04 Mi fotto la Nonna
di
JohnGallo
genere
incesti
1
Nonna era furibonda. ‘John ma ti rendi conto che sei sparito per più di un’ora?’
‘Scusa nonna avevo un’impegno’.
‘Un impegno? E dove avevi l’impegno che sei in collant’.
‘No è che….. Ero giù in macchina…. Telefonavo’.
‘Ma la valigia era sul pianerottolo? L’ho tirata dentro io che non la rubassero’
La nonna non era certo stupida e io mentivo pure male.
‘Sono venuto su poi sono tornato giù….’.
Sorrise ‘Va bene lasciamo stare. E’ giusto che alla tua età tu abbia i tuoi segreti…. Però potevi dirlo. Adesso è l’una passata e non si fa più in tempo ad andare in trattoria e tornare in tempo. Mi sa che salteremo il pranzo’.
‘Mi spiace…’.
‘Bhe a me un po’ di dieta male non fa tu, perdonami ma te la sei cercata’.
‘Tanto non avevo fame’ mentivo. In realtà dopo la scopata avevo una fame e una sete infernali….
Nonna stava già per allontanarsi mentre io trascinavo il mio trolley in camera da letto per cambiarmi quando di botto disse ‘E scusa una cosa. Perchè hai un buco nel mio collant e mezzo pisello fuori?’.
‘A….. -cavoli era vero, si vedeva tutto- No è che…. Bho forse si è strappato…. Impigliato da qualche parte’.
Lei si avvicinò sorridente. Mi colse di sorpresa e appoggiò una mano sulla mia coscia sfiorandomi la cappella ‘Lascia stare tanto era vecchio e da buttare… Teniamoci il segreto che è meglio’ e mi fece l’occhiolino. Poi avvicinandosi all’orecchio come per farmi una confidenza aggiunse ‘e non ti chiedo nemmeno perchè è tutto unto di sborra…’.
Io non sapevo che dire e mi limitai a un sorriso ebete.
Nel pomeriggio puntuali arrivarono due operai e in poche ore cambiarono il termosifone che si rivelò crepato alla base e il relativo tubo. La spesa non fu di certo indifferente ma alla nonna i soldi non mancavano.
Felici di aver risolto la vicenda e stanchissimi ci sedemmo in salotto fin che la nonna non disse ‘stasera festeggiamo che ne dici. Prendiamo la macchina e mi porti fino a quel ristorantino sul lago ti va?’.
‘Non sei stanca. Non vuoi riposarti per il viaggio di domani?’.
‘Ma no dai. Per una volta che ho un cavaliere voglio fare un po di festa. Anche tu mettiti un abito elegante che andiamo a fare i fidanzatini’ e rise di gusto.
Obbediente mi infilai la camicia di seta nera che avevo portato e dei Jeans neri, lei invece uscì dalla camera da letto in gonna nera sopra al ginocchio, camicetta bianca a pizzi, calze nere con la riga e scarpe nere con un bel tacco. Profumava di Chanel n’5 di cui doveva aver abbondato e aveva la bocca rosea impastata di rossetto. Occhi truccati e unghie smaltate di rosso.
‘Oi ma che gran figa nonna’ dissi per scherzare.
‘Ma che parole sono….’ scattò lei.
‘Intendevo che sei molto carina’ mi corressi io.
‘Ecco così va già meglio. Bravo. Non puoi dire a una donna matura che è ‘figa’ non si usa, non si fa. Puoi dire che sono uno splendore, che stò davvero bene o al massimo che sono provocante se proprio vuoi osare… Ora da bravo, prendimi a braccetto e scendiamo fino alla macchina… Poi mi apri la porta e mi fai salire come si conviene’.
‘Ok nonna’ annuii ancora un po perplesso.
‘Su dai che ti insegno come si corteggia una dama’ e cogliendomi di sorpresa mi diede un bacio sulla guancia.
2
Al Ristorante ‘Laguna Blu’ erano tutte coppiette. Ne contai otto. Un paio con donne dalle scollature vertiginose, le gonne che sembravano cinture e i tacchi simili a pertiche… Alcune più che altro sapevano di prostitute.
In effetti percorrendo la strada del lago sui bordi della strada ne avevamo viste parecchie… Nigeriane, del nord europa e un paio che parevano tranx… Una in particolare, una nera, mi aveva colpito perchè era completamnete nuda con addosso solo le scarpe col tacco… Spavalda mi aveva agitato la gatta pelosa davanti alla macchina e aveva fatto ciondolare un po le tette incurante che ci fosse già una donna al mio fianco…
All’interno del Laguna, con tavoli apparecchiati con tovaglie di lino pregiato e lumi di candela a centro tavola non ci si poteva certo aspettare un clima da famiglia e non ci volle molto per cominciare a notare che parecchi limonavano tra una portata e l’altra senza tanti problemi.
Quando poi notai chiaramente che una bionda venticinquenne muoveva con troppa insistenza la mano sotto la tovaglia mentre il suo accompagnatore minimo sessantenne contraeva i muscoli del viso e ansimava piano piano non ebbi più dubbi che si trattasse di coppiette occasionali o di mercenarie.
Quando finalmente l bionda finì di muovere il braccio, se non fosse stato chiaro, alzò la mano tutta collosa e si pulì con una tovaglietta.
Anche la nonna guardava e non credo le fosse sfuggito che l’amico si era appena fatto fare una sega. Ma non disse nulla.
Ordinammo Rigatoni alla crema di scampi, pesce spada alla griglia e un dessert di fragole il tutto annaffiato da un buon vino che cercai di bere moderatamente visto che dovevo guidare.
La nonna che invece non guidava ne tracannò tre bicchieri di fila e ordinò presto una seconda bottiglia.
Quando entrò una signora over sessanta con un ragazzo che non aveva più della mia età credetti di non essere l’unica mosca bianca. Anche loro, forse erano nonna e nipote o era la zia o roba simile pensai…
Ma, presto, nonna mi tolse ogni dubbio quando la salutò ‘Ciao Graziella’ disse.
E subito, mentre la grassa donna si avvicinava aggiunse a bassa voce rivolta a me ‘non dirle che sei mio nipote. Lascia parlare me’.
La bionda si avvicinò facendo ciondolare tutta la grande latteria mal celata sotto a un vestito nero intero così corto che mostrava persino le giarrettiere che fasciavano le sue gambe grosse come prosciutti.
Pesava almeno venti chili più di nonna e la sua pancia era incipiente quasi come le sue tette o il suo culone. In più su quei tacchi e con un vestito così aveva davvero l’aria della battona. Per non parlare dei capelli tinti di un biondo platino acceso davvero volgare.
‘O cara Antonietta che piacere’ disse la bionda.
‘Graziella tesoro’ sorrise nonna. Le due si baciarono tre volte sulle guance.
‘Sei qui col tuo amico?’ chiese Graziella.
‘Si. Anche tu vedo….’.
‘Cara lo sai che non mi faccio mancare nulla…. Un po di svago fa sembre bene poi il ragazzino ha un bel c…. Insomma è bello grosso’.
‘Anche il mio’ annuì la nonna senza battere ciglio e io mi guardai i piedi per non arrossire…
‘Allora buon divertimento cara’ concluse Graziella.
‘Anche a te tesoro’ rispose la nonna e tornò a mangiare.
Per fortuna eravamo già a metà secondo perchè anche nonna pareva un po’ in imbarazzo ‘Scusami caro. A pranzo ti giuro che questo è un ristorante elegante. Non credevo che a cena fosse diventato un posto così…’.
‘Fa nulla nonna… Il cibo comunque è squisito’.
‘Almeno quello’ sorrise lei e bevve un altro po di vino.
Finimmo di mangiare senza non poter fare a meno di notare che ogni tanto una coppia si alzava, spariva per un po in bagno e quando tornava aveva l’espressione più soddisfatta e i capelli più spettinati.
Sforzandoci di far finta di nulla mangiammo anche il dessert anche se ammetto che ogni tanto mi cadeva lo sguardo su qualche minigonna davvero estrema e che sotto mi si era risvegliata la bestia.
Chiudemmo con un caffè e la nonna pagò i quasi 150 euro di conto… Mica male per un ristorantino sul lago pensai.
