Sul sedile posteriore

Scritto da , il 2015-12-22, genere etero

Ero di ritorno da una gita in giornata con il mio ragazzo e due nostri amici in macchina di uno di questi, il mio ragazzo ed io seduti dietro, gli altri davanti. La giornata era stata stancante per tutti e ci aspettavano un paio d'ore di viaggio, quindi dopo poco il nostro amico non al volante dormiva già, e decisi di riposare un po' anch'io. Fra noi era calato il silenzio e il guidatore mise un po' di musica a basso volume. Presto ci rendemmo conto che il viaggio sarebbe stato più lungo del previsto: il traffico scorreva a rilento. La cosa mi infastidiva perché avrei voluto cenare con il mio ragazzo tornati a casa, invece se il traffico fosse andato avanti così ci saremmo dovuti fermare in un autogrill. Ad un certo punto mio ragazzo si spostò accanto a me, sul sedile centrale, dicendo che così avrei potuto appoggiarmi a lui per dormire. Mi accoccolai su di lui con l'intento di riposare un po', invece, complice il buio, sentii la sua mano insinuarsi fra le mie cosce. Gli lanciai un'occhiataccia: non era assolutamente la situazione giusta per fare certe cose! Per tutta risposta fece scivolare la mano più in su, sotto la gonna. Sentii una vampata di calore: non mi dovevo eccitare, dovevo sforzarmi di restare impassibile, tanto non avrei potuto soddisfare le mie voglie. Lentamente, quasi impercettibilmente, aveva fatto salire ancora la mano sfiorandomi la figa: un'altra vampata di calore e piacere. Era tutto sbagliato, bisognava smettere subito: ma non lo fermai. Cominciò a muovere lentamente le dita, sfiorandomela delicatamente, accarezzandola, e l'ho sentita bagnarsi. Forse era il "fascino del proibito", fatto sta che la situazione mi eccitava tantissimo, e la voglia era già molta. Continuava a muovere le dita su e giù lungo le labbra strette nei collant e poi su sul clitoride, come a solleticarlo. Dovevo sforzarmi di rimanere impassibile, il guidatore avrebbe potuto guardarci in qualsiasi momento nello specchietto. Ma era così difficile stare impassibile... mi sentivo impazzire dalla voglia. Lui aumentò il ritmo delle "carezze", sempre attento a non essere visibile, mentre io sentivo il battito del cuore aumentare, le guance arrossare, e la figa bagnarsi vergognosamente. Mi morsi il labbro e gli lanciai un'occhiata di fuoco. Mi appoggiò tutta la mano fra le gambe e commentò, sussurrandomi all'orecchio: "hmmm, qualcuna è un po' bagnata". Evidentemente oltre alle mutandine avevo inzuppato pure i collant... Pianissimo la sa mano è salita a cercare il bordo dei collant e ancora più piano vi è entrata, ha ripreso a scendere e si è fermata sui miei peli pubici... sentivo la figa pulsare dal desiderio e stringevo le gambe alla ricerca del piacere. Quando è arrivato con le dita al mio clitoride e ha iniziato a massaggiarlo con movimenti circolari ho capito che non sarei riuscita a trattenermi a lungo, allora ho affondato il viso nell'incavo della sua spalla appena in tempo, prima che l'orgasmo esplodesse. Lui però non aveva intenzione di smettere, e io non avevo finito di godere: ero sulla strada per il secondo orgasmo, ed ero più bagnata che mai. A quel punto mi accorsi del gonfiore dei suoi jeans, indice di un'evidente erezione. Furtivamente gli misi una mano sul pacco, era durissimo, ma la tolsi subito: nella posizione in cui era, sul sedile centrale, non potevo fare niente senza che fosse troppo evidente. Intanto mi portò al secondo orgasmo, e in breve tempo al terzo, non smettevo di godere eccitata anche dalla sua eccitazione, e a momenti sfioravo il suo cazzo costretto nei jeans solo per sentirlo pulsare e eccitarmi ancora di più. Ero appena venuta la terza volta quando svoltammo per fermarci in autogrill. Scesi dall'auto il mio ragazzo disse immediatamente che doveva andare in bagno e si incamminò a passo spedito, come potevo immaginare per segarsi. Dissi che dovevo andarci anch'io ed entrai nel bagno degli uomini in tempo per vederlo entrare in un cesso senza neanche chiudere a chiave la porta dalla fretta. Quando la aprii lo trovai che si segava furiosamente, glielo presi in mano e non feci in tempo a fare nulla che venne con getti che sembravano infiniti, ansimando. Uscita dal bagno mi accorsi che mi aveva sporcato tutti i vestiti: tutta quella fatica per non farsi scoprire, e poi...

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