Il Signore degli ani VI episodio

Scritto da , il 2010-11-24, genere etero

LA   PRENOTAZIONE

Fù così che Silvana prese la saggia decisione di dotarsi di un proprio gruzzoletto, da tenere solo per sé, perciò inevitabilmente una mattina si incamminò verso i Guantai nuovi dove aveva sede il piccolo ufficio di rappresentanza del marchese Achille Teodino D’Acquamarcia.
Il nobile, (seppur decaduto) Aimone, non aveva lavoro quella mattina, si annoiava e stava quasi per chiudere l’ufficio, quando si trovò davanti una gentile e bella signora che chiedeva se fosse questo l’ufficio del Signor Marchese d’ecc.., ecc….! Sìì…, sìì…, certo.., vuole accomodarsi.., prego entri pure…, accogliendo garbatamente la timida donna. Silvana quel giorno fù fortunata, era da sola e nessuno di sua conoscenza era nei paraggi, perciò si accomodò nell’ufficio abbastanza sollevata, ma pur sempre impacciata.., vista l’oggetto della materia da contendere..!
Allo scaltro e squattrinato Aimone, non sfuggì il leggero disagio che manifestava la donna nell’accomodarsi, usò tutto il suo charme e il savoir-fair per mettere a suo agio l’ospite e intrattenerla amabilmente. Dunque, cercate una occupazione temporanea, gentile signora? Esordì il nobile, avete già un’idea di che tipo di lavoro noi trattiamo? Non vorrei che avreste sbagliato indirizzo…! No.., nooo…, ne ho sentito parlare da alcune donne dei Quartieri, e sò…, più o meno di che si tratta…, fù la risposta di Silvana…! Bene.., mi scusi.., ma devo essere preciso.., affinché non si abbiano dei malintesi…, perciò le ripeto…, se lei è…, disponibile a recarsi a casa del Signor Marchese…, e in cambio di un lauto compenso, ovviamente proporzionale alle prestazioni rese.., di rendere…., dei servigi che le vengono richiesti…, sappia che si richiede la massima disponibilità.., a tutto…! La donna non le sembrò che avesse perfettamente afferrato il concetto…! Guardi, provo un certo disagio…, mi creda.., lei mi sembra abbastanza diversa dalle solite che vengono qui…, ma il dovere mi impone di essere molto esplicito…., insomma.., non sono esclusi rapporti sessuali….! La donna a capo chino, rispose sommessamente con le gote rosse dalla vergogna che provava nel trattare in modo così esplicito una questione volgare…, di sesso.., solo sesso…! Sìì.., devo concedermi…, devo.., fare…, l’amore…! Ohh.., bene.., mi ha tolto da una terribile condizione…, disse il nobile marcando con leggero sarcasmo l’ineffabile erre moscia, contenute nella parola “terribile”. Bene, una volta che sia chiaro di che si tratta, si può proseguire con i particolari…, nel senso che le si prospetta un’ampia facoltà…, ehmm…, di opzioni…, mi segue? Certo rispose Silvana.., sono disposta.., ma vorrei conoscere in pratica…, che cosa devo fare…, o dire…! Ecco…, si tratta di soddisfare un desiderio che il marchese ogni volta che torna a Napoli, vuole che si realizzi.., lui è amante delle belle donne partenopee…, sà la sua condizione gli permette di avere ai suoi piedi.., mi scusi..,  le donne più belle del pianeta.., parigine, inglesine, americane ecc. ecc…, ma…, quel coso.., sì.., quello là…., lo vuole solo dalle napoletane…, mi capisce…!  