Collaborazione ano-vaginale Italia-Turchia (2^ parte)
di
COPPIA COLLABORATIVA
genere
confessioni
Prima di Leggere il presente racconto è preferibile anche leggere il racconto “COLLABORAZIONE ANO-VAGINALE ITALIA-TURCHIA (1^ PARTE)
COLLABORAZIONE ANO-VAGINALE ITALIA-TURCHIA (2^ PARTE)
Con un gesto cordiale ci invita a servirci; ringraziamo con un sorriso e iniziamo a mangiare, rendendoci conto solo in quel momento di quanto fossimo affamati.
Il formaggio ha un sapore forte ed il vino ottimo, anche se un po’ troppo pesante, ma Kemal ci riempie il bicchiere almeno altre due volte. Il caldo nell’abitacolo del TIR ha raggiunto livelli quasi insostenibili (quattro persone in poco più di 2 metri quadri le bocchette dell’aria che sparano calore a tutto spiano, il vino che abbiamo tutti abbondantemente ingurgitato) fa si che sia Kemal che suo figlio abbandonino il loro pudore e si spogliano rimanendo in canottiera e mutande. Era evidentissima la loro eccitazione i loro attributi svettavano come missili dalle loro mutande. Vedo Claudia che si siede sulla brandina e forse come segno di riconoscenza verso i nostri salvatori o quale rimembranza della sua precedente troiaggine tira a se Osman gli cala le mutande e inizia a fargli un mega pompino. Io per non essere da meno mi siedo sul sedile del passeggero e come ipnotizzato dal cazzo che Kemal glielo prendo in bocca (non sono gay ne bisex, e la mia prima volta che sbocchino un cazzo); Kemal sera gradisce molto il mio servizietto di bocca, ma dopo pochissimi minuti si stacca da me, alza al massimo il sedile e abbassa lo schienale. Mi trovo con il mio culetto all’altezza del suo cazzo, prende da un cassettino una crema e con un dito inizia a rovistare nel mio buco e farlo penetrare. nel mio culo, prende le mie gambe e se le appoggia sulle spalle e sento il suo glande che cerca di sfondarmi il culetto, il mio cervello mi dice di fare resistenza per non farmi rompere il culo, ma Kemal sa usare il suo cazzo come una ariete e dopo pochi secondi il suo glande riesce a rompere l’anello anale, un gran dolore mi pervase ci sapeva fare il mio inculatore e poco dopo sentii tutta la sua asta dento di me, con un andirivieni calmo e metodico, ben presto il dolore si trasformo in un immenso piacere, stavo godendo come non mai e sborrai copiosamente, impiastricciando la mia pancia. Le mie orecchie sentivano i gemiti di piacere di Claudia, Osman le stava letteralmente sfondando la fighetta. All’apice del mio piacere, Kemal si sfilo dal mio culo e dettte una pacca sulla spalla di Osman, per un cambio, il mio culetto contro il culetto di Claudia. In pochi secondi Osman si posiziona, il suo cazzo è enorme è una meraviglia della natura, mi abbasso e inizio a baciare quel trionfo di carne dura e sempre più sfacciato lo percorro in tutta la sua smisurata lunghezza e riesco a farne sparire una parte nella mia bocca. Dopo aver ben spompinato sono ossessionato dal prendere il cazzo di Osman dentro di me, sentirmi riempito, allargato, impazzire dal piacere. Lo faccio sedere sul sedile e poi piegandomi sulle ginocchia, mi appoggio la sua trionfale cappella, sta fermo, lo tiene alla base, fermo ed apprezzo. devo fare da solo, do un leggero affondo ed il mostro si fa un pochino strada dentro di me’ altro affondo, più profondo, anche se di poco, terzo affondo adesso lo sento bene dentro, provo ancora a scendere. E’ gigantesco, comincio a danzarci sopra ed alla fine mi sento completamente riempito, invaso, allargato, dilatato, rotto. Sento il cazzo di Osman che di irrigidisce e fiotti di sborra inondano il mio culo. Sono sfinito, sudato ma completamente appagato da questa esperienza, con il cazzone ancora nel