Come una doccia calda
di
Minervae
genere
orge
É il pomeriggio di un giorno prenatalizio, Marta é appena tornata a casa da alcune commissioni in centro e sfinita si è sdraiata sul divano rosso velluto. Indossa un pantalone sartoriale verde mélange e una maglina verde chiaro smanicata a collo alto. Rimane qualche istante a fissare la grande libreria nel salone, pensando a che cosa potrebbe leggere per far passare il tempo prima che arrivi Michele, il suo compagno. C'è lo sciopero dei treni oggi, l'attesa potrebbe essere lunga.
D'un tratto sorride, ha un'intuizione. Prende il computer e inizia a cercare febbrilmente qualcosa. Fa un paio di telefonate e chiude il portatile incrociando le gambe soddisfatta. Scrive a Michele: "Ho una bella sorpresa per quando arrivi.”
Sono passate alcune ore, é già l'imbrunire, Marta indossa una vestaglia e sorseggia un bicchiere di vino mentre sembra attendere qualcosa camminando per la sala. Suona il citofono e con un brivido di eccitazione va ad aprire.
Entra un uomo sulla trentina, basso e di capelli scuri, che si presenta. É seguito da altri due: uno sulla cinquantina con i capelli brizzolati e gli occhiali, smilzo di corporatura, e un uomo sui 40 anni alto e tarchiato senza capelli.
Li fa accomodare sul divano e in piedi di fronte a loro si presenta.
"Grazie per essere venuti con così poco preavviso e per la puntualità. Io mi chiamo Marta, ma potete chiamarmi padrona"
La reazione degli uomini è disparata. Lo smilzo a sinistra deglutisce, l'alto a destra sorride e il basso in mezzo rimane impassibile.
"Ho deciso all'ultimo di provare questa fantasia, che da tempo stuzzica sia me che il mio compagno, il quale secondo i miei calcoli -e guarda l'orologio al polso- dovrebbe raggiungerci tra 30 minuti. Abbiamo tempo di scaldarci prima che arrivi.
Le regole sono semplici: io comando, io parlo, io succhio. Non interagirete con me e non mi darete ordini. Voglio solo una cosa da voi, avete visto l'annuncio."
E inclinando la testa come una maestra che guarda i suoi pupilli chiede:
"Siete duri per iniziare?"
Il basso risponde con un serio sguardo di assenso seguito dagli altri due, lo smilzo si lecca le labbra con un evidente rigonfiamento nei pantaloni.
Marta sorride diabolica e con studiata lentezza lascia scivolare per terra la vestaglia, dando loro il tempo di ammirare il suo corpo e i suoi capezzoli appuntiti. Appoggia il bicchiere e si sistema in ginocchio di fronte a loro. Accarezza salendo con le mani la gamba del sinistro e del destro mentre fissa dal basso verso l'alto quello in mezzo e si umetta famelica le labbra:
"Non c'è niente di meglio che una bella dose di sborra calda in una giornata così fredda"
L'uomo in mezzo deglutisce e capendo il suo sguardo la facilita slacciando i pantaloni e tirando fuori il cazzo già duro e bagnato.
Marta con le mani raggiunge i cazzi degli altri due e da fuori i pantaloni inizia a solleticarli mentre si avventa sul fallo pronto che ha davanti a sé.
Inizia a leccare e succhiare quel fallo grondante dalla base alla punta e ci sputa per bene mentre, a bocca impegnata, con un gesto delle mani esorta gli altri due a tirare i loro fuori.
Continua un pompino lento e profondo al primo mentre con le mani sente finalmente la carne degli altri due senza nemmeno guardarli.
Quando il primo è fradicio dai fiotti della sua bocca si sposta su quello a sinistra per inondarlo di saliva e poi sul destro continuando con le mani ciò che interrompe con la bocca.
Gli uomini gemono dicendole piano: “Sì, brava" con uno sguardo ipnotizzato.
Marta continua lenta finché tutti quei cazzi non sono di pietra, lucidi e pulsanti.
