La professoressa di Italiano - Seconda Parte

Scritto da , il 2017-01-29, genere etero

La professoressa d'italiano 2

Era notte fonda, insonne come al solito, guardavo il soffitto, la stanza pareva deformarsi, le tempie mi pulsavano, avevo gli occhi rossi e lucidi di chi ha pianto troppo, lei mi aveva lasciato.

Ma partiamo da dove c'eravamo fermati. Quella sera, dopo aver salutato Daniela, tornai a casa. Mamma mi fece la solita domanda < dove sei stato? >, alla quale come al solito non mi degnai di rispondere. Avrei rivisto Daniela a scuola il giorno dopo, sarebbe stato veramente imbarazzante. Passai quella notte a pormi domande del tipo < ma domani come mi devo comportare? Devo far finta che non sia successo niente? Le devo dare il lei o le posso dare il tu? >. Tra ansie e paranoie la notte passò.

Alle 7:50 mi feci trovare già in classe, prima degli altri studenti, volevo parlare da solo con lei.
< Ciao > dissi con tono amichevole
< Buongiorno, Luca > rispose in modo freddo.
Si avvicinò e mi disse < quello che è successo ieri, non cambia niente all'interno di questa scuola e di questa classe. Sei un mio studente e dovrai continuare a comportarti come tale ed a rivolgerti a me con il rispetto che porti a qualunque tua insegnante. Però....vieni oggi pomeriggio, da me, alle 18:00. >
< d'accordo professoressa > risposi io ed andai al mio posto.
Quella giornata sembrava non finisse mai, fu una delle giornate più lunghe che avessi mai trascorso in quella scuola.
La campanella suonò alle 14:00.
Uscii da scuola, tornai a casa, mi stesi sopra il letto e iniziai a pensare.
< come mai Daniela ha deciso di venire a letto con me? Cosa l'ha spinta a rischiare di distruggere tutto quello che si è creata, per un ragazzino come me? Si, insomma, so che può essere eccitante, un avventura, ma sarebbe stata un avventura se lei avesse deciso di smettere dopo la prima volta. La classica " botta e via ". Ma cosa la spinge a continuare? Si è innamorata di me? Io so che senza di lei non potrei vivere, senza sentire il suo corpo sul mio, senza la sua figa che mi abbraccia la virilità e senza quei seni quasi materni...materni, in fondo lei potrebbe essere mia mamma, forse è questo che mi eccita? Mi scoperei mia mamma? Cazzo certo che no!! È mia mamma cazzo! > ad un certo punto i miei pensieri vennero interrotti proprio da mia mamma. Diceva che la professoressa Daniela era al telefono e voleva parlarmi.
< pronto > feci prendendo il telefono.
< Luca, vieni da me, adesso! > disse lei ed agganciò.
Erano appena le 16:00, la professoressa non era riuscita a rimanere neanche fino alle 18:00 senza di me.
Mi vestii in fretta e furia e scesi di casa. Arrivato a casa sua, lei mi aprí la porta con una strana vestaglia. Chiuse veloce, quasi sbattendo, la porta alle mie spalle e mi saltò addosso. Mi schiacciava contro la porta d'ingresso, una mano sul pacco e l'altra dietro la testa. Mi baciava con passione, come se mi stesse aspettando da chissà quanto tempo, con la foga con cui un assetato si getta su un secchio d'acqua. Aveva bisogno di me, lei odiava che fossi diventato una necessità, ma non poteva farci niente. Le aprii la vestaglia.
Era tutta nuda, aveva soltanto delle calze a rete che aumentarono ancora di piu la mia erezione, come se gia non fosse abbastanza. Mi tirò per la maglietta fino alla camera da letto, mi lanciò sul letto come se fossi una qualche specie di giavellotto, e mi salí con la figa sul volto. Avevo la testa intrappolata tra le sue gambe, non c'è mai stata una trappola più bella. Iniziò a muoversi ed io con la lingua facevo il mio dovere, facemmo questo per quasi venti minuti, quando raggiunse l'orgasmo. Ora un po più tranquilla, si alzo dal mio volto e si andò a fare una doccia. Senza dire niente.
Io la raggiunsi, nudo, ed entrai nella doccia. Eravamo uno difronte all'altra, ci guardammo e ricominciammo a baciarci come se non ci fosse un domani. Ora fui io a schiacciarla sul muro, mi presi il cazzo in mano, che ormai era duro come il marmo, e lo feci entrare in quella figa bagnata e calda. Avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e indietro, intanto lei gridava, io gridavo, urlavamo dal piacere. Eiaculai dentro di lei. Continuavo s tenerla con le spalle al muro, la baciavo, la toccavo, ed intanto il mio cazzo tornava ad essere duro. Lei mi fece sedere sul piatto doccia e si sedette sopra di me. Tra lei e l'acqua bollente della doccia non sapevo chi mi stesse ustionando di più in quel momento. Saltava, si girava, poi risaltava e si rigirava, non so quali magagne abbia fatto con il mio cazzo, ma so che dopo pochissimo le eiaculai nuovamente dentro.
Rimase cosi, sopra di me, mi guardò negli occhi e disse < ti piace come scopa la professoressa? >, ed io, in modo un pò ingenuo e preso dall'eccitazione risposi < ti amo prof >. Lei rimase senza dire niente per qualche secondo. " ho rovinato tutto, come ho fatto ad essere cosi idiota? Ovvio che non vuole sentire una cosa del genere da me sono un fottuto idiota " pensai.
< ti amo anche io > rispose lei guardandomi negli occhi e mordendomi le labbra.
< ora facciamoci questa doccia >.
Ci alzammo, le iniziai ad insaponare la schiena, scesi alle natiche e prolungai le mani fino alla sua fica. La insaponavo sopra i peli della fica, la ricominciai a toccare li sotto e disse < non ti stanchi mai eh? Mi sa tanto che questa doccia non la possiamo fare >.
Mi fece mettere in ginocchio e mi spinse la faccia sulla sua figa. Avevo in bocca peli, sapone, sperma, di tutto e di più. Questo non mi fermò e continuai a leccare e succhiare. Succhiai talmente tanto quei peli, che dovette fermarmi un momento perché la stavo facendo male. Ad un certo punto mi spinse fortissimo con la testa sulla sua fica, entrai con quasi tutta la bocca dentro di lei e raggiunse di nuovo l'orgasmo.
Mi alzai, gli dissi < ora esco, altrimenti non finiamo mai più di farci la doccia > lei mi sorrise e dopo essermi asciugato mi stesi sul suo letto.
Dopo essere uscita dalla doccia ed essersi asciugata, si stese affianco a me. La strinsi forte tra le mie braccia e ci addormentammo. Ci svegliammo la mattina dopo. Avevamo entrambi dormito troppo ed ci dovevamo preparare a dare della giustificazioni, io ai miei genitori, lei a suo marito.