culo cado in una specie di dormiveglia. Non so quanto tempo è passato ma anche Claudia che ha avuto la visita dei cazzone di Osman nella sua fighetta e nella sua dolcissima boccuccia e, il cazzo di Kemal nel suo culetto a mandolino sembra dormire. Ci sveglia l’odore del caffè alla turca che Kemal stava preparando, riempie le tazze di caffè e ce le porge dicendo di aspettare che la polvere si depositi sul fondo e sorseggiarlo a piccolissime dosi. Nel mentre sorseggiamo il caffè Kemal ci ha raccontato un po' della sua vita, abita in un piccolo villaggio vicino alla cittadina di Esenler, ha quattro figli maschi Osman è il più grande, mentre il più piccolo ha da poco festeggiato i 18 anni, il villaggio dipende esclusivamente da una agricoltura frammentata in gran parte biologica che produce in prevalenza olio di oliva EVO, olive , noci, nocciole, albicocche, pesche, melograni fichi, pistacchi (molto apprezzati e altre tipi di frutta e verdure, ma benchè quasi tutta la produzione sia conferita a una cooperativa locale, i prezzi di vendita dei prodotti non sono remunerativi in quanto tutto dipende dai grossisti di Istanbul o Smirne, infatti lui stesso porta i prodotti in quelle città (per far risparmiare la cooperativa) e dopo averli scaricati, carica di nuovo il suo TIR di prodotti da trasportare in Germania o in Francia.
Ci siamo tutti addormentati ma l’odore di sesso che fluttuava all’interno della cabina, aveva mandato il palla i nostri neuroni e il testosterone aveva raggiunto l’apice del desiderio sessuale. Claudia si è svegliata di soprassalto, è’ attratta dall’idea di poter accogliere con un minimo di sforzo nella figa il cazzo di Kemal, e dietro il cazzo di Osman e ha chiesto loro se volevano fare una doppia per aprirle del bene sia la figa che il culetto, a me ha detto riprendi il tutto con il telefonino. I due turchi non se lo sono fatto dire due volte, mentre Kemal prendeva posizione dentro la sua figa e inizia a fotterla, Osman con il suo colossale cazzone inizia a sfondarle il culetto, mentre io riprendo il tutto con il cellulare, Claudia urla, sbraita per il dolore che le provoca il cazzone di Osman ma riesce a farlo entrare fino alla radice, i due riescono a sincronizzarsi, mentre lei urla sono la vostra cagnetta, sono una porca, riempita da due bei cazzoni, godo … godo … i due proseguono a fotterla per una decina di minuti, per poi riempirla di sborra, Osman estrae il suo cazzone dal culo di Claudia e io inquadro con il cellulare il suo buco del culo oscenamente aperto. Ma non è ancora finita, Claudia vuole riprendermi con il telefonino mentre Osman sfonda il mio culetto e Kemal usi la mia bocca come il buco della figa. In pochi minuti i due turchi sono di nuovo in piena forma, Osman penetra con il suo cazzone, come il coltello rovente nel burro, nel mio ormai sfondato culo, mentre il padre usava la mia bocca, godevo per il cazzo in culo e usavo la mia bocca come un aspirapolvere nei confronti del cazzo di Kemal, fino a che non mi è venuto in bocca e giocoforza ho dovuto ingoiare tutta la sua sborra: Osman è uscito dal mio culo mentre Claudia riprendeva il buco del mio culo, ma Osman si è avvicinato a Claudia gli ha fatto aprire la bocca e in pochi secondi le è venuto dentro.
Ormai è giorno, ha smesso di nevicare e un pallido sole cerca di farsi largo tra le nuvole, il termometro racconta di una temperatura esterna di ‘solo’ due gradi sopra lo zero, il vento cessato e la tormenta di neve finita.
Guardando davanti, vediamo il TIR intraversato muoversi; penso ad un’illusione ottica ma no, viene davvero tolto da un grosso mezzo e poi uno spazzaneve libera man mano i mezzi bloccati, che possono ripartire.
