Il sogno di Lisa
di
Writerbx
genere
tradimenti
Avevo intenzione di pubblicare un racconto di una storia vissuta anni fa, ma negli ultimi giorni ho avuto una breve e inaspettata avventura con una collega.
Con Lisa (nome di fantasia) ho avuto sempre un bel rapporto amichevole e scherzoso, è la classica brava ragazza, forse meglio definirla donna, ha da poco compiuto 50 anni, amante della musica classica, del cinema, della lettura, del buon cibo e del buon vino e con cui, a volte, durante le pause, ho condiviso qualche sigaretta.
Di corporatura media, un bel seno, capelli neri e mossi, occhi neri, bocca piccola, labbra sottili e seni prosperosi, una donna pacata, introversa ma gioviale, single non per scelta.
Qualche settimana fa, mentre era intenta a far delle fotocopie, passando accanto a lei mi ha fermato prendendomi con la mano il polso, ha sussurrato di avermi sognato e me lo ha confessato arrossendo.
Mi sono meravigliato di come una persona così discreta avesse sentito l’esigenza di rivelarmi un suo sogno, la mia parte vanitosa, ricordandosi che in passato mi aveva rivolto dei complimenti, sperava che ci fosse una qualche forma di interesse da parte sua, ero curioso.
Con una scusa poco dopo mi sono avvicinato per chiederle particolari sul sogno, è rimasta vaga, non voleva sbilanciarsi promettendo che mi avrebbe raccontato di più dopo il lavoro.
Ci siamo diretti ad un bar poco distante, appena seduti al tavolino mi ha raccontato il sogno: “Ricordo che eravamo io e te, dovevamo andare ad una festa, non so dove, ricordo solo che non volevo che ci vedessero insieme anche se non c’era nessun altro che ci conosceva, ad un tratto ci siamo ritrovati a questa festa, non conoscevamo nessuno, mi sentivo a disagio, ti tenevo la mano e poi siamo andati siamo andati a casa mia a bere qualcosa e siamo finiti a letto” concluse arrossendo e abbassando lo sguardo.
Non volevo metterla ulteriormente in imbarazzo, ci sarebbe stato modo di approfondire l’argomento, ero felice di essere stato oggetto di desiderio da parte sua, era una cosa inaspettata, è vero che anche le donne più introverse, dall’ apparente integerrima moralità, nutrono desideri repressi che faticano a tirare fuori, quasi fosse motivo di vergogna.
Lisa iniziava ad intrigarmi ed ogni volta che qualcuno mi intriga vivo dei periodi di euforia, mi esalto e la mia mente non riposa; volevo provare, senza mancarle di rispetto, a fiaccare le sue difese con piccole provocazioni chiedendole, ad esempio, se si era pentita del sogno, se si era svegliata con una bella sensazione, se ci pensa ancora, e così via.
Nel contempo notavo una sua maggior cura nell’abbigliamento e nel trucco e sempre minor imbarazzo nel rispondere alle mie provocazioni, era giunto il momento di osare per cui le dissi che mi gratificava che mi avesse sognato e non mi sarebbe dispiaciuto mettere in pratica il sogno. Non mi era sembrata infastidita.
Il giorno seguente Lisa non era a lavoro, vuoi vedere che si è arrabbiata, pensavo, con questo tarlo nella testa ho continuato a lavorare fino a ricevere un suo messaggio che mi invitava la sera a cena a casa sua.
Come potevo fare??!! A mia moglie che scusa avrei inventato??!! Nemmeno volevo rinunciare a quella occasione, per fortuna c’è sempre una via di mezzo da percorrere, sarei andato da lei per un caffè durante la pausa pranzo e ci saremo organizzati per cenare insieme. La raggiunsi durante la pausa, sono salito a casa sua rapito da mille pensieri, su cosa sarebbe potuto succedere in quel breve lasso di tempo, invece, mi ha aperto la porta in tuta e ciabatte placando il mio entusiasmo.
Mentre preparava il caffè mi sono guardato attorno ad osservare il suo appartamento, la zona giorno con annesso angolo cottura era arredato con gusto, molto accogliente ma con uno stile troppo classico per i miei gusti ma che rispecchiava il suo modo di essere.
Lisa aveva un atteggiamento differente rispetto a quando era a lavoro, era più loquace, estroversa, spiritosa, stare nel suo ambiente la metteva a proprio agio ma non mi dava modo di capire le sue intenzioni.