Ci alzammo e nonna cercò Graziella per salutarla ma era sparita. ‘Sarà andata in bagno’ disse tranquillamente.
‘Probabile’ dissi senza star li a sottilizzare che se era andata in bagno si era portata dietro il ragazzino e ci avviammo verso l’auto.
Sorpresa delle sorpese nel parcheggio c’era Graziella. Un po più spettinata di prima e con l’aria più triste.
‘Cara che succede?’ chiese subito la nonna.
‘Lascia stare. Una fregatura totale. Mi aveva detto che faceva di qua e faceva di la e poi…. Che fregatura’ borbottava la bionda.
‘Ma di che parli?’.
‘Il toy boy. Mi aveva detto che faceva chissà che meraviglie e che aveva chissà che roba li sotto… E invece guarda….un disastro.
La foto che mi aveva mandato non era del suo quindi come dimensione non c’eravamo affatto, in più due minuti in bocca e…. fine della festa. Il solito sfigato da chat buono a niente e mi è pure costato 80 euro di cena’.
‘l’hai rimorchiato su una chat?!!!’ sgranò gli occhi la nonna esterrefatta.
‘Bhe si… Tu il tuo dove l’hai preso?’ disse come se io non ci fossi.
‘Lascia stare. Ma ora dov’è scusa…?’.
‘Gli ho dato due calci in culo e l’ho mandato via a piedi sto stronzone’.
‘A ecco brava… Bhe dai ti rifarai sabato prossimo disse nonna e accelerò il passo verso l’auto.
Intanto il parcheggio non era deserto. C’era una Mercedes coi vetri oscurati che dondolava a tutta forza mentre una degli occupanti ululava ‘si si siiiiiii’.
C’era la bionda che si era sporcata le mani prima che ora stava con la testa sul lunotto posteriore mentre la sagoma dell’accompagnatore era dietro e ci dava a pecorina e c’erano un paio di signori seduti al posto di guida con l’espressione soave mentre la sagoma di una testa andava su e giù sul loro petto….
Che bello scopatoio pensai.
Fu a quel punto che Graziella affrontò nonna ‘Senti non è che…. me lo presteresti’.
‘Cosa?!’ sbottò nonna.
‘Dai mezz’oretta, una cosa veloce… Tanto è bello robusto e sono sicuro che ne ha per tutte e due… Dai ti prego’ e senza problemi mi accarezzò il braccio.
‘No ma io non credo che….’ obiettò Nonna.
‘A capisco…. Va bhe dai dividiamo non c’è problema. Quanto per una sveltina dai?’ disse rivolta a me e io secco dissi ‘Cinquanta’.
‘A…. Bhe non sei economico ma sicuramente li vali…. Va bene’ e iniziò a cercare il portafogli in borsa.
Nonna mi sussurrò all’orecchio ‘ma che fai sei impazzito’.
‘Che vuoi che faccia? Le dico che sono tuo nipote?’.
‘Quindi adesso vai in macchina a fare sesso con lei….ma ti rendi conto?’.
‘E che devo fare…?’.
Stava per rispondermi, malissimo ma Graziella aveva già i soldi in mano e me li stava porgendo.
‘Su dai vieni caro che ho il Suv nove posti comodissimo’.
‘Ha il suv nove posti’ ripetei ridendo a nonna.
‘Ho visto’ mugugnò lei.
‘E tu Antonietta cara che fai?’ chiese.
‘Non so… Vado in macchina che vuoi che faccia’.
‘Ma no dai…. Vieni con noi… Dai che ci divertiamo’ disse Graziella sicuramente bella carica di alcool.
‘Ma no dai non è il caso’.
‘E su dai non fare la scontrosa…. Dai che ti costa dove godiamo in due godiamo anche in tre’.
La nonna scosse la testa e mi sussurrò ‘ma tu guarda che situazione’.
‘Puoi sempre dirle che sei mia nonna’ dissi io mentre Graziella già spalancava la portiera e in fretta e furia levava il vestito restando solo con un body nero molto provocante e le calze…
‘Questo mai…. Stai zitto, fai quello che devi e poi andiamo a casa’.
Le feci il gesto di fottere con la mano ‘Faccio quello che devo?’.
‘Per forza scosse la testa nonna. Non vedi che quella vacca ha già tirato fuori le poppe’.
3
Entrammo in auto. Graziella aveva tutto fuori. Le poppe enormi e la fica in bella vista…. Anche li il pelo era tutto platinato…
Io le sedetti accanto sul sedile posteriore e nonna vicino a me così da farmi trovare esattamente in mezzo a loro avvolto dai loro corpi giunonici.
Graziella non ci mise un attimo, mi aprì la patta, mi calò secca Jeans e boxer e il mio uccello bello eccitato spuntò dritto come un fungo.
La bionda sgranò gli occhi ‘Mamma mia tu si che li vali 50 euro questo non è un cazzo è un albero’.
‘Già un albero sempre in fiore’ mormorò nonna.
Graziella senza tanti problemi mi scivolò sul petto e se lo prese in bocca…. Diede due o tre belle succhiate poi di botto si fermò e guardò la nonna ancora vestita e immobile come una statua ‘O ma che maleducata che sono… Toccava prima a te cara’.
‘No no fai pure tu non mi offendo’ scosse la testa.
‘Ma no dai… Un po per una non voglio essere cafona… Il ragazzo è tuo…. Dai su senza complimenti’ e tenendolo teso con una mano quasi lo porse a nonna.
‘Senza complimenti’ ripeti io ridendo.
‘Grazie siete davvero gentilissimi’ ripetè lei con voce glaciale poi prese fiato, si chinò sul mio petto e lo prese in bocca…
Tornammo a casa nel mutismo e nell’imbarazzo più assoluto. Nonna masticava rumorosamente delle mentine probabilmente per togliersi dalla gola il sapore di sborra.
In effetti non avevo resistito. Quando aveva iniziato a succhiare mi ero lasciato andare e dopo poco le avevo sparato un fiotto in gola che le aveva tolto il fiato.
Graziella, che intanto si sgrillettava accanto a me sbattendomi le poppe in faccia era parsa un po delusa ma quando aveva visto che il mio cannone uscito dalla bocca di nonna era ancora bello duro e pronto aveva sorriso e mi aveva fatto una carezza…. ‘O ma sei un portento….. Dai dai passiamo alle cose serie dai….’
Nonna intanto si era tirata su e aveva sputato in un fazzoletto tutto lo sperma residuo…. ‘Cara io inizio tu intanto spogliati’ aveva detto Graziella mentre con ben poca leggiadria scuotendo tutta la ciccia mi scavalcava e mi si sedeva in braccio impalandosi sul mio cazzo.
Io perso fra le enormi tette di Graziella mi ero scordato di nonna e avevo iniziato a succhiare prima un capezzolo e poi l’altro… erano grossi, duri, fantastici. Con una mano le palpavo il fianco, con l’altra spremevo una tettona come fosse un palloncino pieno d’acqua.
Graziella, infoiata e non certo nuova a queste esperienze aveva preso a cavalcarmi come una vacca drogata.
Sentivo le sospensioni del suv cigolare paurosamente. I suoi cento e passa chili di peso scatenati non erano certo pochi…
‘O si dai…. O si…. Dai….. O che uccellone…. Siiiiiiiiiii’.
Cominciò a venire ma non aveva limiti. Venne ancora e poi ancora e quando mollò lo fece solo perchè le gambe non la reggevano più.
‘O non ne posso più amore…. Riempimi dai….’.
Io non aspettavo altro. Afferrai le tettone con tutte le mie forze e mi svuotai di nuovo.
Piano piano e sofferente si sollevò facendo uscire il cazzo dalla sua figa marcia come uno stagno e crollò al mio fianco.
Guardai intanto nonna. Era ancora vestita ma le mutande erano calate a terra. Nonostante l’imbarazzo non aveva resistito e eccitata si era toccata con le dita…
La bionda guardò il mio uccello pronto a combattere ancora e’madonna ma sei proprio una forza della natura….’
Io mi limitai a sorridere e stavo quasi per dirle di voltarsi che glielo avrei messo nel culo quando disse ‘Vai cara tutto tuo’ rivolta a nonna.
Lei scosse la testa ‘No dai non sono così equilibrista come te dai….’.
