La mia ragazza ingannata scopa con il mio migliore amico

di
genere
trio

Elisa è una bella ragazza castana, capelli lunghi lisci, alta quasi 1,70 e con un fisico tonico. Una seconda scarsa di seno ma bello sodo e piacevole alla vista e al tatto. Tuttavia il pezzo forte sono sicuramente le gambe, lunghe e affusolate e il sedere perfetto esaltato dalla curvatura della parte bassa della schiena. Siamo insieme dai tempi del liceo ed ora, entrambi 25enni possiamo dire di conoscerci quasi alla perfezione.
Elisa è una ragazza piuttosto pudica dal punto di vista sessuale. Non contempla minimamente pratiche ricorrenti sui siti erotici, ad esempio il sesso anale, il sesso a tre, il cumshot, ecc e addirittura si infastidisce se accenno a parlare di questi argomenti.
Da qualche tempo, la mia fantasia più ricorrente era quella di vederla fare sesso con un altro uomo ma ovviamente non mi passava neanche per la testa l’idea di metterla in pratica, sia per la gelosia nei suoi confronti, sia perché mai e poi mai avrebbe accettato. Per questo motivo misi in un angolino le mie fantasie e continuammo con la nostra normale vita sessuale, comunque molto soddisfacente.
Una sera eravamo sul divano, cercando qualche trasmissione piacevole alla tv e lo zapping si fermò su un programma in cui delle coppie si sfidavano in vari giochi in cui bisognava dimostrare di conoscere alla perfezione il proprio partner, in termini di gusti, hobbies, caratteristiche fisiche ed ogni altra cosa possa denotare intesa tra due persone. Elisa si vantava di conoscermi molto meglio di quanto le coppie alla tv dimostrassero ed effettivamente era così: particolari dell’altro che per noi sembrava banale ed ovvio conoscere, pareva un mistero per i concorrenti del gioco.
Ciò sembrava eccitarla dal punto di vista sessuale, per cui decisi di sorbirmi tutte le altre puntate settimanali con l’idea di godermi del buon sesso post trasmissione.
Nella mia mente malata, sempre proiettata al sesso, balenavano domande del tipo: ma lei sarebbe in grado di riconoscere il mio cazzo da bendata? E se sempre da bendata la scopasse un altro uomo, lei si accorgerebbe della differenza?
Usando il pretesto della trasmissione le feci queste domande e lei, quasi offesa, mi rispose di si senza alcun dubbio. Io non ne ero molto convinto, mi sembrava una delle classiche situazioni in cui la risposta normale è “non lo so” ma tra fidanzati si mente per compiacere l’altro. In ogni caso, ero consapevole che non avrei mai potuto avere una risposta certa per cui mi misi il cuore in pace.
Passavano le settimane e più guardavamo il gioco, più mi eccitava l’idea di vederla alle prese con un altro cazzo e più mi convincevo che non era possibile accorgersi della differenza. Presi coraggio e decisi di organizzarle uno scherzetto la sera dell’ultima puntata. Ci misi un bel po’ per convincere Andrea, il nostro comune migliore amico. All’inizio si rifiutò seccamente ma dopo aver insistito parecchio e dopo averlo rassicurato che anche Elisa era attratta dall’idea e andava solo incoraggiata (piccola bugia a fin di bene) accettò.
Lo feci venire da noi per le 23, giusto alla fine del nostro appuntamento televisivo, lasciando aperta una porticina e dandogli istruzioni su quando e dove entrare e dove posizionarsi.
Come ogni settimana, una volta finito il programma, Elisa spense la tv e mi fece chiaramente capire di avere voglia di fare l’amore. Approfittando del suo momento di eccitazione le chiesi se era disposta a provare qualcosa di nuovo, ovvero di lasciarsi bendare gli occhi e legare i polsi tra loro.
Con mia sorpresa, la cosa sembrava stuzzicarla, per cui accettò pur raccomandandosi: “Non ti fare strane idee.. So che ti stai già facendo chissà quali viaggi mentali ma faremo l’amore come al solito”.
Stavo iniziando a tentennare, pensando al casino che avrei combinato se si fosse accorta della differenza. Tuttavia, dopo averla spogliata lasciandole indosso soltanto reggiseno e perizoma, la bendai e le legai i polsi. Vedendola in quello stato persi qualsiasi forma di autocontrollo e decisi che non mi sarei fermato, a costo di rovinare la nostra relazione.
Dopo averla distesa sul divano, le portai le mani (legate) sopra la testa. Lei piegò leggermente le gambe e inarcò la schiena. Sapeva di essere irresistibile, ancor di più quando si muoveva in quel modo.