Prima di andare via le dico che mi sarebbe piaciuto rimanere a cena da lei la sera ma doveva darmi la possibilità di organizzarmi con anticipo per trovare una scusa per mia moglie essendo una donna molto gelosa e sospettosa.
“E’ solo una cena tra 2 colleghi, cosa pensavi??!!” mi ha ribattuto fissandomi provocatoriamente.
Mi sono fatto coraggio, mi sono avvicinato per baciarla ma mi ha respinto, “Ci sarà tempo per divertirci, ti aspetto giovedì a cena qui da me, vestito elegante e con la camicia bianca, se non puoi, altre occasioni non ci saranno”; la sua voce era decisa e ammaliante, avrei fatto di tutto per esserci. Uscito con l’uccello duro e senza potermi sfogare, sono tornato a lavoro pensando a lei e trovando una scusa per mia moglie.
Finalmente giovedì, a lavoro porto il cambio per la sera per non dare sospetti, ci penserà la lavanderia a far tornare tutto pulito, il tempo non passa mai, cerco di non pensare troppo a quello che mi aspetta per non arrivare troppo carico e fare brutta figura. Uscito da lavoro vado a casa di un amico per darmi una rinfrescata e cambiarmi, prendo del vino e dei dolci e alle 19.45 citofono, mi specchio in ascensore, l’abito scuro con la cravatta abbinata e la camicia bianca mi stanno bene, anche i capelli ok, trovo la porta socchiusa, busso ed entro chiedendo permesso, trovo Lisa intenta a versare del vino e rimango incantato per il suo aspetto, quasi non la riconoscevo.
Un trucco marcato ma non volgare, rossetto color rosso scuro con il contorno disegnato con la matita, camicia bianca sbottonata che lasciava ben intravedere la scollatura, gonna nera di pelle ben al di sopra del ginocchio, calze nere velate e scarpe con il tacco che la portavano a sfiorare quasi il mio metro e ottanta.
Era eccitante da far perdere la testa a qualsiasi uomo, anche al più apatico.
Abbiamo brindato e ci siamo accomodati, la tavola era apparecchiata con cura ed anche le pietanze erano ricercate, mi parlava sempre fissandomi negli occhi, quando si alzava potevo ammirare lo spacco della gonna piuttosto marcato e il suo incedere elegante, non sembrava la collega che conoscevo.
Terminata la cena ci siamo spostati sul balconcino per fumare, ho provato a prendere la mano e non mi ha rifiutato, ha adagiato la testa sulla mia spalla, ho terminato velocemente la sigaretta e sono rientrato seguito da Lisa, mi sono liberato della giacca mentre lei si avvicinava e mi baciava dolcemente, gradivo il sapore del suo rossetto a contatto con le mie labbra, lentamente le ho sbottonato la camicia, ho potuto ammirare il reggiseno bianco, molto elegante, con trasparenze che lasciavano solo intravedere le forme contenute, le ho accarezzato con le dita la schiena fermandomi a slacciare il reggiseno che si è lentamente sfilato dandomi una visione di due splendidi seni ancora tonici con dei capezzoli scuri e turgidi che la mia bocca non ha potuto fare a meno di assaporare.
Mi sono sfilato la cravatta e tolto la camicia, ho sentito le sue mani accarezzarmi e giocare delicatamente con i capezzoli che poi ha portato in bocca, con la lingua li ha stuzzicati e ho potuto godere del suo fare.
Ci siamo spostati in camera accolti da luci soffuse, mi ha sfilato la cinta e sbottonato i pantaloni guardandomi negli occhi, ho sentito il tocco delle sue mani accarezzarmi il sedere sopra gli slip per poi intrufolarsi dentro e accarezzarli con entrambe le mani, aveva un tocco molto delicato, con le mani si è poi spostata sui fianchi fino alla parte bassa dell’addome facendomi patire prima di arrivare ai genitali, godevo a occhi chiusi del suo tocco e della sua lingua nella mia bocca, mi ha sfilato gli slip lasciandomi con l’uccello libero e duro e accarezzandomi i testicoli.
Si è poi seduta sulla poltrona sfilandosi la gonna e rimanendo solo con le scarpe, le autoreggenti e un minuscolo perizoma bianco con delle trasparenze, mi ha avvicinato, baciato e leccato l’ asta accarezzandomi i testicoli, mi piaceva sentire la sua lingua percorrere il mio membro, indugiare sul glande per poi scendere di nuovo e risalire.
