La Storia di Anna e Daniele - Capitolo I

di
genere
tradimenti

Ci siamo conosciuti a Milano, in ospedale, dove lavoravamo entrambi. Io ero un tecnico di radiologia, lei, Anna, un'impiegata. Era un vero incanto, incredibilmente sexy. Magra, slanciata, con lunghi capelli neri e occhi azzurri, aveva un seno piccolo ma provocante, glutei sodi e un ventre piatto. Niente trucco, niente tacchi; era di una semplicità disarmante. Io, Daniele, l'autore di questo racconto, mi considero attraente: alto, con i capelli castani e gli occhi nocciola, magro e muscoloso.
Ci siamo sposati e, dopo un po' di tempo, abbiamo affittato una villetta appena fuori dal suo paese d'origine, che dista circa un'oretta e mezza da Milano. Abbiamo iniziato a fare i pendolari e, avendo più o meno gli stessi orari, viaggiavamo quasi sempre insieme. Eravamo una coppia affiatata.
Dopo qualche mese, però, lei ha ottenuto il trasferimento in un ente pubblico con la sede vicinissima a casa nostra. Dal quel momento, molte cose sono cambiate. Io passavo più di undici ore fuori di casa tra lavoro e viaggio, mentre lei si è ritrovata con un sacco di tempo libero: ha riallacciato amicizie, si è iscritta in piscina. Ha iniziato anche a prendersi più cura di sé, un filo di trucco, vestiti attillati, niente di esagerato.
Ho pensato che forse aveva bisogno di sentirsi bene con se stessa, di accentuare la sua femminilità. Questo suo nuovo modo di essere mi piaceva, eppure, col tempo, ho notato una cosa che mi preoccupava.
Prima di sposarci, facevamo sesso ogni volta che se ne presentava l'occasione. Dopo qualche tempo di convivenza, Anna ha deciso di usare la spirale per stare più tranquilli. Tra noi si era ormai instaurata una normale routine sessuale: lo facevamo nei weekend e, se capitava l'occasione, anche durante la settimana. La consideravo una cosa normale, e per me era del tutto accettabile. Poi però, i rapporti si sono diradati. E nei giorni a seguire, ho notato che lei era sempre più spesso distratta, sempre col telefono in mano, lo aveva protetto con l'impronta digitale, cosa che non aveva mai fatto.
Il suo nuovo ambiente lavorativo era composto anche da uomini; altri li aveva sicuramente conosciuti in piscina, per non parlare poi dei suoi amici di vecchia data. Era lo scenario ideale per un tradimento, ho pensato. Io non sono né geloso né possessivo e, da pragmatico, ero convinto di essere psicologicamente preparato all'idea di un possibile tradimento. Sapevo che, prima o poi, poteva succedere. Quello che mi terrorizzava davvero, però, non era il sesso in sé, ma la possibilità che potesse evolversi in qualcosa di più profondo. Se fosse accaduto, se Anna avesse trovato un legame emotivo con un altro, allora lasciarsi sarebbe stata l'unica soluzione.
I viaggi in treno mi davano un sacco di tempo per riflettere. Non c'erano prove, solo una serie di piccole cose che, messe insieme, mi avevano acceso un campanello d'allarme. Una sensazione che qualcosa fosse cambiato o stesse per cambiare. Così, ho deciso di affrontare la situazione in modo razionale.
Non l'avrei mai vista in situazioni esplicite, in luoghi aperti; sarebbe stato un cambiamento troppo radicale per la sua riservatezza. Avrebbe scelto un posto più discreto. La conclusione era una sola: se mi tradiva, e io avevo questo sospetto, lo faceva probabilmente in un motel dopo il lavoro, o magari di giorno, prendendo un giorno di ferie.
Per sciogliere ogni dubbio, ho deciso che l'ideale sarebbe stato seguirla, ma, visto che durante il giorno ero al lavoro e non rientravo prima delle cinque di pomeriggio, non sarebbe stato facile. A un tratto, però, mi è venuto in mente che tempo prima avevo abilitato la condivisione della posizione sul suo telefono nuovo. L'avevo fatto per vedere come funzionava, ma poi non ci avevo più pensato e me ne sono dimenticato.