I due turchi si vestono, ci sorridono, scendono, armeggiano in una stiva sotto il rimorchio e poi arrivano, nel mezzo metro di neve, fino alla nostra auto e con una vanghetta liberano la portiera e poi davanti. Riforniscono di benzina il serbatoio della nostra auto, accendono il motore e mettono a manetta il condizionatore. Io e Claudia intanto nell’abitacolo del TIR cerchiamo di rivestirci …. sic …. reindossiamo gli stivali, parliamo fra noi e veniamo al dunque che ai nostri salvatori sarebbe piaciuto avere qualche cosa che ci ricordi e decidiamo di lasciare a loro le nostre mutandine brasiliane in pizzo e i reggiseni e, per evitare che la sborra fuoriesca dai nostri culi infiliamo a mò di tampax nei buchi parte del coprispalle. Kemal e Osman rientrano in cabina e strabuzzano gli occhi, davanti a loro noi due vestite solo con gli stivali, le calze velate e i reggicalze, chiediamo a loro di darci il numero dei loro cellulari in modo da poter mandargli, appena possibile, i video delle nostre performan sessuali e lasciargli come ricordo le nostre mutandine e i reggiseno gradiscono molto i regali. Finiamo di vestirci con le minigonne e le camicette i K-WEY leggeri. E’ arrivata l’ora di lasciarci, ci aiutano a scendere dal TIR e Osman fa salire sulle sue spalle Claudia, mentre io con l’aiuto di Kemal iniziamo ad avvicinarci alla nostra auto, ci aiutano a salirci e ci salutano calorosamente. Manca ancora del tempo prima che la strada sia libera, Claudia si abbasa su di me e me lo prende in bocca facendomi un pompino favoloso, in poco tempo vengo, si alza e mi bacia appassionatamente e sento la sborra che passa dalla sua bocca alla mia. Finalmente riusciamo a partire e dallo specchietto retrovisore vediamo allontanarsi il TIR che ci ha accolto in quelle pochissime ore. Finalmente arriviamo a casa di Claudia, evitiamo i saluti dei genitori dicendogli che abbiamo impellenti necessità e di fiondiamo nel bagno. Nel bagno Claudia si leva il K-WEY, e si spoglia completamente e, con una smorfia di dolore si toglie il coprispalla che aveva fatto da tappo alla sua figa e al suo culo e si posiziona sul water e inizia ad evacuare la sborra che aveva nel culo e a svuotare la sua vescica, per poi gettarsi sotto la doccia calda. Ora è il mio momento, di usare il water cerco anch’io mi spoglio e tento di togliere il coprispalla che faceva da tappo al mio culo e nell’estrarlo sento un forte dolore, la crema che abbondantemente mi era stata sparata nel canale anale si era rappressa e aveva fatto massa. Piano piano riesco ad estrarre il cosidetto tappo e anch’io evacuo sia i residui di sborra che la piscia, e raggiunto Claudia nella doccia. Ci laviamo, togliendo dai nostri corpi qualsiasi residuo del nostro incontro sessuale con i turchi. Indossiamo gli accappatoi e andiamo nella camera da letto di Claudia dove finalmente riprendiamo possesso dei nostri abituali abiti. Rimango a pranzo con Claudia e i suoi genitori ed evitiamo di dire che siamo stati salvati dal freddo dai due turchi e di quanto era accaduto nel TIR, diciamo soltanto che siamo rimasti nella nostra macchina . Dopo il pranzo siamo andati a csa mia e salutati i miei genitori siamo andati nel mio studiolo dove abbiamo scaricati le foto e i video della nostre performance sessuali fatti con lo Smartfhone sul computer.Fino all’ora di cena con i miei abbiamo visto e rivisto i video e le foto poi come promesso a Kemal e Osman.
Le nostre vite riprendono la solita routine, visto anche l’avvicinarsi degli esami di laurea. Ogni tanto con Claudia rivediamo i video, e ci chiediamo se mai avemmo nella nostra vita futura la possibiità di avere una nuova avventura come quella appena passata. Ogni tanto quanto siamo in intimità Claudia si diverte a mettermi un dito nel mio culetto e visto che mai dire mai per scherzo …. Bah … mi ha insegnato a truccarmi da donna. Gli esami di laurea sono andati alla grande sia per me che per Claudia e i nostri genitori ci hanno regalato un pacchetto di vacanze per il mese di luglio (25 giorni da passare in Irlanda, Scozia, Inghilterra, Galles, Norvegia, Svezia e Estonia, Lituania e Lettonia).
