Ti penso
di
OMBRE
genere
sentimentali
Ti penso.
E mentre ti penso, le mani non stanno ferme.
Si muovono da sole, come se fossero le tue.
Su di me.
Dentro di me.
Ti immagino con una chiarezza che mi spaventa.
La tua bocca — maledettamente bella —
che si avvicina alla mia con lentezza,
senza fretta,
come chi sa che avrà tutto.
E poi si muove più in basso.
Un viaggio sulla pelle.
Una mappa che conosci già.
Chiudo gli occhi e ti sento.
Sento la tua voce all’orecchio,
bassa, roca, calda,
che sussurra cose che solo io posso sentire.
Solo io posso capire.
Cose che non esistono,
eppure mi fanno tremare come se fossero vere.
Le tue mani…
non le mie, le tue.
Calde. Precise.
Mi esplorano con quella calma maledetta che fa impazzire.
Mi cerchi come se fossi un segreto,
e ogni parte del mio corpo ti appartenesse da sempre.
Mi guardi.
Con quello sguardo tuo,
sensuale, dolce, ma profondo.
Uno sguardo che non si dimentica.
Che lascia il segno, come un’impronta sotto pelle.
Vorrei che tu fossi qui.
Adesso.
In questa stanza buia.
Mentre la pioggia batte sui vetri come dita impazienti.
La voglia di te è un rumore costante.
Non grida…
Sussurra.
Preme.
Aumenta.
Come il battito che sento tra le gambe.
I tuoi gemiti, i tuoi respiri,
i miei che si intrecciano con i tuoi,
mentre la pioggia ci accompagna.
Una musica lenta.
Sensuale.
Implacabile.
Siamo pelle e fiato.
Mani e occhi.
Labbra e desiderio.
Ti immagino sopra di me,
poi dietro di me,
poi ovunque.
Ogni parte di me ti vuole.
Ogni parte della mia mente ti crea.
E la voglia non si placa.
Si trasforma.
Da fame, a attesa.
Da attesa, a tensione.
Da tensione, a fuoco.
Un fuoco lento, che non brucia.
Accende.
E anche se non ci sei,
sei ovunque.
Nel respiro.
Tra le gambe.
Nel letto.
Nei miei occhi chiusi che ti vedono meglio di quanto potrebbero mai vedere davvero.
E mentre ti penso, le mani non stanno ferme.
Si muovono da sole, come se fossero le tue.
Su di me.
Dentro di me.
Ti immagino con una chiarezza che mi spaventa.
La tua bocca — maledettamente bella —
che si avvicina alla mia con lentezza,
senza fretta,
come chi sa che avrà tutto.
E poi si muove più in basso.
Un viaggio sulla pelle.
Una mappa che conosci già.
Chiudo gli occhi e ti sento.
Sento la tua voce all’orecchio,
bassa, roca, calda,
che sussurra cose che solo io posso sentire.
Solo io posso capire.
Cose che non esistono,
eppure mi fanno tremare come se fossero vere.
Le tue mani…
non le mie, le tue.
Calde. Precise.
Mi esplorano con quella calma maledetta che fa impazzire.
Mi cerchi come se fossi un segreto,
e ogni parte del mio corpo ti appartenesse da sempre.
Mi guardi.
Con quello sguardo tuo,
sensuale, dolce, ma profondo.
Uno sguardo che non si dimentica.
Che lascia il segno, come un’impronta sotto pelle.
Vorrei che tu fossi qui.
Adesso.
In questa stanza buia.
Mentre la pioggia batte sui vetri come dita impazienti.
La voglia di te è un rumore costante.
Non grida…
Sussurra.
Preme.
Aumenta.
Come il battito che sento tra le gambe.
I tuoi gemiti, i tuoi respiri,
i miei che si intrecciano con i tuoi,
mentre la pioggia ci accompagna.
Una musica lenta.
Sensuale.
Implacabile.
Siamo pelle e fiato.
Mani e occhi.
Labbra e desiderio.
Ti immagino sopra di me,
poi dietro di me,
poi ovunque.
Ogni parte di me ti vuole.
Ogni parte della mia mente ti crea.
E la voglia non si placa.
Si trasforma.
Da fame, a attesa.
Da attesa, a tensione.
Da tensione, a fuoco.
Un fuoco lento, che non brucia.
Accende.
E anche se non ci sei,
sei ovunque.
Nel respiro.
Tra le gambe.
Nel letto.
Nei miei occhi chiusi che ti vedono meglio di quanto potrebbero mai vedere davvero.
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