‘Bhe si per farlo bisogna essere allenate… Va bhe dai ho capito, sdraiati e punta le gambe sul sedile davanti che fa lui’.
‘Ma no dai….’ obiettò nonna.
Graziella però era incontenibile, scivolandomi sopra con tutto il suo perso aveva afferrato nonna, le aveva ficcato la lingua in bocca e le stava aprendo il vestito….
La nonna, nonostante tutto iniziò a limonare con lei con grande trasporto.
Poco dopo fu mezza nuda. Solo il bustino di pizzo con le tette al vento e le calze… Uno spettacolo.
Graziella era scivolata di fianco e la nonna si trovava in mezzo a noi due. Con insistenza e facendole quasi male, Graziella le afferrò le gambe, le divaricò bene bene e fece in modo che la sua fica fosse all’altezza giusta.
Io ero eccitatissimo.
‘Vai fattela che aspetti!’ incitava Graziella.
Io fissai nonna come se aspettassi un suo consiglio ma lei non disse nulla.
Non ne potevo più… desideravo troppo farlo.
Con tutta la foga che avevo indosso presi la mira, spinsi e lo infilai in fica a mia nonna giù dritto fino ai coglioni.
‘Urgh!’ gemette lei.
‘Ti piace vero porcella?’ disse Graziella mentre le aveva messo le tette in faccia per farsele ciucciare.
‘Ummmm siiiiiiiii’.
Io fermo col cazzo dentro di lei le guardavo.. Pareva che il lesbismo non le dispiacesse affatto a giudicare da come succhiava avida i capezzoli all’amica.
‘Dai che aspetti…. Pompa bello pompa…..’ mi incitava la bionda.
‘Pompaaaaaaaaaa!’ ululò nonna sempre con la testa immersa nei seni dell’altra.
Obbedii… Ammetto che non fu la mia scopata migliore…. Due minuti a dire tanto. Ero così eccitato pensando a quel sogno che si realizzava che in poche pompate mi partì uno spruzzo da paura che mi svuotò fino al midollo…
E il gioco finì così…. ‘Già fatto? Ma così presto…’ sbottò Graziella.
‘Scusatemi’ dissi mentre lo estraevo ora davvero, finalmente, molle.
‘A me va bene così non vi preoccupate’ disse nonna riprendendo il controllo e con forza spinse via l’amica e si rimise il vestito in fretta e furia.
Prima che potesse accadere altro era già scesa dalla macchina e si puliva l’intimo con le mutande appallottolate che poi mise in borsa….
4
Poco dopo avevamo già salutato Graziella ed eravamo sulla via di casa….
‘Nonna mi dispiace tanto….’ dissi quando eravamo quasi a casa.
Lei sospirò ‘Volevi farlo e lo hai fatto che ti devo dire’.
‘Io…. Mi vergogno tanto te lo giuro’.
‘Ti rendi conto che quella è la Presidente della mia associazione di Dame di carità. E’ una delle donne più in vista della città….’.
‘Bhe bella presidente. Ma lo sanno all’associazione che va a farsi le scopatine sul lago?’.
‘E’ vedova ed è ricchissima, può anche permetterselo… Ma ti rendi conto di che scandalo verrebbe fuori se scoprisse che sei mio nipote…. L’incesto è pure un reato lo sai?’.
‘Nonna mi spiace ma quando mi ha provocato ero eccitato e…. Non pensavo ti facesse venire in auto con noi…. Non credevo mi facesse fare anche con te…. Scusa…..’.
‘Bhe hai ragione a scusarti è stata una scopata davvero pessima, proprio da ragazzino incapace… Ma pensi di poter far godere una donna in vita tua se vieni dopo un minuto?’.
Mi stava solo sfottendo o voleva provocarmi?
‘Bhe hai visto anche tu che posso fare di meglio…. senza vantarmi ma a Graziella l’ho sfondata alla grande’.
‘Bravo vantati pure porco!’
E il discorso si interruppe di nuovo.
Solo quando arrivammo e spensi il motore prima di scendere le dissi ‘Comunque sono bravo e so fare di meglio!’.
‘Buon per te. Ma adesso questa storia finisce e speriamo che Graziella sia abbastanza ciucca da dimenticarsi la tua faccia in fretta’ disse la nonna e scese dall’auto.
‘Di certo non si dimenticherà il mio cazzo’ mormorai da solo e scesi anche io.
‘Dove dormo?’.
‘Ho un letto solo. Dove vuoi dormire?’
Non era la prima volta che condividevo il lettone di nonnina. Da piccolo lo avevo fatto un sacco di volte ma le circostanze erano molto diverse. Di certo non avevo mai condiviso il letto con lei dopo averle messo l’uccello nella figa.
‘Se vuoi dormo sul divano?’.
‘Non dire stupidaggini. Adesso fatti una doccia per toglierti tutti quegli odoracci che hai addosso e mettiti qualcosa di pulito. I vestiti sporchi mettili da lavare o da bruciare….e sorrise’.
Anche saperla in auto senza mutande e con la sborra che le colava era stato eccitante pur se avevo evitato per decoro di dirglielo…
Di certo non avrebbe immaginato che le sue preziose mutandine di pizzo nere sarebbero diventate un tampone per sborra.
Feci come aveva detto cercando di sbrigarmi.
Lei mi aspettava in camera ancora in bustino e calze. Le tettone erano però ben coperte e teneva le gambe chiuse per non far vedere troppo la fica.
‘Vai a letto, spegni la luce che io vado a lavarmi… Buonanotte’.
‘Buonanotte nonna e….. scusami…. scusami davvero tanto’.
‘Non ne parliamo più’ e sparì verso il bagno.
Mi infilai giusto un paio di boxer tanto per non dormire nudo come ero abituato a fare e mi misi comodo cercando di prendere sonno.
Quando nonna entrò nella camera buia però ero ancora sveglio. Lei non accese nessuna luce e fece tutto a tentoni. Sentii il letto che si muoveva, la coperta che si sollevava e il suo corpo che scivolava accanto a me.
‘Buonanotte’ disse a bassa voce.
‘Buonanotte nonna’ risposi.
Poi tutto in un colpo sentii la sua mano che a tentoni trovava la mia, mi afferrava e mi guidava fino al suo corpo…
Me la poggiò su un seno e mi lasciò libero di toccarla…. io presi a scorrere il suo corpo e sentii che era completamente nuda.
Tra le gambe avevo già un palo di marmo.
La mano di nonna prese ad accarezzarmi, lo afferrò, lo strinse fra le mani e prese a farmi una sega.
La mia mano intanto le mungeva le tette come a una mucca da latte.
‘Questo deve restare il nostro segreto hai capito?’.
‘Si nonna…. Si, scusami, perdonami se mi sono fatto la tua amica e ti ho trascurata’.
‘Quella troiona viziata…. Glielo avessi almeno messo nel culo come meritava!’ disse sempre segandomi delicatamente il cazzo.
‘Scusa….’.
‘O dai basta con le scuse. Mi pare che tu mi debba ancora un orgasmo o sbaglio?’.
‘O si nonna…. Mille te ne faccio venire giuro….’.
‘Esagerato….’.
‘Intendevo in tutta l’estate…. Io voglio scopare con te ogni notte nonna…. Ti voglio tutta…. Tutta.
‘Allora chiariamoci subito. Non voglio spettacoli con tua zia quindi discrezione. Di giorno tieni il pisellino a cuccia e non voglio sorprese poi la sera dopo le dieci piano piano vieni nel mio letto e potrai avermi. Ma niente urla, niente guaiti o parolacce perchè le pareti sono di cartone e tua zia sente tutto capito…. Contravvieni a queste regole e torni a farti seghe a raffica come gli altri anni chiaro…’.
‘No ma io….’.
‘Non negare guarda che al mare sono io che cambio le lenzuola per tutti. Le medaglie sulle tue me le ricordo ancora’ e rise.
‘Se lo sapevi potevi venire in camera mia a darmi una mano….’ dissi.
‘Bhe si ma… bhe diciamo che eri ancora piccolo dai….’.
‘Ma adesso non sono più piccolo anzi senti come sono grosso li sotto’.
‘Certo che lo sento. Quindi che facciamo? Parliamo mentre mi slogo il braccio o ti dai una mossa….
Non me lo feci dire due volte!