… segue
COLLABORAZIONE ANO-VAGINALE ITALIA-TURCHIA (2^ PARTE)
Con un gesto cordiale ci invita a servirci; ringraziamo con un sorriso e iniziamo a mangiare, rendendoci conto solo in quel momento di quanto fossimo affamati.
Il formaggio ha un sapore forte ed il vino ottimo, anche se un po’ troppo pesante, ma Kemal ci riempie il bicchiere almeno altre due volte. Il caldo nell’abitacolo del TIR ha raggiunto livelli quasi insostenibili (quattro persone in poco più di 2 metri quadri le bocchette dell’aria che sparano calore a tutto spiano, il vino che abbiamo tutti abbondantemente ingurgitato) fa si che sia Kemal che suo figlio abbandonino il loro pudore e si spogliano rimanendo in canottiera e mutande. Era evidentissima la loro eccitazione i loro attributi svettavano come missili dalle loro mutande. Vedo Claudia che si siede sulla brandina e forse come segno di riconoscenza verso i nostri salvatori o quale rimembranza della sua precedente troiaggine tira a se Osman gli cala le mutande e inizia a fargli un mega pompino. Io per non essere da meno mi siedo sul sedile del passeggero e come ipnotizzato dal cazzo che Kemal glielo prendo in bocca (non sono gay ne bisex, e la mia prima volta che sbocchino un cazzo); Kemal sera gradisce molto il mio servizietto di bocca, ma dopo pochissimi minuti si stacca da me, alza al massimo il sedile e abbassa lo schienale. Mi trovo con il mio culetto all’altezza del suo cazzo, prende da un cassettino una crema e con un dito inizia a rovistare nel mio buco e farlo penetrare. nel mio culo, prende le mie gambe e se le appoggia sulle spalle e sento il suo glande che cerca di sfondarmi il culetto, il mio cervello mi dice di fare resistenza per non farmi rompere il culo, ma Kemal sa usare il suo cazzo come una ariete e dopo pochi secondi il suo glande riesce a rompere l’anello anale, un gran dolore mi pervase ci sapeva fare il mio inculatore e poco dopo sentii tutta la sua asta dento di me, con un andirivieni calmo e metodico, ben presto il dolore si trasformo in un immenso piacere, stavo godendo come non mai e sborrai copiosamente, impiastricciando la mia pancia. Le mie orecchie sentivano i gemiti di piacere di Claudia, Osman le stava letteralmente sfondando la fighetta. All’apice del mio piacere, Kemal si sfilo dal mio culo e dettte una pacca sulla spalla di Osman, per un cambio, il mio culetto contro il culetto di Claudia. In pochi secondi Osman si posiziona, il suo cazzo è enorme è una meraviglia della natura, mi abbasso e inizio a baciare quel trionfo di carne dura e sempre più sfacciato lo percorro in tutta la sua smisurata lunghezza e riesco a farne sparire una parte nella mia bocca. Dopo aver ben spompinato sono ossessionato dal prendere il cazzo di Osman dentro di me, sentirmi riempito, allargato, impazzire dal piacere. Lo faccio sedere sul sedile e poi piegandomi sulle ginocchia, mi appoggio la sua trionfale cappella, sta fermo, lo tiene alla base, fermo ed apprezzo. devo fare da solo, do un leggero affondo ed il mostro si fa un pochino strada dentro di me’ altro affondo, più profondo, anche se di poco, terzo affondo adesso lo sento bene dentro, provo ancora a scendere. E’ gigantesco, comincio a danzarci sopra ed alla fine mi sento completamente riempito, invaso, allargato, dilatato, rotto. Sento il cazzo di Osman che di irrigidisce e fiotti di sborra inondano il mio culo. Sono sfinito, sudato ma completamente appagato da questa esperienza, con il cazzone ancora nel culo cado in una specie di dormiveglia. Non so quanto tempo è passato ma anche Claudia che ha avuto la visita dei cazzone di Osman nella sua fighetta e nella sua dolcissima boccuccia e, il cazzo di Kemal nel suo culetto a mandolino sembra dormire. Ci sveglia l’odore del caffè alla turca che Kemal stava preparando, riempie le tazze di caffè e ce le porge dicendo di aspettare che la polvere si depositi sul fondo e sorseggiarlo a piccolissime dosi. Nel mentre sorseggiamo il caffè Kemal ci ha raccontato un po' della sua vita, abita in un piccolo villaggio vicino alla cittadina di Esenler, ha quattro figli maschi Osman è il più grande, mentre il più piccolo ha da poco festeggiato i 18 anni, il villaggio dipende esclusivamente da una agricoltura frammentata in gran parte biologica che produce in prevalenza olio di oliva EVO, olive , noci, nocciole, albicocche, pesche, melograni fichi, pistacchi (molto apprezzati e altre tipi di frutta e verdure, ma benchè quasi tutta la produzione sia conferita a una cooperativa locale, i prezzi di vendita dei prodotti non sono remunerativi in quanto tutto dipende dai grossisti di Istanbul o Smirne, infatti lui stesso porta i prodotti in quelle città (per far risparmiare la cooperativa) e dopo averli scaricati, carica di nuovo il suo TIR di prodotti da trasportare in Germania o in Francia.