Tra un risucchio e una leccata dice: "Come mi godo questi cazzi a mia disposizione.”
I respiri degli uomini all’unisono si fanno più pesanti e uno di loro mormora a mezza bocca: “Sì, padrona.”
Lei annuisce e dice:
"Non vedevate l'ora eh, di farvi consumare le cappelle."
Gli uomini tremano e fanno versi sconnessi di assenso mentre lei si stacca e schiocca le labbra:
"Madonna come siete duri, alzatevi e venitemi attorno. Voglio un plotone di esecuzione."
Gli uomini si alzano e, liberatisi dai pantaloni, si mettono a semicerchio, verghe in mano nello sforzo di tenere l'erezione, ma anche di non venire troppo presto.
Marta cambia ritmo e ricomincia a segarne due con le mani e a strusciarsi il terzo cazzo addosso.
Li guarda sempre dal basso con un grande sorriso folle e il trucco sbavato dalla saliva e dai loro umori.
Con il polso girato controlla l'ora mentre sega quello di sinistra - perfetto, mancano 5 minuti.-
“Che bravi cazzi che siete. Ci siamo quasi e posso farvi sborrare tutti insieme.”
Quello alto sembra non farcela quasi più e allora Marta con lui rallenta:
"Piano stallone, non è ancora il momento.” e glielo lecca più lentamente.
Si sente il rumore di una chiave che gira nella serratura e subito dopo il chiudersi di una porta.
Marta sorride soddisfatta fissando negli occhi i tre uomini che la sovrastano mentre esclama:
"Benarrivato! Vieni a vedere la tua sorpresa.”
E dal corridoio, con uno sguardo a metà sorpreso appare Michele, che ha ancora addosso scarpe e giacca e lo zaino sulle spalle.
Con un sorriso scaltro dice:
"Ma guarda un po'. Che fantastica troia."
Marta spunta attraverso le gambe dei tre uomini che sono rimasti un po' spiazzati e gli sorride maliziosa:
"Guarda come mi faccio riempire di sborra! Vieni a vedere quanto sono brava.”
Michele si spoglia rapidamente.
"Cazzo, ce l'ho già duro. Fammi vedere come ti lavano.”
Marta riprende la situazione e i cazzi in mano:
"Ora ve la spillo questa cazzo di sborra"
E ricomincia a spompinare e a segare con foga.
"Voglio" -pompino
"Colare" -sega
“Sborra" -pompino
Michele si unisce al cerchio e Marta si precipita anche sul suo cazzo mentre chi rimane fuori si masturba al culmine dell'eccitazione.
Lei si stacca improvvisamente da tutti, ingorda, e li guarda portando una mano al collo e una alla fica masturbandosi per la prima volta da quando avevano iniziato.
Tutti e 4 gli uomini si prendono il cazzo e avvicinandosi continuano a segarsi con sguardo eccitato e concentrato sul compito.
"Oh, fatemi una doccia calda, la voglio sentire ovunque cazzo.”
Con le dita sempre più veloci e lo sguardo fisso su quelle verghe viola e gocciolanti
"Glassatemi cristo, riempitemi di sborraaa"
Con un gemito corale il basso é il primo a fiottare la sua densa sborra bianca sulla fronte e sulla faccia di Marta. È una gittata intensa, lei sta per venire “Sììì, bravo.”
Lo smilzo lo segue e sgorga sul mento e sulle tette di Marta che si passa una mano spargendo il denso liquido mentre con l’altra continua la sua sgrillettata sempre più frenetica.
Nello stesso istante le schizza in piena faccia il tarchiato
"Mmm sono piena di sborra." ansima Marta venendo finalmente.
A quel punto schizza anche Michele in bocca e sul naso con un gemito liberandosi dalla sua sborra viscosa.
Marta li guarda con l'occhio ancora libero dallo sperma e ansimando si spalma quella crema e la fa colare sui capezzoli insieme alla sua saliva.
"Bravi, ora la padrona è soddisfatta.”
Michele ride e dice:
"Vi faccio vedere dove potete pulirvi e rivestirvi. Grazie per essere venuti.”
