La mia versione dei fatti

di
genere
orge

Non ho cercato altre storie d’amore o altri sentimenti o altro del genere. Anzi non ho cercato niente. Solo che è capitato di ricevere le avances neanche troppo velate da una persona che non posso negarlo ha una certa carica sessuale, in un periodo in cui senza dubbio avevo bisogno di svago, di qualcosa di diverso. Non ho niente di cui lamentarmi, sono innamorata, sto bene e sono felice della mia vita. Ma ogni tanto mi prende voglia di fare qualcosa di strano. A volte questa voglia la posso condividere e lo faccio volentieri. Questa volta non ho potuto e ho ceduto alle avances di Emanuele.
E’ uno con cui ho conosciuto per via del mio impegno sociale, ma con cui ho anche avuto modo di lavorare alcune volte, lui è un geometra. Ho cominciato a uscirci a gennaio, nelle serate in cui sono rimasta sola perchè uscivi con gli amici. Siamo sempre stati sinceri tra noi, abbiamo messo in chiaro fin da subito che si tratta solo di divertimento, e così è stato. Lui ha impostato il nostro gioco sulla trasgressione, e io gli sono andata dietro, un po’ divertita e un po’ incuriosita da questo nuovo gioco. D’altra parte, se non fosse stato così, sarebbe stato un vero tradimento, o altro. Invece abbiamo solo giocato a trasgredire, e lui a ogni appuntamento ha inventato un giochino nuovo, fino a venerdi scorso. Quando mi ha mandato un sms dicendomi che voleva fare un gioco nuovo, che voleva farmi prendere “tanto cazzo”. Io non ho capito cosa intendesse, gli ho chiesto spiegazioni ma non me le ha date, mi ha solo detto di vestirmi in maniera adeguata a una serata particolare. Come ogni volta mi sono divertita a scegliere l’abbigliamento giusto tirando fuori dai cassetti tutte le cosine più sexy per decidere cosa mettermi. Inizialmente avevo scelto la gonna rossa e il golfino nero traforato da mettere sopra al completino velato nero e giallo a fiori e alle autoreggenti color carne. Poi ho cambiato idea, visto che lui aveva parlato di serata particolarmente trasgressiva ho deciso di essere io stessa più trasgressiva del solito, e mi sono messa il completino rosso-nero di pizzo con il reggicalze, le calze nere e gli stivali. E sopra anziche mettermi gonne o altro mi sono messa solo il mio impermiabilino di jeans. Un po’ a rischio di essere notata da chiunque, ma l’idea mi è piaciuta. Sono andata all’appuntamento con lui al solito posto di sempre, il parcheggio prima dell’autostrada. Siamo andati a bere al pub, il preliminare solito di sempre. Lui ha insistito più e più volte perché mi aprissi il cappotto lì al pub, io mi sono negata. Mi ha detto che se non gli facevo vedere cosa avevo sotto la serata sarebbe finita lì. Allora sono andata in bagno, e quando sono tornata fuori mi sono guardata un attimo intorno, ho attirato la sua attenzione e ho aperto il cappotto per un attimo. Lui a riso, poi però mi ha detto che ero perfetta per quello che aveva in mente. Siamo usciti dal locale, io ormai curiosissima. Non posso negare che ero anche eccitata. Saliamo nella sua auto, mentre guida allunga la mano sulla mia coscia, comincia come ormai so che a lui piace fare a scaldare l’ambiente chiamandomi troia, chiedendomi se ho voglia di cazzo e altre cose così. Io sto al gioco, mentre lui mi infila la mano libera dentro le mutandine e inizia a stuzzicarmi. Anche io allungo la mano e gli sbottono i pantaloni, ma lui mi ferma e mi dice che ancora non è il momento. Mi lascio toccare mentre guida, poi si ferma con l’auto in un vialetto di un giardino. A quel punto apre i finestrini e mi dice senza mezzi termini che “è il momento di svolgere il mio compito da troia e di succhiargli il cazzo”. E’ una cosa che mi aveva già fatto fare un’altra volta, ma in un altro posto, al parcheggio dove ci incontriamo, vicino al baracchino dei panino con la gente che passava e si affacciava a guardare. Stavolta è tutto deserto, e