Rinascita di una donna - Parte terza - Interludio

Scritto da , il 2016-09-19, genere bondage

È passata una settimana e Angela e Marco con si sono potuti vedere, le mancano gli incontri, ora sente la sua pelle bruciare a volte quando è sola, gli abiti scivolano a terra quasi le scottassero addosso, nella doccia ormai dirigere il getto d'acqua calda sul proprio sesso è ormai un rituale irrinunciabile, si guarda allo specchio e stenta a riconoscersi.
Nel vestirsi e prepararsi per uscire o andare al lavoro, malgrado il suo abbigliamento sia cambiato poco, c'è una maggiore cura nel prepararsi per essere più appariscente e provocante.
Nulla di particolare o volgare questo mai, ma una goccia di profumo sul collo, i capelli legati in un certo modo, basta con la crocchia, le gonne ora leggermente più corte, un bottone abbottonato di meno sulla camicetta.
Sente gli sguardi degli uomini su di sé e se ne compiace.
Oggi si rivedrà con Marco per cena e il dopocena, quindi esce a comprare il necessario...ma prima vuole fare un salto alla scuola di ballo e avvisare Sergio che stasera diserterà la lezione.
La scuola è di strada per andare al centro commerciale, quindi c'è tutto il tempo necessario per fare le cose con calma.
Entra nell'androne e procede per il salone, non c'è nessuno, ma è aperto quindi Sergio deve essere lì vicino da qualche parte, prende il corridoio e va verso il suo ufficio, ma non c'è nessuno neppure lì.
Un rumore richiamala sua attenzione: un gemito? Poi si ripete, no non si è ingannata, viene dalla porta in fondo al corridoio, quella della sala piccola dove lei e Marco hanno ballato e dopo fatto l'amore.
La porta è socchiusa man mano che si avvicina sente le voci all'interno di Sergio e un'altra familiare che non riesce a riconoscere subito, i rumori indistinti e i gemiti non lasciano dubbi dentro non stanno facendo ballo da sala, ma sesso.
Lenta in punta di piedi si avvicina, la stanza è fiocamente illuminata, e deve sporgersi un po' per vedere il tavolo sul quale riversa sulla schiena Giovanna sta a gambe aperte completamente nuda, e Sergio saldamente piantato tra di esse.
La testa di Giovanna riversa oltre il bordo del tavolo, mentre i suoi seni erano scossi dalla veemenza degli affondi del maestro di ballo.
Angela stava per andarsene , ma qualcosa in lei la spinse a restare a continuare a guardare quella scena rubata all'intimità dei suoi conoscenti.
Sergio si era chinato ed ora le mordicchiava i capezzoli alternativamente stringendoli tra i denti, dalla sua pozione Angela vedeva l'altra donna aprire la bocca e gemere ogni volta più forte, lei reclinò la testa ancora più indietro se è possibile inarcando la schiena e esplodendo in un orgasmo travolgente; lui ne uscì e cambiò leggermente pozione afferrandola nel contempo per i fianchi.
Non ci voleva molto per capire che stava cercando con la cappella la rosellina del culo, fu a quel punto che Giovanna prese a divincolarsi con un secco diniego “No! Sergio No! Nel culo no!”
Il Maestro provò ancora un paio di volte, ma era chiaro che a Giovanna stava venendo meno l'eccitazione e lo avrebbe mandato in bianco, allora lui optò per portarsi di lato e metterglielo dinanzi al viso, senza aspettare troppo si infilò tutto fino alla radice, fermandosi solo quando il sacco scrotale fu contro il naso di lei.
Giovanna si afferra con le mani ai bordi del tavolo mentre Sergio la sta scopando letteralmente in gola, ogni tanto si ferma per qualche secondo lasciandolo in profondità, per poi reiniziare il suo andirvieni, ci vogliono comunque un paio di minuti perché anche lui venga riempiendole la bocca di sperma.
Angela a qual punto lentamente, camminando all'indietro si allontana e poi corre verso l'uscita, esce fuori all'aria boccheggiando in cerca di ossigeno, è accaldata ed eccitata... prima che se ne renda conto ha in mano il cellulare e sta chiamando Marco, ha voglia di sentire la sua voce, a voglia di lui anche se sa che non potrà averlo sino a stasera.

