Per lui 2

Scritto da , il 2017-02-22, genere gay

Ed eccomi di nuovo in quella stanza di pensione, spoglia fredda, e pensare che non dovevo venirci più, io non sono omo, accidenti, cosa stai combinando, mi domandavo, intanto chiusa la porta, mi vengono in mente le parole della donna, preparati e poi chiamami, cosa devo preparami? che cavolo voleva dire?, pochi passi e sul letto, scorgo della biancheria intima, ma accidenti è femminile, un bellissimo completo composto da reggiseno, slip reggicalze, e poi un paio di calze, a terra un paio di scarpe con un tacco altissimo, e appeso un vestitino a tubo rosso, rimango esterefatta, sono per mè mi domando, e si scemo che sono per tè mi rispondo ci sei solo tu.
Im pacciato mi spoglio, e una volta nudo, mi siedo bordoletto, prendo in mano il reggiseno, ma capisco poco, di come infilarlo, di solito io li sfilo alle donne, ma un attimo dopo, si apre la porta, e appare la donna, io mi copro istintivamente, ma lei mi sorride e si avvicina, e mi dice: lo immaginavo che eri imbranata, imbranata? mi chiedo, mi parla al femminile? lei come se mi avesse letto nel pensiero, si siede vicino a mè, mi accarezza e mi dice, con tono pacato, come quando parlo ai miei figli e lo faccio da buon padre, dunque, forse è meglio che ti spieghi, ieri sei venuto con lui, e sicuramente lo hai visto nudo vero?, io annuisco, e hai visto come è atrezzato vero? certo dico abbassando gli occhi, e cosa credi, continuò lei, lo potrebbe dare a mille donne e ne sarebbero contente, invece no, ha deciso di darlo a tè, ne dovresti essere lusingata, ancora al femminile, ma che cosa le è preso?, continuò, ho capito che per tè èla proma volta, lo leggo nei tuoi occhi, e lui vuole che sia magnifico, ecco per hè mi ha fatto acquistare tutto l'occorrente, che ora ti aiuterò ad indossare, e così fece.
Mi aiutò ad indossare il reggiseno, a regolare le spalline, a infilare i finti seni, poi gli slip, soffermandosi un po' troppo sul mio pene, che si indurì immediatamente, cosa che non la scandalizzò, mi sistemò gli slip, poi il reggicalze, allacciò le calze, mentre io guardavo e imparavo, poi mi portò in bagno, mi truccò, rimmel, fard ecc, e poi un rossetto da favola, rosso, e mi infilò una bella parrucca, capelli neri corvini. lunghi fino alle spalle, poi mi riportò in camera, e mi aiutò a infilare il tubino rosso, e poi fù la volta delle scarpe, rosse di vernice, e quindi mi ammirò, ero bella lo devo ammettere,non fù facile camminare, ma ci riuscii, ma accidenti, il mio cazzo era durissimo, e svettava contro il tubino,e la cosa non pareva piacerle, allora si avvicinò, sollevò il vestito, abbassò gli slip a mezza coscia, e mi disse: ti faccio una cosa che non faccio più agli estranei da anni, da quando ho smesso di battere, e si inginocchiò, lo prese in bocca e iniziò un pompino strepitoso, se lo infilava in gola come se nulla fosse, credo che durai due minuti, le venni in bocca, e lei bevve tutto, senza problema, e una volta che mi aveva ripulito per bene, sistemò gli slip, e la gonna, tutto a posto disse, visto è sparito.
Poi mi prese per mano e m portò al piano di sotto, ero spaventata, eccitata, ma dove stavo andando, una volta giù, aprì unaporticina ed entrammo, era un locale, con n sacco di divanetti, tavolini, ben arredato, stile impero, ai muri un mucchio di quadri raffiguranti scene di sesso, e notai delle ragazze sedute, come se fossero in attesa, alcune discinte, poco vestite, alcune con solo intimo, accidenti avevo capito, ero in una casa d'appuntamenti, si ma c'ero travestita, ero terrorizzata, lei mi fece accomodare e mi disse di stare tranquilla, mi porse poi un bicchiere d'acqua, che bevvi immediatamente, avevo la gola arsa.
Pochi minuti dopo arrivò lui, entrò come se fosse il padrone, salutò tutte le ragazze, le abbracciò, le baciò, e poi venne da mè, mi gaurdò, mi fece alzare, mi fece girare e poi disse: brava , alla donna, avevi ragione è proprio una bella troietta, e mi abbracciò e mi baciò, fù un bacio pazzesco, mi infilò la lingua nella bocca, mi sciolse, non capivo più nulla, mi bastava guardarlo per non capire più nulla.
Dopo il lungo bacio, mi accompagnò i camera, dove si spogliò, e mi raggiunse al letto, io nel frattempo mi ero seduta sul bordo, lui si stese e mi attirò a sé, mi accarezzò le gambe e salì fino alle cosce, poi sotto gli slip a toccare il mio cazzo ormai molle, e poi dietro, fino al culetto, sollevò il vestitino, e sfilò gli slip, e ricominciò a baciarmi, nel frattempo mi sfilò il vestitino, e rimasi in reggiseno, che con maestria slacciò, facendolo ricadere e con esse le tettine finte, le guardò e mi disse: nessun problema tesoro, le avrai vere non preoccuparti, non capisco, mi dicevo, ma cosa stà dicendo, e poi mi persi nel suo abbraccio.