Quando la rividi, il giorno seguente a scuola, era distrutta. Cercava di mantenere quella sua aria professionale, ma era palese che stesse male. Quando riuscimmo ad avere un momento di intimità, le chiesi cosa era successo. Lei mi spiegò.
Il marito, preoccupato della sua assenza, era venuto a cercarla. Lei infatti, spesso, quando correggeva i compiti o quando aveva bisogno di tranquillità, si rifugiava nella casa che poi era diventata il nostro rifugio amoroso. Quella infatti, fu il primo posto in cui il marito la venne a cercare. Mi spiegò che, mentre dormivamo, "l'infame" era entrato nell'appartamento, ci aveva visto nudi ed abbracciati nel letto ed era rimasto lì, per circa 20 minuti senza dire niente. Fu così schifato da quella scena, dalla sua moglie e da se stesso che, l'unica cosa che riuscì a fare fu andarsene senza dire una parola. Cosi che, noi, nel pieno del sonno, non ci accorgessimo neanche di quello che era successo. Tornata a casa, Daniela, aveva trovato le valige fuori la porta con un biglietto.
Lei me lo fece leggere, vi era scritto: < schifosa puttana, davvero sei caduta cosi in basso? Neanche con un uomo mi hai tradito, ma con un poppante!! Non farti vedere mai più in questa casa, ho raccontato tutto ai ragazzi e non vogliono vederti. A breve farò domanda per il divorzio, vai a vivere in quella tua casa del cazzo con quel povero ragazzo che stai usando ed a cui stai rovinando la vita >.

( non ricordo bene se la lettera era esattamente cosi, più precisamente, i concetti erano questi ma la forma era abbastanza diversa )

Lei dopo aver letto quella lettera bussò incessantemente, finché il marito fu costretto ad aprire. Ebbero un dibattito, nel quale lui le spiegò le cose che vi ho detto prima, ovvero di come l'aveva scoperta etc...
Il marito, non mi vedeva come l'uomo che gli aveva portato via la moglie, ma come una povera vittima sfortunata della crudeltà della moglie. Daniela, allora, trasferitasi nella nuova casa, non si fece vedere per qualche settimana, fino a quando mi chiamò per vederci...


Spero che questa seconda parte vi sia piaciuta. Se volete il continuo fatemelo sapere...

Questo racconto di è stato letto 7 9 3 2 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.