01. I competitor

di
genere
masturbazione

Vita dura, in tempi di alta competizione. Rischi quasi che ti passi la voglia a priori di mostrarti per quello che sei. Eppure si sa, la seduzione (virtuale e non) è anche arte della vendita, e se un tempo bastava sapere scrivere bene, adesso... beh... adesso devi competere con TUTTI. Quelli che hanno letto un milione di libri insieme a quelli che non sanno nemmeno parlare -cit.-. Tutti lì, mescolati nel grande calderone internettiano. E anche se quelli che non sanno nemmeno parlare, in teoria, a certi campionati neanche dovrebbero farli iscrivere come amatoriali... te li ritrovi tutti con la patta aperta, che sanno benissimo cosa (non) fare. E lo fanno. Assaltano qualsiasi essere umano dalle fattezze femminili, creando un gioco al massacro dove in qualsiasi app di dating o sito di incontri come pure in qualsiasi sito, forum e social generico, dall'altra parte c'è un oggetto. Non più una donna da corteggiare, soltanto un oggetto, che se commette il tragico errore di rispondere "ciao!" si vede arrivare la dickpick in risposta (quando va bene: di solito la inviano anche prima del saluto, di default). Capite anche voi che la donna dopo poco si fa furba, o molto più banalmente si annoia. Tutto diventa prevedibile, e si banna che è un piacere. E stiamo parlando solo dei casi in cui il rifiuto o il blocco non generano violenza o stalking. Tutto questo cosa c'entra con il sesso (e con il rock'n'roll)? Nulla, assolutamente nulla.
Finisce che un seduttore vero o aspirante tale si ritrova ad essere uno tra tanti nel mucchio dei disperati, dovendo lavorare il doppio anche solo per poter sperare di convincere l'interlocutrice che no, non è come tutti gli altri.
Anche se, per paradosso, in senso tecnico lo è. Perché il finale, il finale è lo stesso.
Ma tu andresti mai al cinema se tanto ormai ti hanno abituato a un mercato dove è normale che ti spoilerano il finale?
Vorresti urlare al mondo che il sesso è il cinema, l'aspettare che il film esca nelle sale, il trailer, la locandina, fare la fila alla cassa, la sala d'attesa, la pubblicità prima della proiezione, i popcorn, la pausa tra il primo e il secondo tempo. Poi sì, c'è ANCHE il lieto fine, l'orgasmo, però dopo.
Risultato? Anche il “cinema” perde senso, e dall'altra parte ci si è così rassegnati che ormai non ci si ricorda neanche più che sia una forma d'arte.
Una donna si connette in rete e vede un manipolo di sfigati, tanto che ormai i suoi collegamenti neurali, un po' per autodifesa e un po' per senso di tristezza, associano la masturbazione solo alla suddetta puzza di sfiga. Dimenticando che, come il cinema, una volta era una fantasia come un'altra. E che con i nuovi mezzi potrebbe esserlo ancora.
Ma in un mercato così sputtanato, mettere in piazza che hai la fantasia di masturbarsi insieme, diventa quasi un demerito. Una skill negativa sul tuo curriculum.
Quindi si alza il tiro, nel migliore dei casi: "cerco amante frequentatore di spa, di club privè, per cose a quattro o a cinque minimo, bisex e esperto di bondage, bdsm, slave ma anche master, cuckold ma anche no". Roba che manco l'intera discografia anni '70 di Renato Zero e di Ivan Cattaneo messe insieme potevano prevedere.
E nel migliore dei casi, ripeto, altrimenti è tutto un esercizio di legge di attrazione al contrario: "No maniaci, no Ons, no cam, no foto, no video, non cerco avventure virtuali, anzi, non cerco proprio avventure, anzi non cerco proprio". Un profilo dove in 200 caratteri che servirebbero a dire cosa ti piace, 198 li sprechi a dire cosa non ti piace.
Capirete anche voi che quella voglia di dire “ma una banalissima storia di sesso virtuale proprio no, eh?” finisce per stonare. Surreale, eppure è il 2025, bellezza.
Riesci a spiegarlo, in poche parole, che non c’è nulla di male e, se condivisa (e sottolineo se condivisa) è una sana fantasia come tutte le altre?
Detto in parole ancora più povere: siamo ridotti davvero, noi seduttori della prima ora (intendo noi che siamo abbastanza agee per ricordarsi di aver fatto dell’appagante sesso virtuale pure solo con la voce al telefono, o scrivendosi senza guardarsi), a dover spiegare ciò che dovrebbe essere ovvio?
Ci masturbiamo tutti, alla fine. Ma alla fine, appunto. Deve davvero essere specificato che uno che è già con l’uccello in mano di fronte alla prima che respira e uno che vuole sedurre una specifica persona fino ad arrivare piano piano al dunque non sono la stessa cosa? E che solo uno dei due (indovinate quale) sa incassare con dignità un no e sa quando smettere di insistere? E che solo uno dei due (indovinate quale) ha chiaro fin dall’inizio quanto dire no a propria volta sia sexy o quantomeno sia rispetto di sé stessi? (insomma, diciamolo apertamente: quanto è noioso e pure un po’ avvilente prendere una donna per sfinimento, quando invece è centomila volte più sano avere il coraggio di dire “no, grazie, non ho bisogno di sbavare o di elemosinare”?)
La storia della seduzione 2.0 ha infettato anche noi, nessuno si senta offeso.
Siamo noi che avremmo tutto da vincere… e invece ormai abbiamo solo da perdere.

Maledetti competitor del cazzo (letteralmente).
scritto il
2025-11-02
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