Il tavolo è ancora imbandito e il dolce è rimasto lì intonso, Angela è scompostamente seduta sulla sedia, Marco è sotto il tavolo, tra le sue gambe che le sta mangiando il sesso.
Le mani di Lei afferrano la tovaglia mentre è scossa dai fremiti prodotti dal lavorio della lingua di lui, ora vorrebbe soltanto che la trascinasse sul pavimento e la prendesse così ora senza cerimonie...non ce la fa più, glielo, dice, lo chiede, lo supplica, ma non cede.
Gli umori colano dalle cosce giù per le gambe dentro le scarpe con i tacchi che ha indossato per lui, le mani dell'uomo sono morse sulle gambe che la tengono inchiodata sulla sedia.
Meccanicamente afferra la testa di Marco e la spinge contro di sé, e a quel punto scatena ulteriormente l'eccitazione di lui che ora le martella senza posa il clitoride, portandola rapidamente all'orgasmo.
Viene urlando, senza preoccuparsi che qualcuno la possa sentire tenendo quella testa ben salda tra le sue cosce, mentre ne inonda ancora la bocca con il suo orgasmo liquido, e solo dopo inizia a rilassarsi.
A quel punto però è marco a riprendere in mano l'iniziativa e a trascinarla sul divano strappandole i vestiti di dosso e liberandosi degli ultimi suoi, e poi fa qualcosa di inaspettato.
Afferra la sua camicia e la usa per legare insieme i polsi e poi questi al bracciolo del divano, Angela è troppo stordita dall'orgasmo ancora e lo lascia fare, poi afferra una t-shirt e con quella lega una sua caviglia all'altro bracciolo.
Con la mano libera prende la gamba rimasta per la caviglia e la apre prima di penetrarla con un solo affondo fluido sino in fondo, che le strappa un piccolo urlo.
Inizia a scoparla con furia animale, con la forza di un desiderio a lungo trattenuto, la donna ricomincia a risalire la sua eccitazione scalandone ogni gradino rapidamente, mentre socchiude gli occhi e si gode il suo maschio.
È a quel punto che una fitta di dolore le sprizza dal seno sinistro, apre gli occhi e vede Marco morderle il capezzolo, e poi passare all'altro e ripetere il gesto che però questa volta le regala anche altro oltre al dolore, un sottile piacere.
Le immagini si sovrappongono, Angela rivede Sergio mentre scopa Giovanna nella scuola di ballo su quel tavolo, si vede al suo posto, vuole essere al suo posto... ed allora lo chiede: ”Ti prego Marco inculami!”.
Marco non si fa pregare, il suo sedere è lubrificato degli umori copiosi che colano, la penetra senza grossa difficoltà e inizia a scorrere dentro di lei mentre con una mano, con movimenti circolari accarezza le grandi labbra.
Continuano così per una manciata di minuti poi le libera la gamba, esce da lei e la fa girare senza però slegarle i polsi, per permetterle di mettersi a pecora e poi la penetra di nuovo.
La monta con forza, strappandole anche gemiti di dolore, poi inizia a pizzicarle i capezzoli e darle sonore pacche sul sedere...Angela non si è mai sentita così, usata e dominata, sa di non opporre resistenza, ma sa anche che a questo punto lui la possiederebbe comunque e questo pensiero la eccita facendola bagnare ancora di più.
“Ti sborro dentro “ le grugnisce ansante, mentre la continua a prendere, lei ormai è persa in un altro orgasmo che sta per sopraggiungere, che Marco faccia quello che vuole, che continui a farle il culo rosso, che le afferri le tette facendola sentire una sua preda ...tutto purché continui e non smetta!
Tre affondi più violenti e profondi, dati quasi con cattiveria sono il segnale che precede il flusso caldo che sente correrle dentro, prima che il peso di lui le si schiacci sulla schiena e lei venga subito dopo.
Ansanti sudati l'uno sull'altra, lei con le ciocche di capelli incollate alla fronte e nuca, i respiri che si calmano e regolarizzano ed i cuori che pian piano affievoliscono il loro martellare.
Come i cerchi generati dalla caduta di un sasso nell'acqua lentamente mentre si allargano si affievoliscono per scomparire del tutto restituendo la calma intorno.
Angela è stremata dai due orgasmi violenti così ravvicinati, sente un po' di pizzicore sui seni e sulle natiche dove Marco l'ha colpita durante la pecorina, si sorprende a pensare che quel dolore come quel minuscolo livido che aveva paura qualcuno alla scuola vedesse, sono qualcosa che le appartiene.
Marco sposta il suo peso da lei e lo sente liberarle i polsi..è ancora troppo spossata per seguirlo mentre a piedi nudi va verso la doccia, ma sa che lo farà senz'altro tra pochi istanti.
Ormai non ha più paura di mostrarsi nuda, di sentirsi sbagliata in qualche atteggiamento o desiderio, desidera soltanto essere di nuovo una donna e godere appieno di tutto quello che le si offre.
Si alza un po' indolenzita, sorridendo, effettivamente sul sedere ha un po' di rossore, e il liquido biancastro che cola fuori è la prova del piacere appena ottenuto, afferra un tovagliolo e lo tampona mentre si dirige verso il bagno.
L'acqua della doccia scroscia e la sagoma di Marco oltre il vetro ghiacciato del box l'attende, entra dentro con naturalezza, mentre i loro corpi entrano in contatto sotto l'acqua.
Si insaponano a vicenda ed entrambi sanno bene come finirà probabilmente, prendersi ancora senza regole precise, perché ormai se sono lì, sono l'una per l'altro.

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