Gli uomini felici e ringalluzziti si affrettano a sistemarsi e prima di andarsene salutano Marta e ringraziano con grandi strette di mano Michele, che di lavoro aveva fatto poco, ma che aveva il grande merito di aver concesso di sborrare addosso alla sua porca.
Fine
D'un tratto sorride, ha un'intuizione. Prende il computer e inizia a cercare febbrilmente qualcosa. Fa un paio di telefonate e chiude il portatile incrociando le gambe soddisfatta. Scrive a Michele: "Ho una bella sorpresa per quando arrivi.”
Sono passate alcune ore, é già l'imbrunire, Marta indossa una vestaglia e sorseggia un bicchiere di vino mentre sembra attendere qualcosa camminando per la sala. Suona il citofono e con un brivido di eccitazione va ad aprire.
Entra un uomo sulla trentina, basso e di capelli scuri, che si presenta. É seguito da altri due: uno sulla cinquantina con i capelli brizzolati e gli occhiali, smilzo di corporatura, e un uomo sui 40 anni alto e tarchiato senza capelli.
Li fa accomodare sul divano e in piedi di fronte a loro si presenta.
"Grazie per essere venuti con così poco preavviso e per la puntualità. Io mi chiamo Marta, ma potete chiamarmi padrona"
La reazione degli uomini è disparata. Lo smilzo a sinistra deglutisce, l'alto a destra sorride e il basso in mezzo rimane impassibile.
"Ho deciso all'ultimo di provare questa fantasia, che da tempo stuzzica sia me che il mio compagno, il quale secondo i miei calcoli -e guarda l'orologio al polso- dovrebbe raggiungerci tra 30 minuti. Abbiamo tempo di scaldarci prima che arrivi.
Le regole sono semplici: io comando, io parlo, io succhio. Non interagirete con me e non mi darete ordini. Voglio solo una cosa da voi, avete visto l'annuncio."
E inclinando la testa come una maestra che guarda i suoi pupilli chiede:
"Siete duri per iniziare?"
Il basso risponde con un serio sguardo di assenso seguito dagli altri due, lo smilzo si lecca le labbra con un evidente rigonfiamento nei pantaloni.
Marta sorride diabolica e con studiata lentezza lascia scivolare per terra la vestaglia, dando loro il tempo di ammirare il suo corpo e i suoi capezzoli appuntiti. Appoggia il bicchiere e si sistema in ginocchio di fronte a loro. Accarezza salendo con le mani la gamba del sinistro e del destro mentre fissa dal basso verso l'alto quello in mezzo e si umetta famelica le labbra:
"Non c'è niente di meglio che una bella dose di sborra calda in una giornata così fredda"
L'uomo in mezzo deglutisce e capendo il suo sguardo la facilita slacciando i pantaloni e tirando fuori il cazzo già duro e bagnato.
Marta con le mani raggiunge i cazzi degli altri due e da fuori i pantaloni inizia a solleticarli mentre si avventa sul fallo pronto che ha davanti a sé.
Inizia a leccare e succhiare quel fallo grondante dalla base alla punta e ci sputa per bene mentre, a bocca impegnata, con un gesto delle mani esorta gli altri due a tirare i loro fuori.
Continua un pompino lento e profondo al primo mentre con le mani sente finalmente la carne degli altri due senza nemmeno guardarli.
Quando il primo è fradicio dai fiotti della sua bocca si sposta su quello a sinistra per inondarlo di saliva e poi sul destro continuando con le mani ciò che interrompe con la bocca.
Gli uomini gemono dicendole piano: “Sì, brava" con uno sguardo ipnotizzato.
Marta continua lenta finché tutti quei cazzi non sono di pietra, lucidi e pulsanti.
Tra un risucchio e una leccata dice: "Come mi godo questi cazzi a mia disposizione.”
I respiri degli uomini all’unisono si fanno più pesanti e uno di loro mormora a mezza bocca: “Sì, padrona.”
Lei annuisce e dice:
"Non vedevate l'ora eh, di farvi consumare le cappelle."