Ho pensato che, se la condivisione fosse ancora attiva, avrei potuto sapere dove si trovava in ogni momento. Allora ho verificato: era rimasta attiva e in quel momento mi indicava che lei era al lavoro. Avevo uno strumento che mi avrebbe aiutato a togliermi i dubbi.
Per qualche giorno, ho continuato a controllare il telefono, ma non ho trovato nulla di strano. I suoi percorsi e i luoghi che frequentava erano sempre gli stessi: casa, lavoro, poi il paese o i parenti, la piscina e di nuovo casa. Nessuna localizzazione insolita, niente motel o luoghi appartati in campagna. Ho pensato, razionalmente, che se lei mi tradiva, rimaneva un solo posto dove poteva stare in tranquillità con un altro uomo: casa nostra. L'idea era logica, ma restava solo un'ipotesi da verificare.
Il passo successivo, è stato acquistare e posizionare due microcamere spia ad alta definizione. Una, l'ho puntata sul divano, sistemandola sotto il televisore; l'altra in camera da letto, sopra l'armadio. Entrambe erano accessibili da remoto tramite il telefono. Ho verificato le inquadrature e modificato le impostazioni per le mie necessità. Sapevo di violare la sua privacy e che non era legale, ma ero disposto a subirne le conseguenze.
Nei giorni seguenti, durante il lavoro, ogni tanto davo un'occhiata al telefono, ma il divano e il letto erano sempre vuoti.
Finché una domenica, mentre ero reperibile, durante la pausa dopo la mensa, ho dato un'occhiata al telefono e ho avuto un tuffo al cuore. Anna era a casa, ma non era sola. Con lei c'era un ragazzo, moro, vestito casual, attraente. Mi è sembrato che parlassero di convenevoli come fossero amici: non potevo alzare troppo il volume, sul tavolino si vedevano un vassoio con due tazzine e zuccheriera, magari un amico che non conoscevo. Proprio in quel momento mi hanno chiamato per alcune urgenze. Mio malgrado, sono rimasto impegnato fino a fine turno, quindi ho deciso, visto che non c’era nulla di strano e che mi sembrava una visita di cortesia, di guardare il continuo in treno al ritorno, con le cuffie.
Finalmente in treno, ho attivato il telefono indossando le cuffie e ho iniziato il video. Dopo qualche minuto dal punto in cui ero stato interrotto, lei si è alzata, lo ha preso per mano e sono spariti dall'inquadratura; sono riapparsi subito dopo in camera da letto. Ero pronto a fermarla subito con una telefonata, ma invece sono rimasto a guardare, curioso di vedere fino a che punto si sarebbe spinta. Si sono spogliati e hanno iniziato a baciarsi e accarezzarsi.
Poi lei è scesa sui suoi capezzoli, succhiandoli avidamente, per poi proseguire la discesa fino a incontrare il suo membro eretto. Il suo sesso era come il mio, rivolto in basso, ma di dimensioni più modeste. Ha iniziato a succhiarlo con un lento andirivieni, sempre più profondo, finché non è entrato completamente.
Ha continuato per qualche minuto, per poi farlo stendere di traverso sul letto. Lei gli si è messa a cavalcioni, impalandosi lentamente.
Raggiunta la massima profondità, ha iniziato un lento e profondo su e giù, accompagnato da un mugolio intimo.
Avrei dovuto fermarla, ma invece ero rapito da quelle immagini. La vista di mia moglie con quel ragazzo mi stava eccitando terribilmente. Rimandai a dopo ogni considerazione e continuai a guardare, completamente catturato.
Ad un certo punto Anna ha cambiato posizione, girandosi su di lui, in modo che la sua vulva fosse comodamente sulla bocca di lui e che lei potesse ingoiarlo totalmente. Lei ha iniziato un profondo e ritmato su e giù, mentre lui, con la testa sprofondata tra le sue cosce, la leccava voracemente.
Dopo qualche minuto si è inginocchiata sul bordo del letto, gambe allargate, il corpo inarcato, la testa di lato e le braccia piegate sotto di lei. Lui le si è messo dietro e l'ha penetrata profondamente.
Una volta dentro, lei gli ha posato una mano sul fianco, quasi a volerlo fermare, e lui ha colto il segnale, arrestandosi. Così, è stata lei a iniziare a muoversi avanti e indietro, prima lentamente, poi sempre più velocemente, mentre sordi gemiti sfuggivano a entrambi. Con un ansimo acuto, lei si è inarcata, esplodendo in un orgasmo intenso e un mugolio quasi animale.