La scopai. Per tutta la notte. Il mio cazzo non ne aveva mai abbastanza. A spegnicandela, alla missionaria, a pecorina…
La nonna godeva…. Non arrivò a mille orgasmi ma una dozzina buona li ebbe senza alcun dubbio.
‘O si dai ancoraaaaaaaaaaa’ ululava a squarciagola ogni volta.
‘E meno male che dovevamo fare in silenzio’.
‘Siamo mica al mare. Stasera possiamo lasciarci andare’.
‘Allora potevi dirlo…. dai forza girati che ti voglio scopare dappertutto’.
‘Cosa?’. ‘Ti inculo nonna…. Si ti inculoooooooo’ dissi e già ero a pecora e spingevo per entrare…..
5
Quando sorse il sole stavamo ancora chiavando. Stanchi e assonnati ci facemmo una doccia per toglierci di dosso lo sperma, gli umori e il sudore di una notte infuocata.
Sotto la doccia però non riuscii a resistere. Nonna nuda sotto l’acqua con le sue tettone così grosse e umide era irresistibile. Presi a insaponarla, a mungerla ben bene con la schiuma strizzandole i capezzoli mentre lei gemeva e il cazzo mi tornava duro.
Quando toccò a lei insaponarmi le parti basse fu meglio di una sega.
Alla fine finimmo a pompare come due porci con lei in piedi contro le pianelle, il culo un po’ chinato verso di me e il mio uccello che ci dava come un martello pneumatico. “Oddio non credevo di poter venire così tante volte” ululava la nonna.
“O si nonna vengo anche io… Ancora…” gemevo sentendo le palle gonfie che stavano per sparare un’altra raffica.
Esaltato dal suo culone che andava su e giù feci appena in tempo a sfilarlo dalla sua larga bernarda e con un colpo solo puntai al buco numero due.
Oramai dopo che me la ero inculata per una mezz’ora buona ispiri sera dietro era bella larga e non fece alcuna obiezione quando sentì la mia cappella che le stimolava gli intestini.
“Amo farlo nel culo nonnina” le sussurrai mentre cingendola in piedi da dietro le baciavo il collo e spingevo per farlo entrare fino ai coglioni.
“Che porcone di nipote che ho” sospirò lei anche se non riusciva a nascondere che stava godendo anche da quel buco.
Pervaso dai miei più bassi istinti mi bastarono pochi colpi e le feci un vero e proprio clistere di sborra.
Quando glielo sfilai vidi che aveva perso ancora un po’ di sangue. Ora era davvero sfondata anche se non si lamentava della cosa e, una volta docciata se ne andò allegramente in cucina a fare il caffè.
Si era messa l’accappatoio ma non si era data pena di allacciarlo, le sue poppe svettavano al vento così come la sua gatta pelosa faceva bella vista mentre si dava da fare coi fornelli.
Io, visto che indossare abiti non pareva necessario, mi sedetti in cucina tutto nudo e col cazzo già pronto a colpire ancora.
Nonna chiamò la figlia e avvisò che avremmo tardato ancora un giorno perché il problema ai tubi non era risolto.
Io ascoltavo la telefonata nudo sul divano in salotto e con una mano mi massaggiavo piano piano l’uccello guardandola nuda col telefono in mano.
Quasi per scherzo mentre parlava con zia mi avvicinai e glielo appoggiai accanto alla bocca. Lei continuava a parlare facendo l’indifferente anche se la mia asta le si strusciava sulle guance provocante.
Presi a strofinarlo sempre più in fretta e mentre lei diceva frasi cortesi alla figlia presi a segarmi a forza.
Nonna stava cercando di chiudere la telefonata ma evidentemente la zia aveva ancora cose da raccontare.
La mia mano cominciò a lavorare sempre più decisa. Gli occhi di nonna mostravano la preoccupazione mentre in qualche modo cercava di mantenere la conversazione.
Quando la zia la sentì tossire le chiese che cosa non andava e la nonna minimizzò dicendo “solo un po’ di catarro” ma in realtà era una maschera di sborra. Ne aveva sugli occhi, sul naso, sulle guance e ovviamente in gola.
Mia zia le consigliò di andare a mangiare una caramella e la nonna disse che era una buona idea così trovò la scusa per riagganciare.
“Certo che a un porco come te non si può negare nulla” sbuffò mentre con un fazzoletto si puliva il viso meglio che poteva.
Io però le stavo già agitando il cazzo davanti al viso. “Non la vuoi questa bella caramella di carne nonnina?”.
“Accidenti dammi almeno il tempo di pulirmi la faccia. Ma non ti si placa mai la voglia?”.
“No nonna. Anzi, se permetti, adesso la vorrei io una bella caramella” è così dicendo mi chinai a terra immergendo la faccia nella sua gran gnocca umida.
“O si questa non è una caramella è un lecca lecca” sussurrai mentre le consumavo il clitoride a colpi di lingua.
6
Uscii a comprare giusto un paio di panini e un paio di birre per placare la fame deciso a consumare il tutto nudo a letto con lei e quando tornai la trovai in bagno.
Avevo sempre desiderato poter spalancare la porta del cesso quando la sentivo fare i suoi bisogni e ora avevo realizzato anche quel desiderio spalancando la porta e beccandola proprio a gambe larghe mentre faceva la sua doccia durata tutta nuda.
Le confessai la mia passione per la pioggia dorata e lei non fece commenti, giusto un mezzo sorriso divertito quando glielo ficcai tra le cosce mentre orinava implorandola di pisciarmi sul cazzo.
La pioggia ardente me lo indurì così tanto che finii per sollevarle le gambe mettendole sulle mie spalle e presi a fotterla a tutto spiano sulla tazza.
“Piano tesoro che se rompiamo la tazza del cesso mi tocca chiamare l’idraulico ancora una volta” mi ammonì mentre pompavo come un pazzo ancora una volta…
Dopo un po’ le scappò persino una sonora scorreggia. Arrossì “scusa” disse.
Ma a me non dispiaceva affatto anzi, dissi “la prossima volta che devi fare aria dimmelo. Vorrei sapere cosa si prova ad averlo dentro al tuo sedere mentre lo fai”.
“O mio dio. Ma ti rendi conto che ho fatto più porcate con te in un giorno che con tuo nonno in mezzo secolo”.
“E ti lamenti nonnina?”.
“No è solo che tu mi fai sentire così dannatamente vacca”.
“Sei tu nonna che mi rendi così toro da monta” dissi io mentre le godevo dentro ancora una volta…
Scopammo per tutto il giorno e per buona parte della notte. Ogni tanto lei si appisolava esausta e anche io le dormivo poggiato sulle tettone o sulle cosce fin che non ci risvegliavamo, facevamo un bricco di caffè e riprendevamo a scopare più di prima.
Alle dieci di sera però mi disse “adesso però cerchiamo di dormire davvero tesoro se no domani sarà un viaggio infernale”.
“Si nonna ho quasi fatto” dissi io sopra di lei con l’uccello che andava su e giù nella sua patata sfondata.
Afferrate salde una tetta per mano diedi gli ultimi colpi e svuotai quel poco di sperma che ancora avevo in corpo e finalmente, soddisfatto, mi accasciai accanto a lei prendendo sonno immerso fra le sue cicce.
La nonna, distrutta, crollò russando quasi subito mentre il rivolo di sperma le colava dalle gambe inzozzando il materasso.
Verso le dieci del mattino dopo una veloce scopatina seguita da una doccia separata per evitare bis caricai i bagagli in auto e finalmente partimmo.
La nonna pareva persino che zoppicasse un po’. L’avevo decisamente sfondata nel vero senso del termine.
Ronfò sonoramente per tutto il viaggio. Io ogni tanto sbirciavo le sue gambe fasciate in un paio di calze trasparenti di cui la gonna corta offriva una ampia visione poi studiavo le sue tettone appena celate dalla camicetta scollata.
Felicissimo mi fregavo le mani dalla gioia e fui quasi sul punto di accostare la macchina per svegliarla e sbattermela ancora una volta. Ma decisi di lasciarla riposare. In fondo sapevo che al mare, se stavo attento a non farmi beccare da zia Samantha, avrei avuto nonna per me ogni notte. E avevo ancora tante voglie perverse da sfogare sul suo giunonico corpo. Voglie che, ero certo, lei avrebbe soddisfatto più che volentieri.
