Storie di H - 7

di
genere
dominazione

Una trasferta di lavoro alle Canarie ad Agosto. Potrebbe andare peggio… Non sono molte giornate ma H ne approfitterà per venire via con me e la cosa più intrigante è che riusciremo ad avere una giornata da passare assieme solo per noi, prima che io debba iniziare davvero a lavorare.
Siamo entrambi molto eccitati per il fatto di avere un po’ di tempo per noi e H vuole che arrivi ben carico al nostro incontro, così mi manda questo messaggio “Manca una settimana al nostro incontro. Da oggi niente più masturbazione.” Essere così eccitato e dover rinunciare a farmi delle seghe è una bella tortura… fatico ma riesco a rispettare l’ordine impostomi.
Il secondo colpo basso H me lo assesta mentre sto salendo in macchina per andare in aeroporto. Lei parte dalla Francia e arriverà alle Canarie alcune ore prima di me, in questo momento è già a bordo del suo aereo.
“Quando arriverai al nostro appartamento voglio che tu, sotto i tuoi vestiti, sia vestito da troia: calze, perizoma e reggiseno obbligatori. Ma non basta… devi prendere anche l’aereo vestito così… voglio una tua foto nel bagno dell’aereo che lo dimostri. E devi spedirmela appena atterri.”.
Non mi resta che obbedire…
Mi fermo in una piazzola in autostrada per sostituire i pantaloni corti, con cui avevo scelto di viaggiare, coi pantaloni lunghi. Prendo anche l’abbigliamento “da troia” e lo metto nel bagaglio a mano… non mi sento di averlo sotto i vestiti dovendo passare i controlli di sicurezza…
Come da programma, passati i controlli, mi infilo in un bagno dell’aeroporto e indosso il mio abbigliamento sexy. Metto dei collant nuovi che ho appena comprato: neri, con una trama tipo rete molto fina e dei fiori ricamati; forse un po’ fuori moda ma li trovo molto eccitanti. Tra l’altro nelle settimane passate io e H avevamo visto un film porno in cui un travestito che indossava delle calze così veniva dominato con cattiveria dalla sua fidanzata, quindi sono perfetti per l’occasione.
Ho solo calzini corti, visto il periodo estivo, e ho paura che si notino le calze da donna spuntare dal fondo dei pantaloni. Cercherò di non sedermi in aeroporto mentre sull’aereo le gambe restano abbastanza nascoste. Sono indeciso se mettere le mie mutande “da uomo” oppure no ma poi scelgo di non farlo… infilo la maglietta dentro i pantaloni per evitare che spunti la cima dei collant con qualche movimento.
Ok, sono pronto, ora posso uscire. Mi guardo in giro ma sembra che nessuno mi guardi con particolare attenzione… per contro mi godo lo strofinamento dei collant sui jeans.
Tutto procede per il meglio, nessuno sembra rendersi conto di nulla. Durante il volo mi alzo per andare in bagno dove, come da ordini, mi abbasso i pantaloni e mi tolgo la maglia per fare la foto per H. Sono molto eccitato dalla mia situazione e sento che il mio cazzo, a furia di gocciolare, è già abbondantemente bagnato.
“Atterrato!” mando il messaggio ad H appena l’aereo tocca terra accompagnandolo con la foto. “Brava salope” mi risponde lei “Sbrigati ad arrivare, io sono in camera e ti aspetto!”.
Ritiro il bagaglio, prendo una macchina a noleggio, per fortuna tutto piuttosto velocemente, e mi precipito da H con una voglia di lei incontenibile.
Parcheggio nella via del bed and breakfast ed H viene ad aprire il portone, che dà su un piccolo cortile interno su cui si affacciano l’appartamento dei padroni di casa e la nostra stanza. H indossa un abitino bordeaux corto che mette in mostra le sue belle gambe e un paio di sandali argento con un po’ di tacco… “Mi sarebbe piaciuto mettere qualcosa di più sexy per aspettarti ma dovendo uscire per venirti ad aprire…” mi fa lei e io ribatto “Non ti preoccupare chérie, sei bellissima già così!”.