Lui si è sfilato dalla vagina e, posizionando il pene in mezzo ai suoi glutei, ha eiaculato sul fondoschiena di lei. Poi si sono sdraiati, entrambi ansimanti. A turno, sono andati in bagno, si sono rivestiti in fretta e si sono seduti sul divano.
Arrivato alla mia fermata, ho riposto il telefono e sono sceso. Mentre mi dirigevo al parcheggio, la sua telefonata mi ha colto di sorpresa. Mi ha informato che era dai suoi dal primo pomeriggio, che la casa era a posto e che sarebbe arrivata per cena, portando le lasagne di sua madre. Ho risposto, sforzandomi di avere una voce normale, che andava bene e che stavo per rientrare. Erano le cinque; di solito cenavamo tra le otto e le otto e trenta. Avevo circa tre ore per riflettere, e dovevo fare delle scelte importanti, anche quella sera stessa.
Arrivato a casa, la prima cosa che ho fatto, dopo essermi messo comodo, è stata accendere il portatile per scaricare il video dal Cloud e copiarlo su una chiavetta. Quel tipo di telecamera attivava la registrazione sul Cloud a ogni minimo movimento, per poi mettersi in standby fino all'evento successivo. Ho notato una discrepanza nella linea temporale delle registrazioni: il video durava un'ora e un quarto. Prima di scendere dal treno li avevo visti sedersi e avevo pensato che di lì a poco lui se ne sarebbe andato. Invece, la registrazione non si era fermata; probabilmente erano rimasti qualche minuto sul divano a parlare. Ero curioso di sentire se e cosa si fossero detti.
Ho infilato la chiavetta nella Smart TV e ho iniziato a guardare il video da principio. La qualità era ottima: nitidissimo, con un audio impeccabile. Sembrava uno di quei porno che si trovano su YouPorn, quelli di pochi minuti in cui gli attori, entrambi bellissimi, fanno le solite cose, ma le fanno bene. Nel video, Anna era stupenda e il ragazzo davvero attraente: moro, un bel fisico, ben dotato. Tutto sommato, un video sorprendentemente gradevole. Un porno con Anna come protagonista: era la cosa più eccitante che avessi mai visto, e non avrei mai pensato che potesse succedere.
Riguardando il video, ho iniziato a riflettere. Si sono baciati una sola volta e, fin dall'inizio, non si sono detti una parola. Ormai ero convinto fosse solo sesso: lei ha condotto il gioco, è stata una sua scelta, lo ha trattato come un oggetto. Nessun attimo di intimità o complicità c'è stato tra loro. Quello che ho visto non è stato altro che un normale atto sessuale e, seppur in un comodo letto, il tutto è avvenuto in modo frettoloso. Il mio vuoto allo stomaco è sparito. Ho capito che era una donna in evoluzione, come me, verso qualcosa che non mi aspettavo, e che dovevamo parlarne.
Non è stata onesta, certo, ma cosa avrebbe dovuto fare? Chiedermi il permesso di provare con un altro? Non credo avrei risposto di sì. Lei è stata un po' imprudente, con quel rapporto quasi morboso col telefono e il suo cambio di abitudini. Probabilmente pensava fossi troppo distratto nei miei pensieri per farci caso. Se io non fossi stato attento, non mi sarei accorto di nulla e, avendola fatta franca, avrebbe potuto rifarlo, mettendo a rischio la nostra relazione.
Avendola scoperta, far finta di nulla mi sembrava da codardi. Mi avrebbe solo tenuto con l'ansia, per ritrovarmi poi nella stessa situazione. Era rimasta una sola opzione: parlarle stasera dopo cena e dirle che avevo scoperto il suo tradimento.
C'erano due modi per farlo. Il primo: perdonarla senza rivelare come l'avessi scoperta, dimostrandole di non essere uno sprovveduto. L'altro, invece, prevedeva di spiegarle ogni cosa: confessarle di averla spiata per giorni, di averne seguito gli spostamenti e di aver violato la sua privacy. E, soprattutto, che vederla con un altro mi aveva eccitato come mai prima. Non avevo idea di come avrebbe reagito, e dovevo scegliere prima del suo rientro.