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Nonna era furibonda. ‘John ma ti rendi conto che sei sparito per più di un’ora?’
‘Scusa nonna avevo un’impegno’.
‘Un impegno? E dove avevi l’impegno che sei in collant’.
‘No è che….. Ero giù in macchina…. Telefonavo’.
‘Ma la valigia era sul pianerottolo? L’ho tirata dentro io che non la rubassero’
La nonna non era certo stupida e io mentivo pure male.
‘Sono venuto su poi sono tornato giù….’.
Sorrise ‘Va bene lasciamo stare. E’ giusto che alla tua età tu abbia i tuoi segreti…. Però potevi dirlo. Adesso è l’una passata e non si fa più in tempo ad andare in trattoria e tornare in tempo. Mi sa che salteremo il pranzo’.
‘Mi spiace…’.
‘Bhe a me un po’ di dieta male non fa tu, perdonami ma te la sei cercata’.
‘Tanto non avevo fame’ mentivo. In realtà dopo la scopata avevo una fame e una sete infernali….
Nonna stava già per allontanarsi mentre io trascinavo il mio trolley in camera da letto per cambiarmi quando di botto disse ‘E scusa una cosa. Perchè hai un buco nel mio collant e mezzo pisello fuori?’.
‘A….. -cavoli era vero, si vedeva tutto- No è che…. Bho forse si è strappato…. Impigliato da qualche parte’.
Lei si avvicinò sorridente. Mi colse di sorpresa e appoggiò una mano sulla mia coscia sfiorandomi la cappella ‘Lascia stare tanto era vecchio e da buttare… Teniamoci il segreto che è meglio’ e mi fece l’occhiolino. Poi avvicinandosi all’orecchio come per farmi una confidenza aggiunse ‘e non ti chiedo nemmeno perchè è tutto unto di sborra…’.
Io non sapevo che dire e mi limitai a un sorriso ebete.
Nel pomeriggio puntuali arrivarono due operai e in poche ore cambiarono il termosifone che si rivelò crepato alla base e il relativo tubo. La spesa non fu di certo indifferente ma alla nonna i soldi non mancavano.
Felici di aver risolto la vicenda e stanchissimi ci sedemmo in salotto fin che la nonna non disse ‘stasera festeggiamo che ne dici. Prendiamo la macchina e mi porti fino a quel ristorantino sul lago ti va?’.
‘Non sei stanca. Non vuoi riposarti per il viaggio di domani?’.
‘Ma no dai. Per una volta che ho un cavaliere voglio fare un po di festa. Anche tu mettiti un abito elegante che andiamo a fare i fidanzatini’ e rise di gusto.
Obbediente mi infilai la camicia di seta nera che avevo portato e dei Jeans neri, lei invece uscì dalla camera da letto in gonna nera sopra al ginocchio, camicetta bianca a pizzi, calze nere con la riga e scarpe nere con un bel tacco. Profumava di Chanel n’5 di cui doveva aver abbondato e aveva la bocca rosea impastata di rossetto. Occhi truccati e unghie smaltate di rosso.
‘Oi ma che gran figa nonna’ dissi per scherzare.
‘Ma che parole sono….’ scattò lei.
‘Intendevo che sei molto carina’ mi corressi io.
‘Ecco così va già meglio. Bravo. Non puoi dire a una donna matura che è ‘figa’ non si usa, non si fa. Puoi dire che sono uno splendore, che stò davvero bene o al massimo che sono provocante se proprio vuoi osare… Ora da bravo, prendimi a braccetto e scendiamo fino alla macchina… Poi mi apri la porta e mi fai salire come si conviene’.
‘Ok nonna’ annuii ancora un po perplesso.
‘Su dai che ti insegno come si corteggia una dama’ e cogliendomi di sorpresa mi diede un bacio sulla guancia.
2
Al Ristorante ‘Laguna Blu’ erano tutte coppiette. Ne contai otto. Un paio con donne dalle scollature vertiginose, le gonne che sembravano cinture e i tacchi simili a pertiche… Alcune più che altro sapevano di prostitute.
In effetti percorrendo la strada del lago sui bordi della strada ne avevamo viste parecchie… Nigeriane, del nord europa e un paio che parevano tranx… Una in particolare, una nera, mi aveva colpito perchè era completamnete nuda con addosso solo le scarpe col tacco… Spavalda mi aveva agitato la gatta pelosa davanti alla macchina e aveva fatto ciondolare un po le tette incurante che ci fosse già una donna al mio fianco…
All’interno del Laguna, con tavoli apparecchiati con tovaglie di lino pregiato e lumi di candela a centro tavola non ci si poteva certo aspettare un clima da famiglia e non ci volle molto per cominciare a notare che parecchi limonavano tra una portata e l’altra senza tanti problemi.
Quando poi notai chiaramente che una bionda venticinquenne muoveva con troppa insistenza la mano sotto la tovaglia mentre il suo accompagnatore minimo sessantenne contraeva i muscoli del viso e ansimava piano piano non ebbi più dubbi che si trattasse di coppiette occasionali o di mercenarie.
Quando finalmente l bionda finì di muovere il braccio, se non fosse stato chiaro, alzò la mano tutta collosa e si pulì con una tovaglietta.
Anche la nonna guardava e non credo le fosse sfuggito che l’amico si era appena fatto fare una sega. Ma non disse nulla.
Ordinammo Rigatoni alla crema di scampi, pesce spada alla griglia e un dessert di fragole il tutto annaffiato da un buon vino che cercai di bere moderatamente visto che dovevo guidare.
La nonna che invece non guidava ne tracannò tre bicchieri di fila e ordinò presto una seconda bottiglia.
Quando entrò una signora over sessanta con un ragazzo che non aveva più della mia età credetti di non essere l’unica mosca bianca. Anche loro, forse erano nonna e nipote o era la zia o roba simile pensai…
Ma, presto, nonna mi tolse ogni dubbio quando la salutò ‘Ciao Graziella’ disse.
E subito, mentre la grassa donna si avvicinava aggiunse a bassa voce rivolta a me ‘non dirle che sei mio nipote. Lascia parlare me’.
La bionda si avvicinò facendo ciondolare tutta la grande latteria mal celata sotto a un vestito nero intero così corto che mostrava persino le giarrettiere che fasciavano le sue gambe grosse come prosciutti.
Pesava almeno venti chili più di nonna e la sua pancia era incipiente quasi come le sue tette o il suo culone. In più su quei tacchi e con un vestito così aveva davvero l’aria della battona. Per non parlare dei capelli tinti di un biondo platino acceso davvero volgare.
‘O cara Antonietta che piacere’ disse la bionda.
‘Graziella tesoro’ sorrise nonna. Le due si baciarono tre volte sulle guance.
‘Sei qui col tuo amico?’ chiese Graziella.
‘Si. Anche tu vedo….’.
‘Cara lo sai che non mi faccio mancare nulla…. Un po di svago fa sembre bene poi il ragazzino ha un bel c…. Insomma è bello grosso’.
‘Anche il mio’ annuì la nonna senza battere ciglio e io mi guardai i piedi per non arrossire…
‘Allora buon divertimento cara’ concluse Graziella.
‘Anche a te tesoro’ rispose la nonna e tornò a mangiare.
Per fortuna eravamo già a metà secondo perchè anche nonna pareva un po’ in imbarazzo ‘Scusami caro. A pranzo ti giuro che questo è un ristorante elegante. Non credevo che a cena fosse diventato un posto così…’.
‘Fa nulla nonna… Il cibo comunque è squisito’.
‘Almeno quello’ sorrise lei e bevve un altro po di vino.
Finimmo di mangiare senza non poter fare a meno di notare che ogni tanto una coppia si alzava, spariva per un po in bagno e quando tornava aveva l’espressione più soddisfatta e i capelli più spettinati.
Sforzandoci di far finta di nulla mangiammo anche il dessert anche se ammetto che ogni tanto mi cadeva lo sguardo su qualche minigonna davvero estrema e che sotto mi si era risvegliata la bestia.
Chiudemmo con un caffè e la nonna pagò i quasi 150 euro di conto… Mica male per un ristorantino sul lago pensai.
Ci alzammo e nonna cercò Graziella per salutarla ma era sparita. ‘Sarà andata in bagno’ disse tranquillamente.