Si è sfilata gli slip e, allargando le gambe, mi ha invitato a darle piacere, mi sono avvicinato alla sua vulva con la bocca, si è adagiata sulla schienale per godersi la mia lingua, dolcemente la stimolavo accarezzandole i seni, iniziavo a sentire i suoi sospiri di piacere e le carezze tra i capelli, l’ho sentita tremare e godere della mia bocca, si è poi alzata, appoggiata con le mani sulla toeletta invitandomi a prenderla da dietro, la sua intimità era un lago, ho cominciato a penetrarla, le accarezzavo i seni, era sensuale guardarci allo specchio e godere del movimento dei nostri corpi, spingevo il mio ventre il più possibile dentro di lei, lo facevo lentamente per godermi meglio le sensazioni, il suo viso era pieno di voglia, sensuale ed elegante anche nel momento del piacere, si mordeva le labbra e si toccava delicatamente, le ho sollevato la gamba destra tenendola con la mano, sentivo che le piaceva perché il suo ansimare aumentava e anche il mio piacere, mi sono fermato poco prima di venire.
Mi sono seduto al centro del letto, lei di fronte e sopra di me, si è portata l’uccello dentro accompagnata da una smorfia prima di dolore e poi di piacere, ci siamo abbracciati e unito ancora di più i nostri corpi in un dolcissimo amplesso, sentivo l’uccello scorrere dentro di lei, godevo dei suoi dolci baci e del contatto tra i nostri ventri che sempre di più si univano, sentivo il piacere del mio glande toccare le sue pareti intime, la danza armonica dei nostri ventri, le lingue sempre più impazienti che si cercavano, le mani con più vigore accarezzare il corpo dell’altro, ho sentito arrivare il piacere, l’ho desiderato, ho percepito il suo piacere dal tremore del suo corpo, ci siamo stretti ancora di più fino al desiderato appagamento.
Siamo rimasti abbracciati, stremati e ansimanti.
Sono passati pochi giorni, sono da poco uscito dalla lavanderia a ritirare l’abito e la camicia e percepisco ancora il suo profumo.
La mia mail è writerbx72@yahoo.com dove potermi scrivere per commentare i miei racconti, per dialogare, scambiarci idee e quant’altro
Saluti da Writer bx
Con Lisa (nome di fantasia) ho avuto sempre un bel rapporto amichevole e scherzoso, è la classica brava ragazza, forse meglio definirla donna, ha da poco compiuto 50 anni, amante della musica classica, del cinema, della lettura, del buon cibo e del buon vino e con cui, a volte, durante le pause, ho condiviso qualche sigaretta.
Di corporatura media, un bel seno, capelli neri e mossi, occhi neri, bocca piccola, labbra sottili e seni prosperosi, una donna pacata, introversa ma gioviale, single non per scelta.
Qualche settimana fa, mentre era intenta a far delle fotocopie, passando accanto a lei mi ha fermato prendendomi con la mano il polso, ha sussurrato di avermi sognato e me lo ha confessato arrossendo.
Mi sono meravigliato di come una persona così discreta avesse sentito l’esigenza di rivelarmi un suo sogno, la mia parte vanitosa, ricordandosi che in passato mi aveva rivolto dei complimenti, sperava che ci fosse una qualche forma di interesse da parte sua, ero curioso.
Con una scusa poco dopo mi sono avvicinato per chiederle particolari sul sogno, è rimasta vaga, non voleva sbilanciarsi promettendo che mi avrebbe raccontato di più dopo il lavoro.
Ci siamo diretti ad un bar poco distante, appena seduti al tavolino mi ha raccontato il sogno: “Ricordo che eravamo io e te, dovevamo andare ad una festa, non so dove, ricordo solo che non volevo che ci vedessero insieme anche se non c’era nessun altro che ci conosceva, ad un tratto ci siamo ritrovati a questa festa, non conoscevamo nessuno, mi sentivo a disagio, ti tenevo la mano e poi siamo andati siamo andati a casa mia a bere qualcosa e siamo finiti a letto” concluse arrossendo e abbassando lo sguardo.
Non volevo metterla ulteriormente in imbarazzo, ci sarebbe stato modo di approfondire l’argomento, ero felice di essere stato oggetto di desiderio da parte sua, era una cosa inaspettata, è vero che anche le donne più introverse, dall’ apparente integerrima moralità, nutrono desideri repressi che faticano a tirare fuori, quasi fosse motivo di vergogna.