Con un leggero sorrisino, ben amalgamato su un viso pudico e innocente…, la buon Silvana, sorprese il nobil uomo pronunciando la fatidica parola, che finora era stata opportunamente bypassata…, sìì.., al marchese piace il culetto…! Hammm.., ci si è finalmente capiti…, parbleu…! Ecco gentile signora, lei è una donna semplice ma educata e an…, anche intrigante.., sono sicuro che al mio Signore, lei è ben gradita, è perfettamente il tipo di signora napoletana che preferisce.., bene.., bene…! A questo punto non credo che possono sorgere dei problemi, mi sembra disponibile e consenziente…, quindi parliamo di soldi…, questi maledetti ma necessari soldi…! Timidamente interruppe Silvana, i soldi…, mannaggia…, mancano sempre….! Questo ingenuo quanto garbato interloquio della donna intrigava l’uomo che se potesse l’avrebbe fatta sua…., e non cederla al blasonato parente. Allora…, l’intera prestazione, comprensiva anche del.., di..,dietro, ehmm…, è di 1500 euro, una bella cifra…, difficilmente da guadagnare…, con un lavoro normale in un giorno…., considerando anche che se lei entra, e mio avviso ciò accadrà sicuramente, in simpatia,  non ci sono limiti alle generosità che il marchese è capace di elargire.., lui è titolare di un immenso patrimonio, è può permetterselo. Questo discorso, bee.., diciamo che serve anche a pompare le signore per renderle ulteriormente trasgressive.., ma alla buona e bella Silvana, già i 1500, sono una grossa cifra, più dello stipendio del marito…, e guadagnato in un solo giorno. Allora, se ha un recapito discreto da fornire la contattiamo noi al momento giusto, con riservatezza, altrimenti le diamo questo biglietto in forma anonimo, sul quale c’è scritto solo un numero di telefono, che lei comporrà il giorno venerdì 14, di pomeriggio, al quale risponderà l’assistente del marchese che le darà opportune indicazioni. Allora tutto chiaro, sappia che è bene attesa…! Silvana salutò educatamente, e garbatamente uscì dall’ufficio guardata a vista dall’uomo che mostrava sana invidia verso il parente che poteva permettersi di “farsi” una vera signora…, e non quelle sboccate e smaliziate donnacce dei Quartieri…, rotte da tutte le parti…!
Mancavano circa tre settimane alla fatidica telefonata, e Silvana abilmente uscendo dall’ufficio, aveva messo nel reggipetto il biglietto con il numero, e già pensava dove metterlo nei giorni a venire, per non essere scoperta dai figli, o peggio dal marito.
Continuò a fare la mamma e la moglie, come sempre, senza destare alcun sospetto tra i suoi congiunti, tuttavia le veniva spontaneo pensare a ciò che avrebbe fatto da lì a pochi giorni. Ormai la sua fica era già stata violata da altri cazzi, e ciò l’aveva fatto senza particolare imbarazzo…, il gioco…, basta iniziarlo.., poi.., tutto viene da sé…, pensava tra sé, ma sapeva anche che doveva…, dare, via il culetto…., e chissà…, altro…! Pensava che sicuramente le sarebbe stato chiesto di prenderlo.., in bocca…, come fanno le puttane.., su ai quartieri. Davanti al nobile uomo non voleva sfigurare, lei donna di una certa età, non voleva mostrarsi impacciata e inesperta…, ma purtroppo era la verità…! Fino a quel momento, Silvana non aveva mai fatto un pompino ad un uomo, neanche a suo marito che la “prendeva” sempre allo stesso modo, e spesso da dietro, sborrandole tra le cosce per non metterla di nuovo incinta. Il culo…, anche qui mai niente…, ma in compenso basta che ti giri.., o ti metti di sotto, chiudi gli occhi e.., e te lo fai mettere, senza l’imbarazzo di guardare in faccia chi ti stà scopando. Questi i pensieri quotidiani di Silvana, fino a che il caso, l’imprevisto non riserbò una sorpresa alla bella signora.