‘Probabile’ dissi senza star li a sottilizzare che se era andata in bagno si era portata dietro il ragazzino e ci avviammo verso l’auto.
Sorpresa delle sorpese nel parcheggio c’era Graziella. Un po più spettinata di prima e con l’aria più triste.
‘Cara che succede?’ chiese subito la nonna.
‘Lascia stare. Una fregatura totale. Mi aveva detto che faceva di qua e faceva di la e poi…. Che fregatura’ borbottava la bionda.
‘Ma di che parli?’.
‘Il toy boy. Mi aveva detto che faceva chissà che meraviglie e che aveva chissà che roba li sotto… E invece guarda….un disastro.
La foto che mi aveva mandato non era del suo quindi come dimensione non c’eravamo affatto, in più due minuti in bocca e…. fine della festa. Il solito sfigato da chat buono a niente e mi è pure costato 80 euro di cena’.
‘l’hai rimorchiato su una chat?!!!’ sgranò gli occhi la nonna esterrefatta.
‘Bhe si… Tu il tuo dove l’hai preso?’ disse come se io non ci fossi.
‘Lascia stare. Ma ora dov’è scusa…?’.
‘Gli ho dato due calci in culo e l’ho mandato via a piedi sto stronzone’.
‘A ecco brava… Bhe dai ti rifarai sabato prossimo disse nonna e accelerò il passo verso l’auto.
Intanto il parcheggio non era deserto. C’era una Mercedes coi vetri oscurati che dondolava a tutta forza mentre una degli occupanti ululava ‘si si siiiiiii’.
C’era la bionda che si era sporcata le mani prima che ora stava con la testa sul lunotto posteriore mentre la sagoma dell’accompagnatore era dietro e ci dava a pecorina e c’erano un paio di signori seduti al posto di guida con l’espressione soave mentre la sagoma di una testa andava su e giù sul loro petto….
Che bello scopatoio pensai.
Fu a quel punto che Graziella affrontò nonna ‘Senti non è che…. me lo presteresti’.
‘Cosa?!’ sbottò nonna.
‘Dai mezz’oretta, una cosa veloce… Tanto è bello robusto e sono sicuro che ne ha per tutte e due… Dai ti prego’ e senza problemi mi accarezzò il braccio.
‘No ma io non credo che….’ obiettò Nonna.
‘A capisco…. Va bhe dai dividiamo non c’è problema. Quanto per una sveltina dai?’ disse rivolta a me e io secco dissi ‘Cinquanta’.
‘A…. Bhe non sei economico ma sicuramente li vali…. Va bene’ e iniziò a cercare il portafogli in borsa.
Nonna mi sussurrò all’orecchio ‘ma che fai sei impazzito’.
‘Che vuoi che faccia? Le dico che sono tuo nipote?’.
‘Quindi adesso vai in macchina a fare sesso con lei….ma ti rendi conto?’.
‘E che devo fare…?’.
Stava per rispondermi, malissimo ma Graziella aveva già i soldi in mano e me li stava porgendo.
‘Su dai vieni caro che ho il Suv nove posti comodissimo’.
‘Ha il suv nove posti’ ripetei ridendo a nonna.
‘Ho visto’ mugugnò lei.
‘E tu Antonietta cara che fai?’ chiese.
‘Non so… Vado in macchina che vuoi che faccia’.
‘Ma no dai…. Vieni con noi… Dai che ci divertiamo’ disse Graziella sicuramente bella carica di alcool.
‘Ma no dai non è il caso’.
‘E su dai non fare la scontrosa…. Dai che ti costa dove godiamo in due godiamo anche in tre’.
La nonna scosse la testa e mi sussurrò ‘ma tu guarda che situazione’.
‘Puoi sempre dirle che sei mia nonna’ dissi io mentre Graziella già spalancava la portiera e in fretta e furia levava il vestito restando solo con un body nero molto provocante e le calze…
‘Questo mai…. Stai zitto, fai quello che devi e poi andiamo a casa’.
Le feci il gesto di fottere con la mano ‘Faccio quello che devo?’.
‘Per forza scosse la testa nonna. Non vedi che quella vacca ha già tirato fuori le poppe’.
3
Entrammo in auto. Graziella aveva tutto fuori. Le poppe enormi e la fica in bella vista…. Anche li il pelo era tutto platinato…
Io le sedetti accanto sul sedile posteriore e nonna vicino a me così da farmi trovare esattamente in mezzo a loro avvolto dai loro corpi giunonici.
Graziella non ci mise un attimo, mi aprì la patta, mi calò secca Jeans e boxer e il mio uccello bello eccitato spuntò dritto come un fungo.
La bionda sgranò gli occhi ‘Mamma mia tu si che li vali 50 euro questo non è un cazzo è un albero’.
‘Già un albero sempre in fiore’ mormorò nonna.
Graziella senza tanti problemi mi scivolò sul petto e se lo prese in bocca…. Diede due o tre belle succhiate poi di botto si fermò e guardò la nonna ancora vestita e immobile come una statua ‘O ma che maleducata che sono… Toccava prima a te cara’.
‘No no fai pure tu non mi offendo’ scosse la testa.
‘Ma no dai… Un po per una non voglio essere cafona… Il ragazzo è tuo…. Dai su senza complimenti’ e tenendolo teso con una mano quasi lo porse a nonna.
‘Senza complimenti’ ripeti io ridendo.
‘Grazie siete davvero gentilissimi’ ripetè lei con voce glaciale poi prese fiato, si chinò sul mio petto e lo prese in bocca…
Tornammo a casa nel mutismo e nell’imbarazzo più assoluto. Nonna masticava rumorosamente delle mentine probabilmente per togliersi dalla gola il sapore di sborra.
In effetti non avevo resistito. Quando aveva iniziato a succhiare mi ero lasciato andare e dopo poco le avevo sparato un fiotto in gola che le aveva tolto il fiato.
Graziella, che intanto si sgrillettava accanto a me sbattendomi le poppe in faccia era parsa un po delusa ma quando aveva visto che il mio cannone uscito dalla bocca di nonna era ancora bello duro e pronto aveva sorriso e mi aveva fatto una carezza…. ‘O ma sei un portento….. Dai dai passiamo alle cose serie dai….’
Nonna intanto si era tirata su e aveva sputato in un fazzoletto tutto lo sperma residuo…. ‘Cara io inizio tu intanto spogliati’ aveva detto Graziella mentre con ben poca leggiadria scuotendo tutta la ciccia mi scavalcava e mi si sedeva in braccio impalandosi sul mio cazzo.
Io perso fra le enormi tette di Graziella mi ero scordato di nonna e avevo iniziato a succhiare prima un capezzolo e poi l’altro… erano grossi, duri, fantastici. Con una mano le palpavo il fianco, con l’altra spremevo una tettona come fosse un palloncino pieno d’acqua.
Graziella, infoiata e non certo nuova a queste esperienze aveva preso a cavalcarmi come una vacca drogata.
Sentivo le sospensioni del suv cigolare paurosamente. I suoi cento e passa chili di peso scatenati non erano certo pochi…
‘O si dai…. O si…. Dai….. O che uccellone…. Siiiiiiiiiii’.
Cominciò a venire ma non aveva limiti. Venne ancora e poi ancora e quando mollò lo fece solo perchè le gambe non la reggevano più.
‘O non ne posso più amore…. Riempimi dai….’.
Io non aspettavo altro. Afferrai le tettone con tutte le mie forze e mi svuotai di nuovo.
Piano piano e sofferente si sollevò facendo uscire il cazzo dalla sua figa marcia come uno stagno e crollò al mio fianco.
Guardai intanto nonna. Era ancora vestita ma le mutande erano calate a terra. Nonostante l’imbarazzo non aveva resistito e eccitata si era toccata con le dita…
La bionda guardò il mio uccello pronto a combattere ancora e’madonna ma sei proprio una forza della natura….’
Io mi limitai a sorridere e stavo quasi per dirle di voltarsi che glielo avrei messo nel culo quando disse ‘Vai cara tutto tuo’ rivolta a nonna.
Lei scosse la testa ‘No dai non sono così equilibrista come te dai….’.
‘Bhe si per farlo bisogna essere allenate… Va bhe dai ho capito, sdraiati e punta le gambe sul sedile davanti che fa lui’.