Passai diversi minuti a baciarla su tutto il corpo ed accarezzarla ovunque. Volevo portarla al massimo dell’eccitazione. Mi soffermai molto sul collo, sulla pancia e sull’interno coscia, i suoi punti erogeni. Iniziò ad inarcare sempre più la schiena, premendo il monte di Venere contro il mio corpo. Era il segnale che non poteva più aspettare. Mi spogliai completamente e mi misi appena giù dal divano, appoggiandole l’uccello sulle labbra. Lo prese subito in bocca, succhiando avidamente la cappella. La posizione non era ottimale e faceva un certo sforzo a muovere il collo avanti e indietro per cui provai io ad aiutarla con dei leggeri movimenti del bacino. Con le mani le bloccai la testa e piano piano iniziai io ad infilare l’uccello nella sua bocca e a tirarlo fuori ripetutamente. Provai ad infilarlo sempre di più, aumentando di volta in volta la parte di uccello che spariva tra le sue labbra. Andavo con cautela, non aveva mai voluto farsi scopare la bocca, per cui cercavo di capire man mano quanto mi permetteva di fare. Visto che non opponeva resistenza, la feci sedere sul divano, appoggiata allo schienale e con la testa leggermente reclinata indietro. Mi misi in piedi sul divano in modo da avere ancora l’uccello all’altezza del suo viso. Le appoggiai di nuovo la cappella sulle labbra per farle capire che non ne avevo abbastanza. Senza battere ciglio fece sparire tutto il mio cazzo in bocca. Lo tenni tutto dentro qualche secondo, spingendo ancora più forte. Le premevo il volto contro il mio ventre e la nuca contro il divano. Lo tirai dentro e fuori dalla sua bocca ancora un paio di volte e poi scesi dal divano, utilizzando la scusa che stavo già per venire e, come vi ho già raccontato, lei non vuole farsi venire addosso, né tantomeno in bocca.
Le dissi di aspettarmi lì qualche secondo, sarei andato un attimo in cucina a spegnere il cellulare, per evitare di essere disturbati durante il sesso. In realtà sapevo che dietro la porta della cucina c’era nascosto Andrea. Come d’accordo era già lì. Si stava masturbando guardandoci dalla fessura tra porta e stipite. Lo feci spogliare velocemente e soprattutto silenziosamente e lo portai in salotto. Non gli servirono molto indicazioni.
Si mise nella posizione in cui ero io precedentemente in piedi sul divano con l’uccello davanti al volto di Elisa. Il suo cazzo era decisamente più grande del mio, per cui all’eccitazione si aggiunse la paura che Elisa si sarebbe accorta subito che qualcosa non andava. In ogni caso, era troppo tardi per tornare indietro. Lasciando da parte ogni forma di delicatezza, Andrea dette due colpetti col cazzo sulla guancia di Elisa, che rispose aprendo di nuovo la bocca, avendo capito che c’era di nuovo un cazzo volenteroso di infilarsi tra le sue labbra. Andrea non si fece pregare e, aiutandosi con una mano, infilò tutto il tuo uccello nella bocca di Elisa, senza preoccuparsi di farla abituare gradatamente. Andrea appoggiò una mano alla spalliera del divano per tenersi in equilibrio, una dietro la nuca di Elisa e iniziò ad affondare dei colpi di reni potenti e veloci, scopandole la bocca violentemente. Le labbra di Elisa facevano visibilmente più fatica di prima a contenere l’uccello di Andrea per cui in me saliva la paura che da un momento all’altro si sarebbe tolta la benda per vedere cosa stava succedendo.
Per mia fortuna, Elisa sembrava non essersi accorta di nulla: continuava a rimanere ferma, accogliendo con fatica ma senza esitare l’uccello di Andrea che continuava a infilarglielo in bocca fin quasi a farla soffocare. Avevo ormai perso il conto del tempo che Andrea ha passato a scopare la bocca della mia fidanzata, quando si girò verso di me e mi fece un cenno con la testa che io interpretai come la sua richiesta di passare ad altro. Io annuii.
Lui scese dal divano, senza darle il tempo di riprendersi la tirò su in piedi, la girò e la spinse di nuovo sul divano, questa volta a pecora, con le ginocchia sulla seduta e le mani legate appoggiate allo schienale. Non le sfilò nemmeno il perizoma, si limitò a spostarlo di lato e piano piano fece sparire il cazzo anche nella sua vagina. Le prese i fianchi e cominciò ad assestarle dei colpi decisi. La schiena di Elisa era meravigliosamente inarcata e il sedere spinto verso l’uomo che la stava scopando.