Intanto, continuando a guardare il video, ero arrivato al punto in cui l'avevo lasciato: lei e il ragazzo erano sul divano. Lui ha rotto il silenzio.
"Ti è piaciuto?" le ha chiesto il ragazzo, sorridendo.
"Sì, molto, ma solo perché sei diverso da mio marito," rispose lei con voce sicura. "Vedi, io lo amo sinceramente e non l'ho mai tradito prima di oggi. Ero confusa, era da un po' che sentivo il desiderio di un'esperienza nuova. Poi sei arrivato tu. Sei un bel ragazzo, mi sono sentita attratta da te, tu mi hai corteggiata e io ho accettato la tua corte. Non ho resistito e dopo quello che è successo in piscina ho deciso di fare l'amore con te, una volta sola, oggi."
"Tuo marito sospetta qualcosa?" l’ha interrotta lui.
"In questo periodo, distratta dalla nostra relazione, l'ho un po' trascurato, ma non credo si sia accorto di nulla, non è né geloso né possessivo."
"Bene, non avevo intenzione di rovinare una coppia. In ogni caso, fra qualche giorno torno a casa a Roma dalla mia ragazza," ha detto lui.
"Appunto per questo ho deciso di farlo con te: saresti tornato nella tua città e non ci saremmo più rivisti, non volevo che lui lo scoprisse, non voglio ferirlo, lo amo. Io oggi l'ho tradito e non so se in futuro lo rifarò; devo riflettere su questo, sui miei desideri, capire ciò che voglio. Addio, Sandro."
Lui ha annuito, un leggero sorriso gli è affiorato sulle labbra. Ho capito subito che anche per lui la cosa era esattamente come la voleva: un'avventura senza strascichi, una parentesi chiusa. Si sono alzati, lei lo ha baciato sulle labbra e sono spariti dall'inquadratura.
Ero sbalordito. Ho udito parole che non avrei mai sperato di sentire, e mi sono sentito leggero. Poco dopo, Anna è rientrata a casa. Il tempo era passato in fretta. Dopo le lasagne e un paio di bicchieri di vino, ci siamo seduti sul divano.
Le ho preso la mano e le ho detto dolcemente: "Ti devo far vedere una cosa. Voglio che la guardi attentamente fino alla fine, senza farmi domande. Quello che vedrai potrebbe cambiare il nostro rapporto, ma non è successo nulla di grave, e ricordati che ti amo." Ho fatto partire il video.
In un primo momento non ha capito, poi, con lo scorrere delle scene, ha afferrato tutto in un lampo. Aveva un'espressione indecifrabile. Arrivati al punto in cui lei parlava con il ragazzo, si è girata verso di me e mi ha sorriso; ha capito che avevo sentito il loro dialogo.
Le ho sorriso, ho spento il televisore e ho iniziato a parlarle: "Ora ascoltami. Ti amo e, da quello che ho sentito, anche tu. Per questo, ti perdono." Ho continuato: "Quello che è successo mi ha fatto scoprire una cosa di me che non sospettavo: quando ho visto il video, invece di arrabbiarmi, mi sono eccitato. Eri bellissima, sensuale; ho avuto una potente erezione. Mi è piaciuto guardarti mentre lo dominavi. Avrei voluto essere lì con voi. Mi credi anormale?"
Le ho accarezzato il viso. Il suo sorriso si è allargato. "No, amore, non sei anormale," ha detto, la voce un sussurro. "Hai detto che ti ha eccitato? Che volevi essere lì?" I suoi occhi brillavano di una nuova luce, un misto di sorpresa e desiderio.
"Sì," ho risposto, la gola un po' secca. "Era come se ti scoprissi per la prima volta."
Mi ha stretto la mano, le sue dita si sono intrecciate alle mie. In quel gesto, un'intimità silenziosa ha riempito l'aria. "Anche io ho scoperto qualcosa di me," ha sussurrato, la voce carica di una vulnerabilità inaspettata. "Ho capito che non era sesso con lui, ma una ricerca. Una ricerca di qualcosa che non sapevo di volere: il desiderio di fare sesso con altri uomini, diversi da te, ma con te presente. È una cosa che solo ora, con te, sento emergere con così tanta chiarezza," ha detto, sincera.
