Le vacanze che ti cambiano la vita--Prima patre

di
genere
voyeur

Sono Aldo vivo in una cittadina siciliana affacciata sul litorale del Mar Tirreno, un luogo tranquillo dove il tempo sembra scorrere più lentamente e i rapporti umani mantengono ancora un sapore genuino.
Ho 44 anni, impiegato comunale preciso e riservato, da anni impegnato nell’amministrazione locale, dove mi sono guadagnato la stima di colleghi e cittadini. Appassionato di sport, è stato a lungo un abituale frequentatore delle partite di calcetto con gli amici, un momento di svago e condivisione molto importante per me.



Maria, 39 anni, maestra d’asilo, è una donna dal cuore grande, empatica e paziente. Il suo lavoro con i bambini riflette la sua natura amorevole e positiva. Di fronte alla difficoltà vissuta da Ando, ha scelto di restare al suo fianco con forza e discrezione, affrontando insieme a lui le sfide con delicatezza, comprensione e affetto.


Abbiamo un figlio, Michele, di 8 anni, vivace e curioso, che rappresenta la gioia più grande della nostra vita. La presenza del bambino ha rafforzato in loro il desiderio di mantenere una famiglia unita e serena, anche nei momenti più difficili.
Purtroppo, durante una di queste partite, un violento scontro di gioco mi ha provocato un grave trauma fisico, con conseguenze significative sulla mia salute, in particolare un danno permanente che ha compromesso la mia funzionalità erettile. Questa condizione ha avuto un forte impatto non solo fisico ma anche emotivo e relazionale, aprendo una fase complessa nella mia vita personale e matrimoniale.


Il legame tra me e mia moglie, messo alla prova da questi eventi, con amore ha trovato nuove forme
di intimità, complicità e comunicazione. Nonostante il dolore e l’adattamento, continuiamo a camminare fianco a fianco, sostenendoci a vicenda nella riscoperta di un equilibrio più profondo.
Con grande amore e senso della famiglia, tra me e mia moglie, nonostante il mio problema di erezione che non mi consentiva più di avere rapporti intimi con lei, con fantasia cercavo di soddisfare le sue voglie. Lei è sempre stata una donna passionale; nei momenti intimi, con la bocca, le carezze e un piccolo vibratore, nostro compagno dopo il mio problema, riuscivo a soddisfare i suoi desideri. Lei appariva contenta e appagata.


La nostra vita trascorreva lenta e felice: Maria sempre impegnata con la scuola e la cura di crescere con amore nostro figlio, io sempre dedito al mio lavoro di impiegato comunale, non facevo mancare nulla a loro. Di solito, in estate le nostre vacanze non sono mai state fatte lontano dal nostro paese; il mare era a pochi passi da casa nostra e non si avvertiva la necessità di altro. La svolta che cambiò radicalmente me e Maria: non avremmo mai immaginato quello che successe quella estate.


Silvio, mio coetaneo, impiegato al comune come vigile urbano oltre che collega di lavoro, è un mio intimo amico; la moglie Adriana, collega e amica anche di mia moglie. Loro, ormai da due anni, erano vacanzieri in un paese del Cilento, quindi quest'anno hanno insistito per andare in vacanza con loro.


Fummo accolti calorosamente da Giacomo, un corpulento cinquantenne, simpatico, stempiato, non alto, con un fisico possente, proprietario di un bellissimo B&B con ristorazione annessa. Ci vennero assegnate due bellissime stanze con servizi adiacenti a quella dei nostri amici che davano su un terrazzo comune decorato con piante. Il B&B era anche dotato di un'organizzazione di animatori che si dedicavano solo ai bimbi, cosa molto buona per nostro figlio e la figlia dei nostri amici. Notammo da subito che il proprietario era molto amico e intimo con Silvio e Adriana.


Le giornate trascorrevano tranquille sole mare spiaggia, i bambini erano sempre impegnati con gli animatori nei loro giochi. A pranzo che a cena nella sala ristorante il tavolo migliore era il nostro e il proprietario del B&B ci faceva sempre compagnia, si vedeva che con i nostri amici era molto intimo, non ci faceva mancare nulla cortese e gentile ed estendeva anche la sua gentilezza anche verso di noi ed in particolare non mancava di essere galante con Maria mia moglie.


