Amici di calcetto e non solo

Scritto da , il 2016-07-11, genere trio

In , del 10 febbraio 2016, ho raccontato la storia con mia cugina Vanessa. Vi consiglio di leggerla per conoscere me, Maurizio, 41 anni, separato e un gran cazzo di 23 cm. Non è del mio rapporto con mia cugina che voglio parlarvi, con la quale devo dire comunque, che siamo diventati amanti e ogni volta che le è possibile mi viene a trovare a casa. Dobbiamo stare molto attenti perché, se per caso, si venisse a sapere una cosa del genere in famiglia succederebbe la fine del mondo. Vi ricordo che siamo figli di fratelli e sorelle. Ma lei mi dice che ormai si è abituata col mio cazzo e quello di suo marito non le fa più nemmeno il solletico. Devo stare molto attento io perché, oltre a venirmi a trovare lei, qualche collega e qualche amica non disdegnano di sollazzarsi col mio cazzo. E poi un'altra storia della quale, nel precedente racconto, ne ho descritto l'approccio che qui voglio riportare. Prima però voglio parlarvi di lei, Alba, e di lui, Mirco. Con lui siamo solo amici di calcetto. E' lui che ogni giovedì organizza la partitella raggruppando 12-13 giocatori, fra i quali io, e prenota il campetto. E', nonostante i suoi 56 anni, un tipo atletico frequentando anche, insieme alla moglie, la palestra. Ha una grande stima di me. Lei, Alba, è una gran bella donna di 53 anni: castana con capelli lunghi, occhi di un castano chiaro, in viso qualche ruga, come una donna della sua età, ma tutto sommato giovanile grazie anche ad un sorriso che mette in evidenza una perfetta dentatura e due labbra carnose e sensuali. Ma quello che più colpisce di lei è il suo corpo. E' sempre ben vestita con abiti che mettono in risalto un corpo, non esagero affatto, di una 40 enne: un bel paio di tette, ventre piatto, un bel fondo schiena e un gran bel paio di gambe. Nella nostra cittadina non si sono mai sentiti pettegolezzi su di lei. Infatti, come saprò dopo, non aveva mai tradito suo marito. Non hanno avuto figli. Eravamo solo conoscenti e tra di noi c'era stato solo il semplice saluto, dandoci, fra l'altro, del lei. Dunque, come anticipato nel mio primo racconto, un giovedì sera, come al solito, dopo aver fatto la doccia a fine partita, uscendo dal piccolo impianto sportivo, me la ritrovai davanti. La salutai, ricambiò e mi chiese del marito. Le dissi che aveva finito di fare la doccia e che si stava vestendo. Lei era venuta a prenderlo in quanto quella sera lui non aveva la macchina. Stavo per risalutarla per andare via quando tutta rossa, imbarazzata e quasi intimidita disse: "Lo so che ce l'hai bello grosso! Mio marito me l'ha detto" "Vero?" risposi più che sorpreso. "Mi ha detto che quando fate la doccia tutti insieme il tuo è il più grosso di tutti" Come mai ti dice queste cose?" "Niente, così. Tanto per parlare. Dice che è impressionante" "Sei curiosa?" "No. Così. Insomma" rispose ancora più rossa. "Vuol dire che qualche volta......"- Non mi fece nemmeno finire quello che volevo dire che lei riprese: "Il prossimo giovedì sera per forza devi giocare?" "Perché?"- Insomma, mi diede appuntamento a casa sua mentre suo marito giocava. Io con una scusa qualsiasi non sarei dovuto andare a giocare. Se lei si era sbilanciata così tanto perché io non dovevo essere esplicito? "Vuoi scopare?" le chiesi. Adesso era più rossa del peperoncino e mi guardava mortificata senza parlare. "Guarda che ti vengo a trovare sul serio! mi dispiace di fare una parte del genere a Mirco ma se tu sei proprio curiosa e insisti......"- Proprio in quel momento uscivano altri che avevano giocato con me, fra i quali Mirco, per cui la salutai e lei sottovoce mi disse: "Ti aspetto"- Non ci potevo credere. A solo pensare lei e di come era andata tutta la faccenda, non riuscivo a fare stare tranquilli i miei 23 cm di cazzo. Fortunatamente sabato mattina mi venne a trovare mia cugina Vanessa, lunedì pomeriggio una mia collega ed ebbi la possibilità di sfogarmi con queste due troie. Giovedì mattina, giorno della partita, telefonai a Mirco e gli comunicai che quella sra non potevo essere della partita per impegni di famiglia. Mi disse che gli dispiaceva e che sarebbe stato