Matura e vicino di casa giovane
di
Storievere
genere
etero
In 59 anni di vita non ho mai avuto un’esperienza sessuale così forte ed eccitante come quella che ho avuto recentemente con un ragazzo molto più giovane di me, di 21 anni. Si tratta di un vicino di casa, che vive coi suoi da qualche mese nel mio condominio. Quello che mi ha colpito di lui, nonostante la sua giovane età, è stata la sua sicurezza, il suo fare deciso e passionale. Tutto ha avuto inizio una sera di fine agosto in cui tornai a casa verso mezzanotte dopo una bella serata tra colleghe (tutte single), in cui abbiamo un po’ spettegolato e fantasticato su probabili scenari che potrebbero aprirsi ancora sulla soglia dei sessanta anni. Siccome piovigginava, pur essendo ancora estate, mi fermai un attimo in macchina aspettando spiovesse. Parcheggiai nella piazzetta fuori casa e iniziai a mandare le varie buonanotte ai miei cari. Sentii dei rumori, o meglio dei versi, qualche macchina più in là e cercai di capire cosa fosse a quell’ora. Poco più in là vi erano due macchine parcheggiate vicine, intravidi in una di esse due ragazzi giovani che stavano facendo sesso in macchina, lei sopra di lui che ansimava e lui che godeva e sospirava facendo ogni tanto espressioni molto virili che attirarono la mia attenzione. Dopo poco lui incrociò il mio sguardo, io sussultai per l’imbarazzo ma mi accorsi che tutto ciò non lo avesse scomposto di una virgola, continuava a scopare la ragazza. Mi sembrò come se volessi sfidarmi, non sapevo chi fosse e continuai a guardare. Lui sbatteva la ragazza con un ritmo da vero esperto, a un certo punto le prese le mani e stringendogliele continuò a scoparla ma più forte, facendola ansimare, quasi urlare. Evidentemente lui venne, in quel momento smise di guardarmi, nonostante avesse continuato tutto il tempo a incrociare il mio sguardo. La ragazza si ricompose e lo salutò, uscì dalla macchina, entrò nella sua e se ne andò. Lui rimase solo ma in quel momento decise di non guardarmi più. Entrambi rimanemmo un po’ in macchina, nonostante ormai non piovesse più. Non so se si stesse toccando o meno ma dopo pochi minuti si ricompose, probabilmente dal movimento si rimise i pantaloni, si sistemò la cintura e uscì dalla macchina. Quando aprì lo sportello mi guardò distrattamente, forse accennò un sorriso ed entrò nel nostro portone: lì capii che fosse un vicino e facendo mente locale lo riconobbi, era il nuovo inquilino del terzo piano, il figlio ventenne dei nuovi vicini. Non mi degnò da lì più di uno sguardo, rientrai pensando di ritrovarmelo sul pianerottolo o in ascensore ma evidentemente era già salito a casa. Attesi un po’ in salone che si palesasse al campanello, cosa che ovviamente quella sera non avvenne. Il giorno seguente essendo domenica e non essendoci mio figlio (vivo con un figlio di 24 anni), decisi di stare un po’ in balcone, aspettare di vedere il ragazzo e magari scendere giù con una scusa per incrociarlo: non lo vidi più per tre giorni, fino al mercoledì seguente. Quel giorno andai al lavoro e tornai a casa verso le 15, abbastanza presto, sapendo che mio figlio sarebbe tornato per le 19. Mi misi un po’ in balcone ma del ragazzo nessuna traccia, quindi pensai fosse bene fare altro. Per le 16 scesi a buttare l’umido e sotto casa incontrai il padre del ragazzo. Non conoscevo bene questa nuova famiglia, quindi mi presentai al signore, chiedendogli come si trovassero. Parlò due minuti con me e poi qualcuno chiamò l’ascensore, noi eravamo al piano terra di fronte proprio l’ascensore. Uscì proprio suo figlio, mi ritrovai dunque di fronte quel ragazzo che avevo visto far sesso in macchina e da vicino era ancora più bello. Lui mi guardò distrattamente, facendo finta di non avermi evidentemente guardato la sera prima mentre scopava. Era davvero bello, lo ammirai qualche secondo mentre chiedeva al padre quando sarebbe tornato. Questo gli rispose che sarebbe tornato per cena, di lasciargli qualcosa nel microonde e di arrangiarsi come volesse. Scoprii si