Le età di Julia
di
Neveralways
genere
incesti
Aristobal si preoccupava..
Gli anni correvano troppo veloci e Julia s'era fatta donna all'improvviso. Sua figlia era diventata la più bella ragazza della città.
Non lo diceva perché era suo padre, Julia aveva una bellezza che turbava, ma era troppo ingenua, quando cercava di spiegarle che avrebbe dovuto stare più attenta, che questo mondo è pericoloso, Julia gli rispondeva ch'era solo per gioco, che lo facevano anche le sue amiche e che non c'era nulla di male e continuava a postare foto piccanti in bikini o intimo. Nel vederle Aristobal soffriva due volte, s'immaginava i pensieri che quelle immagini scatenavano in migliaia di guardoni e si sentiva guardone pure lui.
Aveva sbagliato fin dall'inizio, le aveva permesso di girare ancora quindicenne in calzoncini strettissimi e camicette allacciate sotto i seni che cominciavano a spuntare. Aveva ceduto sul trucco pesante, sui capelli colorati e poi sul tatuaggio, e poi sul piercing all'ombelico. Aristobal non poteva e non voleva farci nulla, Julia doveva avere più di tutte le sue amiche, era la più bella. Non aveva fette di salame davanti agli occhi, in come si vestiva Julia di innocente c'era solo la sua età, vedeva come le fissavano il culetto in strada, ma non poteva protestare, sarebbe stato come confessare che ispirava anche a lui emozioni sbagliate. E poi alla fin fine era orgoglioso di avere una figlia bellissima, la mostrava a passeggio.
Julia, le lunghe gambe snelle, il pancino piattissimo col piercing, i calzoncini strettissimi e pure strappati, nemmeno si accorgeva della gente e pareva attraversare il mondo senza esserne toccata. Non era così, ma Aristobal aveva bisogno di credere che fosse ingenua.
Aristobal aveva fatto i soldi, col fratello Alvaro aveva una grossa impresa di costruzioni.
Aristobal è un vero uomo, un maschio potente, s'è sposato tre volte, per anni ha avuto amanti fuori dal matrimonio e ha montato centinaia di donne, non solo puttane. S'è fatto quasi una squadra di calcio, ha dieci figli riconosciuti, il primo l'ha avuto a diciassette anni. Quattro femmine e sei maschi. Julia ha un fratello gemello, Manuel, forse bello quanto lei ma che il padre detesta. La loro madre è morta ch'erano piccolissimi.
Aristobal in tutti questi anni ha viziato e protetto Julia contro tutti, non solo perché è la più bella ed intelligente delle figlie, ma soprattutto perché sua madre era stata l'unica donna che aveva amato veramente.
Julia era la preferita e aveva addosso tutti. Aristobal non credeva a nessuno.
Mogli, figlie, vicine pettegole, parenti, insegnanti ed amici volevano aprirgli gli occhi e gli consigliavano di mettere un freno a Julia. Tutti gli giuravano che Julia era già una piccola puttana e che avevano saputo cose che non potevano dirgli, l'avrebbero fatto soffrire. I più subdoli invece gliele riferivano con piacere mettendoci anche particolari inventati.
Aristobal li odiava, Julia non poteva aver fatto quelle cose alla gita scolastica e nemmeno la troia peggiore si mette a pecorina su un tavolino alla festa d'Halloween. Erano malelingue, vermi schifosi, Aristobal non li ascoltava, ma aveva fatto cambiare scuola a Julia per non farle più incontrare quel professore di matematica e ha pagato due tossici perché dessero una bella lezione a quel figlio di puttana che aveva messo in rete un video di Julia. Qui c'era poco da credere o non credere, l'aveva vista coi propri occhi su un lettino in spiaggia, di notte, fra tre ragazzi coi cosi fuori. Ha spento subito.
Anche questa volta ha tentato inutilmente di castigarla.
Julia lo girava come voleva, come sempre ha frignato un poco con gli occhioni lucidi e poi gli si è gettata in braccio e con due moine gli ha fatto credere quello che voleva. Averla in braccio lo sconvolgeva, era innocente come una figlia ma aveva il profumo di Francisca, la sua morbida amante di vent'anni prima.
Per assurdo Aristobal aveva invece menato l'ultima moglie minacciandola di sbatterla in strada. Quella puttanaccia invidiosa s'era inventata che Julia fotteva col fratello gemello. Una storia più folle non poteva inventarsela, Aristobal sapeva benissimo cos'era Manuel.
Il fatto è che Aristobal era sempre turbato da Julia. Mentre ripeteva a tutti che aveva una figliola bella e intelligente, forse troppo ingenua e indifesa, ricacciava nel profondo quello che provava realmente: che Julia non era solo una bella ragazza che si vestiva provocante come fanno tutte oggi, ma che era una figa stratosferica, un sogno erotico, una gazzella da sesso, una puttanella nata per fare l'amore. Ma dannazione, era sua figlia.
Nelle notti insonni gli pulsava vergognosamente non il cuore, ma una sorda erezione. E di nascosto si rivedeva prima le foto e poi quel video, di sette minuti, che non aveva cancellato.
Era un giro vizioso, Aristobal si sentiva in colpa con lei e la proteggeva ancora di più.