Entriamo nell’appartamento e subito H mi ordina di spogliarmi velocemente, vuole controllare che io sia vestito da troia come da suoi ordini. “Sdraiati” l’ordine è perentorio e il fatto che abbia in mano il suo imbuto mi fa subito capire cosa mi aspetta. “Potrei tirare fuori dalla valigia le scarpe…” azzardo io ma lei ribatte “Non faccio la pipì da quando ero ancora in Francia… non resisto un momento di più!”
Mi sdraio, lei mi piazza l’imbuto in bocca, si alza il vestitino (e vedo che non ha mutande indosso) e si accuccia su di me… il getto della sua pipì è intenso e attraverso l’imbuto la bevo tutta.. deglutisco continuamente mentre il suo delizioso sapore mi pervade… faccio fatica a tenere dietro all’enorme quantità di pipì ma poi finalmente H smette di pisciare e io riesco ad arrivare in fondo…
Poi mi alzo, lei si toglie il vestito e corriamo in camera a fare l’amore… come una coppia normale, se non fosse che io sono vestito da donna e che, pazzo di desiderio, mentre la scopo lecco anche i suoi piedi, i suoi sandali e lascio che me li strofini in faccia e succhio il suo tacco…
Vengo, come spesso succede, durante uno dei suoi magnifici pompini…
Siamo sudatissimi e affamati. Per fortuna H ha fatto la spesa, approfittando dell’anticipo con cui è arrivata. Mangiamo qualcosa, pane con prosciutto o con le acciughe. H stacca i bocconi a morsi e poi me li passa con la lingua… Anche per bere la birra devo aspettare che lei se la metta in bocca e poi, baciandomi, la riversi nella mia. Un paio di bocconi me li passa già masticati e io, che nella vita normale sono anche abbastanza schizzinoso, ingoio senza discutere…
Quando abbiamo finito apre una bottiglia di un liquore di erbe che ha trovato in aeroporto e mi prepara dei cocktail con la tonica e il liquore… cocktail particolarmente traditori perché bevendoli sembrano dolci ma l’alcool arriva dopo…
Poi mi fa togliere le collant, sedere su una sedia della cucina e mi benda. Inizia a trafficare coi miei piedi… anche da bendato mi rendo conto che mi sta mettendo lo smalto. Non lo aveva fatto quando mi aveva portato a fare la gangbang coi neri quindi adesso recupera… sono curioso di vedere il risultato…
Quando finalmente mi toglie la benda le mie dita scintillano di un bel rosso metallizzato… sono molto belle. Devo solo preoccuparmi di non farle vedere… temo che non potrò andare in giro in infradito nei prossimi giorni.
Quando lo smalto è asciutto è il momento di occuparsi del mio culo… in attesa che venga l’ora di uscire per strada, come abbiamo programmato di fare…
Finalmente apro la valigia, indosso nuovamente i collant e finalmente metto le mie decolté rosse, con tacco a spillo da 12 cm. Indosso la parrucca coi lunghi capelli biondi che H mi ha portato. Mi faccio un lungo e accurato clistere e infine prendo dalla valigia i cazzi e lascio che H inizi a scopare il mio culo con il cazzo relativamente più piccolo (5 cm di diametro). Si diverte un sacco come sempre… e quando sono alla pecorina mi scopa con grande velocità e forza fino a farmi urlare di piacere quando raggiungo l’orgasmo e la mia sborra impregna le collant…
E’ il momento di passare al cazzo più grande (6 cm)… H fatica un po’ a infilarmelo dentro così lo metto a terra e mi ci accovaccio sopra… poco a poco lo sento entrare dentro di me e, come ogni volta, mi toglie il fiato… mi ci muovo sopra un po’ poi quando il mio culo è ben rodato torno sul letto e lascio a H l’iniziativa… e H non mi delude, riprende a scoparmi con foga portandomi in paradiso per le sensazioni…
E’ ormai l’una quando decidiamo di provare a uscire: H mi mette il plug anale grosso e se ne mette uno anche lei più piccolo… lei esce indossando il vestitino corto e i sandali con cui mi ha accolto e io invece sono in gran tenuta da troia: sopra l’intimo già descritto indosso un vestitino corto rosso aderente. Ma soprattutto il colpo di scena si ha quando H tira fuori le manette e mi ammanetta a lei… il mio braccio sinistro è attaccato al suo destro, mi porterà in giro come una sua proprietà.