Nel frattempo mi ero tranquillizzato: nonostante la differenza di dimensioni, Elisa non si era accorta che la stava scopando un altro uomo.
Andrea la scopava con foga e alternava momenti in cui le schiaffeggiava il sedere, altri in cui la prendeva per i capelli facendole inarcare ancora di più la schiena ed altri in cui la prendeva per i fianchi, per infilarle l’uccello sempre più in profondità. Lei era fuori ogni controllo, urlava e gemeva come non mai. In me c’era un pizzico di gelosia misto all’eccitazione, perché non mi ha mai permesso di prenderla per i capelli o schiaffeggiarle il sedere. Tuttavia non potevo fare altro che gustarmi la scena, felice di vederla godere così tanto.
Nel frattempo Andrea continuava a pompare, ogni tanto spingeva più in profondità il cazzo e rimaneva dentro qualche secondo per gustarsi il momento, poi riprendeva con i colpi normali. Tutto procedeva per il meglio finché non successe qualcosa di completamente inaspettato.
Testuali parole uscirono dalla bocca di Elisa: “Voglio che mi scopi anche nell’altro buchetto”.
Rimasi paralizzato e anche Andrea, pur continuando a scoparla a pecora, mi guardava senza sapere cosa fare. Un dubbio mi attanagliava: forse Elisa aveva capito cosa stava succedendo e voleva farmela pagare concedendo il culo ad un altro uomo invece che a me? Nel dubbio, dovevo reggere il gioco. A malincuore, quindi, fui costretto a fare un cenno di assenso ad Andrea.
In tutta risposta, lui non se lo fece ripetere: sfilò l’uccello dalla vagina e si spostò di pochi centimetri spingendo con forza con il buchetto posteriore di Elisa che emettè un gridolino di dolore. Dal vigore del colpo, penso che Andrea credesse che non fosse la prima volta. Gli feci quindi cenno di fare piano. Piano piano quindi si appoggiò al buchetto di Elisa, lasciandole il tempo di rilassare la muscolatura e di far entrare la punta della cappella. Pochi millimetri alla volta, la cappella era quasi entrata completamente. Elisa gridava ma allo stesso tempo mi diceva di non fermarmi, pensando che fossi io a godere del suo culo. Ci vollero diversi minuti per far entrare metà del cazzo di Andrea e sembrava che non ci fosse più spazio per infilarlo ancora. Andrea provò quindi a dare qualche colpetto, tirandolo fuori e infilandolo nuovamente ma il dolore per Elisa pareva ora insopportabile. Elisa quindi si sfilò, si mise in ginocchio e disse: “Amore, scusa ma era troppo doloroso. Per farmi perdonare, oggi non mi devi avvisare quando stai per venire”.
Detto questo prese in bocca l’uccello di Andrea e lo fece sparire del tutto. Iniziò così un pompino vorace, aveva voglia di ciucciare quel cazzo. Elisa ci metteva tutto l’impegno possibile ma Andrea sembrava ancora lontano dall’orgasmo.
La fece quindi alzare di nuovo in piedi e poi la spinse sul divano, come all’inizio. Salì nella stessa posizione e si mise a scoparle la bocca. Ci stava mettendo ancora più foga di prima, ora voleva venire. Mi domandavo se davvero le sarebbe venuto in bocca. Era sempre stato un mio sogno ma purtroppo mai realizzato.
Andrea accelerava sempre di più. Elisa non riusciva a trattenere la saliva che ormai le grondava dalla bocca. Andrea stava ormai per venire. Tirò fuori l’uccello dalla bocca e si mise a masturbarsi davanti al volto della mia fidanzata che stava lì davanti a lui bendata e con la bocca aperta. Bastarono 4-5 colpi con la mano e Andrea venne. Il primo schizzo di sperma finì su una guancia, il secondo schizzo finì metà in bocca e metà sul labbro inferiore, altri due schizzi finirono tra labbro superiore e naso. A questo punto Andrea glielo infilò di nuovo in bocca, dove finirono gli ultimi schizzi.
Potei solo dire: “Amore vado a lavarmi”. Andrea scese dal divano, si rivestì velocemente in cucina e se ne andò.
Elisa non mi chiese mai più di fare sesso anale né di venirle in bocca. Io dal canto mio non potevo chiederle chiarimenti ma sospettavo che lei si fosse accorta di tutto e abbia voluto punirmi.
di
scritto il
2016-01-07
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