"Anch'io ti scuso per avermi spiato, non ti denuncerò, il video è troppo bello!" ha detto poi ridendo.
"Visto che ora siamo complici, vorrei dirti ciò che è successo con Sandro. Sei d'accordo?" ha continuato, e io ho annuito.
"Sandro è venuto nella nostra sede per un periodo di stage. Nei giorni a seguire ha iniziato a corteggiarmi discretamente e io ne ero lusingata. Così, ho deciso di vestirmi e truccarmi in modo seducente, per stuzzicarlo. In ufficio, era come un gioco silenzioso tra noi," ha proseguito Anna, la voce più ferma. "Sguardi prolungati, sorrisi rubati, qualche tocco "accidentale" mentre passavamo l'uno accanto all'altra.
Mi sentivo desiderata in un modo che non provavo da tempo, un brivido di novità che mi percorreva. Ha iniziato a mandarmi messaggi fuori dall'orario di lavoro, prima innocui, poi sempre più audaci, del tipo: "Non riesco a smettere di pensare a quanto eri splendida oggi con quel vestito", "Mi hai distratto per tutto il pomeriggio" oppure "Mi piacerebbe andare in piscina con te. Scommetto che saresti uno spettacolo, soprattutto senza il costume addosso, nel bagno turco." Gli ho dato corda. Era eccitante, era l'inizio di qualcosa che sentivo inevitabile. Finché un giorno gli ho chiesto appunto se voleva venire con me in piscina a nuotare. Ha accettato, e il giorno dopo, all'uscita dal lavoro, siamo andati in piscina." Poi si è interrotta.
"Vuoi anche i particolari?" mi ha detto lei con la voce rotta.
Le ho risposto con un sorriso: "Sì, soprattutto quelli scabrosi, se ce ne sono."
"Allora, dopo una nuotata di mezz'ora, ci siamo riposati nella vasca idromassaggio. Sai, quella in un locale a parte, con la sauna e il bagno turco lì vicino. Appena entrati, le bolle hanno fatto una specie di cortina. All'inizio c'erano un paio di persone, ma piano piano se ne sono andate. Alla fine eravamo solo noi due, e il rumore dell'acqua copriva quasi tutto."
"Sandro si è avvicinato, eravamo immersi fino al collo, e sotto la superficie le cose sono cambiate. Mi ha messo la mano tra le cosce e io ho allargato le gambe, aprendogli l'accesso. Le bolle nascondevano tutto. Ed è lì, in mezzo a quel vapore, che abbiamo iniziato a masturbarci a vicenda, sott'acqua. La mia mano ha stretto il suo pene. E in quel momento, ho sentito che era diverso dal tuo, più piccolo. Con te non c’è storia, ma la sua dimensione mi ha comunque piacevolmente sorpresa."
"Poi ci siamo avviati verso il bagno turco. Lì, il vapore ci ha avvolti. Eravamo completamente soli. Sandro mi ha presa per le braccia, portandomi più vicina. E io, senza esitare, mi sono inginocchiata lì sul pavimento caldo, la mia bocca pronta, proprio ai suoi piedi. Le sue mani mi hanno guidata. Ho sentito il suo membro duro e caldo e l'ho preso in bocca, sentendolo riempirmi la gola, spingersi fino in fondo. Ho succhiato con avidità, sentendo il suo sapore e il suo respiro affannoso; questo mi eccitava ancora di più. Quando ho sentito che stava per venire, l'ho allontanato, lasciando che mi eiaculasse in faccia; non volevo mi venisse in bocca.
Poi è stato il mio turno. Lui si è chinato su di me e ho sentito la sua bocca sulla mia vulva, la sua lingua calda che mi accarezzava con insistenza, scendendo e salendo sul clitoride, ogni leccata un'ondata di piacere, finché non sono venuta tra le sue labbra."
"Quando ci siamo ripresi," ha continuato Anna, la voce ancora un po' roca, "presumendo che lui volesse anche scoparmi, gli ho detto chiaro e tondo che quello non era il posto adatto. Ho preferito dargli appuntamento oggi, a casa nostra, sul letto, con tutta la calma e la comodità del caso, dato che tu eri di turno al lavoro. Solo per una volta, però, gli ho specificato. Poi Sandro sarebbe partito e tu non avresti mai scoperto nulla."