Lisa iniziava ad intrigarmi ed ogni volta che qualcuno mi intriga vivo dei periodi di euforia, mi esalto e la mia mente non riposa; volevo provare, senza mancarle di rispetto, a fiaccare le sue difese con piccole provocazioni chiedendole, ad esempio, se si era pentita del sogno, se si era svegliata con una bella sensazione, se ci pensa ancora, e così via.
Nel contempo notavo una sua maggior cura nell’abbigliamento e nel trucco e sempre minor imbarazzo nel rispondere alle mie provocazioni, era giunto il momento di osare per cui le dissi che mi gratificava che mi avesse sognato e non mi sarebbe dispiaciuto mettere in pratica il sogno. Non mi era sembrata infastidita.
Il giorno seguente Lisa non era a lavoro, vuoi vedere che si è arrabbiata, pensavo, con questo tarlo nella testa ho continuato a lavorare fino a ricevere un suo messaggio che mi invitava la sera a cena a casa sua.
Come potevo fare??!! A mia moglie che scusa avrei inventato??!! Nemmeno volevo rinunciare a quella occasione, per fortuna c’è sempre una via di mezzo da percorrere, sarei andato da lei per un caffè durante la pausa pranzo e ci saremo organizzati per cenare insieme. La raggiunsi durante la pausa, sono salito a casa sua rapito da mille pensieri, su cosa sarebbe potuto succedere in quel breve lasso di tempo, invece, mi ha aperto la porta in tuta e ciabatte placando il mio entusiasmo.
Mentre preparava il caffè mi sono guardato attorno ad osservare il suo appartamento, la zona giorno con annesso angolo cottura era arredato con gusto, molto accogliente ma con uno stile troppo classico per i miei gusti ma che rispecchiava il suo modo di essere.
Lisa aveva un atteggiamento differente rispetto a quando era a lavoro, era più loquace, estroversa, spiritosa, stare nel suo ambiente la metteva a proprio agio ma non mi dava modo di capire le sue intenzioni.
Prima di andare via le dico che mi sarebbe piaciuto rimanere a cena da lei la sera ma doveva darmi la possibilità di organizzarmi con anticipo per trovare una scusa per mia moglie essendo una donna molto gelosa e sospettosa.
“E’ solo una cena tra 2 colleghi, cosa pensavi??!!” mi ha ribattuto fissandomi provocatoriamente.
Mi sono fatto coraggio, mi sono avvicinato per baciarla ma mi ha respinto, “Ci sarà tempo per divertirci, ti aspetto giovedì a cena qui da me, vestito elegante e con la camicia bianca, se non puoi, altre occasioni non ci saranno”; la sua voce era decisa e ammaliante, avrei fatto di tutto per esserci. Uscito con l’uccello duro e senza potermi sfogare, sono tornato a lavoro pensando a lei e trovando una scusa per mia moglie.
Finalmente giovedì, a lavoro porto il cambio per la sera per non dare sospetti, ci penserà la lavanderia a far tornare tutto pulito, il tempo non passa mai, cerco di non pensare troppo a quello che mi aspetta per non arrivare troppo carico e fare brutta figura. Uscito da lavoro vado a casa di un amico per darmi una rinfrescata e cambiarmi, prendo del vino e dei dolci e alle 19.45 citofono, mi specchio in ascensore, l’abito scuro con la cravatta abbinata e la camicia bianca mi stanno bene, anche i capelli ok, trovo la porta socchiusa, busso ed entro chiedendo permesso, trovo Lisa intenta a versare del vino e rimango incantato per il suo aspetto, quasi non la riconoscevo.
Un trucco marcato ma non volgare, rossetto color rosso scuro con il contorno disegnato con la matita, camicia bianca sbottonata che lasciava ben intravedere la scollatura, gonna nera di pelle ben al di sopra del ginocchio, calze nere velate e scarpe con il tacco che la portavano a sfiorare quasi il mio metro e ottanta.
Era eccitante da far perdere la testa a qualsiasi uomo, anche al più apatico.
Abbiamo brindato e ci siamo accomodati, la tavola era apparecchiata con cura ed anche le pietanze erano ricercate, mi parlava sempre fissandomi negli occhi, quando si alzava potevo ammirare lo spacco della gonna piuttosto marcato e il suo incedere elegante, non sembrava la collega che conoscevo.
