Io e il professore

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IO E IL PROFESSORE

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Quando mi iscrissi a giurisprudenza non avevo ancora le idee chiare.

Non sapevo se avessi voluto intraprendere la carriera in magistratura, o fare l’avvocato o, perché no, il notaio.

Fatto è che cominciai a frequentare le lezioni e, siccome ero una studentessa molto attenta e precisa, mi accomodavo sempre in prima fila e prendevo diligentemente appunti sui miei quaderni.

Cominciai a seguire con particolare attenzione le lezioni di diritto penale perché la materia era interessante ma soprattutto perché il professore era terribilmente affascinante.

Aveva un modo di esprimersi che trovavo seducente, erotico, tanto che spesso, a fine lezione, mi ritrovavo con la fica umida.

Un giorno durante la pausa della lezione ci incontrammo al bar dell’università.

“Sa, professore, trovo le sue lezioni interessanti ed eccitanti…”

Lo sguardo che mi fece il professore non lasciava adito a dubbi.

“Si, l’ho notata sa, sempre in prima fila, diligente…”

“Tra qualche giorno mi trasferisco al mare con i miei genitori…”, cominciai a dirgli in modo apparentemente distratto

“Ah, anche lei frequenta quella spiaggia signorina? Sa che lì ho una vecchia casa nella quale vivo nel periodo estivo?”

“Il prossimo fine settimana sarebbe perfetto. Sabato, si. La vengo a prendere…”

Tutto cominciò così.

Questo fu il primo incontro con quello che sarebbe diventato mio marito.

Quel sabato mattina di venti anni fa venne a prendermi sotto casa con la sua auto e andammo a Imperia, alla Spiaggia d’Oro, dove aveva la sua vecchia casa.

Che poi era una casa bellissima: una villetta in stile ottocento posta a ridosso del lungomare, con un ampio giardino, nel quale spiccavano alcune palme, circondato un muro di cinta ondulato ed elegante, adornato da inferriate in ferro battuto.

L’interno era affascinante, arredato con gusto vintage, perché tutto pareva richiamare gli anni sessanta, quelle atmosfere rarefatte e tranquille che respiravo spesso nella casa dei miei nonni.

Mi chiese di me.

Venne attratto dal mio spirito esibizionistico.

Lui adorava osservare e fotografare.

Entrammo subito in sintonia.

Mi spogliai già eccitata.

Lui mi guardava estasiato e, presa la sua macchinetta fotografica con la pellicola, che adorava, cominciò a scattare eccitato.

Ci ritrovammo sul letto.

Mi baciava dappertutto, mi leccava con avidità le tette, i capezzoli, e poi giù, tra le gambe, la fica.

Adorava il mio pelo morbido e giovanile.

Infilò la lingua in profondità per leccare tutti i miei fluidi.

Ero eccitata, lo volevo dentro.

Allargai le gambe sfacciata: “Scopami, ti voglio dentro”, gli dissi guardandolo dritto negli occhi.

Colsi un attimo di esitazione nei suoi occhi, poi impugnò il suo cazzo rigido e me lo infilò nella fica.

Qualche colpo e lo sentii entrare in profondità.

Cominciavo a sospirare di piacere quando mi sentii invasa dal suo sperma.

Il professore era talmente eccitato che non seppe resistere, pensai.

Lo sentii mugolare di piacere, sebbene il suo sguardo tradisse una sensazione di forte disagio.

Fatto è che io ero eccitata e cominciai ad ancheggiare con veemenza mentre il suo cazzo, ancora rigido era nella mia fica.

Lo abbracciai forte, lo strinsi a me, poi presi a masturbarmi mente con la fica continuavo ad avvolgere il suo cazzo fin quando venni emettendo un urlo sommesso.

Poi lui uscì e, con il cazzo in mano, si avvicinò alla mia bocca per farmelo leccare.

Lo afferrai con decisione e me lo portai in bocca.

Presi a leccarlo con avidità, assaporando il gusto della sua sborra mischiato ai sapori dei miei fluidi.

Quindi si girò, assumendo la posa del 69, così mentre io continuavo a leccargli il cazzo lui mi leccava la fica ancora piena della sua sborra.

Sentii le sue dita entrare nella mia fica, rovistarmi dentro, in profondità, e mentre leccavo sentivo il suo cazzo indurirsi nuovamente.

L’idea mi piaceva, e così continuai con maggiore vigore a fargli un pompino mentre godevo della sua lingua che leccava con furia la mia fica.

Lui prese a scoparmi in bocca, col cazzo oramai rigido e pronto, mentre la mia fica era sull’orlo di una nuova venuta.

Ancora una trentina di secondi: lui spingeva forte il suo cazzo nella mia bocca e sentii la sua sborra invadermi la gola.

Presi a ingoiarla, mentre mi dimenavo perché anche io stavo venendo soddisfatta.

Rimanemmo qualche minuto fermi in quella posizione, poi lui andò in bagno.

Andai anche io.

Avevo la fica da cui fuoriusciva la sborra del professore, e andai a pulirmi.

Qualche tempo dopo mi accorsi di essere incinta: all’epoca non usavo preservativi.

Rimasi per un po' di giorni interdetta, pensierosa.

Il giorno prima dell’incontro con il professore avevo scopato con il maestro di tennis, e non sapevo chi mi avesse ingravidato.

Ma dovevo decidere, e decisi.

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2025-10-09
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