Il b&b è in quartiere residenziale di casette bianche basse, ci sono zone più luminose e altre più buie. Faccio un po’ fatica a riprendere la camminata sui tacchi ma sono molto eccitato. Arriviamo in fondo alla strada, dove si incrocia una strada un po’ più importante e lì, sull’angolo dell’incrocio, ci baciamo appassionatamente proprio mentre un ragazzo in monopattino transita… rallenta l’andatura e ci fissa a lungo… dalla sua prospettiva sembriamo sicuramente due fighe che limonano e la cosa mi eccita ancora di più.
Quando il monopattino sparisce alla nostra vista ridacchiamo della cosa e a quel punto sul marciapiede compare un ometto, non tanto alto e un po’ cicciotto che passa al nostro fianco. Non sembra degnarci di uno sguardo, malgrado dal suo lato le manette siano ben visibili, ma dopo qualche metro si ferma e si gira verso di noi.
“Cuanto quieres por tu puta?” domanda, rivolto a H. Lei non parla spagnolo quindi traduco io “Dice quanto vuoi per la tua puttana”. H sembra perplessa poi si illumina “Digli 5 euro, solo bocca” e riferisco il messaggio all’ometto, anche se sono un po’ interdetto per il pochissimo valore attribuitomi. L’ometto accetta e fa segno di seguirlo.
Camminiamo fino alla traversa successiva dove lui apre la sua auto e si va a sedere sul sedile posteriore, abbassandosi già i pantaloni. Io entro a quattro zampe o, meglio, a tre zampe perché il mio braccio sinistro resta teso verso l’esterno della macchina, ammanettato al braccio di H. Non sono particolarmente comodo ma arrivo bene al suo cazzo, che è già un po’ duro. Puzza di piscio, non è troppo invitante, ma a questo punto devo andare avanti. Ormai sono esperto e mi dedico a farlo riprendere fino a far raggiungere una bella erezione al tizio. Passo la mia lingua sulla sua cappella, poi percorro tutta l’asta e infine lo prendo tutto in bocca e inizio a scoparlo con la gola. Poi rallento e riprendo il trattamento, ora gli piace molto quando lo scopo con la gola e mi spinge giù la testa con le sue mani. Nel frattempo H, mezza fuori e mezza dentro la macchina, approfitta del mio culo esposto e gioca a togliere e rimettere il plug nel mio culo, mi piace ma sono concentrato sul pompino. Non ci metto molto a fare raggiungere l’orgasmo all’ometto e la sua sborrata, particolarmente abbondante, mi riempie la bocca. Continuo a succhiare il suo cazzo mentre diventa sempre più mollo e, poco a poco, ingoio ogni goccia di sborra.
“Gracias” fa il tipo e allunga i 5 euro a me, ma H me li toglie subito dalle mani “La padrona sono io, questi sono per me!”. Ritorniamo verso il b&b e non incontriamo più nessuno.
Ci fermiamo in una rientranza buia prima del nostro portone, lì mi giro contro il muro e prego H di scoparmi ancora un po’… lei non si fa pregare, mi alza il vestitino e riprende a togliere e mettere il plug nel mio culo. Ora mi godo la situazione molto di più…
Poi mi giro e lei si inginocchia davanti a me e mi succhia il cazzo per un po’, poi vediamo che arriva gente e rinunciamo a continuare: apriamo velocemente il portone e torniamo nel nostro appartamento. Lì H mi fa inginocchiare davanti a lei e si toglie il plug del culo, me lo porge e lo inizio a succhiare con piacere. Purtroppo è pulito ma il sapore del suo culetto si sente bene.