Un giorno mentre era in giro per le strade tra le bancarelle, subì lo scippo della borsetta da parte di un ragazzo, malgrado il tentativo di reazione e l’aiuto offerto dai passanti non riuscì a riavere la borsa. Dentro c’aveva i soldi, i documenti e il biglietto col numero di telefono del marchese, soprattutto questo la impensieriva maggiormente, perché non lo ricordava e quindi non avrebbe potuto telefonare per l’appuntamento. Si muoveva spaesata tra i vicoli cercando e pensando cosa fare? Denunciare…, o aspettare…! Stava avviandosi verso casa, quando un ragazzo di tredici, quattordici anni la avvicinò, e le disse : signò.., io so chi vi ha preso la borsetta.., e so pure che ve la vogliono restituire…, che dite? Silvana, rispondendo di botto, pensando di poterla subito recuperare, rispose sìì…, sìì, li farò pure un regalo…., se me la restituiscono…! Venga con me, le disse il ragazzo aggiungendo di non parlare con nessuno…! Bee…., seguire un giovane delinquente che ti ha scippato la borsa…, ci vuole coraggio…, e Silvana dimostrò in quella occasione di averne. Infatti ci andò dietro fino a seguirlo all’ingresso di un portone di un vecchio palazzo, ma prima di entrare si soffermò dubbiosa e incerta, al chè il ragazzo le disse : signò…, non vi preoccupate.., entrate.., qua dentro c’è la vostra borsa..! La donna ingenua, sebbene titubante, seguì ancora il giovane, scavalcando il massiccio portone e soffermandosi all’ingresso di una porta che dava in un lurido appartamento. La porta si aprì improvvisamente, un giovane di scatto la afferrò con decisione e la spinse, aiutato dal ragazzo che l’aveva lì accompagnata, dentro la casa. Lo spavento della donna fù immediato, mentre la porta si richiudeva alle sue spalle, cercò di gridare ma fù trattenuta con la mano del malvivente sulla bocca, e impedendola di farsi sentire dall’esterno. Silvana mezza morta dalla paura guardava con occhi spalancati e pieni di paura i due energumeni, i quali sorridendo le dissero e soprattutto le fecero vedere la borsetta prima derubata. Il giovane che l’aveva portata lì, senza giri di parole le disse subito: Bella signò.., questa è la vostra borsetta.., noi non l’abbiamo neanche aperta.., non sappiamo cosa c’è dentro…, e non vogliamo neanche saperlo…, se…, se come ci avete promesso…, ci fate un bel regalo…, noi ve la riconsegniamo e chi s’è visto s’è visto…! La donna spaurita e incredula, cercò di ammansire i ragazzi, ma quelli di strada hanno la “scorza” dura, promettendo loro i soldi che stavano dentro…! Un sorrisino beffardo e irriguardoso, fece capire a Silvana che i “due” volevano altro da lei.., e uno di essi glielo disse papale papale…! Voi siete una bella donna, nel quartiere non c’è uomo che non pensa a voi.., di volervi…, fare…, quando camminate per i vicoli, fate…, arrizzare…, i cazzi.., e soprattutto chillo culo che avete, c’è fa scimunì…! Perciò…, la borsa ve la diamo senz’altro…, ma da qua dentro non uscite se non ci fate “pazziare” un po’ con voi…! Con le buone o con le cattive…, decidete voi…! Silvana si rese subito conto in che pasticcio s’era cacciata, e soprattutto correva il rischio di essere violentata selvaggiamente…, non sapeva cosa fare…., stava immobile e silente in un profondo stato di prostazione. Ma questo bastava ai ragazzi, che subito allungarono le mani sul corpo della bella donna. Lei per paura non reagiva, si lasciava toccare sul culo e sulle tette a quattro mani…, senza pensare, non era certamente consenziente, ma neanche opponeva resistenza…, in uno stato di totale abbandono si lasciava fare…, dai due ragazzi. I due che in realtà, ragazzi non erano, avevano uno diciassette anni e l’altro diciotto, anche se di aspetto ne mostravano di meno, avevano in ogni caso le idee chiare…, molto chiare…., e quello che volevano dalla “bella signora” di Montesanto era “indubbiamente”  il suo magnifico culo…! Sissignore desideravano (da tempo) di metterglielo nel culo…, punto e basta.., e se necessario l’avrebbero violentata, pur di raggiungere lo scopo. Uno di loro si piazzò dietro alla donna e mentre con le mani le strizzava le tette, con il bacino premeva sulle chiappe facendole assaporare il duro quando giovane cazzo, l’altro si chinò davanti a lei e le alzò la gonna, baciandola sulle cosce e sul pube coperto dalla mutandina bianca. Poi scambiarono i ruoli e anche l’altro posò l’uccello indurito sul culo di Silvana. Un fetido letto, una sedia e con un comò, era l’arredamento della squallida stanza, che probabilmente fungeva da ritrovo per le prostitute del posto, che operavano dal pomeriggio in poi. Il lavandino con il rubinetto unto e bisunto, e gocciolante scandiva il tempo in quel posto lurido che mai e poi giammai la bella Silvana si sarebbe sognata di andare. Il malvivente più “anziano” portò la donna vicino al letto e la fece sedere sulla sponda, poi in modo quasi automatico senza parlare, davanti a lei si abbassò i pantaloni e tirò fuori un cazzo di tutto rispetto.., svettante come l’asta del tricolore, carico come una molla dalla forte eccitazione…, e lo mise davanti al viso della donna pensando che glielo leccasse. Ma lei non si mosse, continuando