Suor Beatrice scopre la bellezza di prendere cazzi
di
BANANA JOE
genere
etero
Beatrice era entrata in convento di clausura molto giovane, a 21 anni dopo una delusione amorosa. Il suo ragazzo del tempo, Marco, voleva scoparla prima del matrimonio, ma la ragazza, cresciuta da una famiglia dai principi cattolici estremamente rigidi, si era rifiutata e per questo era stata lasciata. In seguito alla crisi della rottura e anche spronata dalla madre che ne voleva fare una sorta di amuleto sacro, un tramite privilegiato tra la famiglia e Dio, Beatrice aveva affrontato senza tentennamenti tutto il percorso che l’avrebbe portata a prendere i voti. Dieci anni erano passati e a 31 anni compiuti Suor Beatrice non ricordava nemmeno più come fosse la vita fuori dal convento. Un giorno però, a causa di un problema ginecologico fu autorizzata ad uscire dal convento dalla Madre Superiora e un taxi la accompagnò dallo specialista più vicino. Il dott. Berardi, questo il suo nome, era un quarantenne di bell’aspetto e dalla battuta sempre pronta. Accolse la Suora con un ampio sorriso e una stretta di mano solida. “Buongiorno cara Suora, benvenuta nel mio studio!”. Beatrice sorrise e chinò il capo un po’ imbarazzata. La vista di quell’uomo, il primo dopo tanti anni di clausura e oltretutto così piacente, l’aveva molto turbata. Il ginecologo la fece accomodare e le chiese di spogliarsi completamente. “Ma…è proprio necessario?” balbettò Suor Beatrice, colta alla sprovvista. “Ma certo. Lei non ha mai fatto alcun controllo ginecologico e quindi è assolutamente indispensabile fare un check up generale” rispose il professionista guardandola serio ma con fare rassicurante. A parte il suo fidanzatino Suor Beatrice non si era mai spogliata davanti ad un uomo e il cuore le batteva all’impazzata. Nondimeno obbedì e si tolse, un pezzo alla volta la tonaca, l’abito leggero che indossava sotto e poi la biancheria intima molto castigata. Quando fu completamente nuda rimase immobile davanti al dott. Berardi che, con fare professionale, le tastò i seni floridi soffermandosi sui capezzoli che si stavano indurendo per l’eccitazione. Le sue mani sapienti accarezzarono il corpo nudo della donna con dolcezza, ma anche con decisione. “Ok ora sdraiati lì e apri le cosce” le ordinò passando di colpo dal lei al tu. Tremante la monaca obbedì. Prima due, poi tre dita del dottore penetrarono nella figa iniziando a stimolarla con decisione. Con l’altra mano le palpò senza ritegno le tette facendo commenti osceni. “Ma brava la mia Suorina che vorrebbe assaggiare il bastone di un uomo. Brava sei abbastanza una bella gnocca. Potresti essere eletta Miss Paradiso 2025!” rise. Lei, un po’ lusingata e un po’ intimorita non osò obiettare e lasciò che il comportamento dell’uomo superasse ogni limite. La fece mettere in piedi, di spalle, piegata a novanta appoggiata al lettino e ne approfittò per palparle rudemente il sedere. “Che bel culetto. Qui ci starebbe bene una bella trapanata” le disse ormai senza freni inibitori. A Suor Beatrice balenò in mente l’idea di ribellarsi e andarsene, ma nella sua rigida educazione cattolica e patriarcale non era contemplata la ribellione da parte di una donna al volere di un uomo. Il dott. Berardi la fece inginocchiare davanti a sé e le disse: “Ora ti farò vedere un nuovo Dio che ti farà scoprire quello che nemmeno pensi di te”. Detto ciò si tolse il camice, si aprì i pantaloni e ne estrasse il pene già semi eretto. Avvicinò la cappella alle labbra della Suora “prendilo in bocca e succhiamelo, dai”. La Suora fece segno di no con la testa, alchè l’uomo le strofinò l’uccello sul volto e sulle tette “senti non ho tempo da perdere, piantala e fammi un pompino”. Il termine era nuovo e sconosciuto alla donna, ma intuì che aveva a che fare con il succhiare il pene. Timidamente schiuse le labbra. “Apri quella bocca e prendi il cazzo, puttanella di una Suora!”. Suor Beatrice accolse il pene in bocca e lui la afferrò per la nuca costringendola ad ingoiare la mazza fino ai coglioni. “DAI CIUCCIA CHE VOI DONNE AVETE LA BOCCA SOLO PER PIGLIARE CAZZI!”. Le scopò violentemente la gola fino a sborrare abbondantemente. “GUAI A TE SE SPUTI! INGOIA LA SBORRA FORZA!”. Suor Beatrice deglutì. A quel punto l’uomo si staccò da lei e, impugnato un telecomando, accese una TV su cui comparve in primo piano il volto di Suor Beatrice mentre spompinava. “Ora cara mia dovrai farmi da schiava se non vorrai che ti sputtani con tutto il convento!”. Ciò detto la mise carponi sul pavimento facendole prima la figa e poi il culo tra le urla della donna.
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