Dal buio al piacere - parte 2

di
genere
fantascienza

Lui sentiva che lo volevo. Anche se urlavo o mi dimenavo. Il mio sedere era completamente alla sua mercé, tutta me era sua, ormai.
Mi fa provare un qualcosa simile a un orgasmo, ma non mi dà il tempo di metabolizzarlo che si sfila velocemente e mi gira a pancia in su, faccia a faccia.
Vedo le sue spalle larghe, i suoi occhi celesti penetranti, i capelli neri e lunghi, le labbra rosse e una pelle di borotalco. Io lo guardo e sento gli occhi inumidirsi di piacere ed emozione trattenuta. Non é più una creatura così terribile, vista da vicino.
Ansima. È eccitato. Mi vuole ancora.
Mi sento scelta, dopo tanto tempo di solitudine e sofferenza.
"Adesso voglio vederti, mentre ti spezzo." Ringhia sommesso, affondando di nuovo nel mio sesso.
Non ho altra scelta che farmi sfondare, e lo sa fare molto bene, sembra nato per questo. È concentrato, é tutto per me. Mi tiene ferma dai polsi, stringendoli fino a farmi sentire i brividi.
I suoi colpi sono brutali, e i gemiti non riescono ad essere contenuti, anzi, riempiono la mia camera, che in quel momento sembrava un quadro astratto.
Si stacca dai polsi, prendendomi per i fianchi e spingendo di più. Io mi aggrappo alle sue spalle, affondando le mie unghie nella sua pelle.
"Tranquilla, non scappo..." Sussurra, guardandomi negli occhi.
Quel suo sguardo provoca in me un orgasmo pieno, sommato al ritmo con cui mi sbatte.
Tremo sotto di lui, lo afferro per il collo, lo porto più vicino, trascinando con me un grido di puro piacere che lo fa spingere ancora di più.
Non si ferma, mi concede di venire mentre mi sta ancora scopando, é una goduria immensa, mai provata prima.
"Oddio... cosa mi stai facendo..." Gemo, lasciandolo continuare.
"Ti sto amando...a modo mio..."
"Cosa...?" Lui si ferma, rimanendo dentro. Mi bacia il collo, lo lecca, lo morde. I suoi denti sono appuntiti.
Io gli afferro piano la testa dai capelli neri e fluenti, dandogli modo di continuare, esponendo il mio collo snello come si deve.
"Amati... perché io lo sto facendo..." Dice, continuando a baciarlo e morderlo. Quei baci sul collo, il suo membro ancora dentro di me, le sue parole e la sua voce, sono la somma perfetta del piacere. Non riesco a smettere di avere voglia di lui.
"Ci proverò.." Ansimo, calda e di nuovo pronta.
Lui si alza un poco, si mette in piedi di fronte al letto e mi invita verso il suo pene eretto, bianco, duro e ancora umido di me.
Io mi inginocchio sul letto e mi ci posiziono davanti. È uno spettacolo vederlo così eccitato per me, mi sento bella, potente, la sua donna.
"È tuo..." Mormora. Lo tiene in mano, strofinandolo sulle mie labbra. Io chiudo gli occhi, godendomi la consistenza e la sua temperatura avvolgente, calda, in contrasto con il. resto del suo corpo che sembrava di ghiaccio.
Lo guardo negli occhi, prima di obbedire alla sua richiesta timidamente, usando solo la lingua.
Lui guarda in aria, mi lascia fare, si permette la delicatezza dopo tutte quelle prese brutali.
Il suo sapore é come una droga, meglio di qualsiasi sonnifero, meglio degli antidepressivi. La serotonina scorre e le mie mani iniziano ad avvolgere avidamente quel capolavoro di carne.
Mi lascio travolgere e penetrare la bocca, mentre piano inizio a volerlo io, con fame, con voglia. Lui non parla, sento solo gemiti soffocati.
Una mano é sulla mia nuca, l'altra si chiude in un pugno di eccitazione. Lo guardo, continuando a succhiare a ritmo sostenuto.
Lui ricambia lo sguardo, ma non resiste: mi affonda in bocca più velocemente, ripetutamente, fino a farmi uscire le lacrime dagli occhi.
Non protesto, voglio che mi tratti così. Deve dominarmi, devo rendermi conto di chi comanda, in quella stanza.
Lui sembra godere nel vedermi così sua, con le lacrime che scorrono e il rumore osceno che produce il suo cazzo nella mia gola, infatti fa un mezzo sorriso.
Io nel frattempo mi bagno, copiosamente, e in risposta a quella reazione, mi porto una mano tra le cosce, continuando a succhiarlo.
Lui sembra notarlo, e si sfila dalla mia bocca. Tossisco, senza ritegno.
Mi sdraia velocemente, mi apre le cosce con foga e si infila con la lingua lì, nella mia rosa bagnata.
"Hai ancora voglia... e io posso aspettare. Voglio che mi inondi le labbra..." Dice, soffocato.
Quella pressione sul mio clitoride mi fa gemere e spalancare di più le gambe. Gli tengo la nuca con le mani, affondando le unghie tra i suoi capelli ormai madidi di sudore.
Mi spinge dalle cosce in modo che mi inarchi e sia completamente sua, fino a che mi scopa con la lingua.
Le mie grida sono di goduria pura, soprattutto quando, con l'indice, si infila nel buchetto del mio culo, continuando a leccarmi.
Sento uno stimolo, forse é un orgasmo, forse é pipì. I miei occhi umidi si sgranano, quando, senza controllo, lascio uscire i miei fluidi.
"Oh si.." Mormora soddisfatto. "Bagnami, piccola..." Continua, roteando il suo dito ancora infilato tra le natiche.
Non trattengo più nulla, e lui si lascia bagnare. Era una delle mie fantasie, fare pipì durante un rapporto, e lui sapeva anche questo, a quanto pare.
"Non fermarti..." Dice, leccando l'uretra che schizzava piano. "Così, brava..." Quella sua voce bassa e autoritaria, quel suono acquoso che inondava la stanza, mi facevano eccitare ancora di più. Sembrava di venire e pisciare insieme.
"Oddio...ho bagnato il letto..." Ansimo.
Lui continua a penetrarmi il culo col dito: "Si... non era quello che volevi?"
"Come lo sai...?"
"Sono il risultato di tutte le volte che ti sei negata questi piaceri." Disse, alzando la testa e guardandomi negli occhi. "Sono... tanta voglia repressa. Tanta rabbia, tanta oscurità."
Mi prende di nuovo, penetra con forza la mia vagina aperta, tenendomi le gambe appoggiate alle sue spalle. La sensazione si amplifica.
"Hai avuto delle brutte esperienze... e io sono qui per fartele metabolizzare come si deve." Dice, spingendomi più a fondo.
"Continua, allora..." Sussurro, con la voce rotta dal godimento, mentre lui spinge col bacino e mi lecca un piede.
Lo sento. Arriva di nuovo l'orgasmo. Stavolta sul letto fradicio della mia pipì, uscita così, senza ritegno, e io che stavo godendo mentre la facevo.
Mentre vengo, lui si sfila da me e si masturba davanti al mio viso, io apro la bocca d'istinto, lasciando uscire la lingua, come se lo attendessi da secoli, come una puttana in calore.
Viene così. Copiosamente, ringhiando piano, spruzzando sulla lingua e sul resto del viso, con godimento innaturale. Io sono ancora presa dagli spasmi orgasmici, mentre accolgo tutto quel calore viscido.
Poi rigetto la testa sul letto, ancora con la maglietta addosso e le gambe aperte. È stato davvero solo un sogno?
scritto il
2025-08-12
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