Che nottata magnifica… Non posso andare a dormire con le scarpe, come faccio spesso, ora che ci ho camminato all’aperto… tolgo il vestitino e tolgo la parrucca con molto piacere, i capelli così lunghi sono davvero impegnativi, e ci mettiamo nel letto.
L’indomani il nostro programma sarebbe di andare al mare in una spiaggia naturista ma quella che scegliamo, pur essendo abbastanza vuota, non lo è a sufficienza per metterci nudi. Peccato. Siamo comunque abbastanza lontani dai vicini per pensare che forse nessuno noterà le mie unghie dei piedi smaltate.
Non so se effettivamente nessuno le noti, comunque trovo molto belli i miei piedi così e sono contento di avere lo smalto… Durante la settimana ogni volta che mi toglierò le scarpe e vedrò emergere le mie unghie rosse proverò un incredibile senso di eccitazione. Arriverò a chiedermi se sia più gay godere prendendo cazzi enormi nel culo o essere felici di avere lo smalto sulle unghie…
A partire dalla serata ci trasferiamo nell’albergo che mi ha prenotato l’azienda. E’ un grande albergo in riva al mare, non sarà più possibile uscire per strada vestito da troia, a meno di non voler attraversare tutta la hall.
Le attività lavorative sono molte e quindi il sesso viene confinato a qualche ora la sera, rimane di ottima qualità ma senza nulla di particolarmente interessante per chi legge questo racconto. Una sera però… avevamo finito col lavoro abbastanza presto e c’era del tempo prima di cena e i miei colleghi avevano proposto di fare un salto in piscina ma, a causa delle unghie, non potevo proprio raggiungerli! Però io e H in camera ci siamo saltati addosso con l’usuale eccitazione e brama… le ho messo il cazzo in culo, era tanto che non lo facevo e il suo culo è così bello. Lei è sul letto a pecora e io la scopo a lungo, un po’ forte, un po’ più lentamente… poi vedo che sta soffrendo e decido di darle una tregua ma quando estraggo il cazzo vedo che è parecchio sporco di merda… In uno dei nostri rari scambi di ruoli le dico con tono deciso di succhiarmelo e che poi l’avrei baciata, come ricompensa.
E H obbedisce, toglie un po’ di merda dalla cappella con le mani e poi si dedica pazientemente a farmi un pompino accurato… non ci vuole molto perché il mio cazzo sia completamente ripulito. Ho ancora voglia di lei e, se mi continua a succhiare, verrò quindi la faccio alzare, la bacio come le avevo promesso e poi la rimetto a pecora sul letto… mi riprendo il suo culo e non ci metto molto a venirle dentro riempiendola di sborra.
Mi sdraio sul letto e lei sa bene cosa voglio: si mette sopra di me, col culo ben davanti alla mia faccia e, poco a poco, lecco la sborra che esce dal suo buchino così invitante.
Proprio quella sera faremo anche l’amore al rientro dalla cena e l’indomani mattina, al suono della sveglia, H mi farà un altro dei suoi fantastici pompini e non mi lascerà alzare dal letto fino a che non avrà succhiato l’ultima goccia della mia sborra. Tre orgasmi in undici ore, per uno della mia età sono una buona prestazione! Merito di H, che è meglio del viagra.
