O2. Il fattore tempo

di
genere
masturbazione

Poi ci sono altri due fattori interessanti, nella mia personale wishlist.

Intanto, il fattore tempo, che si presuppone sia una prerogativa da entrambe le parti, o almeno credo (rifaccio: o almeno spero). Quel piccolo grande vantaggio accumulato dall’evitare il tutto e subito. Nel precedente racconto accennavo alla fretta del disperato qualunque, contrapposta al corteggiamento di chi preferisce leggere e farsi leggere. Farsi delle idee prima di farsi delle… beh, ci siamo capiti. Se da qualche stralcio di racconto altrui (e/o da una foto profilo intrigante ma mai troppo) intuisci che ci sia un minimo di mix tra ironia, italiano corretto e savoir-faire, c’è una buona possibilità che dall’altra parte ci sia un’anima affine. O quantomeno qualcuna che ha una voglia di leggere pari a quella che ha di scrivere di sé. Io stesso ho tenuto più volte un account qui su Er, e altrettante volte l’ho cancellato. Mescolavo diari, sogni erotici, cose successe sul serio e cose che mi sarebbe piaciuto accadessero. Sempre senza mai trovare davvero una quadra nella scrittura, a mio giudizio. Quindi o sono io che sono un precisino rompicoglioni, oppure non era il momento giusto sia per ciò che leggevo sia per quello che tiravo fuori io. Racconti nella sezione “masturbazione”, d’altra parte, qui dentro ce n’è sempre stati pochini, di dubbio gusto, scritti malino e forse da un uomo (ah no, ho già detto “di dubbio gusto”, mica c’è bisogno di ripetersi). Se la descrizione è al maschile, già di per sé è difficile bypassare il pecoreccio. Se la descrizione è al femminile però dietro c’è un uomo… vedi alla voce “di dubbio gusto scritti malino”. Se la descrizione è al femminile e il racconto non è un fake conclamato… uhm… parliamone.

Anzi, parliamo della premessa: so che in parte va in contraddizione con quello che ho detto, però il mio debole, quello che voglio raggiungere subito, è trovare una donna che si masturbi. No, aspetta, la dico più chiara, lo so da me che tutti gli uomini e le donne lo fanno. Intendevo una donna che lo faccia e AMMETTA di farlo, cosa che restringe il campo mica di poco. I maschi sono fuori gara, lo sappiamo (e grazie al… eh, appunto), ma le donne? Quelle che ne parlano senza problemi, nel mio immaginario hanno sempre avuto una marcia in più. Un booster automatico. Tantissime volte mi è capitato che persone che lì per lì a livello fisico non mi abbiano detto nulla di che, se di botto entravano a gamba tesa in argomento, si rendevano immediatamente seducenti. La malizia di chi parla di sé senza tabù, e magari è pure in grado di scriverlo, rappresenta per me un click impagabile. Un ennesima prova, se mai ne avessi avuto il bisogno, che il sesso e la seduzione non stanno negli organi genitali ma nella mente. Certo, a trovarla una che non solo ammette di provare piacere solitario ma ne riesce pure a ricavare un racconto credibile… (ciò è da considerarsi pienamente valido fatta sola eccezione per lo strabiliante caso di Mademoiselle Anaïs -poi per la SIAE ci accordiamo-).

Tuttavia, il fattore tempo c’è anche di là, perché, come è logico, non basta sentire un “sì, mi masturbo anche io” per dedurne che la rea confessa abbia voglia di darsi proprio a te nella condivisione della sacra arte della diteggiatura. O, se succede, deve essere un gioco di seduzione il più lento possibile. Tuttavia, se è vero (e non ho motivo per dubitare della fonte) il fondamentale precetto di Franco Califano per cui “non c’è dedica più bella a una donna che dirle che ti sei masturbato pensandola”, non è altrettanto scontato che dall’altra parte l’oggetto del desiderio ammetta subito di apprezzare. So di miriadi di storie virtuali partite a mille e poi finite in un dare per scontato l’altra persona: un conto è sedursi e aspettarsi, un altro autoconvincersi che hai la tua puttana personale a disposizione di telefono ogni volta che vuoi. Che insomma, immagino che alle lunghe non sia proprio il massimo farsi scrivere da una persona -che all’inizio ti aveva preso bene- messaggi a orari improbabili (che corrispondono il più delle volte a giochi di incastro nei momenti lontani dagli sguardi indiscreti della moglie) e sempre con toni di pretesa. Se dopo un paio di volte un uomo riceve un “senti, bello, va bene tutto, però mica è colpa mia sa ti tira l’uccello alle tre di notte e ora ti hanno pure messo lo Spid per accedere a X-Hamster, io avrei anche un lavoro domani!” un po’ se l’è anche cercata.

Parlo per sentito dire, eh, non essendo sposato né attualmente fidanzato. Anzi, che ci crediate o no, mi è successo qualcosa di simile pure all’inverso: quando era lei quella impegnata con un figlio o un marito, alle lunghe il gioco del “ora non posso, ma vedrai che l’attesa aumenta il desiderio” smosciava qualsiasi eccitazione.

Insomma, vita dura per i seduttori virtuali. Cerchiamo il tempo lungo, ma vogliamo quello breve, o quando abbiamo il motore carico per quest’ultimo, i tempi non coincidono con quelli di lei.
Ed ecco perché nonostante tutto amo ancora la fantasia pindarica virtuale: perché in certi casi è identica alla vita vera, e quando si incastrano i tempi di entrambi alla perfezione, sai che ne è valsa la pena. O almeno credo (rifaccio: o almeno spero).
scritto il
2025-11-25
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