Un giorno io e mia moglie eravamo già in spiaggia. Nostro figlio e la bambina dei nostri amici si divertivano con gli animatori, mentre Silvio e Adriana, come al solito, non si erano ancora uniti a noi. A un certo punto, Maria mi chiese di accompagnarla in camera perché voleva cambiare costume: quello che indossava le provocava un leggero fastidio. Tornati in stanza, mentre era intenta a cambiarsi, dei rumori insoliti provenienti dalla camera dei nostri amici catturarono la nostra attenzione. Si trattava di gridolini e gemiti

soffocati. Ci scambiammo uno sguardo incredulo ma anche carico di curiosità. Mosso da un impulso che non saprei spiegare, decisi di andare in veranda, cercando di non fare rumore. Mi nascosi dietro i cespugli delle fioriere che adornavano il balcone e mi avvicinai quanto bastava per vedere senza essere visto. La porta-finestra della camera accanto era socchiusa, abbastanza per offrirmi una chiara visuale. Quello a cui assistetti mi lasciò senza parole: Adriana era distesa con le gambe spalancate, avvinghiata a delle spalle robuste, pelose e sudate. Bastò un’occhiata per rendermi conto che quell’uomo non era suo marito Silvio.


Mi ritrovai attonito, incredulo. Non avrei mai immaginato di assistere a qualcosa di simile. Istintivamente mi girai verso la veranda e scorsi mia moglie che, con espressione curiosa, mi faceva cenni con le mani. Anche lei voleva sapere cosa stesse accadendo. Le risposi con un gesto, invitandola ad avvicinarsi, ma le chiesi silenzio e discrezione per non attirare l'attenzione. Con una certa cautela, si accucciò al mio fianco, e insieme osservammo la scena che si dipanava davanti ai nostri occhi. Quello a cui stavamo assistendo era incredibile; entrambi, rannicchiati lì, ci lasciavamo catturare da una curiosa morbosità nei confronti di quell'inaspettata visione. Poi accadde qualcosa che ci lasciò ancor più senza parole: la figura di spalle si voltò e svelò una scioccante verità. Non era Silvio con sua moglie, come inizialmente avevamo pensato, ma Giacomo. La scena divenne ancora più surreale quando lo vedemmo allontanarsi da lei. Non potemmo non notare un particolare impressionante: il corpo di Giacomo rivelava particolarità fisiche fuori dal comune, un dettaglio che rendeva quell'intero momento ancor più assurdo ed inatteso.



Maria strinse forte la mia mano , i nostri occhi fissi sulla scena che si svolgeva davanti a noi, carica di un erotismo crudo e irresistibile. La stanza era avvolta da un’atmosfera pesante, satura di desideri inconfessabili e tensioni represse. Sul letto, Chiavata, la moglie di Silvio, era distesa con le gambe divaricate, il corpo lucido di sudore e i seni che sussultavano al ritmo dei movimenti di Giacomo, il proprietario del B&B. Il suo pene, enorme e imponente, entrava e usciva dal corpo con una ferocia che lasciava senza fiato. Era una visione che ipnotizzava, una danza primordiale di carne e piacere.


Io e mia moglie eravamo lì, nascosti nell’ombra, osservatori silenziosi di quel teatro di lussuria. Non si erano accorti che, seduto su una sedia accanto al letto, c’era Silvio, nudo e con il pene in mano, il volto contratto in un’espressione di estasi e disperazione. I suoi occhi erano fissi su Giacomo, il suo sguardo oscillava tra ammirazione e umiliazione. Il confronto tra il pene di Giacomo e quello di Silvio era impietoso: quello di Silvio era di dimensioni normali, come del resto come il mio, mentre quello di Giacomo era un’arma di seduzione, grosso, massiccio e lungo, perfettamente assortito con il suo corpo peloso e imponente.


Giacomo, con un tono autoritario che non ammetteva repliche, si rivolse a Silvio: “Vedi come si chiava una troia come tua moglie? Ormai è innamorata del mio cazzo, il tuo non lo sente più. Dall’anno scorso, da quando l’ho presa per la prima volta, è mia. Ora voglio provare a metterglielo lì, ho provato sempre, ma non sono mai riuscito a entrare. Io sono innamorato del sesso anale, e a Silvia ancora non sono riuscito a darglielo.”


