iniziò a sfiorargli il petto, poi la pancia per finire immersa tra i peli pubici. Gli prese il pisello in mano e leggermente, aiutandosi con il pollice, iniziò a massaggiargli la cappella. James ammirava il proprio corpo compiaciuto, portò le proprie mani sul petto e iniziò a sfiorarsi i capezzoli, gemendo. Anche Ale allungo le proprie mani sotto i suoi testicoli, massaggiandogli delicatamente lo scroto e scendendo giù, lungo il perineo leggermente peloso, fino all’ano. Doveva resistere assolutamente. Era una delle cose più eccitanti che gli fossero successe in tutti i suoi ventitré anni.

D’un tratto la sega finì. Ale ed Elettra lo stavano girando sorridendogli e indicandogli di alzarsi. James si sedette sul bordo del gommone con l’uccello dritto in mezzo alle gambe, continuando a massaggiarsi e a segarsi mentre guardava le due. Ale lo chiamò su di se. James appoggiò il proprio petto a quello della ragazza, sentiva i capezzoli toccarsi, e cominciò a spingere. Sempre più forte. Da dietro, con le gambe tese e i glutei contratti, sentiva la propria mazza e che entrava e usciva con forza dal corpo di Ale, senza sosta. Gemendo insieme chiamarono Elettra che prese il posto di Ale per circa dieci minuti. James passava da una all’altra senza sosta, tenendole per le spalle, aggrappandosi alle cime della barca, toccandosi il sedere e stringendo i capezzoli delle ragazze con una presa vorace. Quella non impegnata nel rapporto gli massaggiava senza sosta i glutei, il perineo, facendosi strada verso l’ano. Gli sfioravano i capezzoli e i pettorali guizzanti, gli passavano le mani nei capelli e sotto le palle. Mille tentacoli si stringevano intorno a lui, che si impegnava più che poteva nel non fermarsi mai, come uno stantuffo, un trapano senza sosta e sempre più profondo.

Ansimavano da ormai mezzora quando James estrasse dal Ale la sua verga ormai sfinita e la affidò alle mani di entrambe che, segandolo con delicatezza, lo fecero venire come un vulcano. James stava in ginocchio sopra di loro con le mani dietro la nuca e gli occhi chiusi, mentre un fiume caldo e bianco schizzava ovunque sul gommone e sui loro corpi bagnati. Si sorrisero a vicenda guardandosi. Nudi e stanchi si buttarono a terra ridendo e si addormentarono beati.

Dormirono per circa un’ora. Dopodiché James pulì quanto aveva sporcato e si preparò a ripartire. Ormai senza più bisogno di indossare vestiti, completamente nudo si aggirava per il gommone tirando a bordo la cima dell’ancora, con il pene che gli penzolava stanco tra le gambe chiare per il segno dello slip. Elettra ed Ale lo vedevano timonare con sicurezza con l’asta a riposo tra le gambe, senza vergogna di mostrar loro il proprio corpo perfetto e quella peluria bionda da bambino che gli cresceva sopra l’uccello che, pochi minuti prima, le aveva fatte così contente. Le due si rimisero i rispettivi costumi. Quando arrivarono in vista del porto James raggiunse le due a prua e riprese lo slip. Prima di indossarlo, Elettra gli accarezzò la mazza con delicatezza, baciandolo in mezzo ai peli biondicci e guardandolo negli occhi. Il giovane indossò le mutande, riponendovi all’interno il pene e i testicoli, con cura. Si asciugò i capelli biondi e arrivarono al molo da dove erano partiti.

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