StiValeria sesso in pelle e stivali

di
genere
feticismo

Ciao a tutti, per chi non ha letto le nostre avventure su un altro noto sito di Racconti Vietati, riassumo la nostra storia: sono Valeria, con Andrea viviamo a Milano e siamo feticisti sfegatati per un trasgressivo sesso in pelle e stivali, nel quale coinvolgiamo amici, conoscenti e incontri occasionali. Adoro vestirmi tutta in pelle e inforcare alti stivaloni morbidi, da farmi strusciare ed introdurre nella mia pussy bollente; ho un vasto guardaroba del nostro elemento profumato e preferito e posso sfoggiare ben 38 paia di stivali di varie fogge, dimensioni e colori.
Proseguo il racconto di cosa mi è capitato mentre Andrea era in un intenso e scopereccio tour di lavoro.
Una sera, la scorsa primavera, siamo usciti in comitiva per locali, approfittando dell’assenza di Andrea. A notte inoltrata, saluto tutti e mi incammino verso la mia auto, parcheggiata sui viali; mentre cammino mi si affianca una BMW e dal finestrino abbassato mi sento chiedere quanto voglio per scopare ! Interdetta, mi rendo contro di essere effettivamente vestita come una puttana: trench di pelle nera, stivaloni sloucy a mezza coscia, morbidi color cuoio, miniabito di pelle rossa corto e scollato e gli immancabili guanti lunghi di pelle. Sto per mandare l’avventore a quel paese, ma mi accorgo che è un bell’uomo sui 40, ben vestito, cortese e un po’ imbarazzato; mi avvicino al finestrino e gli chiedo “cosa vorresti farmi”, lui timido mi dice “mi piacerebbe fare una cosa completa: bocca fica e culetto, ma dipende da cosa fai tu…”, gli sparo la tariffa: “Mi chiamo Valeria e faccio tutto, ma ti costerà 500 euro !”, lui accetta subito e mi fa salire in macchina; manco a dirlo, i sedili sono di pelle e insieme a quella che indosso, l’odore invade l’abitacolo, facendo aumentare la mia foia. Si presenta “ciao io sono Michele, faccio il chirurgo nell’ospedale qui dietro ed ho appena finito un turno stancante, ho bisogno di qualcosa di forte per rilassarmi e tu sei bellissima, inguainata in tutta questa pelle, neanche sembri una puttana … se hai un posto potremmo andare in casa o in albergo …” “No, la prima volta con un cliente lo faccio solo in macchina, infrattati qui dietro questi cespugli e fammi vedere il tuo uccello”
Caliamo i sedili e io gli calo i pantaloni: Michele ha una nerchia bella grossa e già dura, comincio a masturbargliela con la mano guantata, mentre lui tira fuori i 500 euro pattuiti, preso il denaro calo la mia bocca sull’asta e comincio un pompino profondo e salivato mentre lo carezzo con la pelle che indosso, anche lui carezza il mio corpo attraverso la pelle e stringe le mie tettone. Non vuole venirmi in bocca, quindi eccitatissimo mi chiede se può leccarmi la fica (che in verità è già bella bagnata), si inginocchia tra i miei stivali e infila la sua lingua nella spacca, ciucciando la mia clito; gli ordino di annusare e leccare anche gli stivali, poi me ne sfilo uno, lo arrotolo per lungo all’imboccatura e mentre lui intrufola la lingua infilo il cilindro di pelle nella mia pussy infiammata e vogliosa: “ecco, così puoi leccare clito e stivale per bene, mentre mi scopo da sola; quando sei pronto mettiamo il guanto con la bocca e dovrai penetrarmi con lo stivale ancora infilato, porcellino” Non se lo fa ripetere due volte: mi sale sopra posizionando il suo tarello e cominciando a leccare i miei capezzoli dritti attraverso la pelle del vestitino, mi impala con forza la fica piena di pelle di stivale. Andiamo avanti così finché non ho un orgasmo, poi lo facci sfilare, prendo lo stivale grondante dei nostri umori e comincio a spompinarlo mentre gli tengo dritto il cazzone masturbandolo col lembo del trench.
Michele è in visibilio, eccitatissimo e mi dice “oltre che bellissima sei una gran porca, non avevo mai scopato con uno stivale come complice, sei fantastica tutta di pelle” estratto un capezzolo dalla scollatura del vestitino di pelle, si dedica a succhiarlo e leccare la pelle intorno; ma è ora del pezzo forte, cosi mi rinfilo lo stivalone morbido e bagnato, mi piego a portafoglio, portando il mio buchino all’altezza del suo cazzo e gli dico “ adesso inculami, spaccami il culetto in due e pompalo forte, voglio venire un’altra volta … “ Michele impazzito, forza la sua cappella sul mio fiorellino e pianta la sua asta dura fino alle palle nel mio allenatissimo culetto, continuando a sbavare sul mio trench, sul vestito e sulle mie tette. Io gli impartisco il ritmo dell’inculata stringendo e spingendo gli stivali sul suo culo e sulla schiena, mugolo di piacere e parlo sporco, invitandolo a incularmi, scoparmi il culo, sfondarlo, trapanarlo, ficcarlo fino in fondo, e sento le sue palle che sbattono sul mio culetto, con la mazza tutta dentro in un andarivieni sostenuto, da parte mia provvedo a strizzargliela muovendo e contraendo tutti i mie muscoletti anali, praticandogli un vero e proprio pompino col culo, mentre me lo sfonda. Gli grido: “Michele non sborrare nel preservativo dentro il mio culetto, voglio leccare la tua sborra dal mio stivale, esci ed inondalo di sperma” Lui che con evidenza stava per venire, sfila la lunga mazza dalla guaina anale, toglie il preservativo e schizza una quantità enorme di sperma bianco e denso sugli stivaloni e sul trench di pelle; sfilo lo stivale più sborrato e lo lecco avidamente, per poi avvolgerlo sul suo cazzo semi moscio masturbandolo col suo stesso sperma da lubrificante.
Ci ricomponiamo, ma Michele è infoiatissimo: “sei una cosa incredibile ! Non ho mai goduto così intensamente, devo assolutamente rivederti e dobbiamo andare in stanza per meglio godere delle tue formidabili doti scopatorie, sei troppo bella e troia per perderti, dammi il tuo numero di cellulare e ci vedremo almeno una volta a settimana, ti prego, ti comprerò altri stivali ed abiti di pelle …”, “Calmo ragazzo, lo so che faccio questo effetto, ma non voglio coinvolgimenti emotivi di alcun genere; anche a me piace molto scopare e soprattutto prenderlo in culo, sono una vera ninfomane, per questo faccio questo mestiere ! La prossima volta ci sarà uno stivale infilato pure nel mio sfintere, ma andiamoci piano: dammi tu il tuo numero e ti chiamerò quando ho voglia del tuo cazzone in culo” Mi dà il suo numero, che archivio per ogni evenienza e voglia scatenata: il ragazzo scopa bene e schizza litri di sborra; mi chiede ancora se domani o in settimana mi potrà trovare dove mi ha caricato oggi ed io lo illudo che potrebbe essere così.
Scendo e vado alla mia macchina, completamente soddisfatta e bagnata dai due orgasmi avuti; penso che a casa mi scoperò ancora con lo stivalone sporco della sua sborra e della mia saliva, pensando a cosa avrà fatto quel porco di Andrea a Parma ed a Pisa.
scritto il
2025-08-14
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