Ci siamo tutti addormentati ma l’odore di sesso che fluttuava all’interno della cabina, aveva mandato il palla i nostri neuroni e il testosterone aveva raggiunto l’apice del desiderio sessuale. Claudia si è svegliata di soprassalto, è’ attratta dall’idea di poter accogliere con un minimo di sforzo nella figa il cazzo di Kemal, e dietro il cazzo di Osman e ha chiesto loro se volevano fare una doppia per aprirle del bene sia la figa che il culetto, a me ha detto riprendi il tutto con il telefonino. I due turchi non se lo sono fatto dire due volte, mentre Kemal prendeva posizione dentro la sua figa e inizia a fotterla, Osman con il suo colossale cazzone inizia a sfondarle il culetto, mentre io riprendo il tutto con il cellulare, Claudia urla, sbraita per il dolore che le provoca il cazzone di Osman ma riesce a farlo entrare fino alla radice, i due riescono a sincronizzarsi, mentre lei urla sono la vostra cagnetta, sono una porca, riempita da due bei cazzoni, godo … godo … i due proseguono a fotterla per una decina di minuti, per poi riempirla di sborra, Osman estrae il suo cazzone dal culo di Claudia e io inquadro con il cellulare il suo buco del culo oscenamente aperto. Ma non è ancora finita, Claudia vuole riprendermi con il telefonino mentre Osman sfonda il mio culetto e Kemal usi la mia bocca come il buco della figa. In pochi minuti i due turchi sono di nuovo in piena forma, Osman penetra con il suo cazzone, come il coltello rovente nel burro, nel mio ormai sfondato culo, mentre il padre usava la mia bocca, godevo per il cazzo in culo e usavo la mia bocca come un aspirapolvere nei confronti del cazzo di Kemal, fino a che non mi è venuto in bocca e giocoforza ho dovuto ingoiare tutta la sua sborra: Osman è uscito dal mio culo mentre Claudia riprendeva il buco del mio culo, ma Osman si è avvicinato a Claudia gli ha fatto aprire la bocca e in pochi secondi le è venuto dentro.
Ormai è giorno, ha smesso di nevicare e un pallido sole cerca di farsi largo tra le nuvole, il termometro racconta di una temperatura esterna di ‘solo’ due gradi sopra lo zero, il vento cessato e la tormenta di neve finita.
Guardando davanti, vediamo il TIR intraversato muoversi; penso ad un’illusione ottica ma no, viene davvero tolto da un grosso mezzo e poi uno spazzaneve libera man mano i mezzi bloccati, che possono ripartire.