La sera prima del rientro abbiamo poco tempo: la cena si è prolungata e l’aereo domattina sarà prestissimo. Facciamo comunque un po’ di amore ma non arrivo all’orgasmo, sono un po’ stanco e rallentiamo il ritmo. H prende il cazzo di gomma e dice che vuole il mio culo e io sono ben felice di darglielo… “Guarda che però non l’ho preparato” la avviso, ma lei dice che non importa. Chiedo il permesso di mettere almeno le scarpe col tacco, per essere un po’ troia mentre mi scopa e me lo concede. Mi scopa per un po’ sul letto; sono a pancia in su e con le gambe la cingo mentre lei spinge il cazzo nel mio culo guardandomi negli occhi e gustandosi la mia aria soddisfatta. Quando lo tira fuori è piuttosto sporco, come ho detto non avevo fatto un clistere prima di farmi scopare, porta il cazzo in bagno ma quando arriva al lavandino ha un ripensamento improvviso e torna indietro “Apri la bocca, salope!” e non oso disubbidirle. H mi infila tutta la cappella del cazzo, pieno della mia merda, in bocca. Entra a fatica e resto lì sorpreso e spaventato. “Ora la mia puttana lecca tutta questa cappella, e quando la tiro fuori deve essere pulita splendente, ci siamo capiti??”. Annuisco, mugolo un sì e mi inizio a dare da fare con la lingua.
Leccare la merda di H era stato eccitante, la mia mi eccita molto meno, ma diligentemente succhio il cazzo di gomma e passo la lingua dovunque riesco. Poi lo ruoto in modo da arrivare a ogni punto e dopo qualche minuto credo di avere ottenuto un risultato accettabile… Richiamo l’attenzione di H con un mugolio e lei si avvicina… “Hai finito?” Annuisco. “Sei sicuro? Ora lo tolgo…” Passo ancora velocemente la lingua, per essere sicuro e lascio che H riprenda il cazzo… L’asta è ancora sporca ma la cappella, che era di mia competenza, è pulita bene… La mia padrona è soddisfatta.
Ci mettiamo sul letto abbracciati, il mio cazzo è ormai mollo, anche se non sono ancora venuto. Prendo il telefono e guardiamo un video porno: una mistress italiana caga su un cazzo di gomma e la sua schiava, messa a quattro zampe, ripulisce con gran cura tutto il cazzo con la lingua mentre la padrona la insulta e la frusta. Il video mi eccita parecchio e il mio cazzo torna duro, H mi dice che un giorno, se sarò bravo, mi riserverà lo stesso trattamento.
La cosa mi eccita molto e inizio a masturbarmi e, abbastanza rapidamente, arrivo all’orgasmo e tutta la mia sborra finisce sulle tette di H. La padrona mi ordina di leccarla e io eseguo prontamente cercando di ripulirla meglio che posso.
Poi è proprio ora di chiudere le valigie e dormire un paio di ore prima di andare in aeroporto.
L’indomani mattina, dopo la coda interminabile al check-in passiamo i controlli di sicurezza e, mentre i miei colleghi fanno colazione al bar, H mi prende da parte e mi porge un boccettino di plastica. Lo riconosco, è uno di quelli che in albergo contenevano lo shampoo. “Ho cambiato il contenuto” mi dice lei “ora è pieno di gel lubrificante”. Dopodiché mi mette in mano un qualcosa fasciato in un fazzoletto di carta. Già non avevo dubbi su cosa potesse voler dire il gel ma quando prendo in mano l’oggetto misterioso capisco che ha tenuto da parte un plug per me… “Vai in bagno e mettilo nel tuo bel culo… Me lo ridarai quando saremo in Italia”.
Obbedisco, ovviamente. Il plug non è il più grosso del nostro corredo (bontà sua) ed entra facilmente nel mio culo, ben lubrificato. Dovrà restarci parecchie ore… spero di riuscire a tenerlo.
Quando esco H mi bacia e mi palpa il sedere per verificare che il plug sia al suo posto. E’ soddisfatta. Io mi vergogno terribilmente, mi sembra che tutti possano accorgersi della cosa ma non è così…
In aereo mi ordinerà di andare in bagno e fare un video mentre lo estraggo e lo infilo nuovamente nel mio culo per 10 volte di fila… Video che le faccio vedere non appena rientrato al posto…
All’arrivo in Italia ci dividiamo, io vado a casa in auto e la accompagno a una stazione vicina dove prende il treno che la porterà a casa sua, in Francia.
Sì, il plug glielo ho restituito… ci siamo fermati in una piazzola poco fuori dall’aeroporto e l’ho tolto. Però mi manca…

scritto il
2025-10-02
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