a guardare per terra, lui deciso e risoluto le ordinò: prendilo in bocca e fammi un bel bocchino…! Non ottenendo proseguo, prese con le mani il volto della signora e lo avvicinò al suo cazzo, poi con una mano estrasse dalla tasca dei pantaloni un lungo coltello e lo punto al collo della donna minacciandola di colpirla se avesse morso o ferito il suo uccello durante il pompino. Silvana alla vista del coltello, capì che le conveniva assecondarli, perché era evidente che le avrebbero fatto del male.., se non avesse “collaborato”. Per la prima volta in vita sua, la madre di famiglia, la santa donna, la moglie esemplare…, prese in bocca il durissimo cazzo del giovane e iniziò in modo spontaneo a spompinarlo. Certo non era una esperta…, ma che ci vuole a prendere un cazzo in bocca, avvolgerlo con le labbra e lambirlo con la lingua….! Tutte cose che vengono da se…, non ci vuole mica un titolo di studio…! Nel frattempo l’altro giovane, anch’egli con le braghe abbassate, si faceva avanti chiedendo il cambio all’altro, che si spostò lasciando il campo. Un altro cazzo durissimo e lungo penetrò in bocca a Silvana…, sembrava di ferro.., ma lei lo leccò senza entusiasmo…, ma con dovizia, cercando di non far arrabbiare il ragazzo, che probabilmente non ci faceva caso.., una volta che aveva l’uccello al caldo, nella bocca della donna desiderata. Il giovane cominciò a dimenarsi accompagnando i movimenti del capo della donna con le mani, e non seppe trattenersi sborrando in bocca a Silvana…, che di istinto al contatto con lo sperma.., cacciò fuori, sputandolo con schifo a terra…! La brava donna al contrario di una di quelle…, che se ne sarebbe accorta dell’arrivo della sborra, ci rimase male, lò considerò un insulto alla sua persona, e fuori di sé si ribellò ai giovani strupatori…! Haimèè…, ricevette uno schiaffo deciso, in pieno viso.., e solo allora capì per davvero la dura e cruda realtà in cui s’era cacciata. Piangendo e supplicando i giovanotti.., chiedeva pietà…, cercando di commuovere i ragazzi dicendo loro, che aveva dei figli proprio di età come loro…! Fù costretta a mettersi sul letto col culo, ben in vista, dopo di chè le fu sollevata la gonna, e il giovane che stava per scoparla le disse: zoccola.., puttana vuoi farti rompere il culo…, dal marchese…! Sai ti abbiamo seguito, mentre andavi dal suo rappresentante ai “guantai nuovi”, he…, he.., hai già preso l’appuntamento? Ma noi.., noi te lo rompiamo gratis…, senza darti un soldo…! Passando ai fatti, senza creanza, e brutalmente le allargò le maestose chiappe scoprendo il timido e riccioluto buchetto.., stretto.., stretto.., sembrava che anche lui avesse paura…! Lo stupratore, non resistette alla tentazione di quel “ben di dio” e si calò col capo tra le natiche di Silvana e iniziò a leccarle il buco del culo, con l’intento di ammorbidirlo e anche di “saggiare” il sapore di quelle tenere e inviolate “carni”.
Ma l’imprevisto è sempre in agguato, infatti il rumore di una chiave che armeggiava dentro la serratura della porta, colse di sorpresa i ragazzi.., che si irrigidirono e sospesero le “operazioni” per vedere chi stava per entrare. Sull’uscio apparve Nancy…, che guardò sbigottita la scena che le si parava davanti.., non era sola, con lei c’era un marinaio americano sicuramente adescato al porto,  massiccio e nerboruto. Pochi sguardi, tra i ragazzi e il femminiello con il suo cliente, bastarono a far demordere gli stupratori che sgaiattolando come anguille, guadagnarono l’uscita in fretta e furia, allontanandosi dal posto. Nancy il bel travestito dei quartieri, rimase senza parole ad osservare la donna col culo scoperto che piangeva, e le chiese timidamente se le avessero fatto del male. Silvana pur impaurita, si rese conto di essersi salvata e soprattutto conservato la verginità anale, si rialzò abbassò il vestito e rispose singhiozzando di essere stata vittima dei violentatori che la avevano portata lì con la forza. Il travestito le disse che conosceva di vista quei ragazzi e che spesso a sua insaputa portavano donne e ragazze nella sua “stanza” a sua insaputa.., e che  ad un segno di protesta lo avevano minacciato col coltello, cercando di rincuorare la signora le disse che viviamo in un brutto posto e che i tempi sono cambiati in peggio. Poi le chiese se avesse intenzione di denunciare alla polizia l’accaduto.., con un certo imbarazzo.., visto che lo stupro s’era consumato in casa sua. Silvana gentile com’era rispose, fingendo, che i ragazzi non avevano “consumato” proprio per il suo tempestivo arrivo…, e che non sapeva cosa fare.., come comportarsi in questi casi…! Il travestito con aria bonaria la consigliò di prendere tempo, di valutare anche le conseguenze che questo potrebbe causare alla sua stimata persona com’era conosciuta nel quartiere e le dicerie che inevitabilmente sarebbero “girate” nei vicoli, rovinando anche il resto della famiglia. Silvana intuì subito e disse che ci avrebbe pensato bene prima di fare denuncia e che l’avrebbe avvisata in quanto testimone dei fatti, prese la mutandina da terra, si vergognò di indossarla davanti ad estranei, la mise nella borsetta e si allontanò.