‘Ma no dai….’ obiettò nonna.
Graziella però era incontenibile, scivolandomi sopra con tutto il suo perso aveva afferrato nonna, le aveva ficcato la lingua in bocca e le stava aprendo il vestito….
La nonna, nonostante tutto iniziò a limonare con lei con grande trasporto.
Poco dopo fu mezza nuda. Solo il bustino di pizzo con le tette al vento e le calze… Uno spettacolo.
Graziella era scivolata di fianco e la nonna si trovava in mezzo a noi due. Con insistenza e facendole quasi male, Graziella le afferrò le gambe, le divaricò bene bene e fece in modo che la sua fica fosse all’altezza giusta.
Io ero eccitatissimo.
‘Vai fattela che aspetti!’ incitava Graziella.
Io fissai nonna come se aspettassi un suo consiglio ma lei non disse nulla.
Non ne potevo più… desideravo troppo farlo.
Con tutta la foga che avevo indosso presi la mira, spinsi e lo infilai in fica a mia nonna giù dritto fino ai coglioni.
‘Urgh!’ gemette lei.
‘Ti piace vero porcella?’ disse Graziella mentre le aveva messo le tette in faccia per farsele ciucciare.
‘Ummmm siiiiiiiii’.
Io fermo col cazzo dentro di lei le guardavo.. Pareva che il lesbismo non le dispiacesse affatto a giudicare da come succhiava avida i capezzoli all’amica.
‘Dai che aspetti…. Pompa bello pompa…..’ mi incitava la bionda.
‘Pompaaaaaaaaaa!’ ululò nonna sempre con la testa immersa nei seni dell’altra.
Obbedii… Ammetto che non fu la mia scopata migliore…. Due minuti a dire tanto. Ero così eccitato pensando a quel sogno che si realizzava che in poche pompate mi partì uno spruzzo da paura che mi svuotò fino al midollo…
E il gioco finì così…. ‘Già fatto? Ma così presto…’ sbottò Graziella.
‘Scusatemi’ dissi mentre lo estraevo ora davvero, finalmente, molle.
‘A me va bene così non vi preoccupate’ disse nonna riprendendo il controllo e con forza spinse via l’amica e si rimise il vestito in fretta e furia.
Prima che potesse accadere altro era già scesa dalla macchina e si puliva l’intimo con le mutande appallottolate che poi mise in borsa….
4
Poco dopo avevamo già salutato Graziella ed eravamo sulla via di casa….
‘Nonna mi dispiace tanto….’ dissi quando eravamo quasi a casa.
Lei sospirò ‘Volevi farlo e lo hai fatto che ti devo dire’.
‘Io…. Mi vergogno tanto te lo giuro’.
‘Ti rendi conto che quella è la Presidente della mia associazione di Dame di carità. E’ una delle donne più in vista della città….’.
‘Bhe bella presidente. Ma lo sanno all’associazione che va a farsi le scopatine sul lago?’.
‘E’ vedova ed è ricchissima, può anche permetterselo… Ma ti rendi conto di che scandalo verrebbe fuori se scoprisse che sei mio nipote…. L’incesto è pure un reato lo sai?’.
‘Nonna mi spiace ma quando mi ha provocato ero eccitato e…. Non pensavo ti facesse venire in auto con noi…. Non credevo mi facesse fare anche con te…. Scusa…..’.
‘Bhe hai ragione a scusarti è stata una scopata davvero pessima, proprio da ragazzino incapace… Ma pensi di poter far godere una donna in vita tua se vieni dopo un minuto?’.
Mi stava solo sfottendo o voleva provocarmi?
‘Bhe hai visto anche tu che posso fare di meglio…. senza vantarmi ma a Graziella l’ho sfondata alla grande’.
‘Bravo vantati pure porco!’
E il discorso si interruppe di nuovo.
Solo quando arrivammo e spensi il motore prima di scendere le dissi ‘Comunque sono bravo e so fare di meglio!’.
‘Buon per te. Ma adesso questa storia finisce e speriamo che Graziella sia abbastanza ciucca da dimenticarsi la tua faccia in fretta’ disse la nonna e scese dall’auto.
‘Di certo non si dimenticherà il mio cazzo’ mormorai da solo e scesi anche io.
‘Dove dormo?’.
‘Ho un letto solo. Dove vuoi dormire?’
Non era la prima volta che condividevo il lettone di nonnina. Da piccolo lo avevo fatto un sacco di volte ma le circostanze erano molto diverse. Di certo non avevo mai condiviso il letto con lei dopo averle messo l’uccello nella figa.
‘Se vuoi dormo sul divano?’.
‘Non dire stupidaggini. Adesso fatti una doccia per toglierti tutti quegli odoracci che hai addosso e mettiti qualcosa di pulito. I vestiti sporchi mettili da lavare o da bruciare….e sorrise’.
Anche saperla in auto senza mutande e con la sborra che le colava era stato eccitante pur se avevo evitato per decoro di dirglielo…
Di certo non avrebbe immaginato che le sue preziose mutandine di pizzo nere sarebbero diventate un tampone per sborra.
Feci come aveva detto cercando di sbrigarmi.
Lei mi aspettava in camera ancora in bustino e calze. Le tettone erano però ben coperte e teneva le gambe chiuse per non far vedere troppo la fica.
‘Vai a letto, spegni la luce che io vado a lavarmi… Buonanotte’.
‘Buonanotte nonna e….. scusami…. scusami davvero tanto’.
‘Non ne parliamo più’ e sparì verso il bagno.
Mi infilai giusto un paio di boxer tanto per non dormire nudo come ero abituato a fare e mi misi comodo cercando di prendere sonno.
Quando nonna entrò nella camera buia però ero ancora sveglio. Lei non accese nessuna luce e fece tutto a tentoni. Sentii il letto che si muoveva, la coperta che si sollevava e il suo corpo che scivolava accanto a me.
‘Buonanotte’ disse a bassa voce.
‘Buonanotte nonna’ risposi.
Poi tutto in un colpo sentii la sua mano che a tentoni trovava la mia, mi afferrava e mi guidava fino al suo corpo…
Me la poggiò su un seno e mi lasciò libero di toccarla…. io presi a scorrere il suo corpo e sentii che era completamente nuda.
Tra le gambe avevo già un palo di marmo.
La mano di nonna prese ad accarezzarmi, lo afferrò, lo strinse fra le mani e prese a farmi una sega.
La mia mano intanto le mungeva le tette come a una mucca da latte.
‘Questo deve restare il nostro segreto hai capito?’.
‘Si nonna…. Si, scusami, perdonami se mi sono fatto la tua amica e ti ho trascurata’.
‘Quella troiona viziata…. Glielo avessi almeno messo nel culo come meritava!’ disse sempre segandomi delicatamente il cazzo.
‘Scusa….’.
‘O dai basta con le scuse. Mi pare che tu mi debba ancora un orgasmo o sbaglio?’.
‘O si nonna…. Mille te ne faccio venire giuro….’.
‘Esagerato….’.
‘Intendevo in tutta l’estate…. Io voglio scopare con te ogni notte nonna…. Ti voglio tutta…. Tutta.
‘Allora chiariamoci subito. Non voglio spettacoli con tua zia quindi discrezione. Di giorno tieni il pisellino a cuccia e non voglio sorprese poi la sera dopo le dieci piano piano vieni nel mio letto e potrai avermi. Ma niente urla, niente guaiti o parolacce perchè le pareti sono di cartone e tua zia sente tutto capito…. Contravvieni a queste regole e torni a farti seghe a raffica come gli altri anni chiaro…’.
‘No ma io….’.
‘Non negare guarda che al mare sono io che cambio le lenzuola per tutti. Le medaglie sulle tue me le ricordo ancora’ e rise.
‘Se lo sapevi potevi venire in camera mia a darmi una mano….’ dissi.
‘Bhe si ma… bhe diciamo che eri ancora piccolo dai….’.
‘Ma adesso non sono più piccolo anzi senti come sono grosso li sotto’.
‘Certo che lo sento. Quindi che facciamo? Parliamo mentre mi slogo il braccio o ti dai una mossa….
Non me lo feci dire due volte!