Terminata la cena ci siamo spostati sul balconcino per fumare, ho provato a prendere la mano e non mi ha rifiutato, ha adagiato la testa sulla mia spalla, ho terminato velocemente la sigaretta e sono rientrato seguito da Lisa, mi sono liberato della giacca mentre lei si avvicinava e mi baciava dolcemente, gradivo il sapore del suo rossetto a contatto con le mie labbra, lentamente le ho sbottonato la camicia, ho potuto ammirare il reggiseno bianco, molto elegante, con trasparenze che lasciavano solo intravedere le forme contenute, le ho accarezzato con le dita la schiena fermandomi a slacciare il reggiseno che si è lentamente sfilato dandomi una visione di due splendidi seni ancora tonici con dei capezzoli scuri e turgidi che la mia bocca non ha potuto fare a meno di assaporare.
Mi sono sfilato la cravatta e tolto la camicia, ho sentito le sue mani accarezzarmi e giocare delicatamente con i capezzoli che poi ha portato in bocca, con la lingua li ha stuzzicati e ho potuto godere del suo fare.
Ci siamo spostati in camera accolti da luci soffuse, mi ha sfilato la cinta e sbottonato i pantaloni guardandomi negli occhi, ho sentito il tocco delle sue mani accarezzarmi il sedere sopra gli slip per poi intrufolarsi dentro e accarezzarli con entrambe le mani, aveva un tocco molto delicato, con le mani si è poi spostata sui fianchi fino alla parte bassa dell’addome facendomi patire prima di arrivare ai genitali, godevo a occhi chiusi del suo tocco e della sua lingua nella mia bocca, mi ha sfilato gli slip lasciandomi con l’uccello libero e duro e accarezzandomi i testicoli.
Si è poi seduta sulla poltrona sfilandosi la gonna e rimanendo solo con le scarpe, le autoreggenti e un minuscolo perizoma bianco con delle trasparenze, mi ha avvicinato, baciato e leccato l’ asta accarezzandomi i testicoli, mi piaceva sentire la sua lingua percorrere il mio membro, indugiare sul glande per poi scendere di nuovo e risalire.
Si è sfilata gli slip e, allargando le gambe, mi ha invitato a darle piacere, mi sono avvicinato alla sua vulva con la bocca, si è adagiata sulla schienale per godersi la mia lingua, dolcemente la stimolavo accarezzandole i seni, iniziavo a sentire i suoi sospiri di piacere e le carezze tra i capelli, l’ho sentita tremare e godere della mia bocca, si è poi alzata, appoggiata con le mani sulla toeletta invitandomi a prenderla da dietro, la sua intimità era un lago, ho cominciato a penetrarla, le accarezzavo i seni, era sensuale guardarci allo specchio e godere del movimento dei nostri corpi, spingevo il mio ventre il più possibile dentro di lei, lo facevo lentamente per godermi meglio le sensazioni, il suo viso era pieno di voglia, sensuale ed elegante anche nel momento del piacere, si mordeva le labbra e si toccava delicatamente, le ho sollevato la gamba destra tenendola con la mano, sentivo che le piaceva perché il suo ansimare aumentava e anche il mio piacere, mi sono fermato poco prima di venire.
Mi sono seduto al centro del letto, lei di fronte e sopra di me, si è portata l’uccello dentro accompagnata da una smorfia prima di dolore e poi di piacere, ci siamo abbracciati e unito ancora di più i nostri corpi in un dolcissimo amplesso, sentivo l’uccello scorrere dentro di lei, godevo dei suoi dolci baci e del contatto tra i nostri ventri che sempre di più si univano, sentivo il piacere del mio glande toccare le sue pareti intime, la danza armonica dei nostri ventri, le lingue sempre più impazienti che si cercavano, le mani con più vigore accarezzare il corpo dell’altro, ho sentito arrivare il piacere, l’ho desiderato, ho percepito il suo piacere dal tremore del suo corpo, ci siamo stretti ancora di più fino al desiderato appagamento.
Siamo rimasti abbracciati, stremati e ansimanti.
Sono passati pochi giorni, sono da poco uscito dalla lavanderia a ritirare l’abito e la camicia e percepisco ancora il suo profumo.
La mia mail è writerbx72@yahoo.com dove potermi scrivere per commentare i miei racconti, per dialogare, scambiarci idee e quant’altro
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