Le vacanze che ti cambiano la vita--Seconda parte

di
genere
voyeur



Era tardi, e sapevamo che dovevamo scendere a recuperare nostro figlio, che dormiva nella stanza degli ospiti. Ma in quel momento, tutto sembrava sospeso in un’atmosfera surreale. Ci sedemmo sul letto, gli sguardi persi nel vuoto, cercando di elaborare ciò che avevamo visto. Non era solo la sorpresa per il comportamento di Silvio e Adriana, ma anche l’eccitazione che quell’immagine aveva suscitato in noi. Era come se qualcosa si fosse risvegliato, un desiderio latente che non sapevamo di avere.
La mattina seguente, scendemmo per la colazione, aspettandoci di vedere Silvio e Adriana, ma non c’era traccia di loro. Il tavolo era apparecchiato, il

caffè fumava nella moka, ma la casa sembrava deserta. Anche a pranzo fu la stessa cosa. Nessun segno di loro, nessuna spiegazione. Era come se si fossero dissolti nel nulla. La sera, mentre eravamo a letto, Maria ruppe il silenzio che ci aveva avvolti per tutto il giorno.
“Hai pensato a quello che abbiamo visto?” chiese, la voce bassa e tremante.
“Sì,” risposi, girandomi verso di lei. “Non avrei mai immaginato che Silvio e Adriana fossero così… evoluti.”
“Evoluti?” ripeté lei, con un sorriso ironico. “Non è solo quello. È il modo in cui si sono lasciati andare, senza vergogna. Come se fosse la cosa più naturale del mondo.”


Ci fu una lunga pausa, durante la quale i nostri sguardi si intrecciarono, carichi di un’intesa che non avevamo mai condiviso prima. “E tu?” chiesi infine, la voce roca dall’emozione. “Cosa provi?”
Maria si avvicinò a me, il suo corpo caldo contro il mio. “Non lo so,” sussurrò. “È strano. Da una parte, mi sento in colpa per averli spiati. Dall’altra… è stato incredibilmente eccitante.”


Le sue parole risuonarono dentro di me, risvegliando sensazioni che non avevo mai esplorato. Ci baciammo, lentamente all’inizio, poi con sempre maggiore intensità. Le mie mani scivolarono lungo il suo corpo, mentre lei si abbandonava a me con una passione che non ricordavo da tempo. Ma nella mia mente, l’immagine di Adriana e Giacomo continuava a tornare, come un’ombra che si insinuava tra noi.


Quando ci addormentammo, quella notte, il silenzio della casa era opprimente. Non sapevamo cosa sarebbe successo il giorno dopo, se Silvio e Adriana si sarebbero fatti vivi, o se avremmo mai parlato di ciò che avevamo visto. Ma una cosa era certa: qualcosa in noi era cambiato. E mentre il sonno mi avvolgeva, non potevo fare a meno di chiedermi se quella fosse solo l’inizio di qualcosa di più grande, qualcosa che avrebbe stravolto le nostre vite per sempre.



Dovevo urgentemente parlare con Silvio. Non vedendolo da nessuna parte, lo chiamai al cellulare. Ci incontrammo al bar per un caffè. Trovai le parole giuste per spiegargli che ciò che avevamo visto di nascosto – sua moglie fare sesso con Giacomo mentre lui guardava – ci aveva coinvolto e affascinato. Io e mia moglie volevamo far parte di quel mondo a noi sconosciuto.
Passarono degli attimi poi Silvio metabolizzo bene il senso delle mie parole, . Si sciolse prima con un sorriso, poi mi abbracciò con calore. Mi lasciò quasi subito: voleva correre a dare la bella notizia ad Adriana, sua moglie.


Quella sera ci ritrovammo tutti a cena, come al solito. Tra noi c’era un calore nuovo, una complicità silenziosa. Non potevamo parlare apertamente dell’argomento, vista la presenza dei figli. Poco dopo venne anche Giacomo a cenare con noi: evidentemente Silvio lo aveva già messo al corrente di come si erano evolute le cose.
La cena fu cordiale, simpatica, divertente. Non mancai di notare come Giacomo, sovente, si soffermasse a osservare i lineamenti di mia moglie, Maria. Lei, non abituata a essere osservata in quel modo, abbassava spesso lo sguardo.
Dopo cena, ci siamo appartati con Silvio e Giacomo, il quale mi informò che per la sera successiva era stata organizzata un’uscita in un ristorante poco distante. Si sarebbe unito a noi un suo amico, persona intima e riservata. Mi chiesero il mio assenso, e non esitai a dire di sì.


