La prossima volta ti inculo

Scritto da , il 2017-03-15, genere trans

Nelle campagne e lontana da casa mi ero fatta assumere in nero in una fattoria, facendomi passare per una donna (ormai nei avevo l'aspetto) e nascondendo la mia vera identità di ragazzo.
I padroni della fattoria cercavano qualcuno che tenesse ordinato il cortile, desse da mangiare ai polli e facessi piccoli lavori di restauro in cambio di una piccola paga, di alloggio e cibo.
I fattori, marito e moglie con pochi lavoratori salariati, lavoravano con le mandrie e nei campi, perció i dintorni della fattoria erano sempre liberi e io ero sempre sola.
Mi piaceva lavorare lì, da qualche giorno stavo pulendo il giardino dalle erbacce e faceva molto caldo, ero sudata e i seni che avevo impiantato l'anno prima mi pesavano e mi facevano sudare.
Mi sedetti un attimo sotto un pesco a lato del cortile e mi guardai intorno: non c'era nessuno oltre a me e gli animali.
Nessuno mi avrebbe vista se mi fossi tolta la maglietta scoprendo i seni e, nonostante il disagio iniziale, stavo molto meglio, soprattutto ora che aveva iniziato a soffiare una brezza leggera che mi aveva indurito i capezzoli.
Dai campi sarebbero tornati solo la sera, perciò a mezzogiorno decisi di scendere verso la fine della proprietà della fattoria, dove c'era un fiume e delle pozze basse e tranquille che offrivano frescura.
Mi ero abituata a stare senza maglia e non mi preoccupai di essere vista.
La giornata era davvero afosa e la voglia di tuffarsi era tanta, ma se qualcuno avesse scoperto che avevo il cazzo e non la figa tra le gambe, sarebbe finita male.
Mi guardai intorno più volte scrutando i campi, ma non c'era nessuno.
Mi tolsi le scarpe e i pantaloncini e un po'esitante anche i boxer.
Era bellissimo stare nuda in mezzo al nulla, non vista e con il brivido del proibito.
Mi immersi nell'acqua fino alle spalle e la sensazione era strana e bellissima, mi mossi con circospezione nella piccola pozza tendendo le orecchie per sentire se c'era qualcuno, ma sentivo solo il fruscio della brezza leggera.
Man mano che prendevo confidenza con la situazione, mi venne l'idea di seguire un po' il fiumiciattolo e arrivare a una pozza più grande e profonda, ma molto più vicina alla casa e quindi più vulnerabile. Decisi che se avessi sentio voci, sarei tornata subito indietro a rivestirmi.
Seguii il corso placido del fiumiciattolo, che a volte era tanto basso da non coprirmi nemmeno i fianchi, con circospezione e il cuore a mille.
Sentivo una strana eccitazione e mi sfiorai il cazzo, ma ero troppo tesa per farmi una sega vera e propria.
Arrivai alla pozza e non c'era anima viva. Risi di me stessa, mi ero preoccupata per nulla, ero sola come era normale per quell'orario.
Mi misi con le spalle alla proprietà per tenere d'occhio i campi e lascia che l'eccitazione prendesse il sopravvento, non scopavo qualche bel culetto da un po' ed avevo un sacco di voglia.
Iniziai a farmi una sega piano, lentamente, pensando alla situazione eccitante in cui ero, mi toccai i capezzoli e mi lasciai andare a qualche gemito, dimenticandomi di essere lì.
Ero prossima venire e sentivo già la sborra che iniziava a salire, quando un rumore mi riportò alla realtà.
Qualcosa si era mosso sulla riva, lasciai il cazzo e mi girai di scatto, dimenticando di essere nuda.
Mi avvicinai alla riva velocemente e vidi che in ginocchio nell'erba alta c'era un ragazzino, uno dei figli dei braccianti, con i pantaloni calati e il cazzetto di fuori che se la menava guardandomi.
Ora era come pietrificato, mi guardava terrorizzato e immobile, era stato beccato e aveva paura di me.
Vista la sua inesperienza e paura, me la giocai a mio favore.
"Che cazzo fai? Ti fai le seghe guardando una donna che fa il bagno? Vieni qui stronzetto o lo dirò a mio padre"
Ero immersa fino alla cintola e lui non vedeva il mio pene eretto e gonfio.
Tremava, raggiunse la riva e rimase a fissarmi. Con un sorriso feci qualche altro passo e lo afferrai per un braccio in modo che non scappasse.
"Hai visto? Ho una sorpresa per te. Facciamo che se tu lo succhi a me, io ti faccio venire sulle mie tette. Altrimenti dico a tuo padre che hai provato a toccarmi mentre mi facevo il bagno"
Era terrorizzato e non voleva, lo obbligai in ginocchio e gli puntai il cazzo alle labbra.
"Apri questa boccuccia stronzetto, dai, o preferisci essere inculato?"
Spalancò gli occhi e prese la cappella in bocca, leccava piano, ma ero eccitata e volevo venire. Gli afferrai la testa e iniziai a scoparla, gemeva e soffocava, ma volevo solo venire.
Pompai forte e un minuto prima di venire mi fermai.
"Girati e abbassa i pantaloni. Non ti inculo, tranquillo"
Tremava ed era pallido, ma fece quello che volevo.
Strisciai il cazzo sul suo culo, lo muovevo avanti e indietro e in pochi secondi sborrai tanto sul suo culo.
"Ma guardati, sembri proprio un frocetto così"
Era spaventato per parlare, ma dovevo comprarmi il suo silenzio. Mi inginocchiai io e gli feci una sega facendolo venire sulle mie tette, poi mi rimmersi in acqua.
"Guai a te se parli, stronzetto"
Scappó via spaventato e già sognavo di incularmelo per bene.

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