Seconda esperienza, io faccio, il mio amico guarda
di
Storievere
genere
voyeur
Fermo restando che mi fanno pena coloro i quali vedendo bei voti per il racconto, per invidia mettono un punteggio basso… Ci terrei a raccontarvi alcuni sviluppi: tutto ciò è davvero successo, solo i nomi, i periodi sono fittizi per privacy.
Mi chiamo Sebastiano, ho 42 anni, sono separato e ho un figlio di 10 anni, sono alto, moro, occhi verdi, ho un bel fisico che curo in palestra e da un po’ sto cercando di fare nuove esperienze che da buon amico condivido in un certo senso con il mio amico Alessandro, voyeur incallito. Vi ho già raccontato della volta in cui da una fessura del bagno della mia camera mi guardò aver rapporti sessuali appassionati con la nuova donna delle pulizie. Stavolta però sono riuscito a conoscere insieme ad Ale una donna nella palestra che frequentiamo entrambi, solo che pur piacendogli ad Ale si è tenuto fuori dall’aver un rapporto con lei, magari anche a tre come propostogli da me, preferendo guardare. Qualche tempo fa abbiamo conosciuto una donna matura in palestra, con un fisico da quarantenne che in realtà però ha 61 anni, portati come la donna delle pulizie di cui vi parlavo non bene ma di più… La signora si chiama Elga, è bulgara ormai naturalizzata italiana ed è alta più o meno 1.70, bel seno e corpo da paura, sembra assurdo ma pare davvero una giovane donna, se non per qualche ruga che si intravede sul viso e sul collo, come sulle mani. Quel giorno io e Ale stavamo facendo i pesi e si avvicinò Elga chiedendoci qualche consiglio, di aiutarla insomma a fare i pesi correttamente. Capii subito fosse una scusa per approcciare, in quanto facesse spesso delle battutine non proprio innocenti sul nostro fisico, sulla sua voglia di tenersi giovane in quanto “ci dava ancora” e soprattuto perché ogni tanto ci sfiorasse in alcuni punti come il sedere o il petto magari con la scusa di poggiarsi o complimentarsi con noi battendoci la mano sul petto. Vidi Ale evitare i giorni seguenti ogni tipo di contatto con la signora e capii sarebbe stata una questione completamente mia personale. Un giorno in palestra, verso le 11 diedi una copia delle chiavi di casa ad Ale dicendogli di aspettarmi lì un’oretta dopo. Conoscendo la routine giornaliera della signora Elga e sapendo da lei stessa che quel giorno si sarebbe trattenuta al bar vicino per mangiarsi qualcosa alla tavola calda, le proposi di pranzare insieme. Elga finì palestra per le 11:50 e mi disse che si sarebbe fatta una doccia e mi avrebbe aspettato al bar. Verso le 12:10 andai a farmi una doccia al volo sapendo di non avere il cambio. La raggiunsi al bar con i vestiti della palestra dicendole che mi fossi scordato a casa il cambio. Lei mi rassicurò dicendomi che avremmo pranzato assieme un’altra volta ma le proposi di mangiare qualcosa al forno sotto da me, che la avrei riaccompagnata a casa con la macchina. Dopo qualche resistenza mi seguì in macchina, dove mi disse che non si sentiva per niente la puzza di sudore, anzi che profumassi. Non so perché ma quella frase mi fece venir voglia di farla salire su da me e montarla per bene ma avrei dovuto trovare il giusto modo per farlo. Pranzammo al forno sotto da me, chiacchierando del più e del meno fino a che mi propose di offrirmi un caffè ma le dissi che il caffè avrei dovuto offrirglielo io per galanteria e che se non fosse male come idea avrei voluto prepararglielo a casa. Mi aspettavo qualche segnale negativo a quella richiesta ma in realtà mi rispose subito volentieri. Ero eccitato alle stelle, avevo il pene che era dritto e che volevo nascondere a tutti i costi perché eravamo pur sempre in un luogo pubblico. Mi venne in mente però che forse quel giorno sarebbe potuto venire mio figlio a