Amiche per la pelle (6° parte)

Scritto da , il 2015-09-09, genere saffico

Entriamo e lei è una furia. Le sue mani mi toccano ovunque ed io la lascio fare. E’ bellissimo sentirsi così desiderata. Mi mette addosso una sensazione di onnipotenza. Credo che in questo momento potrei chiedere a Francesca di fare qualsiasi cosa per me. Ed invece mi accontento dei suoi baci e delle sue carezze così come vengono, così come vuole regalarmeli. Mi slaccia la camicetta e me la sfila. Mi abbassa le spalline del reggiseno liberando le mi tette dai capezzoli già turgidi prima ancora che lei inizi a succhiarli. Sono schiacciata contro la porta di ingresso a subire quel dolce attacco. La sua mano si infila sotto la mia gonna. Lei si accorge che sono senza mutandine e mentre mi penetra la figa mi sussurra all’orecchio: “Puttana, hai scopato con lei”. Non posso che confermare. Per un secondo ho pensato che se la prendesse, che mi volesse solo per lei come una sorta di fidanzata. Invece continuando a toccarmi e masturbarmi mi dice: “Mi piace che stai diventando una troietta ninfomane. Ti piace farti scopare vero? Chi ti lecca meglio la figa? Fatti baciare in bocca così sento anche il sapore della sua figa”. Non ho mai visto Francesca in quelle condizioni e non mi aveva mai parlato così. La sua frenesia nel toccarmi e baciarmi mi eccita da morire. Divento anche io parte attiva e cerco si spogliarla. Con fatica riesco nell’intento e scivoliamo sulla moquette senza mai staccare la bocca e senza che le nostre mani si fermino un istante nel ricercare il corpo dell’altra. Ho la figa in fiamme e voglio essere penetrata a fondo. In quel momento penso che un bel cazzo però mi farebbe comodo. Mi inginocchio tenendo alto il culo offendo a Francesca le mie intimità. Un attimo dopo è dietro di me e mentre con la lingua mi lecca voracemente il culo, almeno tre dita mi penetrano nella figa. Mi lascio scopare da lei mentre mi sfrego con le dita il clitoride. Lei, tra una leccata e l’altra, continua a dirmi che sono una puttana e ogni volta che lo dice mi eccita e si eccita ancora di più. Siamo in balia una dell’altra in un ballo di sesso sfrenato senza più ritegno. Francesca cerca la sua borsa abbandonata vicino a noi e ne estrae un cazzo in lattice. Mi giro sulla schiena e allargando il più possibile le cosce le indico con le mani la figa aperta e le dico: “Scopami mia regina. Sono la tua puttana e voglio sentirti tutta dentro di me. Mangiami la figa e fammi godere. Voglio inondarti con il mio orgasmo”. I suoi occhi brillano in mezzo ai riccioli neri. Avvicina il cazzo alla mia figa e poi con un gesto veloce lo sposta sul io culo e spinge. Io sono presa un po’ di sorpresa ma rilasso immediatamente i muscoli e lascio che quel cazzo mi entri nel culo. Voglio essere scopata come si deve e non importa dove. Ormai Francesca mi ha fatto conosce le gioie di prenderlo dietro e Manuela le ha confermate. Sento quel cazzo che mi riempie tutta mentre Francesca si avventa sul mio clitoride succhiandolo come in un pompino. Tengo le gambe sollevate per farmi scopare più a fondo. Sto per venire. Un attimo prima grido “Vengooo” e Francesca riceve in faccia un paio di getti del mio liquido. Le imbratto viso e corpo. Lei cerca di raccogliere quanto più nettare possibile. Anche se spossata da quell’intenso orgasmo è il mio turno. Francesca mi porge il cazzo e mi prega di scoparle il culo. Mi mettete alla pecorina e dopo averle leccato il buchino ben bene, punto la cappella e spingo con decisione. Lei inarca la schiena e grida un “Siiiii... scopami il culo principessa troia”. Le stantuffo il cazzo nel culo mentre con l’altra mano le frego il clitoride. Aumentando pian piano il ritmo le dico: “Ora riempimi del tuo orgasmo ‘Regina puttana’”. Abbassa la testa e dice: “Sto venendo… sto venendo… vengoooooooo”. E nell’ultimo urlo un getto caldo esce dalla sua figa ed io lo ricevo tutto in faccia riempiendomi la bocca. Le estraggo il cazzo dal culo e lei di butta sdraiata sulle schiena. Incrocio immediatamente le mie gambe con le sue e mi avvicino a lei. Sfrego la mia figa contro la sua. Ci prendiamo per mano tirandoci in modo che le nostre fighe sfreghino più forte una contro l’altra. Non avevo mai provato una cosa del genere ed è un godimento unico. I residui dei nostri orgasmi si mischiano. Nel breve volgere di qualche minuto veniamo nuovamente una dopo l’altra. Ci abbandoniamo davvero sfinite. Il mio sguardo cade sull’orologio appeso che segno solo le 8 di sera. Abbiamo ancora tutta la sera e tutta notte. Sorrido.