per la prossima settimana. Cono scendo bene gli orari, quando mi avviai verso casa sua, ero sicuro che Mirco fosse già andato via. Non so se mi vide arrivare, il fatto sta che quando suonai al citofono non rispose, aprì direttamente il portone. Quando arrivai al piano e uscii dall'ascensore la porta di casa era socchiusa e appena sentì il rumore della porta dell'ascensore che si richiudeva, aprì e, imbarazzata e tutta rossa, mi fece entrare. Richiuse la porta. "Ciao" le dissi. "Ciao" rispose. La presi dalle braccia nude: indossava un abitino leggero di colore avano a tubino, con maniche corte, a giro collo, abbottonato sul davanti per tutta la lunghezza. Si allontanò di mezzo passo. "Lo so cosa pensi di me ma non è così" disse guardandomi mortificata. "Cioè" "Che sono....Non l'ho mai fatto, non sono mai stata con altri, solo con mio marito". Mi avvicinai a lei, quasi appoggiata al muro, e questa volta la presi per i fianchi. Si, credetti a quello che mi aveva detto: in viso era tesa, rossa, mortificata e con un sorrisino di vergogna. Cercai di baciarla e si scansò agitando leggermente la faccia. L'appoggiai al muro tenendola bloccata col mio corpo, portai la mani sul suo volto tenendolo fermo e le mie labbra furono sulle sue. Le assaggiai: polpose, morbide, umide e saporite. Bacietti e glieli mordicchiai e subito rispose anche lei con bacetti e il suo respiro faceva pesante. Le liberai il volto e incominciai a palparla iniziando dai seni. Cercò di scostarmi le mani ma le ficcai la lingua in bocca, presi le sue braccia, feci un passo indietro trascinandola con me e gliele ripiegai dietro la schiena facendo aderire il suo carpo al mio. Mentre assaporava la mia lingua succhiandola, col suo respiro sempre più affannoso, si gustava il mio cazzo, ormai duro come il marmo, sul ventre. Lasciai le sue braccia e andai giù a palparle il culo stringendola più forte a me mentre le nostre lingue si intrecciavano vorticosamente e poi risucchiai la sua nella mia bocca. "Mmmmm!" Le sollevai il vestito da dietro accarezzandole le cosce e poi intrufolai la mani dentro le mutandine. Si staccò dalla mia bocca e mi guardò ansimante. resi a roteare il bacino sul suo ventre. "Lo senti? "Mmm" rispose arrossendo, "Sei ancora curiosa?" "Mmmm". Presi la sua mano destra, mi distaccai e la portai sulla mia patta. Me lo palpò mentre ci fissavamo intensamente fino a quando presi a leccare le sue labbra e poi lei, uscendo la lingua, a leccarci reciprocamente. Eravamo ancora nell'ingresso. Mentre lei continuava a tastare il mio cazzo presi a sbottonarle il vestito incominciando da sopra. Le aprii la parte superiore del vestito e le palpai le tette; si vergognava ma andai avanti facendole scivolare il vestito e le spalline del reggiseno. Istintivamente abbandono il cazzo per coprirsi le tette; mi liberai della giacca, mi slacciai la cintura dei pantaloni; aprii i rimanenti bottoni del suo vestito e mi ritrovai davanti agli occhi un gran bel pezzo di fica che non dimostrava affatto gli anni che aveva. Le spostai le mani, presi a leccare le tette mordicchiandole i capezzoli turgidi e nel frattempo le dissi: "Non eri curiosa?" Capì perfettamente a cosa mi riferivo: mentre gemeva riportò le mani sulla patta, abbassò la cerniera e intrufolò la mano destra negli slip dove il mio cazzo ormai stentava a stare. Lo prese in mano senza poterlo ammirare perché celato alla sua vista dalla mia tasta china sulle sue tette. "Mmmmmm! Aveva ragione mio marito!" Mi spostai abbandonando le sue tette, sfilandomi la camicia e la maglietta intima e tirando giù, a metà coscia, pantaloni e slip. Adesso poteva ammirarlo in tutta la sua maestosità. Ammirava vogliosa e quasi incredula segandolo lentamente con entrambe le mani. Portai la mano destra dentro le sue mutandine giocando per qualche secondo con la peluria mentre con la mano sinistra, lentamente, glieli tirai giù fino alle ginocchia. Aveva il viso e lo sguardo tra lo stupore, la voglia , l'imbarazzo e la vergogna. Era un lago di umori. "Ahaaaa. Ahaaaaaa" gemette quando le sfiorai il clitoride. "Siiii. Siiii" sussurrò quando due dita scivolarono dentro di lei. Glieli sfilai e me li portai