Contento io, contento il mio amico

di
genere
voyeur

Mi chiamo Sebastiano, ho 42 anni, sono un uomo alto, castano, occhi verdi, carnagione scura grazie alle lampade in inverno e al sole che prendo durante l’estate avendo una bella terrazza. Ho una situazione familiare abbastanza difficile: sono sposato ma in profonda crisi, mia moglie ha chiesto il divorzio e ho un figlio con lei di 10 anni. Vivo ormai da qualche mese da solo, ogni tanto nel weekend ho mio figlio con me, per il resto sono abbastanza solo… Ho per questo sviluppato un’amicizia forte, una bella intesa (solo di testa) con un amico della palestra che ha 28 anni, con cui condivido un po’ tutto quando posso. Ci diciamo e ci confidiamo tutto: lui la sua indole da voyeur e io la voglia di avere nuove esperienze sessuali, nonostante stia ancora male per l’imminente divorzio. Lo so sono un po’ ipocrita e contorto ma 13 anni di relazione non si dimenticano così in fretta, mentre la voglia di far sesso c’è sempre, ora magari anche con altre donne vista la maggior libertà. L’episodio che vi racconterò a breve mi ha consentito di passar oltre, di esplorare nuove conoscenze e di far contento anche questo mio amico… Un mese fa, credo un lunedì mattina, mi citofonarono verso le 7:30 di mattina, svegliandomi, con la casa in totale disordine. Era mia moglie che mi portava mio figlio Marco (nome fittizio), in quanto dovesse partire con mia suocera per Vasto Marina… Mi ero evidentemente scordato del messaggio che mi mandò qualche settimana prima e accolsi mio figlio con casa sottosopra. La mia ormai ex si accorse dello stato della casa e mi disse che mi avrebbe fatto il favore di chiamare la donna delle pulizie di sua madre, che la avrebbe mandata a pulire da me il giorno stesso o quello dopo, dato vivesse in zona mia. La salutai e mi dedicai a mio figlio, ci mettemmo in terrazza a prendere un po’ di sole, fino a quando Marco, verso le 9, se ne andò in salone a vedere i cartoni. Qualche minuto dopo citofonarono e andò a rispondere Marco urlandomi dal salone che fosse la signora delle pulizie, Emilia. Stando in mutande corsi in camera a mettermi almeno un pantaloncino e una t-shirt ma trovai soltanto il primo. Mi misi un paio di infradito nere e andai incontro a Emilia, accogliendola e presentandomi. Le dissi che non pensavo sarebbe venuta subito, ma lei mi rispose che ne approfittò avendo la giornata libera. Le chiesi scusa per accoglierla così, tanto che lei indugiò sul mio petto nudo, sorridendo e dicendomi che è abituata a vedere uomini e donne vestiti comodi a casa loro, come è normale che sia, l’importante è non essere nudi. Quel suo guardarmi mi accese le voglie, mi piaceva l’idea di essere guardato, ammirato, come mi allettava l’idea di sedurre o forse semplicemente di essere guardato con occhi diversi, di piacere. Emilia è una signora rumena di 55 anni, pur dimostrandone 10 in meno: alta 1.65, formosa, pelle abbronzata, occhi neri, capelli rossi tinti. Quel giorno mi limitai a una chiacchiera veloce, a offrirle un caffè, a mostrarle i vari posti della casa dove poter trovare utensili utili o detersivi vari. Mi piacque molto una volta cambiatasi in bagno: indossò per lavorare e pulire casa un vestito largo rosso bordeaux un po’ scollato sul seno, peccato fosse troppo lungo perché quando si piegava non si vedevano bene le cosce o magari qualcosa in più, andava in giro per casa scalza. Essendoci mio figlio non potevo giocarci un po’ di più, sedurla o provocarla, per cui le chiesi se fosse possibile tornare il venerdì seguente, sapendo che mia moglie sarebbe passata a riprendere Marco il giorno prima. Mi chiese se potesse fissare con me come giorni il lunedì e il venerdì dalle 8 alle 11 e così rimanemmo. Passai quei giorni a fantasticare, a pensare a come approcciarmi nella maniera più valida e meno goffa possibile, pensai anche ai rischi, ma tanto se lo avesse scoperto mia moglie cosa sarebbe cambiato? Confidai il tutto in palestra al mio amico Alessandro e quest’ultimo girandoci e rigirandoci mi fece capire