Martina

Scritto da , il 2016-03-10, genere scambio di coppia

“Mmmm, succhialo tutto, sììì, mmmmm… sto per venire”
Martina continua senza sosta il pompino che mi sta facendo. Succhia, muove frenetica la mano su e giù per l’asta, lecca la cappella e ricomincia a succhiare.
E pensare che fino a poche ore fa ci eravamo sentiti e visti solo attraverso il monitor di un computer. Sì, perché Martina l’avevo conosciuta su un forum particolare. Un forum per coppie cuckold, cioè dove il lui di una coppia si eccita a vedere o sapere che la propria moglie sta scopando con un altro.
Era qualche tempo che giravo nel sito per sbirciare le peripezie delle coppie iscritte. C’era quella che cambiava partner ad ogni incontro, quella che aveva l’amante fisso da una vita e quella che lo teneva per qualche tempo e poi lo cambiava. E poi c’era un certo Ugo, cuckold virtuale. Gli piaceva l’idea di vedere la moglie con un altro, ma non aveva mai avuto il coraggio di farlo veramente. Si accontentava di fotografarla in pose sexy in giro per la casa. Lei cosciente del gioco e di dove finivano le foto. Ugo diceva agli utenti che Martina, la moglie, si eccitava leggendo i loro commenti. Così cominciai anche io a commentare le foto della signora. Ricordo foto di Martina in intimo bianco coordinato, lasciva sul divano. Foto di lei con un catsuit nero che lasciava in bella vista un folto cespuglio di riccioli neri all’altezza del pube. Un’altra serie di foto mostrava la signora in intimo color albicocca, con perizoma e reggiseno da cui facevano capolino enormi capezzoli turgidi. Tutte le foto erano censurate per quanto riguarda il viso. Si vedevano solo lunghi capelli neri e naturalmente il corpo lussurioso, in forma ma morbido. Tipico della signora verso i cinquanta.
Con il passare dei mesi il gioco tra Ugo e noi semplici utenti e bull speranzosi si faceva sempre più spinto. Cominciarono ad apparire foto di Ugo che scopava Martina. E un giorno apparve un nuovo utente, era Martina stessa che aveva deciso di partecipare alla discussione. Ci raccontava cosa avrebbe fatto nel caso si fossero decisi a fare il grande passo. Fu in quel periodo che cominciai a chattare con lei. Prima attraverso lo strumento messo a disposizione dal forum. Poi attraverso un programma di chat istantanea esterno. Martina era una donna calda, sensuale e sapeva cosa le piaceva. Nelle nostre chat mi raccontava come le sarebbe piaciuto essere posseduta da un altro, con Ugo presente. Io le raccontavo le mie fantasie. Lei mi rispondeva inviandomi foto e video, non censurati. Aveva un viso innocente, ma lo sguardo da vera amante del sesso. Un giorno mi stupì mandandomi un video di lei che si masturbava con un dildo viola. Senza che gliel’avessi chiesto. Proposi allora di depilarsi completamente, per me. Lo fece e mi mandò il video di Ugo che la depilava, lei a pecorina appoggiata al lavandino e lui dietro che eliminava i sui folti riccioli neri.
Le chiesi allora di scoparsi con il dildo il culetto vergine. All’inizio mi prese in giro e mi disse di scordarmelo. Poi mi arrivò una mail con un video. Lo aprii e vidi Martina stesa sul letto a gambe aperte, la fica accuratamente depilata. Guardava in camera e diceva: “Questo è per te, Andrea”.
Succhiava il fallo di gomma. Lo passava sul clitoride. Lo infilava nella fica già bagnatissima. Una, due, tre volte. Poi lo toglieva. Lo leccava nuovamente guardando l’obiettivo della telecamera. Lo appoggiava allo sfintere. Spingeva piano. La cappella del dildo si faceva strada dentro di lei. L’inquadratura si stringeva sul culo che accoglieva il fallo. Piano piano entrava tutto. Con la mano libera cominciava a masturbarsi la fica. Nel silenzio della sua camera da letto si sentiva distintamente quanto era bagnata. Un minuto dopo veniva urlando il suo piacere verso di me. Il dildo viola usciva lentamente dal culo e finiva nella bocca ingorda di Martina.