La voce di Giacomo risuonò nella stanza come un’eco di dominazione, mentre Chiavata gemeva sotto di lui, il corpo scosso da piaceri che Silvio non era più in grado di regalarle. Silvio, seduto sulla sedia, continuava a masturbarsi, il volto rigato di sudore e lacrime. La sua mano si muoveva con un ritmo frenetico, come se volesse dimostrare a se stesso di essere ancora capace di provare qualcosa


Maria strinse ancora più forte la mia mano, i suoi occhi brillavano di eccitazione e curiosità. Io, invece, sentivo un misto di vergogna e desiderio. Era attratto da quella scena, ma allo stesso tempo mi sentivo un intruso, un testimone di un segreto che non avrebbe mai dovuto vedere. La mia mente vagava, immaginando cosa avrebbe provato se al posto di Silvio ci fosse stato io, se mia moglie fosse stata lì, sotto un altro uomo.


Adriana urlò di piacere, il corpo arcuato in un orgasmo che sembrava non finire mai. Giacomo rise, una risata profonda e soddisfatta, prima di estrarre il suo Cazzo dalla sua preda. Il membro, lucido e pulsante, sembrava quasi sfidare chiunque osasse metterlo in discussione. “Vedi, Silvio?” disse Giacomo, rivolgendosi all’uomo sulla sedia. “Questa è la differenza. Lei vuole me, non te. E ora, voglio provare a prenderla da dietro. Voglio sentire il suo culo stringermi, voglio farle provare qualcosa che tu non potrai mai darle.”


Silvio annuì, il volto pallido e gli occhi vuoti. La sua mano si fermò, il Cazzo ormai flaccido tra le sue dita. Era come se avesse accettato la sua sconfitta, come se avesse capito che non c’era più nulla che potesse fare per riconquistare sua moglie. Maria si avvicinò a me, il suo respiro caldo sul suo collo. “Guarda,” sussurrò, la voce carica di eccitazione. ”


Io annuì, incapace di distogliere lo sguardo. Giacomo si posizionò dietro Chiavata, il suo pene enorme che premeva contro l’ingresso del suo ano. La donna gemette, il corpo teso in attesa di quello che stava per accadere. Giacomo non esitò, spingendo con forza, il suo membro che penetrava lentamente, ma ad un tratto Adriana con un strillo di dolore si sottrasse alla penetrazione urlò, il dolore che provava era insopportabile rimase sotto alla figura dell’uomo raggomitolata su se stessa.


Feci un cenno a mia moglie, Maria, e ci alzammo lentamente dal nostro nascondiglio tra le siepi del giardino. Il nostro rifugio improvvisato, da cui avevamo osservato una scena che non avremmo mai immaginato, era stato comodo ma precario. Nel tentativo di alzarmi con cautela, urtai maldestramente il bordo della siepe, provocando un rumore sordo che risuonò nel silenzio della notte. Ci guardammo, gli occhi pieni di un misto di eccitazione e imbarazzo, e ci avviammo verso la nostra camera, entrando dalla porta finestra che dava sul giardino. Mentre varcavamo la soglia, mi girai istintivamente verso la finestra accanto, quella della camera dei nostri amici, Silvio e Adriana. Lì, in piedi, c’era Silvio. I suoi occhi ci fissavano, e in quel momento aveva capito che eravamo stati lì, nascosti, a osservare l’amplesso di sua moglie con Giacomo.


Il cuore mi batteva all’impazzire, mentre Maria si strinse a me, il suo respiro affannoso che si confondeva con il mio. Entrammo in camera, chiudendo la porta alle nostre spalle, e rimanemmo ammutoliti. Non riuscivamo a credere a ciò che avevamo appena visto. Silvio e Adriana, i nostri amici di lunga data, non erano mai sembrati il tipo da sperimentare giochi così audaci. Eppure, lì, sotto i nostri occhi, Adriana si era abbandonata a Giacomo con una passione che ci aveva lasciati senza fiato. Le loro risate, i gemiti, i corpi che si muovevano all’unisono… era stato come assistere a un film proibito, ma era tutto reale.
scritto il
2025-06-22
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