Gli uomini tremano e fanno versi sconnessi di assenso mentre lei si stacca e schiocca le labbra:
"Madonna come siete duri, alzatevi e venitemi attorno. Voglio un plotone di esecuzione."
Gli uomini si alzano e, liberatisi dai pantaloni, si mettono a semicerchio, verghe in mano nello sforzo di tenere l'erezione, ma anche di non venire troppo presto.
Marta cambia ritmo e ricomincia a segarne due con le mani e a strusciarsi il terzo cazzo addosso.
Li guarda sempre dal basso con un grande sorriso folle e il trucco sbavato dalla saliva e dai loro umori.
Con il polso girato controlla l'ora mentre sega quello di sinistra - perfetto, mancano 5 minuti.-
“Che bravi cazzi che siete. Ci siamo quasi e posso farvi sborrare tutti insieme.”
Quello alto sembra non farcela quasi più e allora Marta con lui rallenta:
"Piano stallone, non è ancora il momento.” e glielo lecca più lentamente.
Si sente il rumore di una chiave che gira nella serratura e subito dopo il chiudersi di una porta.
Marta sorride soddisfatta fissando negli occhi i tre uomini che la sovrastano mentre esclama:
"Benarrivato! Vieni a vedere la tua sorpresa.”
E dal corridoio, con uno sguardo a metà sorpreso appare Michele, che ha ancora addosso scarpe e giacca e lo zaino sulle spalle.
Con un sorriso scaltro dice:
"Ma guarda un po'. Che fantastica troia."
Marta spunta attraverso le gambe dei tre uomini che sono rimasti un po' spiazzati e gli sorride maliziosa:
"Guarda come mi faccio riempire di sborra! Vieni a vedere quanto sono brava.”
Michele si spoglia rapidamente.
"Cazzo, ce l'ho già duro. Fammi vedere come ti lavano.”
Marta riprende la situazione e i cazzi in mano:
"Ora ve la spillo questa cazzo di sborra"
E ricomincia a spompinare e a segare con foga.
"Voglio" -pompino
"Colare" -sega
“Sborra" -pompino
Michele si unisce al cerchio e Marta si precipita anche sul suo cazzo mentre chi rimane fuori si masturba al culmine dell'eccitazione.
Lei si stacca improvvisamente da tutti, ingorda, e li guarda portando una mano al collo e una alla fica masturbandosi per la prima volta da quando avevano iniziato.
Tutti e 4 gli uomini si prendono il cazzo e avvicinandosi continuano a segarsi con sguardo eccitato e concentrato sul compito.
"Oh, fatemi una doccia calda, la voglio sentire ovunque cazzo.”
Con le dita sempre più veloci e lo sguardo fisso su quelle verghe viola e gocciolanti
"Glassatemi cristo, riempitemi di sborraaa"
Con un gemito corale il basso é il primo a fiottare la sua densa sborra bianca sulla fronte e sulla faccia di Marta. È una gittata intensa, lei sta per venire “Sììì, bravo.”
Lo smilzo lo segue e sgorga sul mento e sulle tette di Marta che si passa una mano spargendo il denso liquido mentre con l’altra continua la sua sgrillettata sempre più frenetica.
Nello stesso istante le schizza in piena faccia il tarchiato
"Mmm sono piena di sborra." ansima Marta venendo finalmente.
A quel punto schizza anche Michele in bocca e sul naso con un gemito liberandosi dalla sua sborra viscosa.
Marta li guarda con l'occhio ancora libero dallo sperma e ansimando si spalma quella crema e la fa colare sui capezzoli insieme alla sua saliva.
"Bravi, ora la padrona è soddisfatta.”
Michele ride e dice:
"Vi faccio vedere dove potete pulirvi e rivestirvi. Grazie per essere venuti.”
Gli uomini felici e ringalluzziti si affrettano a sistemarsi e prima di andarsene salutano Marta e ringraziano con grandi strette di mano Michele, che di lavoro aveva fatto poco, ma che aveva il grande merito di aver concesso di sborrare addosso alla sua porca.
Fine
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