I giorni seguenti furono molto duri per Silvana, era rimasta terribilmente scossa dell’accaduto, ma ciò nonostante, riuscì a mascherare agevolmente ai propri familiari il fattaccio, anche se il marito le aveva chiesto se si sentiva bene, vedendola preoccupata e spesso in sovrapensiero. Ovviamente il brutto episodio capitatole, la costrinse a rimandare ogni tipo di “velleità” erotiche che aveva in programma, e a chiedersi fino a che punto ne valeva la pena, visto i grossi rischi che si corrono. Saltò l’appuntamento che aveva con il marchese, e per un certo periodo tenne un comportamento tutto “casa e famiglia” per riconciliarsi con se stessa. Passarono alcuni mesi, durante i quali si dedicò completamente alle cose di casa, usciva con prudenza da casa, e sempre in abbigliamento non succinto, in modo da non destare sguardi e occhiate da parte dei passanti. La buona e gentile signora si riprendeva bene, e pian piano cominciò a riconsiderare l’opportunità di chiedere un nuovo appuntamento con il marchese. Ancora molti giorni passarono finchè non si decise ad andare ai “guantai nuovi”…! Ebbe di nuovo l’appuntamento con il nobil uomo, con il solito sistema, ovvero doveva chiamare il venerdì successivo, esattamente tra quattro giorni. Uscì dall’ufficio, rinfrancata e decisa a non commettere “passi falsi”, cioè non si sarebbe prestata a nessuna occasione che potesse crearle problemi. Haimè…., il destino in agguato le riservò una sgradita sorpresa proprio poco distante dal posto dove s’era recata, incontrò per strada il travestito che l’aveva salvata dalla violenza in quel lurido appartamentino ai quartieri spagnoli. Silvana fece finta di non riconoscere il transessuale, e filò diritta…, poi si girò a guardare e incrociò lo sguardo di Nancy che la fissava stupita…! Non ebbe il tempo di pensare che costui la salutò con gentilezza…! Buongiorno…, signora…, come và…, istintivamente lei rispose: bene.., grazie.., e tentò di allontanarsi, pensando che forse l’avrebbe vista uscire dall’ufficio del marchese. Il travestito, giovane di età, molto garbato e impeccabilmente molto femminile nel suo tailleur rosa, sembrava, per chi non lo conoscesse una vera donna a tutti gli effetti. E come una femmina curiosa e intrigante attaccò “bottone” con Silvana, la quale avrebbe preferito sottrarsi all’incontro con costei…, ma per la sua buona educazione non volle sembrare scortese e maleducata e “resistette” a scambiare qualche chiacchiera con Nancy. Con molto garbo ambedue evitarono di trattare l’episodio che le aveva visto protagoniste, e la conversazione volse su temi banali tipicamente femminili. Come stà bene signora…., la trovo davvero in forma splendita…, le disse il travestito, a chè lei rispose: grazie…, anche lei.., è molto elegante.., complimenti…! Insomma Silvana non riuscì ad evitarlo, non solo ma ne uscì dall’incontro con una promessa di rivedersi e prendere un caffè insieme…, magari a casa di Nancy, che abitava in tutt’altro posto, di Napoli, molto signorile, e il suo numero di cellulare, raccomandandola calorosamente di chiamarla presto.   lenasmimmo@yahoo.it

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