Il racconto del lavoretto di bocca a Sandro nel bagno turco aveva già acceso la nostra eccitazione, mescolando le immagini del video alle sue parole e facendo salire la voglia. Anna si è avvicinata. "Allora, Daniele," ha sussurrato, con malizia, "perché non rifacciamo tutto? Esattamente come l'hai visto tu, nel video."
Il mio uccello ha risposto subito, duro sotto i pantaloni. "Tutto?" le ho chiesto, a bassa voce. Lei ha sorriso, un sorriso che mi ha fatto impazzire. "Sì, tutto. Il sesso orale, il sessantanove, il rapporto sessuale da dietro. Quella del video, hai presente? E sai che le telecamere sono accese, vero? Voglio rivedermi, ma stavolta con te. Voglio farti sentire esattamente cosa ho provato."
Senza dire altro, ho abbassato i pantaloni. Il mio uccello è balzato fuori, duro e pulsante. Anna ha sorriso, si è inginocchiata davanti a me. I suoi occhi non hanno mai lasciato i miei. Ha afferrato il mio uccello con decisione. Poi, l'ha portato alla bocca. Le sue labbra hanno avvolto la punta, poi è scesa giù, prendendolo tutto in bocca. Ho ansimato. Le sue guance si sono gonfiate e sgonfiate, i suoi capelli le sono ricaduti sul viso mentre ha iniziato a succhiare.
Anna ha continuato. La sua bocca mi faceva impazzire. Ogni movimento, ogni succhiata, mi mandava fuori di testa. Ho afferrato i suoi capelli, non per fermarla, ma per spingerla più a fondo. Il mio uccello le riempiva la gola, ogni affondo era una botta di piacere. Ho chiuso gli occhi, pensando a lei e Sandro nel video, ma questa volta ero io. E sapevo che le telecamere stavano registrando tutto. Poco dopo, Anna ha staccato la bocca. Ho sentito il mio uccello grondante, bollente. Mi ha guardato con un sorriso soddisfatto sul viso e le labbra bagnate.
"Ora tocca a me," ha detto con voce roca. Si è girata subito. In un attimo eravamo in posizione: la sua vulva, bagnata e aperta, era proprio davanti alla mia faccia, mentre il mio uccello puntava dritto verso la sua bocca. Abbiamo iniziato il sessantanove, muovendoci all'unisono.
Ho affondato il viso nella sua figa, inalando il suo odore. Le mie labbra hanno trovato il clitoride e ho iniziato a succhiare e leccare, spingendo la lingua a fondo. Ho sentito le sue gambe stringersi attorno alla mia testa; Anna ha cominciato a tremare, gemendo sempre più forte. Ogni suo spasmo mi accendeva. Nel frattempo, lei continuava a succhiarmi il uccello senza sosta, tirando su ogni goccia. Ci muovevamo a un ritmo pazzesco. Sentivo che eravamo ripresi, e quell'idea mi ha fatto salire l'adrenalina alle stelle, spingendomi a dare il massimo.
Quando abbiamo finito il sessantanove, Anna si è mossa rapidamente. Si è messa subito a carponi davanti a me, appoggiando i gomiti sul materasso, il culo in bella vista, proprio come nel video per la pecorina. Non ha detto niente, ma il suo sguardo mi ha detto tutto.
Sono salito dietro di lei, il mio uccello già premeva alla sua entrata. In quella vagina, appena penetrata da un altro uomo poche ore prima, le ho afferrato i fianchi e l'ho spinto dentro con forza. Abbiamo iniziato a muoverci in un ritmo frenetico, io che entravo e uscivo, lei che mi seguiva con foga, i nostri corpi che sbattevano forte.
L'intensità era selvaggia, eppure ho percepito che lei non stava raggiungendo l'orgasmo. Nonostante la foga, sembrava trattenersi. Poi, si è fermata, rimanendo a carponi, il respiro affannoso. Il mio uccello era ancora dentro di lei. Si è girata leggermente, la testa di lato, per guardarmi con occhi scuri, pieni di una determinazione quasi folle.