trovarmi, ma in realtà non avendomi scritto mia moglie sarebbe stato davvero difficile visto che mi avverte sempre prima di portarmelo fuori dai weekend. Salimmo a casa mia, mandai nel frattempo un mex ad Ale per prepararsi e la accolsi a casa. Le dissi di mettersi comoda, di fare come volesse e la vidi sedersi subito sul divano guardando un po’ me e un po’ intorno. Mi fece i complimenti per la bellissima casa, molto accogliente e mi chiese se vivessi solo o in compagnia. Le risposi fossi ormai single, raccontandole un po’ del mio provato, nel frattempo mi tolsi le scarpe e mi sfilai i calzini, pronto per andare a cambiarmi in camera (avevo pur sempre i vestiti della palestra sudati). Lei mi guardò i piedi e mi disse fossero enormi, non feci troppo caso lì per lì a quella constatazione e le chiesi di aspettarmi un attimo che mi sarei cambiato. Raggiunsi la camera e Ale uscì dal bagno dicendomi subito che avessi fatto colpo sulla signora, che già mi avesse puntato i piedi. Sorrisi e gli dissi che non credevo fosse così facile, che avrei dovuto impegnarmi di più. Tornai da lei e mi ci sedetti affianco, lei continuava a parlarmi dei miei piedi, facendomi notare fossero enormi. Mi sedetti di fronte a lei, poggiai le gambe in sua direzione poggiandole sopra il tavolino e le accavallai mostrandole le piante dei miei piedi, sperando ci si fiondasse. Purtroppo non funzionò, smise di parlarmi dei piedi e continuò a chiedermi di me. Chiacchierammo qualche minuto ma mi accorsi che avessi perso forse l’attimo. Restando un minuto in silenzio la vidi alzarsi e afferrarmi un piede iniziando a messaggiarlo, dicendomi fosse pazza per i bei piedi curati maschili, che le sarebbe piaciuto massaggiarlo se non mi dispiacesse. Me lo feci massaggiare e mi eccitò il modo in cui mi guardasse mentre mi faceva il massaggio. Esplosi, mi alzai e andai a baciarla. Fu un bacio concitato, violento, mi ricordo tirammo entrambi fuori la lingua come se fossimo due pazzi. Ci leccavamo a vicenda in faccia, furono dei baci davvero violenti. Iniziai a spogliarla e a leccarla in ogni parte del corpo, anche lei faceva lo stesso con me. Mi ricordai prima di restare completamente nudi di accompagnarla in camera per accontentare Ale. Una volta lì la spogliai completamente e lei fece lo stesso con me. Rimanemmo nudi uno di fronte all’altra e iniziammo a baciarci stavolta come fossimo due ventose, le passai bene la lingua in bocca e lei fece lo stesso. I baci non erano passionali, erano molto cruenti, concitati, tanto che mi stufai dopo un po’ e passai a leccarla per bene. La spinsi sopra il letto e le leccai la vagina, la vidi ansimare per bene, continuava a dire ancora ancora ancora. Avvicinai il pene alla sua vagina e lo infilai dentro, lei però nel frattempo mi prese le gambe tirandosele come verso di sé. Era per prendermi i piedi e iniziò a leccarli, ricambiai il favore. Dopo un po’ di sano sesso sfrenato volli cavalcarla un po’, mi alzai e le dissi di mettersi sopra di me, mi sdraiai e lei mi si mise sopra. Infilò con destrezza il pene dentro la sua vagina e iniziammo a scopare. Dopo poco mi prese le mani e le incrociammo l’uno a l’altra e la feci godere come poche. Rimanemmo un po’ a strusciarci sul letto, a tenerci per mano, a sfregarci ripetutamente i nostri piedini nudi fino a quando mi propose di farlo in doccia. Mi si gelò il sangue, sentii pure un rumore dal bagno di cui lei non si accorse, evidentemente Ale si era spaventato e aveva urtato qualcosa. Riuscii a evitare tutto ciò con la scusa di volerla cavalcare un po’ in terrazza, tanto era sicuro, solo dagli aerei potevano vederci. La presi per mano e nudi andammo fino in terrazza dove continuammo a scopare fino alle 15, era insaziabile, difatti all’ultimo quasi non mi si drizzava più… Una volta salutata andai da Ale ma non lo trovai, era già uscito…
