Una strana storia di corna

di
genere
tradimenti

Questa alla prima apparenza potrebbe sembrare la solita storia di corna, ma come vi accorgerete, ha un qualcosa di diverso dalle solite storie.

Sono Carlo, cinquantenne in buona forma, a parte i capelli persi nel vento e un accenno di pancetta, sposato da ……..una vita con Franca, quasi cinquantenne anche lei, fisico un po’ appesantito, ma neanche troppo e fino a qualche tempo fa senza problemi di coppia a parte le solite beghe famigliari. Abbiamo un figlio che, approfittando di un appartamentino lasciatogli in eredità dalla nonna, ormai vive solo, salvo presentarsi con la borsa di indumenti sporchi che la mammina lava e stira e per recuperare le monoporzioni che la mammina gli prepara.
Insomma una famiglia come tante, con un reddito che gli permette di fare una vita più che dignitosa, le vacanze estive al mare, un viaggetto in primavera, le cene con gli amici ed i remi tirati in barca e si segue la corrente.
Anche il sesso segue la corrente, il sabato sera canonicamente, se non mi addormento davanti alla tele, si cerca di fare qualcosa.
Il rituale è sempre lo stesso: io allungo una mano e la poggio tra le sue gambe, lei alza gli occhi dal libro e mi guarda con uno sguardo interrogativo ed alla mia domanda:

- No, niente se non hai voglia?-
- Beh…però se vuoi?-

Lei a questo punto lascia il libro, infila le mani sotto le coperte e si sfila le mutande. Io mi sfilo i pantaloni del pigiama e cominciamo ad accarezzarci, qualche volta io mi metto in ginocchio cercando di metterglielo in bocca, ma il più delle volte:

- No dai, mettimelo dentro-

Sposta le coperte e resta in attesa a gambe larghe, glielo infilo così com’è, anche bazzotto, e in un amen la storia finisce.
Lei ritorna al suo libro ed io mi giro e mi addormento.


Ma torniamo alla storia che inizia come di consueto, il marito che per esigenze di lavoro dovrebbe restare fuori a dormire ed invece rientra all’improvviso e trova la sua parte di letto occupata e non solo.

Entrai in casa dal garage, con il senno di poi avrei dovuto accorgermi che c’era qualcosa di strano, l’antifurto non era inserito e quando è sola, la sera, mia moglie si barrica in casa.
Nel salone c’erano delle luci accese, stavo per dare una voce a mia moglie quando senti dei sussurri seguiti da gemiti inequivocabili. La situazione era chiara e cominciava a prudermi la testa. Mi tolsi le scarpe e silenziosamente sali le scale che portavano alle camere, già a metà scala i conti non tornavano più. Le voci, anche se sussurrate, erano inequivocabilmente di due donne. Ero in cima alle scale, la porta della camera matrimoniale, la mia camera, era spalancata, nel corridoio c’erano degli stivali da donna che non erano di mia moglie. Qui mi vennero in soccorso le porte a specchio che aveva voluto mia moglie ed io avevo sempre odiato, quella del bagno rifletteva quello che stava accadendo sul mio letto e vedendo quello che stava succedendo restai basito.
Mia moglie, la mia signora, sdraiata supina a gambe larghe si accarezzava voluttuosamente i grossi seni, mentre un’altra donna, con del lunghi capelli neri ed un corpo molto più snello aveva affondato la testa tra le sue gambe e dai gemiti emessi la stava facendo veramente godere.
Andarono avanti per alcuni minuti, mia moglie teneva la testa della sua amica tra le mani e la dirigeva. Ad un certo punto la donna smise di leccarle la figa e si alzò, finalmente potevo vederla in viso, non la conoscevo, era pressappoco dell’età di mia moglie ma con un fisico molto più asciutto, un bel viso e due tettine con due capezzoli neri ed appuntiti, mi resi conto che quello che sembrava un perizoma altro non era che un’imbragatura che sosteneva un fallo, nero e di notevoli dimensioni.

- Girati!- non era un invito ,ma un ordine quello impartito dall’amica.

Mia moglie si girò a gambe larghe, tenendo ben alto il suo culone, l’amica puntò il fallo nero sull’apertura della vagina di mia moglie e lentamente ma inesorabilmente lo spinse dentro fino in fondo, provocandogli alla fine un gridolino di piacere. L’amica tenendola per i grossi fianchi, cominciò a stantuffarla. Estraeva completamente il fallo per poi metterglielo dentro di botto, potevo vedere le mani di mia moglie che stringevano le lenzuola e potevo sentirla incitare l’amica:

- Così, sii…., mi fai impazzire!! – l’amica si fermò – noo, cosa fai continua, ti prego scopami.-
- Dimmi che mi ami, dimmi che ti piace farti scopare da me.-
- Si! Si! Ti amo, ti amo tanto, sei l’unica che mi fa godere, ma mettimelo dentro, lo voglio.