Ritornai da mia moglie e, quando fummo soli in camera, le raccontai dell’invito per la sera successiva: una cena in un ristorante in un paese vicino. Oltre a noi, Silvio, sua moglie e Giacomo avevano invitato anche un loro amico fidato. Le spiegai che i bambini sarebbero stati accuditi da alcune animatrici incaricate di occuparsi di loro. Mia moglie rimase un po’ indecisa: era la prima volta. Ma, pian piano, si sciolse.


La sera successiva, prima di andare a cena, Adriana e Silvio vennero nella nostra camera. Le nostre donne si erano tirate a lucido: bellissime, con le gonne corte fino al ginocchio che lasciavano intravedere le forme sinuose dei loro corpi. Indossavano camicette scollate e trasparenti che mettevano in evidenza le loro curve accattivanti.
Dietro al B&B, Giacomo e il suo amico ci stavano aspettando con il piccolo Van che ci avrebbe portato al ristorante. Ci fu presentato Fausto, l’amico di Giacomo: un uomo maturo, che dimostrava qualche anno in più di lui. Era più alto, slanciato, con barba e baffetti, e subito si dimostrò simpatico.


Dopo le presentazioni, partimmo.
La cena fu ottima. Tutti i presenti conoscevano la finalità della serata. Spesso si affrontarono argomenti legati al sesso: i più intraprendenti furono sicuramente Giacomo e il suo amico Fausto, ma anche Adriana e suo marito Silvio non furono da meno.
Io e mia moglie Maria, invece, eravamo un po' impacciati; un leggero rossore non le mancava mai quando i discorsi diventavano più intimi. Notai spesso che Giacomo non toglieva gli occhi di dosso a mia moglie: la divorava con lo sguardo, che lei non riusciva a sostenere, tanto che abbassava spesso gli occhi.


Durante la cena, tutti mantennero un comportamento decoroso, in linea con il luogo in cui ci trovavamo. Poi salimmo sul Van per tornare al B&B. Come sempre, Riccardo prese in mano la situazione e impartì le direttive: mise alla guida Silvio, un sedile dopo sua moglie Adriana, accanto a Fausto. Ancora un posto più indietro c’erano mia moglie, visibilmente impacciata, e Riccardo.


Seduto in fondo da solo, osservavo la scena, con ogni cosa chiaramente visibile davanti a me. I finestrini oscurati ci avvolgevano in una penombra indistinta mentre ci avvicinavamo alla dependance di Giacomo, situata dietro al B&B. Durante il tragitto, mi è parso evidente il disagio di mia moglie Maria. Intanto Giacomo, seduto di fronte a noi, ha iniziato con gesti sempre più audaci ad accarezzarle la coscia. Lei è rimasta immobile, visibilmente tesa. La situazione è rapidamente degenerata: la mano di lui si è insinuata sotto la gonna, raggiungendo infine il suo punto più intimo. Un gemito, appena soffocato, è sfuggito dalle labbra di Maria, subito zittita dal bacio rovente di Giacomo. Si sono abbandonati a quel bacio per un tempo che sembrava interminabile. Poco più avanti sulla scena, ho notato Adriana, la moglie di Silvio, che con movimenti inequivocabili della testa lasciava intuire senza fraintendimenti il tipo di piacere che stava offrendo a Fausto.




Il mio desiderio di osservare senza intervenire si era ormai saziato. Adriana si era rivelata la più audace durante il viaggio sul Van. A un certo punto si era chinata su Fausto, che, spinto dall'eccitazione, tentava di guidare i suoi movimenti con una certa enfasi. Questo gesto distrasse Silvio, che invece di concentrarsi sulla strada si trovò a fissare ciò che stava accadendo. La situazione divenne rischiosa: per un attimo il controllo del mezzo vacillò, ma Silvio riuscì prontamente a rimetterlo sulla giusta traiettoria. Fu un momento di tensione per tutti, un brivido inaspettato. Una volta arrivati a destinazione, ci ritrovammo nel salottino di Giacomo, un ambiente accogliente dove furono serviti liquori forti e aromatici. Mi accomodai su un piccolo divano e da lì osservai ciò che accadeva intorno a me.




