Le strane voglie di mio cognato
di
Ladyam
genere
incesti
LE STRANE VOGLIE DI MIO COGNATO
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Accadde qualche tempo fà.
Ero in ufficio impegnata con alcuni clienti.
Terminato l'incontro li accompagnai alla porta e vidi mio cognato seduto in sala d'attesa.
Lo feci entrare.
Notai subito il suo comportamento un pò contratto, incerto, lo sguardo leggermente sfuggente.
Mi disse che aveva tra le mani un affare che poteva interessarmi.
Un suo cliente molto facoltoso aveva un importante complesso immobiliare da sistemare.
Un gran numero di appartamenti, molto appetibili, in zona turistica, da mettere in vendita.
Aveva bisogno di qualcuno del mestiere che potesse occuparsi di tutte le attività inerenti la vendita degli appartamenti.
Facemmo un rapido calcolo: si stava parlando di cifre davvero importanti.
"Annamaria, tu sai che ho un debole per te..."
Esordì in questo modo mio cognato e si incamminò in un discorso dai contenuti molto chiari.
Il suo sogno era scopare con me.
Sapeva che ero spesso disponibile a incontri disinibiti, quindi non avrebbero dovuto esserci remore, vero?
"C'è solo il piccolo dettaglio che sei il marito di mia sorella, e io per nulla al mondo la vorrei far soffrire. Quindi la risposta è no, caro Alberto."
Cercai di essere decisa ma con gentilezza.
Certo, apprezzavo il suo interessamento, ma mi dimostrai irremovibile.
"Però vedi, si dà il caso che la tua cara sorellina non si faccia mancare nulla..."
"Che intendi dire?", chiesi perplessa.
"Tua sorella si concede i suoi svaghi...mi capisci? E' successo più di una volta e io ho sempre fatto finta di nulla"
Era vero.
Sapevo che mia sorella era insoddisfatta e che quando le capitava una buona possibilità non se la lasciava sfuggire.
"E continuerei a far finta di nulla, tranquillamente, se tu fossi d'accordo... Del resto è anche una questione di affari: io ti procuro un cliente molto importante e tu ricambi con le tue grazie"
Era quasi ora di pranzo.
Non avevo altri appuntamenti per quella mattina, così, senza dire nulla, mi alzai, andai a chiudere la porta dell'ufficio, tornai da mio cognato e, in piedi, di fronte a lui, guardandolo negli occhi: "Fammi vedere cosa sai fare"
Fu colto di sorpresa, ma una gioia improvvisa illuminò i suoi occhi.
Venne verso di me e iniziò ad accarezzarmi il viso, il collo, le tette, il culo.
"Spogliami", gli dissi decisa.
Mi voltai per fargli abbassare la zip dell'abito nero che indossavo.
Il vestito cadde a terra con un leggero fruscio.
Afferrò la mia canottiera e la alzò per toglierla.
Lanciai la canottiera sulla sedia, mentre mio cognato era impegnato con i ganci del reggiseno.
Presi il reggiseno, mentre le sue mani stringevano desiderose le mie tette e strizzavano i miei capezzoli, e lo poggiai sulla scrivania.
Mio cognato si mise in ginocchio: afferrò i miei slip e me li abbassò, mentre io alzavo una alla volta le gambe per farmele sfilare.
Con le mani mi afferrò il culo, lo allargò e ci tuffò la testa dentro.
Sentivo i suoi baci e la sua lingua andare alla ricerca spasmodica del mio buco.
Mi piegai un pò in avanti, appoggiandomi alla scrivania, e allargai le gambe mentre lui continuava furiosamente a leccarmi il culo.
Mi girai: "La fica, leccami la fica", gli dissi a voce bassa.
Mi afferrò la fica con le mani, la allargò e ci tuffò la lingua avida dei mie sapori.
Godevo, mentre gli afferravo i capelli e gli spingevo la testa forte contro la mia fica.
Sentii fremere tutto il mio corpo di piacere mentre sentivo la sua lingua penetrarmi nella fica e leccare tutto con avidità.
Lo sentii penetrarmi con le dita mentre leccava il mio clitoride gonfio.
Non so quante ne infilò, forse tutta la mano perché mi sentivo la fica piena.
Spingeva forsennatamente, in profondità nella fica.
Io ancheggiavo per il piacere quando all'improvviso venni mugolando e mi piegai su di lui desiderosa di essere scopata.
"Spogliati!!", gli urlai mentre andavo a distendermi sul grande divano in fondo allo studio.
Il tempo di masturbarmi qualche secondo e fu subito si me.
Posizionò il suo cazzo già gonfio sulla mia faccia e io presi a leccarlo con ferocia.
Quando lo sentii duro e vibrante lo spinsi verso la mia fica.
"Sbattimi dai - gli dissi eccitata - fammi godere ancora"
Con un colpo secco fu dentro di me.
Sentii il suo cazzo entrare con forza e cominciare a spingere con energia.
Allargai le gambe e le alzai per sentirlo meglio dentro di me.