I due turchi si vestono, ci sorridono, scendono, armeggiano in una stiva sotto il rimorchio e poi arrivano, nel mezzo metro di neve, fino alla nostra auto e con una vanghetta liberano la portiera e poi davanti. Riforniscono di benzina il serbatoio della nostra auto, accendono il motore e mettono a manetta il condizionatore. Io e Claudia intanto nell’abitacolo del TIR cerchiamo di rivestirci …. sic …. reindossiamo gli stivali, parliamo fra noi e veniamo al dunque che ai nostri salvatori sarebbe piaciuto avere qualche cosa che ci ricordi e decidiamo di lasciare a loro le nostre mutandine brasiliane in pizzo e i reggiseni e, per evitare che la sborra fuoriesca dai nostri culi infiliamo a mò di tampax nei buchi parte del coprispalle. Kemal e Osman rientrano in cabina e strabuzzano gli occhi, davanti a loro noi due vestite solo con gli stivali, le calze velate e i reggicalze, chiediamo a loro di darci il numero dei loro cellulari in modo da poter mandargli, appena possibile, i video delle nostre performan sessuali e lasciargli come ricordo le nostre mutandine e i reggiseno gradiscono molto i regali. Finiamo di vestirci con le minigonne e le camicette i K-WEY leggeri. E’ arrivata l’ora di lasciarci, ci aiutano a scendere dal TIR e Osman fa salire sulle sue spalle Claudia, mentre io con l’aiuto di Kemal iniziamo ad avvicinarci alla nostra auto, ci aiutano a salirci e ci salutano calorosamente. Manca ancora del tempo prima che la strada sia libera, Claudia si abbasa su di me e me lo prende in bocca facendomi un pompino favoloso, in poco tempo vengo, si alza e mi bacia appassionatamente e sento la sborra che passa dalla sua bocca alla mia. Finalmente riusciamo a partire e dallo specchietto retrovisore vediamo allontanarsi il TIR che ci ha accolto in quelle pochissime ore. Finalmente arriviamo a casa di Claudia, evitiamo i saluti dei genitori dicendogli che abbiamo impellenti necessità e di fiondiamo nel bagno. Nel bagno Claudia si leva il K-WEY, e si spoglia completamente e, con una smorfia di dolore si toglie il coprispalla che aveva fatto da tappo alla sua figa e al suo culo e si posiziona sul water e inizia ad evacuare la sborra che aveva nel culo e a svuotare la sua vescica, per poi gettarsi sotto la doccia calda. Ora è il mio momento, di usare il water cerco anch’io mi spoglio e tento di togliere il coprispalla che faceva da tappo al mio culo e nell’estrarlo sento un forte dolore, la crema che abbondantemente mi era stata sparata nel canale anale si era rappressa e aveva fatto massa. Piano piano riesco ad estrarre il cosidetto tappo e anch’io evacuo sia i residui di sborra che la piscia, e raggiunto Claudia nella doccia. Ci laviamo, togliendo dai nostri corpi qualsiasi residuo del nostro incontro sessuale con i turchi. Indossiamo gli accappatoi e andiamo nella camera da letto di Claudia dove finalmente riprendiamo possesso dei nostri abituali abiti. Rimango a pranzo con Claudia e i suoi genitori ed evitiamo di dire che siamo stati salvati dal freddo dai due turchi e di quanto era accaduto nel TIR, diciamo soltanto che siamo rimasti nella nostra macchina . Dopo il pranzo siamo andati a csa mia e salutati i miei genitori siamo andati nel mio studiolo dove abbiamo scaricati le foto e i video della nostre performance sessuali fatti con lo Smartfhone sul computer.Fino all’ora di cena con i miei abbiamo visto e rivisto i video e le foto poi come promesso a Kemal e Osman.
Le nostre vite riprendono la solita routine, visto anche l’avvicinarsi degli esami di laurea. Ogni tanto con Claudia rivediamo i video, e ci chiediamo se mai avemmo nella nostra vita futura la possibiità di avere una nuova avventura come quella appena passata. Ogni tanto quanto siamo in intimità Claudia si diverte a mettermi un dito nel mio culetto e visto che mai dire mai per scherzo …. Bah … mi ha insegnato a truccarmi da donna. Gli esami di laurea sono andati alla grande sia per me che per Claudia e i nostri genitori ci hanno regalato un pacchetto di vacanze per il mese di luglio (25 giorni da passare in Irlanda, Scozia, Inghilterra, Galles, Norvegia, Svezia e Estonia, Lituania e Lettonia).
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