Il tempo della scoperta

di
genere
prime esperienze

Oggi mi è capitato di leggere un articolo, nel quale viene detto come il petting sia ormai uno sconosciuto per gli adolescenti e giovani di oggi. Per i meno pratici con il termine e perdonate il momento superquark, per petting si intendono il caro vecchio strusciamento, i baci appassionati, i giochi di mano.

E da questa descrizione capite subito perché ormai il petting non vada più di moda.

E’ un qualcosa di anacronistico in una realtà che pretende tutto e subito. Il petting è una progressione di esperienze che implica tempistiche lunghe per arrivare in casa base.
Si, perché American Pie a noi 30-40enni ha insegnato come le varie fasi delle coccole, dei baci e del toccarsi, vengano descritte nelle varie basi del gioco del baseball. E se per noi le chiacchere tra coetanei erano l’occasione di raccontarsi a che base si era arrivati con la ragazza di turno, condividendo le emozioni dietro a dei semplici baci, o la trepidazione dell’aver sentito un seno tra le mani, o il quanto si era durati durante una serata al parco tra baci e strusciamenti… per arrivare infine al momento magico nel quale una mano esitante si era appoggiata su una nostra erezione dura allo spasimo, resa poi ancora più dura e bagnata dal sentire quella stessa mano esitante avvolgerla.

Capite insomma che quello che una volta richiedeva settimane, se non mesi per arrivare al momento chiave della casa base, ovvero del sesso completo, oggi è un qualcosa che si conclude nel giro di 15 minuti, al massimo 1h a voler essere buoni.

L’iperesposizione al porno, il non saper vivere l’attesa, l’ansia del saper andare oltre lo schermo del telefono dopo i primi contatti virtuali. Tutto questo non favorisce il vivere la sessualità come una cosa graduale, ma al contrario come una qualsiasi altra sfida della vita. E’ stata creata ormai un’aspettativa talmente alta sul sesso, che tutti devono essere sul pezzo. Guai a rimanere indietro, si rischia di non essere nessuno, di non essere parte di un trend.
Lo so faccio discorsi da vecchio, e da ipocrita, perché anch’io ho vissuto serate e momenti da una botta e via. Ma non durante l’adolescenza e nemmeno nei primi anni di università.
Poi ovvio, ognuno ha il suo percorso di vita, le sue esperienza e una realtà specifica nella quale è cresciuto.
Nel mio caso, l’ambiente di campagna mi ha sicuramente un po’ protetto.
Però questo mi ha permesso di avere tutto il tempo a disposizione per sperimentare, giocare e godermi le sensazioni della mia sessualità, un po’ alla volta assieme alla persona che condivideva con me quei momenti. Spero che anche voi abbiate potuto sperimentare lo stesso.
E l’estate era sicuramente il periodo dell’anno che più si prestava a crescere su questo fronte. Le vacanze al mare, le gite con gli amici, ogni scusa buona per isolarsi e avere 5 minuti anche solo per baciarsi. Perché diavolo, anche solo baciare era dannatamente bello.
Ripensando a quei momenti, se potessi tornerei volentieri indietro a quei giorni.
Perché alla fine la sensazione più bella di quel percorso, anche se facciamo fatica ad ammetterlo, non è stato il piacere fisico seppur incredibile, quanto invece il piacere mentale del fatto che l’altra persona che stava condividendo con noi quei momenti, si stava fidando di noi, stava scegliendo di vivere con noi quelle esperienze. E il sapere che ogni incontro avrebbe portato nuove scoperte, nuove cose, nuovi baci, era una forma di attesa snervante ma eccitante, che ha permesso di gustarmi a fondo ogni singola esperienza.
scritto il
2025-07-26
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