che gli sarebbe piaciuto esserci e assistere a un’eventuale mia esperienza con la signora. Disse che da buon voyeur assistere a “padrone di casa e donna delle pulizie” fosse uno tra i più grandi suoi sogni erotici. Alessandro venne da me il venerdì seguente per le 7:30, gli dissi di mettersi nel bagno della mia camera da cui in alto vi è una specie di finestrella messa per bellezza da cui può spiare il tutto, godendo di una buona posizione sul letto e sulla camera. Verso le 8:10 citofonò Emilia e la accolsi in accappatoio (decisi di partire subito sul pezzo). Lei mi chiese scusa vedendomi in accappatoio, mi propose di aspettare sotto casa per 10 minuti, così da darmi il tempo di vestirmi e sistemarmi. La feci entrare confidandole che quel giorno per me fosse libero stando in ferie, che mi sarei messo in terrazza a prendere il sole. Si andò a cambiare e la attesi in cucina offrendole un caffè. Si era messa un vestito verde, meno carino, che le stava però meglio, essendo sempre scollato e più corto sotto. Mi attiravano un sacco il suo seno (credo avesse una 5ª) e le sue gambe nude, belle toniche, depilate bene e lucide, essendosi messe forse un po’ d’olio o una crema che dava fastidio quell’effetto che tanto mi piace vedere nelle gambe di una donna. Indugiai lo sguardo su di lei, lo feci quasi distrattamente, però glielo feci intuire. Anche lei mi guardava, penso fossimo attratti in egual maniera l’uno dall’altra. Andai poco dopo in camera e feci cenno ad Ale che da lì a breve ci avrei provato, mi misi un paio di pantaloncini corti neri senza indossare le mutande, un paio di infradito nere e una canotta bianca. La trovai già in terrazza neanche a farlo apposta vicino il mobiletto dove tengo tutti i detersivi e iniziai a chiacchierarci. Parlammo del più e del meno e notai si soffermò molto sul farmi i complimenti per la terrazza, per lei comodissima e deliziosa, utile per prendere il sole senza andar al mare. Mi diressi verso il lettino e le risposi che l’aver preso casa con terrazza fosse la migliore cosa fatta da me dopo mio figlio. Lei mi sorrise dicendomi che fossi davvero fortunato ad aver entrambi, soprattutto Marco. Le confidai la situazione che avevo con mia moglie, nel mentre mi tolsi davanti a lei la canotta, mi sfilai le ciabatte e mi sdraiai sul lettino, avendola di fronte a me. Notai che mi guardava ogni tanto con la coda dell’occhio, evidentemente avermi lì vicino, praticamente seminudo, le faceva effetto… Mi disse che fosse molto dispiaciuta ma le risposi che le cose sarebbero andate meglio così. Emilia stette in silenzio per un po’ poi mi confessò che anche lei aveva in Romania un marito da cui non si fosse mai separata, che pretendeva soldi e che sovente in passato le mise le mani addosso. A quel punto vedendola così giù, mi ricomposi, mi alzai dal lettino, mi misi la canotta e mi avvicinai a lei. Non si aspettava di ritrovarsi così vicino a me, tanto che rimase un po’ spiazzata, non sapeva se continuare a pulire o se continuare a chiacchierare con me. Eravamo uno di fronte all’altra e mi decisi a parlare, dicendole con fare dolce e comprensivo che nessuna donna meritasse una cosa simile e che mi dispiacesse molto per lei. Mi ringraziò, pur continuando a non guardarmi negli occhi e a pulire. Mi feci forza, sapendo fosse un momento cruciale per avvicinarmi e le presi la scopa dalle mani, poggiandola lì vicino, chiedendole se le andasse di chiacchierare cinque minuti con me, che ne avevamo entrambi bisogno. La presi per mano e la accompagnai a sedersi su una sedia, vicino il lettino su cui mi sedetti io. Ci ritrovammo seduti faccia a faccia, molto vicini, non poteva non guardarmi negli occhi, così si lasciò andare e iniziò a raccontarmi la sua storia, per buoni dieci minuti, che ovviamente eviterò di scrivere per non tediare con digressioni personali. Dopo quei dieci minuti di racconto molto forte, le posai una mano sul polso, tentando di rincuorarla. Guardando la mia mano sul suo polso decise allora di non tirarsi indietro e poggiò la sua mano