chiamasse Edoardo. Salutato anche io il padre lo guardai non riuscendo a sostenere il suo sguardo. Indossava una magliettina nera, da cui si intravedeva un fisico robusto ma non in carne, non era il solito ragazzo palestrato ma nemmeno aveva la pancia. Indossava un pantaloncini corto da cui si potevano intravedere due belle cosce possenti, essendo scuro di carnagione, forse abbronzato, mi faceva davvero sangue. Mi chiese se volessi un passaggio in ascensore e accettai. Una volta chiusa la porta mi guardò in maniera molto virile, sembrava avesse voglia e mi chiese a che piano andassi. Gli dissi 4º e pigiò il 4º e sapendo stesse al terzo gli dissi che non ci fosse bisogno. Lui mi sorrise, mi guardava intensamente, ogni tanto posava gli occhi sul seno, indossavo una camicetta non troppo scollata da cui si intravedeva un po’ il seno. Arrivati al mio pianerottolo, fece uscire prima me, gli diedi del cavaliere e lo salutai, ma lui mi chiese come mi chiamassi. Per l’imbarazzo gli avevo già dato le spalle, quindi mi girai e gli risposi “Cristina”. Lui mi guardò quasi inebetito ma con insistenza. Non parlavamo, rimanemmo qualche secondo a guardarci. Poi lui si avvicinò e indietreggiai, pentendomene subito. Mi guardò con fare quasi amareggiato e fece per girarsi ma gli presi un braccio e lo guardai fisso negli occhi. Avrei voluto baciarlo ma scattò prima lui che mi diede un bacio non passionale di più. Già stava iniziando a spogliarmi lì sul pianerottolo ma continuando a ficcargli la lingua in bocca lo frenai. Lui si staccò un attimo e mi chiese “non entriamo?”, gli risposi che non ci fosse mio figlio ma che avevo timore tornasse e ci vedesse. Lui allora mi baciò sul collo, anzi mi leccò per poi sussurrarmi nell’orecchio che avesse voglia di me, che gli piacesse il rischio. Continuando a baciarmi e a leccarmi sul collo mi prese le mani, le agganciò alle mie e le portò sopra la mia testa. Ci sapeva proprio fare, probabilmente solo quel gesto mi stava facendo bagnare tutta ma continuai a oppormi. Lui allora mi disse di seguirlo e andammo da lui, gli provai a fare delle domande su un eventuale ritorno dei suoi genitori ma mi zittì baciandomi. Una volta dentro mi levò la camicia, i jeans, poi l’intimo e rimasi completamente nuda. Lui si spogliò dopo di me, sempre continuando a baciarmi tra un capo tolto e un altro. Si tolse subito la maglietta rimanendo a petto nudo, poi si sfilò le infradito e si tolse i pantaloncini e le mutande. Mi portò sul letto dei suoi e iniziò a baciarmi, a penetrarmi da dietro, mi scopò il culo venendomi anche dentro. Gli dissi di trattarmi male, come fossi una serva, lui mi sorrise maliziosamente e mi iniziò a insultare mentre mi scopava. A un certo punto per sancire la sua onnipotenza su di me mentre mi scopava da dietro mi mise un piede in testa, poi in faccia, mi chiese addirittura di succhiargli le dita. Poi gli chiesi di scoparmi come la ragazza, anche più forte, di cavalcarmi per bene. Lui mi disse che fossi una zoccola, Che lui ama le sue puttane, Che io fossi la sua preferita. Si mise sopra di me e penetrò la mia vagina conficcandomi il suo bel pene eretto dentro e facendomi sia male sia godere allo stesso tempo: croce e delizia. Ogni tanto si piegava e mi baciava in maniera concitata, ogni tanto mi schiaffeggiava all’altezza del seno e dei fianchi. Stava per venire, io pure ero vicina all’orgasmo tanto che gli chiesi di darmi le sue mani per stringerlo forte e resistere a quella scopata intensa. Intrecciammo le mani e una volta venuti entrambi le portò sopra la mia testa e rimanemmo qualche secondo così, teneramente, a baciarci. Purtroppo quello che accadde qualche minuto dopo, mentre ci coccolavamo sul letto, fu davvero difficile da affrontare: rientrò prima suo padre e fummo costretti a evitare ci scoprisse… Volete eventuali aggiornamenti? Volete sapere come è finita, o meglio continuata?
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Per fortuna che ho Federico come amico
Commenti dei lettori al racconto erotico