Mi chiamo Sebastiano, ho 42 anni, sono separato e ho un figlio di 10 anni, sono alto, moro, occhi verdi, ho un bel fisico che curo in palestra e da un po’ sto cercando di fare nuove esperienze che da buon amico condivido in un certo senso con il mio amico Alessandro, voyeur incallito. Vi ho già raccontato della volta in cui da una fessura del bagno della mia camera mi guardò aver rapporti sessuali appassionati con la nuova donna delle pulizie. Stavolta però sono riuscito a conoscere insieme ad Ale una donna nella palestra che frequentiamo entrambi, solo che pur piacendogli ad Ale si è tenuto fuori dall’aver un rapporto con lei, magari anche a tre come propostogli da me, preferendo guardare. Qualche tempo fa abbiamo conosciuto una donna matura in palestra, con un fisico da quarantenne che in realtà però ha 61 anni, portati come la donna delle pulizie di cui vi parlavo non bene ma di più… La signora si chiama Elga, è bulgara ormai naturalizzata italiana ed è alta più o meno 1.70, bel seno e corpo da paura, sembra assurdo ma pare davvero una giovane donna, se non per qualche ruga che si intravede sul viso e sul collo, come sulle mani. Quel giorno io e Ale stavamo facendo i pesi e si avvicinò Elga chiedendoci qualche consiglio, di aiutarla insomma a fare i pesi correttamente. Capii subito fosse una scusa per approcciare, in quanto facesse spesso delle battutine non proprio innocenti sul nostro fisico, sulla sua voglia di tenersi giovane in quanto “ci dava ancora” e soprattuto perché ogni tanto ci sfiorasse in alcuni punti come il sedere o il petto magari con la scusa di poggiarsi o complimentarsi con noi battendoci la mano sul petto. Vidi Ale evitare i giorni seguenti ogni tipo di contatto con la signora e capii sarebbe stata una questione completamente mia personale. Un giorno in palestra, verso le 11 diedi una copia delle chiavi di casa ad Ale dicendogli di aspettarmi lì un’oretta dopo. Conoscendo la routine giornaliera della signora Elga e sapendo da lei stessa che quel giorno si sarebbe trattenuta al bar vicino per mangiarsi qualcosa alla tavola calda, le proposi di pranzare insieme. Elga finì palestra per le 11:50 e mi disse che si sarebbe fatta una doccia e mi avrebbe aspettato al bar. Verso le 12:10 andai a farmi una doccia al volo sapendo di non avere il cambio. La raggiunsi al bar con i vestiti della palestra dicendole che mi fossi scordato a casa il cambio. Lei mi rassicurò dicendomi che avremmo pranzato assieme un’altra volta ma le proposi di mangiare qualcosa al forno sotto da me, che la avrei riaccompagnata a casa con la macchina. Dopo qualche resistenza mi seguì in macchina, dove mi disse che non si sentiva per niente la puzza di sudore, anzi che profumassi. Non so perché ma quella frase mi fece venir voglia di farla salire su da me e montarla per bene ma avrei dovuto trovare il giusto modo per farlo. Pranzammo al forno sotto da me, chiacchierando del più e del meno fino a che mi propose di offrirmi un caffè ma le dissi che il caffè avrei dovuto offrirglielo io per galanteria e che se non fosse male come idea avrei voluto prepararglielo a casa. Mi aspettavo qualche segnale negativo a quella richiesta ma in realtà mi rispose subito volentieri. Ero eccitato alle stelle, avevo il pene che era dritto e che volevo nascondere a tutti i costi perché eravamo pur sempre in un luogo pubblico. Mi venne in mente però che forse quel giorno sarebbe potuto venire mio figlio a trovarmi, ma in realtà non avendomi scritto mia moglie sarebbe stato davvero difficile visto che mi avverte sempre prima di portarmelo fuori dai weekend. Salimmo a casa mia, mandai nel frattempo un mex ad Ale per prepararsi e la accolsi a