Un lunedì infernale

Scritto da , il 2016-09-15, genere gay

Il sole splende. E' una giornata come molte altre e si sa come vanno queste giornate. Un risveglio amaro con il sapore dei cocktail della sera prima che ti balena tra la lingua ed il palato, i capelli spettinati e la sveglia che ti urla dietro come nemmeno tua madre farebbe.
E' un giorno come tanti, un Lunedì mattina, IL lunedì mattina che gli avrebbe cambiato la vita per sempre.
Lui, Luis se preferite. Si reputa un Playboy, un maschio di mondo che.. fermi tutti. L'avete visto? .. certo, un piccione fuori dal balcone, avrà pensato Lui.

Due passi verso la finestra di quell'appartamento al 20° piano. Un ottimo palazzo quello in cui abita Lui, nella grande mela! New, fottuta, York. Eppure questa mattina il sole ha qualcosa di strano, qualcosa di diverso.. Ogni passo verso quella finestra sembra quasi trasportarlo verso una dimensione parallela, come se il mondo restasse fermo e Lui, solo lui, procedesse in avanti verso qualcosa di nuovo. Un secondo dopo il silenzio. Un silenzio infinito che non lascia spazio a niente se non ad un urlo di disperazione.. Tutto cambia, quel cielo azzurro e nuvoloso divene presto rosso.. le ombre sembrano quasi muoversi sino ad inglobarlo, a stritolarlo in una morsa terribile. Poi uno schioppo, un suono muto ed allo stesso tempo tanto devastante da far tremare l'intero pianeta. Benvenuto avrebbe detto qualcuno, benvenuto Lui.

Quell'ombra che fino ad un momento prima aveva planato fuori dalla finestra pare quasi allungarsi, fino a diventare la solida immagine di una bestia immonda. Una sorta di uomo alato, la pelle color del rubino e due struggenti ali color della pece, il volto deformato da un temibile becco da uccello e due lunghe braccia mascoline, le quali un istante prima di aggrapparsi alla finestra sembrano indicare proprio Lui. Un momento dopo solo vetri in frantumi ed un urlo soffocato, quello di Lui. Il volto deformato dal terrore tradisce il coraggio, ed è così che Lui arretra. Terrorizzato, uno o due passi in rapida successione prima di cercare una via d'uscita, ma ad abbracciarlo è solo il gelido muro della sua cucina.
Panico e urla disperate irrompono insieme ai vetri rotti, tuttavia l'abominio non sembra avere alcuna fretta, o curanza. Inginocchiato davanti a Lui, si solleva in un sol movimento tanto inesorabile quanto maestoso. Un passo in avanti, quasi a voler mettere in risalto quel corpo tanto perfetto quanto sbagliato, assurdo. Gambe forti, tuttavia quasi femminili ed affusolate, un ventre gofio e due grosse braccia muscolose. Tra le gambe un enorme verga, eretta e colante. Si prende il suo tempo la bestia, si scrolla di dosso i vetri e poi inizia quella sua avanzata verso Lui. Passi lenti e decisi, pesanti. Rumorosi.

Le parole di Lui muoiono sulla bocca, una domanda inespressa che viene soffocata dal possente braccio dell'abominio, il quale lo coglie dritto al collo. Una stretta decisa, ferrea. Ed una vicinanza che si fa di attimo in attimo sempre più soffocante, tanto da poter respirare il fetido alito di quell'abominio, un odore forte.
Non vi è granché lotta per Lui, solo qualche indecente tentativo di fuga prima di vedersi afferrare i boxer, e con essi lo scroto, dalla mano della bestia. Quindi una terribile stretta, tanto forte da far urlare Lui al punto da desiderare di diventare sordo. E' poi la stessa stretta a liberarlo dalla biancheria, uno strappo deciso e possente.
Un attimo dopo le intenzioni di quell'abominio sembrano diventare chiare, lampanti. Gli occhi spaventati di Lui, le mani libere che vanno a cercare di allontanarlo via e le natiche strette, avvicinate dal terribile membro eretto. Una lotta vana, spezzata immediatamente dalla spinta della mostro, che in un solo momento si trova a spingere il suo enorme membro nel culo di Lui. Se vi state domandando se sia entrato o meno, la risposta è no. Almeno per ora, Ovviamente.
Ma a giudicare dallo sguardo di terrore di Lui, beh.. ci è quasi entrato. Infine un ringhio. Lui non ha scampo, ed il nostro 'eroe' se ne rende conto proprio nel momento in cui il pollice dell'abominio scivola dalla sua guancia fino alle labbra, per poi ritrovarselo direttamente in bocca. Un gesto che ne viola le labbra con irruenza, esplorandone la bocca e la gola, tanto da causargli anche un conato.
A seguire il pollice è poi l'indice, il medio ed il resto della mano: ogni dito cerca spazio nella bocca di Lui, oramai costretto ad accettare quel gesto.

Tuttavia il mostro non sembra voler rinunciare al suo scopo principe. Il pene dell'abominio gronda, gronda di quel liquido nero e denso, oleoso. Un qualcosa che presto faciliterà quel contatto con le natiche di Lui, il quale ad ogni movimento della bestia inizia a fare sempre meno resistenza.. quasi ad accettare quella sconfitta. Ed infine è decisamente così. Un urlo, ed il membro che trapassa il fiorellino vergine di Lui, entrando in un sol movimento tanto in profondità da far dubitare allo stesso Lui di potergli sopravvivere. E di fatto, trovarsi un palo di 40 cm nel culo lo avrebbe sicuramente ucciso, se non fosse stato in quel luogo. In quella dimensione.
E così è il risveglio di Lui. Spinto contro una parete a gambe sollevate da un abominio alato, decisamente superdotato. E avanti così, per diversi minuti, fino a trasformare il culo di Lui in un buco nero, totalmente violato da quella bestia. Il finale è scontato, un fiotto di sperma oscuro che inonda l'intestino del ragazzo. Dite che è finita qui? No. Nel momento in cui la bestia schiocca le dita, subito dopo essere venuto, è lo Sperma stesso a risalire il corpo di lui, percorrendo il tragitto inverso fino ad uscirgli dalla bocca. E stiamo parlando di un litro di sperma che il 'povero' Lui si ritrova a vomitare sul petto dell'Abominio.
Stava parlando? .. Sì, era la bestia. Una voce forte e terribile, tuttavia interrotta da un colpo di fucile. Un possente fucile, un calibro 12. Bang. In testa. Ed il mostro cade di lato, trascinandosi dietro Lui e liberandolo, fortunatamente, dal palo di carne immonda che gli balenava nel culo. > domanda una voce femminile, dall'altro capo della stanza.

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