Dopo qualche dolce coccola fatta di tenere carezze e piccoli baci Francesca mi confessa di amarmi e che è disposta a condividermi con la mia dottoressa. Mi rendo conto che anche io l’amo. Le prendo la testa tra le mani e le scosto i capelli appiccicati dal sudore al viso. Le bacio più volte di seguito le labbra e le dico: “Ti amo anche io mia regina. Non posso più fare a meno di te”. I suoi occhi luccicano e scende una lacrima. Io la lecco via con la lingua e le dico di non piangere. Lei mi risponde che è troppo felice ad altri lacrimoni scendono. Lecco via anche quelli. Apre le labbra e le catturo la lingua succhiandola. Lei mi lascia fare mentre mi accarezza il seno. Finiamo ridendo e rotolandoci sulla moquette. Lei mi ripete “ti amo” cento volte ed ogni volta le bacio le labbra. Ci alziamo ed abbracciate di dirigiamo in cucina per depredare il frigorifero. Fare l’amore mette fame. Francesca si mette ai fornelli a cuocere due bistecche mentre io le sto appiccicata dietro tenendole le mani sui seni e giocando con i suoi capezzoli. Il mio inguine sfrega sul suo culetto tondo. Ci sediamo a tavola e divoriamo la bistecca con l’insalata. Un buon bicchiere di vino conclude il pasto. Poi lei tira fuori dal freezer una vaschetta di gelato e prede due cucchiaini. Io pendo la vaschetta e vado a sedermi per terra sul tappeto indicando di seguirmi. Lei si siede al mio fianco ed io la faccio sdraiare. Con il cucchiaino le mette un po’ di gelato sui capezzoli, sulla pancia e sul monte di venere. Poi mi avvicino con la bocca e la lecco. Prima un capezzolo e poi l’altro. Le bacio le labbra per farle sentire il gusto del cioccolato. Poi lecco quello che le ho messo sulla pancia. Infine arrivo al suo monte di venere. Lecco piano il gelato passandole la lingua anche sulla figa. Il suo sapore misto al cioccolato è inebriante. Lei resta sdraiata a cosce aperte e mi chiede di leccarla ancora. Non mi faccio pregare e resto a stretto contatto con la sua figa. Questa volta la lecco dolcemente, senza foga. Voglio portarla all’orgasmo piano piano. Lei resta sdraiata con le braccia aperte e le cosce spalancate a farsi leccare. Intravedo il suo viso. Gli occhi chiusi ed un’espressione di goduria sul volto. Mi piace renderla felice e sono certa di amarla. Mentre la lecco lei sussurra in continuazione dei “Sii… scopami” intervallatati dal mio nome e “ti amo”. Mi piace sentila gemere sotto i miei colpi di lingua. Vado avanti fino a farla venire nuovamente. Finisco di leccare dolcemente la sua figa e la bacio in bocca. Lei mi succhia avidamente la lingua che sa del suo orgasmo. Ci stiamo ancora baciando che sento un cellulare suonare. Ci guardiamo interrogandoci da dove possa arrivare quella suoneria che non è la nostra. Poi mi viene in mente il telefono che mi ha dato Manuela. Lo tiro fuori di corsa e rispondo: “Ciao Giulia, sono Manuela. Sai, sono a casa da sola e pensavo se ti andasse di andare a bere qualcosa mentre di parlo di alcune pratiche da sistemare domani”. Francesca si rabbuia un attimo. Capisco che vorrebbe che restassi con lei. Rispondo risoluta: “Mi piacerebbe molto Manuela a sono a cena con la mia amica”. Francesca mi sorride e mi alza il pollice. “Manuela non si scompone e mi dice: “Fantastico, porta anche lei. Tanto io e te ce la caviamo in dieci minuti e poi facciamo quattro chiacchiere tra donne”. Francesca intuisce che non posso dire di no al mio capo e mi fa cenno che per lei va bene. “Ok Manuela, dacci un’ora di tempo e ci vediamo. Dimmi dove”. Un attimo di silenzio e poi risponde. Venite da me. Ti faccio vedere le pratiche e poi usciamo insieme”. Manuela mi da il suo indirizzo che appunto. Ci salutiamo.

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