Sette in pagella. (Pt.2)

Scritto da , il 2016-12-14, genere dominazione

Mi vergognavo così tanto che avevo iniziato a saltare le lezioni di filosofia ogni volta fosse possibile, durante l'intervallo mi chiudevo in bagno per non incontrare il professore e nei corridoi quasi correvo a testa basta e sempre circondata dalle mie amiche.
Sapevo me l'avrebbe fatta pagare.
L'occasione gli si presentó quando ormai non avevo piú scuse per saltare le lezioni e dovetti per forza restare in classe:nessun malessere, visita medica improvvisata o scusa di alcun genere potevano tenermi occupata.
Quando entrò in classe tenevo lo sguardo fisso a terra, non volevo guardarlo per paura di avvampare.
"Iris!"
Sobbalzo e sento che le mie guance diventano rosse.
"Non c'eri quando abbiamo fatto la verifica, prendi una penna e mettiti qui alla cattedra, recuperi ora"
Merda, merda, merda.
Non solo farà di tutto per mettermi un voto basso, ma questa volta nemmeno io so nulla e mi ha in pugno.
Mi siedo alla cattedra, gli sono incredibilmente vicina e sento il suo odore, non riesco a concentrarmi.
Inizio a leggere le domande, non so quasi nulla e sono nel panico.
Passo direttamente all'ultima, sul retro del foglio, e vedo che é scritta diversamente, come se fosse stata aggiunta dopo.
"Fai una descrizione accurata di quanto tu ti sia fatta aprire in due guaendo come una cagna due settimane fa. Se hai vuoti di memoria, chiedi al professore di mostrarti le tue foto ricoperta di sborra"
No.
Non ci credo.
Alzo lo sguardo e incrocio il suo sguardo, per un attimo vedo un lampo di soddisfazio e attraversargli il volto, per poi voltarsi e continuare a spiegare.
Non ho intenzione di rispondere e cedere, consegno in bianco, sapendo mi costerà cara.
Le altre cinque ore passano lente, mi sento spossata e voglio andare a casa.
Manca poco alla campanella quando il bidello entra:"Bovo Iris, ti cerca il professor Giuliani"
Mi sta torturando, ma non posso rifiutarmi e mi faccio scortare dal bidello lungo i corridoi fino all'aula professori.
Apro la porta e con mio sollievo il professore non è solo, ma sta confabulando con altri due colleghi e mi dà le spalle.
"Buongiorno professore, mi cercava?"
"Oh ciao Iris, vieni, siediti. Ci serviva un membro della classe per decidere alcune questioni sulla gita e ho scelto te, so che sei brava a prendere delle buone decisioni"
Mi sorride con quel suo sguardo perverso che mi rimescola lo stomaco, provo impulso a vomitare.
"I colleghi mi stavano appunto dicendo di non potersi fermare oggi, quindi io e te sceglieremo le linee generali di comportamento da spiegare poi al prossimo incontro"
Merda.
I due colleghi escono e appena la porta si chiude, il professore mi afferra per un braccio e mi porta alla finestra. Chiunque, alzando lo sguardo, puó vedermi.
"Sei stata molto cattiva oggi Iris e dire che sapevi bene l'argomento di cui si parlava no?"
"Professore, io non vog..."
"Zitta! O preferisci che le tue foto vengano rese pubbliche?"
Mi alza la gonna e si appoggia a me, il suo cazzo scorre tra le mie natiche e lo sento indurirsi sotto la stoffa dei pantaloni.
Avvicina la sua bocca al mio orecchio e mi succhia i lobi, sussulto dalla sorpresa.
"Ho deciso di essere buono con te, Iris, e non ti farò male" sussurra "ma ho una sorpresina per te, una punizione come si fa con i cagnolini quando vanno addestrati. Anzi, ti diró di più, la sorpresa inizia oggi per poi svelarsi settimana prossima. Abbassati le mutandine"
Me le abbasso, tremante.
Mi accarezza la figa e mio malgrado, gemo.
"Così, lasciati andare"
Mi accarezza il clitoride fino a quando sono bagnata, poi mi infila le sue dita dentro.
È bravo, è fottutamente bravo e inizio a gemere più forte.
Sento che sto per esplodere, quando lui sfila le dita.
L'orgasmo mi rimane incastrato nel basso ventre e mi spuntano delle lacrime di frustrazione.
"Niente più orgasmi vaginali, puttanella mia. Devi imparare a godere come una vera troia in vista di settimana prossima"
Così dicendo apre la sua valigetta ed estrae delle mutandine in pizzo nero estremamente sexy, me le mette in mano e noto un fatto strano: un fallo nero di gomma, lungo 15 centimetri circa, è fissato sulla parte posteriore.
"Devi tenerle tutto il giorno, tutti i giorni, infilati quel cazzo nel culo"
"No, non voglio, no"
"Fai come ti dico io, cagna, e non ti farò male. Indossa quelle mutandine"
Mi prende per i capelli e mi piega con la forza sul tavolo, con una mano mi tiene ferma e con l'altra mi infila un dito mel culo usando i miei umori come lubrificante.
"Infila le mutandine, forza!"
Tremante, mi sfilo dalla sua presa e inizio a far scorrere le mutandine lungo le gambe, ma non riesco a metterle del tutto, il cazzo è troppo grande.
Il professore mi piega di nuovo, il mio volto piegato al tavolo, appoggia il suo pacco al mio culo all'altezza del dildo di gomma, poi dà un colpo secco e forte.
Il mio sfintere cede e il fallo mi entra nel culo, facendomi urlare di dolore.
Rimango paralizzata dal dolore fortissimo e dalla sensazione di essere totalmente piena.
"Potrai avere orgasmi solo con quello nel culo, se ti masturbi la figa, parte la scossa.
La sera togli le mutandine e indossi questo. È un dilatatore anale ed ogni notte dovrai aumentare di una misura"
Mi consegna una specie di cercio in metallo, allargabile tramite una chiusura a cerniera.
Il cazzo in culo fa meno male ora, ma non so come farò a sedermi.
"Ora vai a casa, muoviti. Ti manderò una mail dove ti daró le indicazioni di settimana prossima".
Ad ogni passo il cazzo sfrega e mi fa avere un brivido, sono spaventata, terrorizzata.
Stringo il dilatatore in una mano e corro a casa.

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