sopra la mia. Avevo voglia di baciarla, ma lì per lì tentennai, pensavo di rovinare tutto e di farla andar via. Però continuava a tenere la sua mano sopra la mia, così che con l’altra mano mi venne spontaneo poggiarla sopra l’altra. Non ci vidi più e cercai di stringerle entrambe le mani, probabilmente si sarebbe ritratta però mi sentivo troppo di farlo. Cercai quindi le sue mani con le mie e incrociai le dita delle mie mani alle sue. Rimanemmo mano nella mano per un po’, fu così bello quel momento che lei ritenne opportuno venirsi a sedere vicino a me, ci staccammo le mani e ci abbracciamo. Sapevo dovessi baciarla una volta finito l’abbraccio ma prima di farlo sentii il suo piede sfiorare e poi indugiare il contatto sul mio. Eravamo entrambi a piedi nudi e certo è che fossimo vicini, ma non si trattava di un caso, stava strusciandosi a me, iniziammo quindi a strusciarci i nostri piedi nudi e ci guardammo, posammo gli occhi sui nostri piedi e ci riguardammo: la baciai intensamente. Fu un bacio sentito, passionale, ci infilammo le lingue intrecciandole nelle nostre bocche, arrivando fino in gola, ci mancò il respiro, non so quanto durò ma fu lunghissimo. Ci staccammo, ci uscì un bel po’ di saliva dalla bocca e ci pulimmo con le mani, l’uno all’altra sorridendoci complici fino a cercarci di nuovo per un altro appassionato bacio. Feci per toglierle il vestito, che tolse facilmente lei rimanendo in mutande. Ci alzammo e la spinsi verso la finestra, dove la baciai di nuovo, togliendole le mutandine che cascarono via dopo pochi istanti. Mi abbassò i pantaloni e si trovò contro il mio pene eretto, voglioso di entrare dentro di lei e di purgarla per bene. Ci mettemmo un po’ tra un bacio e un altro a raggiungere la camera da letto da cui scorsi per un istante Ale che ci guardava dalla finestrella. La spinsi contro il muro da cui poteva vederci per bene e mi misi in ginocchio, iniziandole a leccare la vagina, stimolandole con la lingua il clitoride. Rimasi stupito da quanto la feci godere, non ero più abituato a guardare una donna ansimare così per merito mio, tanto che cercai le sue mani, per farla sentire desiderata, intrecciandole alle mie. Mi piaceva tenerla per mano, se non intrecciavo le mie mani alle sue era lei a cercare le mie. La condussi poco dopo sul letto, la spinsi sopra e si sistemò sdraiata per bene. Continuai a leccarle la vagina, poi mi avvicinai e le montai sopra. Infilai il mio pene dentro il suo sesso e cominciai a penetrarla, volevo farla godere, amavo che ansimasse tanto e che ogni tanto emettesse delle urla strozzate. Portai le sue gambe sopra le mie spalle e continuai a penetrarla, leccandole stavolta i piedi così morbidi e lisci. Poi passai al seno, su cui mi dedicai abbastanza, venendole anche sopra, spruzzai come non mai. La parte più eccitante fu quando si bagnò, anzi spruzzò tutto il suo liquido su di me, avevo il viso e il corpo zuppi. Eravamo così spinti, così rudi, così volgari, ma talmente coinvolti che il tutto era perfetto. Che bello fu quando mi lecco i piedi, nessuna donna me lo aveva mai fatto, diceva “oh sì, che belli, che grandi”, probabilmente feticista di piedi maschili (ho un bel 45 curato che immagino apprezzò molto). La parte finale fu una cavalcata molto rumorosa e spinta, io sotto e lei sopra, le nostre mani agganciate, la sbattevo con forza urlando come due pazzi. Alessandro mi disse che quella mattinata se la sarebbe ricordata per tutta la vita, lo fece impazzire il tutto, dicendomi che se la sarebbe montata anche lui una così… chissà… magari in futuro… Ho rivisto Emilia, l’ho assaggiata più volte, assaporata in diversi modi: doccia, terrazza, divano, sul pavimento, in giro per casa, in macchina e due volte in cantina, visto che ci piace molto il rischio. Ovviamente di amore non c’è granché, c’è solo tanta chimica e fisicità che non vi nego mi piacerebbe avere anche con altre donne, se dovesse eccessi occasione vi racconterò volentieri il tutto.
scritto il
2025-09-01
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