“Un giorno toccherà a te, ahahahaha”.
Appena arrivato il file la cercai subito in chat. C’era. Le dissi che non vedevo l’ora di sostituirmi al suo dildo. Mi disse che anche lei voleva incontrarmi. E aggiunse che Ugo era ormai convinto.
Passarono giorni di organizzazione e finalmente oggi è arrivato il momento dell’incontro. In una cittadina a metà strada tra la mia e la loro. Sicuramente per un aperitivo, poi chissà. Ma non mi faccio illusioni.
L’appuntamento è per le diciannove di fronte a un bar poco fuori la città. Arrivo con leggero anticipo, parcheggio e guardo verso l’ingresso del bar. Non vedo nessuno che assomigli a Martina e Ugo. Alle diciannove scendo dalla macchina e mi metto in attesa in piedi di fianco allo sportello. Pochi minuti e vedo arrivare la loro macchina. È rossa, la guida un signore sui cinquanta con baffi e al suo fianco c’è un’avvenente signora più o meno della stessa età. Capelli corvini acconciati con due bei codini, viso dolce. Non mi posso sbagliare, sono loro. Ho il cuore in gola. Dopo mesi sto per incontrare la mia prima coppia cuckold.
La macchina si ferma di fianco alla mia. Il lato passeggero dove sono fermo io. Martina mi squadra da dentro l’automobile. Le apro lo sportello. Indossa un abito corto, nero. Le lunghe gambe abbronzate, che ho conosciuto così bene virtualmente, in bella mostra. Ai piedi porta scarpe nere con un vertiginoso tacco a punta. La scollatura è generosa, non si fa fatica ad immaginare quanto siano piacevoli le sue tette. Un girocollo a fascetta nera con una piccola perla come pendaglio le adorna il collo, gli orecchini coordinati incorniciano il suo viso sorridente, ma un po’ teso. Scende. Dall’altra parte sbuca la testa brizzolata di Ugo.
“Ciao Andrea” mi fa Martina “ti piacciono i codini che mi hai chiesto?”
“Ciao tesoro” e ci scambiamo due casti baci sulle guance. Il cuore batte forte “eccome se mi piacciono”
“Finalmente Andrea” mi saluta Ugo allungando una mano. Gliela stringo. Non ha una presa forte, gli sudano un po’ le mani. Ma quello anche a me.
Ci guardiamo l’un l’altro. Fino al giorno prima eravamo immagini digitali e ora siamo qui, tutti e tre in carne ossa.
Dopo i classici convenevoli decidiamo di entrare nel locale per prendere un aperitivo. Ci sediamo ad un tavolino un po’ appartato e cominciamo a chiacchierare del più e del meno, tanto per rompere il ghiaccio. Piano piano il discorso vira sui nostri incontri virtuali. Su quanto tempo sia passato e su cosa abbiamo combinato con quei computer. L’eccitazione sale di pari passo con la piccantezza dei discorsi.
“Quindi hai seguito il mio suggerimento per l’intimo?” le chiedo.
“Non ricordo, magari lo scoprirai più tardi” mi risponde sorniona.
Ugo pare ridere sotto i baffi. Anche lui è emozionato, forse un po’ imbarazzato. Per la prima volta concederà la moglie a un altro.
“Ah, quindi ci sarà un ‘più tardi’?”
“Credo proprio di sì” fa lei guardando Ugo che con un piccolo cenno della testa da il suo benestare.
“Ho prenotato una stanza al motel qui di fianco” confessa Ugo “tanto ero sicuro che l’alchimia ci sarebbe stata”
“E allora cosa aspettiamo?” chiede Martina “Andiamo”
La camera ha un ingresso indipendente, fuori da occhi indiscreti. Ugo arriva con la chiave presa alla reception, apre la porta e fa strada.
È una grande stanza, luminosa. Dalla finestra schermata da tende chiare entra la luce diretta del sole che sta tramontando. Un lettone bianco occupa una buona parte della stanza. Di fronte due poltrone rosse con in mezzo uno specchio che va dal pavimento al soffitto.
Martina si butta sul lettone.
“Che comodooooo” ci fa sapere.