"Daniele," ha detto, con voce roca, quasi spezzata. "Ho un regalo per te." Ha preso una pausa, respirando a fondo. "Voglio che tu mi sodomizzi. Voglio che sia la prima volta con te. Voglio che questo suggelli il nostro patto e ci leghi per sempre. So che le telecamere registrano. Voglio che sia tutto registrato."
"Cazzo, Anna," ho risposto, "questo sì che è un regalo. Il migliore di sempre, grazie." Era ironico, sì, ma lo pensavo sul serio. Lei era incredibile.
Mi sono spostato dietro di lei, ancora a carponi. Ho sentito la sua vulva umida premere contro il mio cazzo, ma l'obiettivo era chiaro. Ho posizionato la punta del mio uccello contro il suo ano, percependo la pelle tesa e la stretta iniziale. Ho preso un respiro profondo. Anna ha inarcato la schiena leggermente, come se si preparasse, quasi a darsi da sola.
Con un movimento deciso, ho spinto. Ho sentito una resistenza forte, Anna ha emesso un gemito strozzato, ma non si è mossa. Ho spinto ancora, lentamente, finché la punta non è entrata. Il suo corpo si è contratto, ma ha tenuto duro. Ho spinto ancora, centimetro dopo centimetro. Era stretto, incredibilmente stretto, ma il mio uccello ha trovato la sua strada. Con un ultimo sforzo, sono entrato del tutto, sentendola stringermi attorno in modo quasi doloroso ma così eccitante.
Ho iniziato una penetrazione lenta e profonda, muovendomi piano. Sentivo il suo ano serrarsi attorno al mio uccello ad ogni spinta. Non avevo fretta; volevo assaporare ogni millimetro. Poi, l'ho estratto completamente, sfilandomi lentamente da lei. Ho fissato il suo buco dilatato, rosso e invitante. Un attimo dopo, l'ho affondato di nuovo, fino in fondo.
Lei ha gridato, un suono strozzato di puro piacere e forse un pizzico di dolore controllato. Il mio uccello ha riempito ogni spazio, come un guanto sulla mano. Da lì, ho iniziato ad alternare. Sono uscito, ho trovato la sua figa, bagnata, e l'ho riempita. Poi sono tornato nel culo, con forza. Poi di nuovo nella figa.
Eravamo impazziti di piacere. Ogni cambio mi ha fatto urlare, lei ha gemuto e ansimato. I nostri corpi erano un unico groviglio in preda al sesso più sfrenato. Ho sentito un calore montare dentro di me, una pressione incredibile. Non ho più resistito. Ho spinto con tutta la forza che avevo, e sono venuto. Ho riempito il suo culo con il mio sperma, sentendo le mie palle svuotarsi in un piacere esplosivo. Lei si è inarcata sotto di me, tremando violentemente.
Siamo rimasti lì sul divano, stretti, per un bel po'. Il silenzio era pieno di un'intesa che non avevamo mai avuto prima. L'adrenalina è scesa piano, lasciando il posto a una sensazione di pace strana, quasi perversa. Ci siamo guardati, gli occhi lucidi, e ho capito che entrambi pensavamo la stessa cosa: quello che avevamo fatto ci aveva cambiati.
Alla fine, è stata Anna a rompere il silenzio, con un sussurro che mi ha fatto sorridere. "Quindi, ora," ha detto, tirando su col naso, "se capitasse l'occasione, e mi piacesse qualcuno o a te piacesse qualcuna... potremmo, se fossimo d'accordo, fare sesso anche con altri?"
Ho capito subito dove voleva arrivare. "Sì," le ho risposto, annuendo. "Se capita, facciamo entrare anche altri nei nostri rapporti sessuali. Nessun problema." Era una cosa nuova, un'idea che mi stuzzicava. Il patto era suggellato, e ora c'era una porta aperta su nuove, eccitanti possibilità.
Eravamo felicemente stremati. Ci siamo alzati dal divano, i corpi indolenziti ma leggeri, e siamo andati a letto. Non abbiamo detto altro. Ci siamo semplicemente abbracciati forte, il mio corpo contro il suo, il suo respiro sul mio collo. Siamo caduti nel sonno, sereni, il patto suggellato e un futuro di possibilità inesplorate davanti a noi.

Continua col Capitolo II, per commenti bangalore@live.it
scritto il
2025-07-18
1 . 8 K
visite
2 1
voti
valutazione
6.8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.