in bocca leccandoli. Mi guardò meravigliata come per dirmi ; poi cercai di ficcarle la lingua in bocca e fece no col capo. "Sei gustosissima" le dissi; sorrise e questa volta accolse la mia lingua succhiandola. Tutto questo mentre continuava a manipolare il mio cazzo. Le sfilai completamente il vestito, abbassai ancora le mutandine e lei si sfilò il tutto con i piedi; la presi per i fianchi e la tirai su a cavalcioni sul mio cazzo con le sue gambe attorcigliate ai miei fianchi e le sue braccia al mio collo. "Ohoooooo!" gemette sentendoselo sbattere fra le cosce, nella fica e fra le chiappe. "Dove possiamo stare più comodi?" "Ultima porta a sinistra disse col fiato grosso. Ci avviammo così come eravamo lungo il corridoio. Il letto era pronto e l'adagiai sopra, quindi mi sfilai pantaloni e slip. Volevo leccarla ma disse: "No, vieni su". mi tirai su e mi ritrovai sopra di lei fra le sua cosce. Ci baciammo. "lo voglio dentro subito" "Sei impaziente?" "Siii" disse cercando di passare il braccio fra i nostri due corpi. Lo prese e lo indirizzò nella fica; un colpo e "Ahiiii! Piano". Un altro colpo e "Ahaaaaa! Siiiii! Uhuuuuuu che grossoooo!" gridò. "Siiii, mi piaceee!" sussurrò cercando di muovere il bacino sotto il mio peso. Allentai il mio peso facendo leva sulle ginocchia e mi adattai al suo ritmo; ad ogno imbatto era un gemito e pian piano il suo ritmo era sempre più celere ed il mi adeguavo. Eravamo a contatto di labbra e sentivo il suo fiatone; di tanto in tanto le nostre lingue si intrecciavano, finché prese ad agitarsi più freneticamente. "Sii, siiiii! Uhuuuuuuuuu!" gridò avvinghiando le gambe dietro la mia schiena. "Vieni, vieni. Sei affamata?" "Uhuuuuu! Siiii, godooooooooo" grido sobbalzando ed io, avvinghiati come eravamo, insieme a lei. "Che belooooo! Ancoraaaa" disse distendendo le gambe e muovendosi ancora lentamente. "Ti piace ancora?" "Sii" "Te lo gusti?" "Mmmmm" sussurrò mentre ci baciavamo. Mi rigirai e andai, sempre sopra di lei, con la lingua fra le sue cosce leccando i suoi umori e, contemporaneamente, mi posizionai con le ginocchia ai lati del suo capo e il cazzo sulla sua faccia. Riprese a manipolarlo palpandomi pure le palle. Fino a quando presi a leccarla a dovere, giocando col clitoride, ficcandole le lingua dentro e lambendo anche l'ano. Riprese a gemere e a muoversi; ad un certo punto sentii la mia cappella dentro la sua bocca, poi me lo sentii leccare tutto e poi di nuovo la cappella in bocca. Intanto dal suo agitarsi e dai suoi gemiti capii che stava per avere il secondo orgasmo. Infatti, agitando forte il bacino e succhiandomelo, godette ancora. Ci rigirammo e mi cavalcò ficcandoselo ancora nella fica. Stava ritta ed io le strizzavo i capezzoli. Ansimava e di tanto in tanto, cavalcando, si chinava, curiosa, per vedere come quel gran cazzo le potesse entrare tutto. Ebbe ancora un orgasmo e poi, quando io le dissi che non resistevo più, se lo sfilò e stando ancora a cavalcioni, ma sulle mie cosce, prese a segarmi velocemente. "Ti voglio vedere venire così" disse gioendo nel segare un cazzo di 23 cm che a stento riusciva ad impugnare. Venni schizzando potentemente e lei sorrideva contenta di farmi godere.. "Il prossimo giovedì?" "No, il prossimo giovedì gioco a calcetto. E poi non vorrai mettere qualche pulce in testa a Mirco!". Le proposi di venirmi a trovare a casa. Ebbe delle perplessità. La rassicurai sulla massima sicurezza e poi, chiedendomi dove abitassi, mi disse che mi avrebbe fatto sapere. ci scambiammo i numeri di cellulare. Mi fece sapere e dalla settimana successiva incominciò a venirmi a trovare a casa. Naturalmente prima avvisandomi. Già la seconda volta le sborrai in bocca e la terza volta le sfondai il culo ancora vergine. Insomma la disinibii completamente fino a quando, dopo un paio di mesi, un giovedì sera, dopo la solita partita di calcetto, Mirco mi chiese: "Che impegni hai?" "Nessuno. Vado a casa" "Perché allora non vieni a cena da me?". Restai spiazzato. "Dai che Alba ha preparato delle spigole a forno. Vedrai che è anche una brava cuoca". Ammesso che poteva essere pure normale, quel

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