Poi si mette seduta e con la mano picchietta il materasso per invitarci a sedere di fianco a lei. Io e Ugo ci guardiamo. Sono io che devo andare a sedermi di fianco a lei. Ugo si accomoda su una delle poltrone di fronte al letto.
Senza dire nulla avvicino la mia bocca a quella di Martina. Le bocche si incontrano, si schiudono. Le lingue guizzano a cercarsi. Si trovano. Si intrecciano. Sento il cazzo che si indurisce. E sento Ugo che prepara la macchina fotografica. Il piccolo prezzo da pagare per avere sua moglie.
Le nostre mani prima si sfiorano poi le mie cercano le cosce di Martina. Le sue cercano la patta dei miei pantaloni. Le sue gambe sono calde, lisce. Dal ginocchio risalgo. Mi intrufolo sotto l’orlo del vestito. Mi ferma. Mi fa alzare. Tutto in silenzio.
Sono davanti a lei, un po’ di lato per permettere a Ugo di vedere bene quello che sta succedendo. Con le abili mani Martina slaccia la cintura. Sbottona i pantaloni. Li abbassa. Tocca la protuberanza che spinge sul tessuto dei boxer. Mi guarda. Ugo scatta fotografie. Prende l’elastico dei boxer, lo allarga per permettere al cazzo di liberarsi in tutta la sua durezza. Lo prende con la mano destra. Libera lentamente la cappella rossa e lucida. Avvicina la bocca. La bacia. Una, due, tre volte. Con la punta della lingua la assaggia. Titilla in frenulo. Apre la bocca e assapora la cappella. Sento la sua lingua sull’asta. La guardo. Mi guarda. Lo inghiotte di più.
Sulla poltrona Ugo tiene la fotocamera con una mano mentre con l’altra si masturba piano.
Faccio alzare Martina. Ci baciamo. Sa di me. La faccio girare. Il mio cazzo contro la sua schiena. Mentre la bacio sul collo abbasso la zip del vestito. Non porta il reggiseno, come le avevo chiesto. Libero le sue spalle e lascio che il vestito cada a terra. Non porta nemmeno le mutandine.
“Visto? È così che mi volevi?” mi chiede.
“Sì, perché sei la mia troia”.
Ugo ci scatta altre fotografie.
Guardo Martina riflessa nello specchio. Le grandi tette sode con i capezzoli turgidi. È completamente depilata. Il piccolo solco della fica fa capolino tra le cosce. Il segno del costume fa capire che le piace prendere il sole in topless e con solo un perizoma a coprirla. Le strizzo le tette. Con la punta delle dita cerco i capezzoli. Strizzo i capezzoli. Intanto la bacio sul collo e la guardo nello specchio. Mentre con una mano le tengo un seno con l’altra scendo sul suo corpo, fino al ventre. D’istinto apre le gambe. La mia mano s’insinua. La sua fica è già bagnatissima. Un dito la penetra. Una mano le stringe il seno. Le mie labbra le baciano il collo. La masturbo piano. Ansima. Mi fermo prima che possa venire.
“Bastardo” mi apostrofa.
“Lo sai che il gioco lo comando io” replico.
La faccio sedere sul letto. Davanti allo specchio. Le gambe aperte.
Sono davanti a lei. La guardo. Anche Ugo la guarda e fa su e giù con la mano sul suo cazzo.
“Masturbati” le ordino “ma piano, non devi venire”
Martina muove piano la mano destra sulla fica rasata. Titilla il clito. Poi si penetra con il dito medio.
“Usa tre dita”
Obbediente infila l’indice e l’anulare a far compagnia al medio.
Salgo sul letto, mi metto dietro di lei. Ci guardiamo nello specchio. Mi siedo dietro di lei. La mia mano destra sfiora il suo braccio. Raggiungo la sua mano che sta ancora giocando con la fica. La fermo. Appoggio la mia mano sulla sua. Spingo il mio dito medio sul suo e insieme entriamo nella fica sempre più bagnata. Le nostre dita si intrecciano nella tana umida. Martina gira la testa e ci baciamo. Le lingue fanno come le dita. Si inseguono. Si incontrano. Si intrecciano.
Non resiste oltre. Si stacca dalla mia bocca e con un urlo soffocato viene.
