Il mio primo lavoro da baby sitter parte 3

Passarono alcuni giorni. Lei cercò di comportarsi come sempre: arrivava puntuale, giocava con Tommaso, preparava la cena. Ma da quella sera, tutto sembrava diverso. Ogni volta che Marco le sorrideva, sentiva un nodo dolce allo stomaco — e ogni volta che lui si allontanava, le mancava qualcosa.

Una sera, mentre aspettava Marco che rientrasse dal lavoro, sentì bussare.
Aprì, pensando fosse lui.
Davanti alla porta, invece, c’era un uomo che non conosceva bene — Luca, un amico di Marco, l’aveva visto solo una volta.

«Ciao,» disse lui con un sorriso troppo disinvolto. «Marco mi ha detto che sei qui spesso, posso aspettarlo dentro?»
Lei esitò, poi annuì. «Sì, certo, entra pure.»

Si sedettero in salotto. Luca parlava molto, forse troppo, e lei sentiva crescere un disagio sottile.
A un certo punto lui la guardò negli occhi e disse, con tono leggero ma tagliente:
«Sai, Marco dice che sei una ragazza speciale. E che vuoi… fare esperienza.»

Lei rimase in silenzio, colpita. «Ha detto così?»
«Beh… più o meno. Forse ho capito male.»

Si sentì arrossire, un misto di vergogna e rabbia.
Si alzò in piedi, cercando di nascondere la confusione. «Forse è meglio che tu vada.»

Luca la fissò, poi sorrise, come se fosse tutto un gioco. «Tranquilla, non volevo offenderti.»
Lei fece un passo indietro, ma poi — d’istinto, senza pensarci — lo fermò. Non sapeva perché: forse per rabbia, forse per dolore, o forse per capire se davvero qualcuno la desiderasse.
Lo guardò negli occhi e, per un istante, lo baciò.

Ma fu un bacio vuoto, senza calore.
Si staccò subito, come se si fosse svegliata da un sogno sbagliato.
Troppo tardi. Lui velocemente si slaccio i jeans...