Il fallo entrò di nuovo in lei, devo ammettere che l’amica era veramente un’esperta, sapeva come muoversi, come usare quel suo finto cazzo.

- Come sei dolce! Mi fai impazzire, ma fermati un attimo. No, non toglierlo, stammi dentro! Solo un attimo, fammi prendere fiato-
- Aspetta facciamo un altro gioco.-

L’amica tolse quel cazzo dalla figa di mia moglie, si alzò con quel coso che ballonzola davanti, frugò nella borsa alla ricerca di qualcosa, è un tubetto da cui spremette il contenuto sulle dita della mano che cominciò a spalmare nel solco del culo di mia moglie.
La loro posizione non mi permetteva di vedere cosa stava facendo, ma non era difficile immaginare che le stava lubrificando l’ano, mentre le accarezzava la figa.

- No, li non voglio, mi fa male.-
- Non l’hai mai fatto?-
- Si un paio di volte, ma mi ha fatto male.-
- Perché quello stronzo non sa come si fa, gli uomini te lo sbattono dentro e ti spaccano il culo, ci vuole pazienza e amore.-

Avrei voluto entrare e spaccare veramente il culo a quella lesbicona, ma vedere la troiona, mia moglie, che ansimava, come una vecchia vaporiera, sotto quelle mani esperte era veramente uno spettacolo eccitante che non volevo interrompere.
Ne aveva di pazienza, con tutta la calma del mondo portò mia moglie a chiedere di essere inculata.

- Prova a metterlo dentro, ma se ti dico di fermarti… ti fermerai, vero amore?-
- Non preoccuparti non ti farò male, tu rilassati vedrai che ti piacerà.-

Sarà stata la pazienza, sarà stato l’amore ma quel grosso coso entrò nel suo culo.
L’entrata non dovette essere dolorosa, perché mia moglie emise solo dei piccoli lamenti, che presto si tramutarono in gemiti di piacere quando l’amica cominciò muoversi in lei.

- Mi sembra che ti piaccia, non è vero?-
- Si è bello, mi riempie tutta, si, si siii!-
- Toccati, masturbati, dai toccati.-

Mia moglie cominciò a frugarsi tra le gambe, mentre l’amica la cavalcava. Cavalcare è proprio il termine giusto, perché ad un tratto mia moglie, cominciò a sgroppare come un cavallo da rodeo fino a che con un urlo non si appiattì sul letto, sempre con quel palo nel culo.

Ero in una situazione strana, l’incazzatura iniziale aveva lasciato il posto ad una grande eccitazione, ma non sapevo come comportarmi. Dovevo entrare in camera e fare una piazzata o dovevo lanciarmi tra le due, oppure la piazzata la dovevo fare dopo a mia moglie.
Ormai avevo capito come stavano le cose ed avevo deciso cosa fare, ridiscesi le scale, recuperai le scarpe, salì in macchina e mi diressi verso……. .

- Ciao Mara, sono io.-
- Carlo dove sei? In albergo?-
- No sono sotto casa tua.-
- Come sotto casa mia?-
- Beh…non proprio sotto, ma ci sto arrivando. Volevo venire a trovarti.-
- O..ora? Ma…veramente stavo andando a letto.-
- O.K. va bene, andiamo a letto in due, non è meglio che da sola?-
- Ma Carlo….. stasera? Sono stanca, facciamo un’altra volta. No, stasera non me la sento.-

Mi suonava strano che Mara facesse così la riottosa, era sempre stata un’amica disponibile ad “alleviare le mie pene”.
Cercai d’insistere ma lei fu irremovibile ed a me ricominciò a prudermi la testa.

- Dai Carlo stasera no, ci sentiamo domani, ciao ti voglio bene.- e riattaccò il telefono.

Accostai la macchina, avevo visto mia moglie che si faceva sbattere dalla sua amica e mi ero eccitato, speravo di sfogarmi con Mara ma avevo ricevuto un rifiuto che non mi convinceva.
Conoscendola, come la conoscevo io, era molto strano che non mi avesse accolto a gambe aperte.
Forse anche quel posto era già occupato?
Me ne andai in albergo a meditare e a grattarmi la fronte.
di
scritto il
2014-12-15
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