“Aaahhhhhh, sììììììì, sììììììì”
Stringe le cosce mentre urla piano.
“Lasciati andare, non ci sente nessuno” le sussurro.
Ugo scatta foto come un forsennato. Ma si masturba piano.
Appena Martina si è ripresa si libera dal mio abbraccio, si alza e mi spinge sul letto. Mi monta sopra. Prende in mano il cazzo e se lo infila. Mi cavalca piano.
“Ora non mi scappi” mi minaccia.
“Ah ah, non scappo no”
Piano sale e scende spingendosi con i glutei. Dalla sua espressione si capisce che sta ritornando l’eccitazione iniziale. La lascio fare.
Dopo alcuni minuti, però, riprendo l’iniziativa. La giro sul letto. Mi metto tra le sue cosce. La punta della mia lingua cerca il clito. Lo trova, lo stuzzica, lo titilla. Con una mano le allargo la fica. La penetro con la lingua tesa. Lecco i suoi umori e li spingo verso il culetto. Il mio vero obiettivo. Lecco avido e la lubrifico ovunque. Provo a penetrarla analmente con un dito. Entra facilmente. Ne uso due. Nessun problema.
“L’hai preparata per bene” dico rivolto a Ugo.
“Ssssì, sì” mi risponde “come avevi chiesto”.
Quando penso che possa essere pronta la faccio alzare. E la faccio sedere sulla poltrona vicina a quella di Ugo. Il bacino appoggiato al bordo. Mi inginocchio davanti a lei. Ci guardiamo. Appoggio il cazzo alle sue labbra che si schiudono e lo accolgono senza resistenza. Due, tre, quattro colpi. Lo tiro fuori. Lo tengo per la base e lo avvicino allo sfintere.
“Sììì, dai, inculami” mi incita.
Non me lo faccio ripetere. La cappella rossa e lucida spinge sul culo. Entra piano, un po’ a fatica. Ma non si ferma, continua a entrare. Martina mi aiuta allargandosi le chiappe con la mano. Spingo ancora e la cappella è tutta dentro. Spingo ancora e ancora. L’asta è dentro per metà. Mi fermo e piano torno indietro. Non esco completamente e ricomincio a spingere in avanti. Martina stringe i denti, ma non mi ferma. Dopo pochi movimenti avanti e indietro il mio cazzo è completamente nel suo culo. Martina si rilassa. Inizio piano a pompare avanti e indietro regolarmente. Sempre più veloce.
Ugo scatta foto come un turista giapponese.
Sto scopando sua moglie, la mia amante virtuale, nel culo. Martina intanto si masturba la fica. Infila una, due e infine tre dita. Io la inculo sempre più veloce e lei si masturba al mio ritmo. Lo sciabordio dei suoi umori è incredibile. Colano dalla fica sul mio cazzo. Che li spinge nel culo. La sua espressione si fa tesa. Sta per venire.
“Dai vieni, troia” l’apostrofo.
“Sììì, sìììììì, sììììììììììììììììì” urla “Mmmmmmmmmm, sììììììì”
Rallento. Mi fermo. Il cazzo piantato dentro di lei.
Sento Ugo che si muove di fianco a noi. Si è venuto in mano.
Tiro fuori piano il cazzo. È rosso. Mi alzo. Ma non faccio in tempo a fare altre mosse perché Martina l’ha già preso in mano. Lo avvicina alla bocca.
“Tocca a te ora” e comincia a succhiarlo avida.
Pochi colpi e…
“Mmmm, succhialo tutto, sììì, mmmmm… sto per venire”
Martina continua senza sosta il pompino che mi sta facendo. Succhia, muove frenetica la mano su e giù per l’asta, lecca la cappella e ricomincia a succhiare.
Non resisto oltre.
“Vengo” l’avverto “Mmmmmmmm sììììììììì”
La guardo. La cappella bloccata nella sua bocca dalle sue labbra. Sento i fiotti di caldo nettare che schizzano fuori di me. Martina ingoia tutto, senza perdere uno schizzo. Quando ho finito apre la bocca, ma non molla l’asta. Muove la pelle piano in su e in giù. Fa uscire le ultime gocce di sperma e le lecca tutte.
“Wow” facciamo insieme.
Ugo scatta fotografie.

FINE

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