Fratelli, per forza uguali

Scritto da , il 2016-11-01, genere incesti

"e insomma è andata così..." disse mio fratello ridendo alla sua battuta, ma non la capivo a pieno.
"Ma non l'hai capita? Dai insomma, è successo ad Andrea mentre scopava" esortava ma non capivo.
"Ma che, sei vergine?" mi chiese ridendo e non risposi. "Ma davvero? Non che sia un male, la verginità non esiste, lo so, è come il coccige, una cosa primordiale inutile adesso, non volevo discriminarti" si scusò e gli risposi "non ho trovato l'occasione o il ragazzo, poi ho diciotto anni, capita a tutti".
Restammo in silenzio, un po' imbarazzati dell'argomento, mi prese la mano "hai mai avuto voglia di provare o di vedere qualcosa?" mi chiese, e diventai un po' tesa "Beh sì ma qualche ragazzo l'ho visto, glielo ho visto".
Mio fratello, 19 anni, insistette forse incuriosito, mi baciò la guancia, questo gesto in quel contesto mi irrigidì e mi fece fremere per il tabù.
Ci scambiammo un bacio con la lingua, lì nella mia camera, sul mio letto. Scappa dalla guancia alle labbra. "M-ma che fai" farfugliai, ma lui sorrise soltanto "non lo so, mi sono fatto prendere, può succedere?" "Ma sei mio fratello, non ho mai sentito cose così" "io l'ho sentito da Tony, dice che ogni tanto con sua sorella scappa qualcosa, secondo lui ci sono convenzioni sociali ma lo sai com'è fatto, comunista alternativo di sto cazzo" e rise.
Lo baciai di nuovo io, sono scossa dal tabù, sembrava contento, non so se ci pensava. Questo segreto mi faceva bagnare. Solo i discorsi mi han fatta bagnare (non mi ci voleva l'arte, alle prime armi).
La porta della camera era aperta, in casa non c'era nessuno, soli e lussuriosi.
Mi ritrovai mio fratello addosso, visibilmente eccitato, aveva sceso jeans e boxer ai polpacci, la cintura dei jeans penzolava aperta, io avevo il pantaloncino del pigiama solo su una caviglia, con legate intorno le mutandine.
Non ci sono stati preliminari, ci baciavamo come due animali primordiali, con la lingua fuori, ci leccavamo le labbra e la pelle intorno.
Sentivo schioccare la nostra saliva.
Il suo cazzo era teso, tesissimo, non racconterò di misure o di misure straordinarie, era un cazzo scuro come tutti, con peli sul pube, le palle gia abbastanza in tiro e gonfie. La sua cappella era tenuta dalle sue dita, poggiata alla mia entrata, la mia fessura era gonfia di liquidi, ruppe questa bolla di liquidi e si poggiò.
Io, con le gambe totalmente aperte, sentivo i peli bagnati, la cappella che premeva, tolse la mano e le poggiò entrambe sul letto, era pronto a spingere. Ci guardavamo ad occhi socchiusi, poco fiato, vicini in viso, avevamo un' espressione seria, spingeva.
Spingeva piano quella punta, sentivo allargarsi qualcosa dentro, poi tutto, quando mi prese tutta, strinse le mie spalle con i palmi delle mani, mi usò per darsi la spinta.
Il suo bacino aveva preso un ritmo leggero, sentivo picchiettarmi le pareti da un piccolo bruciore, relativo, passò velocemente, aprivo bene le gambe e sentivo l'impulso di ansimare, lui mi sentì e mi imitò, si lasciò andare ai gemiti, sospiri maschili, profondi, ma sempre di un ragazzo eccitato. Sentiva chiaramente scappellarsi il cazzo, libero, dentro la mia carne calda, io sentivo lo stesso, godevo a sentire tutta la sua pelle.
La cintura dei suoi jeans tintinnava, faceva rumore, la sua foga si faceva sentire. Accellerò le spinte ed allungai la lingua, tenendo una mano dietro la sua nuca, mi lecco la lingua, poi la infilò nella mia bocca, ancora baci profondi e languidi.
Poi, fu diverso, senza toccarmi la clitoride, sentii il primo stimolo dell'orgasmo. Abbracciai mio fratello, sussurrai che stavo per venire, si infoiò ancor di più ed aumentò la forza.
ci stringemmo, muti in un bacio sporco e salivoso, mi strinsi al suo bacino, ormai ero anche larga sotto, dilatata. Montava il mio orgasmo, eccolo, arriva, strinsi le mani alla sua felpa e me lo godetti, bello ed intenso, in un sospiro liberatorio, una vocale aperta, calda, nella sua bocca.
Lui si fermò dentro di me, dava solo colpi secchi, due o tre, inarcava la pancia, stava sborrando.
Apriva la bocca anche lui e lasciava uscire una vocale liberatoria, socchiudeva gli occhi, aveva un po' di bava alla bocca, non ci feci caso.
Sembrava un cane che si accoppiava, era così animalesco, aveva svuotato proprio tutto, proprio un ragazzino eccitato, mentre io mi sentivo piena e goffa dentro, colma, librificata. E poi la sua sborra era calda, calore del suo corpo, delle palle belle gonfie.
Restammo attaccati due minuti, poi lo tirò fuori guardandolo, moscio e soddisfatto.
si alzò per andare in bagno, se lo toccava con i jeans scesi mentre usciva, senza dir nulla.

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