Notte, neve e ospitalità.

di
genere
etero

Notte, neve e ospitalità.
Il vecchio era fermo in auto, in una zona semideserta.
Voleva fumare, osservare il panorama dei campi e star seduto; ascoltare la voce di Orzabal alla radio, che gli dava il benvenuto nella sua vita e cantava che non c'era modo di tornare indietro.
Benvenute erano state quelle due viaggiatrici incontrate oltre quaranta anni prima.
Stava lavorando in quell'impianto, di notte, a quasi duemila metri di altitudine.
Fuori nevicava e il vento trasformava i fiocchi in proiettili. Organizzava il lavoro, tutte le notti, in modo da rimanere solo almeno per un’ora. I suoi colleghi salivano ai loro alloggi e spesso non tornavano.
Sapevano quanto lui preferisse stare solo di notte. La fase finale del turno notturno prevedeva attività di controllo, più che di operatività manuale.
Saranno state le 3.
Bussarono sul vetro della porta.
Erano due donne infreddolite, piene di neve nei capelli, e vestite in maniera inadeguata a quel clima.
Le fece entrare e sedere.
Aveva coperte che normalmente usava per ripararsi dal freddo, quando l’impianto di riscaldamento veniva battuto dalla temperatura esterna.
Le due si tolsero le scarpe e le calze. E quando si resero conto che le coperte erano sufficientemente coprenti, anche i calzoni.
Indossavano infine, i maglioni del tipo svedese, col collo a giro e disegni che parevano girotondi.
Il giovane non capiva esattamente cosa fosse capitato loro. Parlavano una lingua che non capiva. Ma il termine caffè è internazionale e quando chiese se ne volevano, annuirono vigorosamente.
Armeggio’ con la caffettiera, coll’acqua e col caffè. Col fornello.
Aveva un quarto di torta che le due divorarono. Poi il caffè, appena bollito.
Le due iniziarono a parlottare tra loro. Lui si alzò per lavare le tazze, pensando che volessero stare sole.
Una delle due si alzò e lo afferrò da dietro sui fianchi. Cominciò a baciargli la nuca
Poi l’altra, che invece si pose davanti a lui, volgendogli le spalle. Volse il volto verso di lui, si baciarono intensamente.
Le due iniziarono a muoversi ondeggiandido come in un ballo. Lui appoggio’ le mani sui fianchi della donna che gli stava davanti.
Senti’ la pelle nuda. Le due continuarono a muoversi ondeggiando, come un ballo.
La donna che gli stava dietro gli sfilo’ maglione e camicia. Rimase a torso nudo.
La donna gli sgancio’ la cintura, gli abbassò i pantaloni e alzandosi, gli afferrò il sesso con le mani.
Comincio, a muovere, su e giù.
La donna che aveva davanti si chinò, era pronta. La donna che aveva dietro gli si pose di fianco e lo guido’ con una mano, dentro la donna davanti.
Tornò dietro di lui, e con le mani sui suoi fianchi , impresse il ritmo della penetrazione.
Avanti e indietro. Sembrava conoscesse il corpo di lui a memoria, i movimenti non permettevano l’uscita del suo sesso dal corpo dalla donna che gli stava davanti.
La donna dietro era agganciata al petto del giovane, accarezzava i capezzoli di lui.
Poi si spostò nuovamente, lo fece uscire dalla donna e lo bacio’ .
Il giovane sparì dentro la sua bocca e gli parve di svenire.
Poi lei si rialzò e lo guidò nel sedere della prima donna.
Il giovane si senti’ morire, come fosse esploso.
Tutti vogliono comandare il mondo, stavano cantando Orzabal, e la canzone fini’.
Fini’ anche la sigaretta.
E cominciò a piovere.
Fece risalire il finestrino.
Chissà dov’era Sandra.




scritto il
2025-11-07
2 4 3
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Blu
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.