Il cazzo di mio cognato entrò fino alle palle, lo sentivo penetrarmi in profondità mentre lui aumentava il ritmo forsennato.
Urlavo di piacere quando lui si fermò e uscì.
Con un gesto rapido e deciso mi fece girare.
Mi misi a quattro zampe, aprii bene il culo e attesi che il suo cazzo entrasse.
Sentii la sua lingua, le sue dita allargarmi il buco e poi il suo cazzo spingere con forza.
Mi dimenai per il dolore e il piacere.
Emisi un urlo soffocato, mentre il suo cazzo penetrava in profondità e spingeva deciso.
Presi a masturbarmi con furore e dopo un minuto, mentre mio cognato continuava a sfondarmi il culo, venni ancora ansimando.
"Ti voglio in bocca, porco!!", gli dissi gemendo di piacere.
Ancora spinte decise e poi uscì.
In piedi, con il cazzo in mano, prese a segarsi con vigore, mentre io rapidamente mi inginocchiai davanti a lui con la bocca spalancata in attesa del suo sperma, che arrivò dopo poco, spruzzato con violenza nella mia bocca.
Rimasi con la bocca spalancata in attesa che i fiotti cessassero.
In poco tempo ebbi la bocca piena di sborra, non riuscivo più a contenerla e un pò di sperma defluì fuori dalla bocca, sul mento e sulle tette.
Allora lo guardai dritto negli occhi, chiusi la bocca e ingoiai d'un colpo tutta la sborra.
Mi leccai le labbra soddisfatta, mentre con una mano andavo a raccogliere la sborra che gocciolava sul mio corpo per leccarla.
Afferrai il cazzo di mio cognato, ancora duro, e lo misi in bocca per leccare le gocce di sperma che ancora uscivano lentamente.
Continuai a fargli un vigoroso pompino mentre il suo cazzo restava duro e voglioso.
Con la mano lo segavo decisa e sentii il cazzo di mio cognato riprendere vigore.
"Ne voglio ancora, porco!!", gli dissi mentre lo segavo sempre più rapidamente.
Allora lui mi fece rialzare e mi fece mettere di nuovo a 4 zampe sul divano.
"Voglio rompertelo quel culo", mi disse con voce assatanata.
"Si, sbattimi, più forte che puoi, maiale", gli dissi mentre sentivo il suo cazzo penetrarmi e farsi strada nel mio culo dilatato all'inverosimile.
E mentre con le mani mi afferrava le natiche stringendole e allargandole, col suo cazzo spingeva forsennatamente, emettendo ululati animaleschi.
Il mio culo era in fiamme, ma godevo, mentre mi masturbavo in preda al piacere, e proprio mentre venivo ancora una volta lui uscì, mi fece girare inginocchiata e mi esplose in faccia mentre io aprivo la bocca per ingoiare il suo sperma.
Fiotti di sborra finirono sulle mie guance e in bocca.
Ingoiai tutta la sborra che potevo, mentre leccavo il cazzo di mio cognato che continuava a segarsi forsennatamente.
Quando smise, presi il suo cazzo in mano e lo misi in bocca deliziata.
Lo sentii sgonfiarsi, mentre continuavo a leccarlo per prendere le ultime gocce di sperma che defluivano lente.
Si sedette sul divano stravolto.
Mi alzai in piedi, di fronte a lui, e lo guardai in silenzio.
"Soddisfatto?", gli chiesi insinuante.
"Cazzo Annamaria, sei un mostro. Non avrei mai immaginato...Ci sarebbe una cosa...", mi disse esitante.
"Cosa?"
"Vorrei assaporare la tua pioggia dorata..."
Lo guardai sorpresa: "Stenditi per terra, porco", gli dissi decisa.
Mi accovacciai su di lui: "Sei pronto? Spalanca la bocca, maiale", gli ingiunsi mentre il mio piscio iniziava a fuoriuscire dalla mia fica.
Lo vidi ingoiare estasiato, mentre il piscio gli scendeva anche giù per le guance.
Quando finii di pisciare mi rialzai.
"Vado in bagno a pulirmi. Tu pulisci qui per terra, maiale - gli ordinai mentre andavo in bagno - trovi gli strofinacci e i prodotti nello sgabuzzino lì in fondo".
Quando tornai in studio trovai mio cognato, nudo e inginocchiato, che stava finendo di pulire il pavimento.
"Non sei male - gli dissi guardandolo - Ora però rivestiti e vai. Ho poco tempo: tra mezz'ora ho un appuntamento importante e devo pure mangiare qualcosa"
Mio cognato eseguì in silenzio.
Mi guardava mentre mi rivestivo: "Penso di essermi innamorato, Annamaria", mi disse con un filo di voce.
"Non ci pensare nemmeno, porco - gli risposi decisa. - Questa è la prima e ultima volta. Sparisci dai che ho da fare", gli dissi spazientita mentre aprivo la porta dello studio e mi incamminavo verso il solito bar.
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