La scopai. Per tutta la notte. Il mio cazzo non ne aveva mai abbastanza. A spegnicandela, alla missionaria, a pecorina…
La nonna godeva…. Non arrivò a mille orgasmi ma una dozzina buona li ebbe senza alcun dubbio.
‘O si dai ancoraaaaaaaaaaa’ ululava a squarciagola ogni volta.
‘E meno male che dovevamo fare in silenzio’.
‘Siamo mica al mare. Stasera possiamo lasciarci andare’.
‘Allora potevi dirlo…. dai forza girati che ti voglio scopare dappertutto’.
‘Cosa?’. ‘Ti inculo nonna…. Si ti inculoooooooo’ dissi e già ero a pecora e spingevo per entrare…..
5
Quando sorse il sole stavamo ancora chiavando. Stanchi e assonnati ci facemmo una doccia per toglierci di dosso lo sperma, gli umori e il sudore di una notte infuocata.
Sotto la doccia però non riuscii a resistere. Nonna nuda sotto l’acqua con le sue tettone così grosse e umide era irresistibile. Presi a insaponarla, a mungerla ben bene con la schiuma strizzandole i capezzoli mentre lei gemeva e il cazzo mi tornava duro.
Quando toccò a lei insaponarmi le parti basse fu meglio di una sega.
Alla fine finimmo a pompare come due porci con lei in piedi contro le pianelle, il culo un po’ chinato verso di me e il mio uccello che ci dava come un martello pneumatico. “Oddio non credevo di poter venire così tante volte” ululava la nonna.
“O si nonna vengo anche io… Ancora…” gemevo sentendo le palle gonfie che stavano per sparare un’altra raffica.
Esaltato dal suo culone che andava su e giù feci appena in tempo a sfilarlo dalla sua larga bernarda e con un colpo solo puntai al buco numero due.
Oramai dopo che me la ero inculata per una mezz’ora buona ispiri sera dietro era bella larga e non fece alcuna obiezione quando sentì la mia cappella che le stimolava gli intestini.
“Amo farlo nel culo nonnina” le sussurrai mentre cingendola in piedi da dietro le baciavo il collo e spingevo per farlo entrare fino ai coglioni.
“Che porcone di nipote che ho” sospirò lei anche se non riusciva a nascondere che stava godendo anche da quel buco.
Pervaso dai miei più bassi istinti mi bastarono pochi colpi e le feci un vero e proprio clistere di sborra.
Quando glielo sfilai vidi che aveva perso ancora un po’ di sangue. Ora era davvero sfondata anche se non si lamentava della cosa e, una volta docciata se ne andò allegramente in cucina a fare il caffè.
Si era messa l’accappatoio ma non si era data pena di allacciarlo, le sue poppe svettavano al vento così come la sua gatta pelosa faceva bella vista mentre si dava da fare coi fornelli.
Io, visto che indossare abiti non pareva necessario, mi sedetti in cucina tutto nudo e col cazzo già pronto a colpire ancora.
Nonna chiamò la figlia e avvisò che avremmo tardato ancora un giorno perché il problema ai tubi non era risolto.
Io ascoltavo la telefonata nudo sul divano in salotto e con una mano mi massaggiavo piano piano l’uccello guardandola nuda col telefono in mano.
Quasi per scherzo mentre parlava con zia mi avvicinai e glielo appoggiai accanto alla bocca. Lei continuava a parlare facendo l’indifferente anche se la mia asta le si strusciava sulle guance provocante.
Presi a strofinarlo sempre più in fretta e mentre lei diceva frasi cortesi alla figlia presi a segarmi a forza.
Nonna stava cercando di chiudere la telefonata ma evidentemente la zia aveva ancora cose da raccontare.
La mia mano cominciò a lavorare sempre più decisa. Gli occhi di nonna mostravano la preoccupazione mentre in qualche modo cercava di mantenere la conversazione.
Quando la zia la sentì tossire le chiese che cosa non andava e la nonna minimizzò dicendo “solo un po’ di catarro” ma in realtà era una maschera di sborra. Ne aveva sugli occhi, sul naso, sulle guance e ovviamente in gola.
Mia zia le consigliò di andare a mangiare una caramella e la nonna disse che era una buona idea così trovò la scusa per riagganciare.
“Certo che a un porco come te non si può negare nulla” sbuffò mentre con un fazzoletto si puliva il viso meglio che poteva.
Io però le stavo già agitando il cazzo davanti al viso. “Non la vuoi questa bella caramella di carne nonnina?”.
“Accidenti dammi almeno il tempo di pulirmi la faccia. Ma non ti si placa mai la voglia?”.
“No nonna. Anzi, se permetti, adesso la vorrei io una bella caramella” è così dicendo mi chinai a terra immergendo la faccia nella sua gran gnocca umida.
“O si questa non è una caramella è un lecca lecca” sussurrai mentre le consumavo il clitoride a colpi di lingua.
6
Uscii a comprare giusto un paio di panini e un paio di birre per placare la fame deciso a consumare il tutto nudo a letto con lei e quando tornai la trovai in bagno.
Avevo sempre desiderato poter spalancare la porta del cesso quando la sentivo fare i suoi bisogni e ora avevo realizzato anche quel desiderio spalancando la porta e beccandola proprio a gambe larghe mentre faceva la sua doccia durata tutta nuda.
Le confessai la mia passione per la pioggia dorata e lei non fece commenti, giusto un mezzo sorriso divertito quando glielo ficcai tra le cosce mentre orinava implorandola di pisciarmi sul cazzo.
La pioggia ardente me lo indurì così tanto che finii per sollevarle le gambe mettendole sulle mie spalle e presi a fotterla a tutto spiano sulla tazza.
“Piano tesoro che se rompiamo la tazza del cesso mi tocca chiamare l’idraulico ancora una volta” mi ammonì mentre pompavo come un pazzo ancora una volta…
Dopo un po’ le scappò persino una sonora scorreggia. Arrossì “scusa” disse.
Ma a me non dispiaceva affatto anzi, dissi “la prossima volta che devi fare aria dimmelo. Vorrei sapere cosa si prova ad averlo dentro al tuo sedere mentre lo fai”.
“O mio dio. Ma ti rendi conto che ho fatto più porcate con te in un giorno che con tuo nonno in mezzo secolo”.
“E ti lamenti nonnina?”.
“No è solo che tu mi fai sentire così dannatamente vacca”.
“Sei tu nonna che mi rendi così toro da monta” dissi io mentre le godevo dentro ancora una volta…
Scopammo per tutto il giorno e per buona parte della notte. Ogni tanto lei si appisolava esausta e anche io le dormivo poggiato sulle tettone o sulle cosce fin che non ci risvegliavamo, facevamo un bricco di caffè e riprendevamo a scopare più di prima.
Alle dieci di sera però mi disse “adesso però cerchiamo di dormire davvero tesoro se no domani sarà un viaggio infernale”.
“Si nonna ho quasi fatto” dissi io sopra di lei con l’uccello che andava su e giù nella sua patata sfondata.
Afferrate salde una tetta per mano diedi gli ultimi colpi e svuotai quel poco di sperma che ancora avevo in corpo e finalmente, soddisfatto, mi accasciai accanto a lei prendendo sonno immerso fra le sue cicce.
La nonna, distrutta, crollò russando quasi subito mentre il rivolo di sperma le colava dalle gambe inzozzando il materasso.
Verso le dieci del mattino dopo una veloce scopatina seguita da una doccia separata per evitare bis caricai i bagagli in auto e finalmente partimmo.
La nonna pareva persino che zoppicasse un po’. L’avevo decisamente sfondata nel vero senso del termine.
Ronfò sonoramente per tutto il viaggio. Io ogni tanto sbirciavo le sue gambe fasciate in un paio di calze trasparenti di cui la gonna corta offriva una ampia visione poi studiavo le sue tettone appena celate dalla camicetta scollata.
Felicissimo mi fregavo le mani dalla gioia e fui quasi sul punto di accostare la macchina per svegliarla e sbattermela ancora una volta. Ma decisi di lasciarla riposare. In fondo sapevo che al mare, se stavo attento a non farmi beccare da zia Samantha, avrei avuto nonna per me ogni notte. E avevo ancora tante voglie perverse da sfogare sul suo giunonico corpo. Voglie che, ero certo, lei avrebbe soddisfatto più che volentieri.
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