lo faccio molto più volentieri. Dopo un po’ mi tira su la testa e mi dice che è il mio turno di bagnarmi. A dire il vero sono già bagnata, lui viene dalla mia parte aprendomi lo sportello e mi lecca usando anche le dita. Mi fa andare nei matti, la sua lingua guizza profondamente nella mia fica mentre mi tiene le gambe spalancate, io sono sempre più eccitata e bagnata. Poi si rialza, io mi tiro su a sedere e riprendo a fare quello che facevo prima con la mia bocca sul suo cazzo. A quel punto ce l’ha grosso e duro, io sono eccitatissima e vorrei che mi scopasse, glielo dico ma lui mi risponde che ancora non è il momento e che vuole decidere lui come farlo. Poi prende una sciarpetta nera tipo pashmina e me la lega sugli occhi. Io gli chiedo ridendo che vuole fare ma lui non risponde, dice solo che sarà un bel gioco. Mi fa alzare e mi toglie l’impermiabile di jeans, lasciandomi in reggiseno mutandine e calze. L’aria è fresca ma non fredda e sicuramente anche l’eccitazione non mi fa sentire il freddo. Mi prende per mano e mi porta più avanti, allontanandosi dall’auto. La penombra e la sciarpetta sugli occhi mi fanno vedere molto poco, intravedo una panchina a mala pena. Mi ci fa inginocchiare sopra e mi fa chinare in avanti e mi sfila le mutandine, e poi sento di nuovo la sua lingua, e poi anche le sue dita. Sento la sua lingua sul mio clitoride, poi dentro la vagina, che si alterna alle sue dita, poi la sento sull’ano. Me lo lecca, sento la punta della lingua che spinge, poi sento le sue dita che mi penetrano contemporaneamente sopra e sotto. Ogni tanto si interrompe, ma poi riprende quasi subito, io sono oramai un lago. A un certo punto sento dei rumori, dietro, e poco dopo sento una mano toccarmi la schiena, mi rendo conto allarmata che non è la sua, faccio per voltarmi ma lui mi trattiene, mi dice di stare tranquilla ma mi ricorda anche che mi aveva già detto che quella sera voleva farmi prendere “tanto cazzo”. A quel punto il suo gioco mi è chiaro, vuole farmi scopare da qualcun altro, ma mi accorgo che le mani che mi stanno toccando il sedere la schiena e il seno sono ben più di due. Sento dita nuove dentro la vagina, altre mani che mi carezzano, dal poco che traspare dalla sciarpetta sugli occhi intravedo qualcuno davanti a me e un attimo dopo sento un cazzo premermi sulle labbra. Ormai devo stare al gioco e mi concedo, succhio quel cazzo mentre mani mi toccano, dita mi penetrano, comincio a non capirci più niente, cerco di guardare ma ogni volta che tento di togliermi la benda qualcuno me la stringe di nuovo sugli occhi. Sto al gioco, i cazzi che mi si presentano davanti sono due, forse tre, non riesco a capirlo né a vederlo, sento solo che me li fanno prendere in bocca alternandosi. Sento che dietro parlano e ridono ma non faccio caso a quello che dicono. Sento qualcosa di ben più grosso di un dito spingere nel sedere, ho la bocca piena e non posso dire niente, continuo a fare quello che mi chiedono, aprendo la bocca per accogliere ora questo ora quello, mentre qualcuno che non so chi mi sta scopando nel sedere da dietro. I minuti volano, io non ci capisco più niente, sento che l’uomo dietro di me gode, sento i suoi schizzi sulla schiena, un altro prende il suo posto, anche questo mi scopa forte fino a venirmi sulla schiena. Sento uno che mi dice che mi chiama troia e che mi farà qualcosa di diverso; il suo cazzo è più grosso degli altri due, ma è meno irruento, lo sento entrarmi sempre più dentro via via che mi incula. Davanti a me intravedo qualcuno che mi si presenta davanti, mi dice di leccarglielo, io lo faccio. Riconosco il sapore acido dello sperma sul suo pene, mischiato a un altro sapore che capisco essere mio; è una cosa che mi avrebbe fatto schifo in altri momenti, ma adesso mi va bene. Di nuovo mi ritrovo a ciucciare due cazzi alternativamente. Sento le voci degli uomini attorno a me che parlano, alcuni