casa. Le dissi di mettersi comoda, di fare come volesse e la vidi sedersi subito sul divano guardando un po’ me e un po’ intorno. Mi fece i complimenti per la bellissima casa, molto accogliente e mi chiese se vivessi solo o in compagnia. Le risposi fossi ormai single, raccontandole un po’ del mio provato, nel frattempo mi tolsi le scarpe e mi sfilai i calzini, pronto per andare a cambiarmi in camera (avevo pur sempre i vestiti della palestra sudati). Lei mi guardò i piedi e mi disse fossero enormi, non feci troppo caso lì per lì a quella constatazione e le chiesi di aspettarmi un attimo che mi sarei cambiato. Raggiunsi la camera e Ale uscì dal bagno dicendomi subito che avessi fatto colpo sulla signora, che già mi avesse puntato i piedi. Sorrisi e gli dissi che non credevo fosse così facile, che avrei dovuto impegnarmi di più. Tornai da lei e mi ci sedetti affianco, lei continuava a parlarmi dei miei piedi, facendomi notare fossero enormi. Mi sedetti di fronte a lei, poggiai le gambe in sua direzione poggiandole sopra il tavolino e le accavallai mostrandole le piante dei miei piedi, sperando ci si fiondasse. Purtroppo non funzionò, smise di parlarmi dei piedi e continuò a chiedermi di me. Chiacchierammo qualche minuto ma mi accorsi che avessi perso forse l’attimo. Restando un minuto in silenzio la vidi alzarsi e afferrarmi un piede iniziando a messaggiarlo, dicendomi fosse pazza per i bei piedi curati maschili, che le sarebbe piaciuto massaggiarlo se non mi dispiacesse. Me lo feci massaggiare e mi eccitò il modo in cui mi guardasse mentre mi faceva il massaggio. Esplosi, mi alzai e andai a baciarla. Fu un bacio concitato, violento, mi ricordo tirammo entrambi fuori la lingua come se fossimo due pazzi. Ci leccavamo a vicenda in faccia, furono dei baci davvero violenti. Iniziai a spogliarla e a leccarla in ogni parte del corpo, anche lei faceva lo stesso con me. Mi ricordai prima di restare completamente nudi di accompagnarla in camera per accontentare Ale. Una volta lì la spogliai completamente e lei fece lo stesso con me. Rimanemmo nudi uno di fronte all’altra e iniziammo a baciarci stavolta come fossimo due ventose, le passai bene la lingua in bocca e lei fece lo stesso. I baci non erano passionali, erano molto cruenti, concitati, tanto che mi stufai dopo un po’ e passai a leccarla per bene. La spinsi sopra il letto e le leccai la vagina, la vidi ansimare per bene, continuava a dire ancora ancora ancora. Avvicinai il pene alla sua vagina e lo infilai dentro, lei però nel frattempo mi prese le gambe tirandosele come verso di sé. Era per prendermi i piedi e iniziò a leccarli, ricambiai il favore. Dopo un po’ di sano sesso sfrenato volli cavalcarla un po’, mi alzai e le dissi di mettersi sopra di me, mi sdraiai e lei mi si mise sopra. Infilò con destrezza il pene dentro la sua vagina e iniziammo a scopare. Dopo poco mi prese le mani e le incrociammo l’uno a l’altra e la feci godere come poche. Rimanemmo un po’ a strusciarci sul letto, a tenerci per mano, a sfregarci ripetutamente i nostri piedini nudi fino a quando mi propose di farlo in doccia. Mi si gelò il sangue, sentii pure un rumore dal bagno di cui lei non si accorse, evidentemente Ale si era spaventato e aveva urtato qualcosa. Riuscii a evitare tutto ciò con la scusa di volerla cavalcare un po’ in terrazza, tanto era sicuro, solo dagli aerei potevano vederci. La presi per mano e nudi andammo fino in terrazza dove continuammo a scopare fino alle 15, era insaziabile, difatti all’ultimo quasi non mi si drizzava più… Una volta salutata andai da Ale ma non lo trovai, era già uscito…
5
voti
voti
valutazione
4.8
4.8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Contento io, contento il mio amico
Commenti dei lettori al racconto erotico