Mi baciava il collo, le orecchie, giù fino ai capezzoli, e poi sul ventre che si alzava ad ogni suo bacio, e giù evitando il pene, fino alla coscia, e poi mi girò, e ricominciò con la schiena, le natiche, ad un tratto mi sollevò il bacino, e prese a leccarmi l'ano, sempre più dentro con la lingua, mi riversava una montagna di saliva, e poi infilò un dito, piano sino in fondo e cominciò un lento roteare e movimento dentro e fuori, era divino, poi infilò il secondo e continuò all'infinito, o almeno mi pareva, dal mio cazzo molle cominciava ad uscire liquido prostatico, poi ad un tratto, smise, e mi rigirò, mi sollevò le gambe e proseguì aleccarmi l'ano, salendo a volte ai testicoli e a dare colpetti al pene con la lingua, sentivo il mio buchetto contrarsi, sempre meno, sempre meno, fino a rimanere parzialmente aperto, allora lui si inginocchiò, pree un tubetto di una crema bianca, la spalmò sul suo possente cazzo, e mi guardò negli occhi e disse: hai capito cosa ti farò vero? io deglutii e annuii, bene tra poco ti inculerò, ti sverginerò una volta per tutte, prenderai il mio cazzo e diverrai la mia puttana, ero eccitata, terrorizzata, paura pazzesca di prendere il suo enorme cazzo, ma lo volevo, non chiedetemi come mai, un marito padre di famiglia, fosse finito trav nel letto di un perfetto sconosciuto, che lo stava sverginando, so solo che alzai ancora di più le gambe e dissi, sono tua scopami, e lui cominciò, avvicino il suo cazzo al mio culo, e appoggiò la cappella, poi iniziò.
Spinse in avanti e infilò leggermente il suo pene, mi sembrò, mi avesse rotta, sentti un dolore lancinante e mi sentii dilatata, era entrato con la sua cappella, fù doloroso, ma per fortuna lo fece, altrimenti non credo sarebbe entrato, però ora il dolore era forte, urlai, gli chiesi di smettere, era troppo il dolore, elui mi disse: urla amore, urla come vuoi, tutti sotto devono sentire che stai diventando la mia troia, e spinse, noncurante delle mie urla, cominciai apiangere a pregarlo di desistere, ma lui nulla spingeva, piano ma inesorabile, poi si fermò, e il dolore si fece meno tremendo, poi indietreggiò, mi dissi, o grazie ora esce, ma ad un tratto diede una spinta in avanti e mi infilò tutto il cazzo, mi mancò il fiato, stabuzzai gli occhi, e quasi svenni.
Poi mi ripresi, intanto lui cominciò a muoversi dentro e fiuri piano piano, il dolore scemava, lasciando un forte fastidio, poi sentivo le pareti del mio ano lasciarsi andare, e dopo una decina di minuti, comincia a sentire un leggero senso di paiacere, che cresceva sempre di più, lui mi baciò, e mi disse: hai visto, ora sei mia, sei la mia donna, e cominciò a pomparmi sempre più forte, acidenti stavo godendo, siii mi piae comincia sii tesoro sii inculami sii, e aumentò il ritmo, fino a scoppiare, cominciò a sborrami dentro, sentivo il getto dello sperma sbattere sulla parete del mio intestino, e poi guardai il mio ventre, si vedeva la forma del suo cazzo sulla mia pancia, era arrivato con i suoi 30 centimeti a passare la prima ansa, mio dio che sensazione da favola, e poi smise di sborrare.
Si accasciò al mio fianco, e mi baciò, poi con delicatezza si sfilò, liberando il mio buco, rimasto aperto, oscenamente aperto, dove cominciò ad uscire il suo sperma e il mio sangue, ora il dolore era forte, tanto che arrivò la signora, che visto il disfatto disse: ma accidenti, lo hai rotto, ma sei un porco, non potevi usare un qualcosa di piccolo e abituarla piano piano, e rivolta a mè disse, tranquilla, ti aiuto io, però tesoro ormai il danno è fatto, per alcuni giorni sarà dura, e così fù.
Mi mise delle creme apposta e un pannolino, e mi accompagnò poi di sotto, mi disse, rimettiamo il vestitino, non puoi mettere i pantaloni per ora e scendemmo, una volta nel salone, le ragazze presenti mi applaudirono, e a una ad una si avvicinarono a baciarmi, non capivo, sino all'ultima, che mi disse, benvenuta in famiglia tesoro, ora fai parte della famiglia, e non preoccuparti è toccato a tutte e tutte eravamo vergini, ma che dice questa? benvenuta dove, io devo andare, sono mica matte, lei mi guardò e sorrise, ia cara, allora non hai capito, si sfilò il vestito e rimase in reggivalze, davanti, aveva il cazzo, il seno, cazzo non era una donna era un trans, e tutte si avvicinarono e io un attimo le vidi tutte nude, erano con il cazzo, amore mi disse poi, siamo state come tè, e siamo state sue, ora siamo sue, le sue donne, siamo le sue prostitute, benvenuta.

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