Mia moglie sedeva tra le braccia del padrone di casa, sembrava che sapesse esattamente quale ruolo avrebbe avuto quella sera. Era evidente che tutto fosse stato predisposto: mia moglie gravitava intorno a Giacomo, mentre Adriana e Fausto si erano già trovati, formando una loro intesa. Accanto a me c'era Silvio; insieme seguivamo con attenzione Maria che, ancora vicina a Giacomo, ballava stretta tra le sue braccia. Volteggiavano lentamente, e quegli istanti sembravano carichi di una complicità palpabile, difficile da ignorare.



La stringeva tra le sue possenti braccia la figura minuta di mia moglie baciandola con foga. Maria non era abituata a quel tipo irruento di approccio, lui le toccava il culo la sua grossa mano era sulle chiappe di Lei per farsi spazio arrotolava la gonna sui fianchi. Non ero abituato a vedere Maria tra le braccia di un altro , impietrito osservavo la scena ero pervaso da una strana gelosia ,anche il mio amico Silvio era attratto da Giacomo e Maria mia moglie.


L’irruente amante di Lei guidava la sua mano tra le sue cosce risalendo all’insù facendosi spazio con la forza quando arrivò a carezzare il pelo folto e ricciuto di quella figa che conoscevo bene, Lei ebbe un sussulto si alzò sulla punta dei piedi allargando sempre di più le sue cosce. Succedeva tutto velocemente, Giacomo si è tolto la maglietta era accaldato le fu facile guidare la minuta figura di mia moglie con la schiena sul divano, a torso nudo, con due spalle enormi e pelose, e dei pettorali super possenti , si vedeva che Maria era alla merce di quel porco, prese entrambi le gambe e li divaricò la figa indifesa di mia moglie era sotto al suo naso quel gran testone di Giacomo occupava ogni visuale ma sciacquettio ,leccava succhiava.


Lei era in estasi, teneva la sua mano su quel cranio spelacchiato che le stava dando un forte piacere sotto gli occhi di suo marito. Ben presto l’amate fremente di Lei si tolse i pantaloni e i boxer quel manganello che avevo visto per la prima volta alle prese con la Figa di Adriana la moglie del mio amico , gli scodizolava tra le gambe grosso torchiato da grosse vene la grossa protuberanza della cappella incuteva paura, con una mano se lo menava ma con la bocca incollato ancora tra i peli impiastrati di saliva e sborra della figa di Lei. Stava ansimando di piacere, ebbe un piccolo saltello con il ventre all’insù, la stava penetrando con un ditone nel tenero fiorellino del Suo culo.




Un Grido di piacere colse l’attenzione Mia e del mio amico, Fausto stava svuotando le sue palle della sborra calde nella gola di Adriana.
Sopraggiunse un altro urlo Giacomo aveva infilato tutto il suo scettro nelle ovaie a mia moglie , Lei on era abituata a questa intrusione così violenta e invasiva, era abituata a far sesso in maniera dolce con amore , Giacomo con le mogli degli altri non usava nessuna riverenza, l’aveva trapanata senza fronzoli o carezze era entrato da padrone in quella figa stretta bramosa di nuovi piaceri…..




L’urlo avuto di dolore, la sua figa era a riposo da un po' e non era abituata a quella penetrazione così intensa. Ho visto la faccia di mia moglie soffrire, quel porco la teneva tappata fermo con quel siluro in figa, era un amante esperto, dopo un po' di tempo quando Lui sentiva mia moglie sciogliersi, iniziò prima a silurarla con colpi lenti, poi con impeto e forza la penetrava, quel palo riusciva ad arrivare nella cavità della sua figa inesplorata, ad ogni colpo sobbalzava tutta tremava ma erano anche fremiti di piacere.
Il grosso palo di Lui era stretto e avvolto nella schiumosa figa di Maria, non riuscivo a vedere mia moglie quanto godeva ma godeva, per mezzora la tempesto di innumerevoli inforcate, Lei era alla merce di quel bisonte, senza staccare il cazzo dalla figa la alzò, si sedette Lui sul divano, Lei priva di forze Giacomo la aiutava a salire e scendere su suo cazzo.