mi insultano, altri commentano. Non capisco davvero nulla, sono almeno 4 oltre a Emanuele, ma dalle voci credo siano di più. Il grosso cazzo mi esplode nelle viscere, sentirlo godere dentro mi fa sussultare violentemente, lui mi insulta mentre mi viene dentro, il suo orgasmo è particolarmente lungo. Lo sento alzarsi dietro di me, e ancora un altro prende il suo posto, ma il cazzo non è grosso come il precedente, siamo a quattro, più o meno quelli che ho contato dalle voci. Riesco a buttare un occhiata indietro, da sotto la mia benda: ci sono le gambe di due uomini in piedi, vicino alla panchina. Tre li intravedo davanti a me, ma soprattutto li sento, dato che si alternano a farsi fare pompini da me, il terzo arrivato è quello grosso, che non ostante sia appena venuto ha ancora il coso piuttosto grosso e duro. Quindi ne ha portati cinque, non quattro. O forse no, ormai ho perso il conto, mi sento sborrare dentro di nuovo, e subito dopo sento un altro cazzo entrare. Mi sento come l’oggetto di un gioco tipo roulette. Anche questo mi sborra dentro per poi lasciare il posto a un altro, il quale, a differenza degli altri, non dice una parola mentre mi scopa. Penso che sia Emanuele. , ma poi sento la sua voce davanti a me, che dice di stare attenti a evitare che io non perda la sciarpa sugli occhi, infatti sento che me la stringono di nuovo bene. Anche questo mi viene dentro, dopodichè ho finalmente un attimo di pausa ma solo dietro di me. Capisco infatti che sono tutti davanti a me adesso, ogni tanto una mano sulla mia testa sposta la mia attenzione da un cazzo a un altro, ma non mi danno tregua. Poi sento la sua voce che propone a tutti di scoparmi di nuovo, io allora chiedo di essere scopata tradizionalmente perchè sono ormai eccitatissima e voglio godere, ma lui mi risponde che oggi non posso decidere nulla, sento che mi prende per i polsi e mi fa alzare in piedi, meno male perché ho le ginocchia indolenzite. Sempre tenendomi per i polsi mi fa sdraiare all’indietro, a terra. Uno mi prende le caviglie, mi alza le gambe e me le divarica, sento il suo cazzo che spinge nuovamente sul mio ano e vi penetra senza problemi. Mi rassegno all’idea che mi inculeranno di nuovo, ma almeno, da quella posizione, filtra più luce dalla benda che mi tappa gli occhi, e anche da sotto vedo qualcosa in più. Il tipo che è sopra di me ha un cappellino da sole con la tesa ma non riesco a vedere bene il viso, dice un sacco di volgarità ma da come parla non è toscano. Non faccio a tempo ad abituarmi a quella nuova posizione e al fatto che posso vedere qualcosa, che vedo di nuovo un cazzo davanti al mio naso. Me lo sento spingere in bocca senza troppi complimenti. Sono praticamente immobilizzata, dopo alcuni minuti di quel trattamento mi vengono entrambi addosso, e subito sento altri due prendere il loro posto. Me ne dicono di tutti i colori, ma ormai tutto è fuori controllo. Sento i loro schizzi sul mio viso, sul collo, sul seno. Finalmente sento la voce di Emanuele che mi invita ad alzarmi, mi guida di nuovo per i polsi, mi fa sdraiare di nuovo ma stavolta su una panca. Mi fa divaricare le gambe e mi penetra, stavolta in fica. Mi scopa come un forsennato, poi si alza e mi dice di aprire la bocca. Sento il suo sperma colarmi in gola, lui mi tiene per la nuca mentre spara i suoi ultimi colpi nella mia bocca. Mi dice di leccare bene, che non vuole che io perda nemmeno una goccia. Finalmente rimaniamo soli. Io frastornatissima mi tolgo la benda dagli occhi e risalgo in auto, lui mi accompagna alla mia macchina, provo a chiedergli chi erano quegli uomini, ma lui mi risponde che me lo dirà a tempo debito. Il giorno dopo con un messaggino mi dice che tra quegli uomini c’erano anche persone che forse conosco. Poi è successo quel che è successo e non ci sono più uscita insieme.
di
scritto il
2016-06-07
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