Forte come un toro la staccò da quella proboscide, la sistemò a novanta gradi, ormai tutti in quella stanza eravamo spettatori di quelle scene animalesche, anche la moglie di Silvio si era staccata Fausto erano li nudi con la voglia di vedere assistere.
Mia moglie a culo aperto consentiva a Giacomo di sciacquare con la bocca su quel piccolo fiorellino, rapidamente un dito prima, tra sospiri affannosi di mia moglie, poi entrarono due dita. Ricordavo le scene di sesso di Giacomo con la moglie di Silvio, poi la delusione di Lui quando gli aveva puntato il buco del culo e alla pressione di quella spudorata mazza Lei era scaiattolata via dal dolore.



Ora avrebbe tentato con mia moglie, Silvio sapeva che Giacomo era un cultore del buco del culo, pochissime donne gli avevano concesso il culo per via delle sproporzionate dimensioni, qualche donna pagata profumatamente di mestiere gli aveva concesso di entrare.




Ero terribilmente preoccupato, non poteva quel poderoso cazzo entrare in quel buco, anche se mia moglie che era già abituata a prenderlo Lì nei momenti felici che furono tra noi, quel cazzo sproporzionato fuori mercato poteva entrare, quell’animale con una mano teneva le natiche di Lei divaricate con il cazzo spennellava tra culo e figa, mi stavo alzando a fermarlo ma una mano mi trattenne era il mio amico Silvio, mi fermai restai al mio posto, quel porco stava facendo pressioni con il cazzo sul fiorellino dato le dimensioni e Lui che ci dava le spalle i margini di vedere nei dettagli erano pochi, speravo che mia moglie, anzi ero sicuro, avrebbe fatto come Silvia quando il cazzo stava oltrepassando il primo anello era scappata via.


Rimasi impietrito, Lui aveva oltrepassato il primo anello dello sfintere, si Lei gridava di dolore angosciato, ma era in ginocchio con il culo aperto di fronte a Lui. Furono lunghi attimi, sentivo i lamenti di mia moglie ferita che piano piano si stavano attenuando, poi davanti a noi quel culo peloso di quell’animale fece un secco e forte balzo in avanti e sprofondò il cazzo nell’intestino di mia Moglie. Uno strillo di dolore e dei sospiri affannosi Lui era fortemente piantato dentro non si muoveva, qualche lacrima di mia moglie gli solcava il viso, Lui se ne accorse la accarezzava i capelli piegato sulla sua schiena, non si muoveva di un millimetro continuava ad accarezzarla, Lei un po' si era calmata i suoi forti sospiri erano inconfondibili.


Sentiva la grossa mano di Giacomo che gli accarezzava dolcemente la testa, Lei allungò la sua restituì la carezza a la grossa mano del suo amante, a quel punto Giacomo si ritrasse fino a quasi farlo fuoruscire dal buco poi immediatamente si immerse tutto fino ai coglioni, poi quattro o cinque colpi poderosi profondi, Lei strillava, Lui implacabile poi un fremito di Giacomo stava svuotando le grosse palle nelle viscere di mia moglie. Lui era piegato sulla sua schiena esausto felice, baciava il collo a mia moglie, sicuramente lei gli avrà detto qualcosa, ad un tratto velocemente tirò fuori usci c la minchia dal culo di Maria, sentimmo tutti uno strano rumore di uscita da quel buco.


Giacomo velocemente aiutò a mia mogli e corsero in bagno entrambi. Dopo mezzora tornarono si erano rassettati, mia moglie molto provata, Giacomo felice come un bambino per aver rotto il culo per la prima volta senza pagare. La teneva per mano, le diede un bacio di ammirazione e gratitudine.
Dopo tutto quel manicomio di cose successe in quella stanza ebbi la certezza che Adriana aveva cambiato umore sicuramente provava gelosia per mia moglie.
scritto il
2025-06-22
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