Ora Julia aveva quasi vent'anni, Aristobal si sfogava solo col fratello e Alvaro glielo ripeteva ogni settimana: “Sposala, trovale un pirla e quella puttanella non sarà più un tuo problema.”
Per fortuna non era stato necessario, Julia s'era fidanzata col figlio dei Lanzarote, un'altra ricca famiglia della città, e sembrava che la cosa funzionasse, Julia e Féliciano erano sinceramente innamorati ed erano una bella coppietta. Si parlava già di matrimonio, Aristobal aveva fretta perché le solite cornacchie gli riportavano che era solo facciata, che Julia teneva per le palle quel coglione di fidanzato e che continuava a divertirsi come sempre.
La batosta arrivò improvvisa e fu devastante per Aristobal: Julia aveva scaricato l'insulso Feliciano ed era scappata con Santiago Ibarra. Nulla gli importava dello scandalo, i Lanzarote s'erano offesi a morte, erano invece gli Ibarra a spaventare Aristobal, la famiglia del più potente cartello della regione. Erano pericolosi e feroci come cani, erano i padroni assoluti, al di sopra di ogni legge.
Aristobal era sempre diviso in due per Julia, se da un lato ne era quasi terrorizzato, dall'altro era orgoglioso. Julia si meritava l'uomo più ricco e potente della città e, in fin dei conti, essere imparentato con gli Ibarra poteva portare solo vantaggi.
- - -
Julia odiava la matrigna e tutta la sua famiglia, lei non centrava un cazzo con quegli stronzi. Le sorelle erano noiose ed invidiose, erano nate già vecchie, ed i fratelli erano anche peggio, erano falsi, facevano i figli ubbidienti e rispettosi con papà ma Julia sapeva bene quanto erano subdoli e rancorosi. Si trovava bene solo con Manuel, suo fratello gemello, l'unico con cui condivideva la stessa madre, morta quando erano piccolissimi. Con Manuel aveva un'intimità che non era tra fratello e sorella.
Lo amava più che sé stessa e soffriva quando il padre digrignava i denti dicendo che i coglioni se li era presi la sorella gemella e urlava che quella checca era la sua vergogna.
Julia e Manuel erano come sorelle, condividevano ogni felicità, dolore e segreto.
Era Manuel il suo fotografo. Le scattava foto in spiaggia, in cameretta o in bagno davanti allo specchio.
“Questa è bella, postiamo questa?”
“Con questa farai schizzare due ettolitri di sborra!”
“Ma se non si vede nulla!”
“Fidati, si tirerà una sega anche papà.”
“Scemo!!!... ma lo sai che questo bikini me lo sono fatto scegliere da lui?”
“Attenta, quello ti vuole chiavare.”
“Lo so.”
Manuel era incredibile, Julia lo ammirava, era forse più libero e disinibito di lei e non si faceva mancare nulla. Non temeva il padre, anzi lo sfidava, aveva sfilato al gay pride in calzoncini che non si metteva nemmeno la Julia quindicenne.
Il padre lo menava cattivo anche perché sfogava su di lui la sua frustrazione per Julia. È arrivato a prenderlo a calci nei coglioni. Poi era sempre Julia ad accudire e consolare il fratello. Non servivano parole, gli succhiava intensamente il bel cazzo e poi erano scherzi per ridere e dimenticare.
L'aveva sverginata lui dietro. In questo aveva più esperienza della sorella e sapeva come farlo donandole piacere fin dalla prima volta. Lo aveva fatto con dolcezza infinita, avevano tentato per più pomeriggi di seguito e solo quando Julia era totalmente rilassata e convinta gliel'ha infilato in culo. Julia è scoppiata a ridere, era felicissima come dopo una vittoria, godeva da paura e ancora cazzo in culo ha spedito messaggi alle amichette. Ma nemmeno a loro poteva dire che era il fratello.
Lo facevano solo così, non l'avrebbero mai fatto normalmente, era il loro gioco come i pompini, Julia era straconvinta che prenderlo in culo non era far l'amore col fratello.
Si sfidavano a chi cuccava di più, gara vinta a mani basse da Julia che ad ogni festa comandata ed ai compleanni di papà si spompinava lo zio Alvaro.
Manuel non viveva più in casa da un pezzo, era stato sbattuto fuori a diciassette anni, papà non poteva più vederlo e gli aveva dato un bilo in periferia. Julia ci correva appena poteva per raccontargli l'ultima sua follia: cazzo in culo, a pecorina e seduta sul suo cazzo, gli raccontava eccitata ogni particolare del professore di matematica o della notte spiaggia o della festa di Halloween. E quando come aveva follemente scopato con un amico passatole da Manuel l'ha baciato per una notte intera.
Tutto gli confidava e poi torturava Manuel con solletico, lingua, succhiotti e vibra fino ar fargli confessare le sue porcate.
Il loro rapporto s'è guastato quando Julia ha scaricato l'insulso Feliciano ed è scappata con Santiago Ibarra. “Che cazzo hai fatto?? Quello è un animale!”
Hanno litigato peggio che sorelle e Aristobal, che in cuor suo pensava già che non era una cosa così negativa imparentarsi con gli Ibarra, ha avuto un'ulteriore conferma: Julia aveva finalmente rotto con quella checca schifosa di suo fratello.
Anche questa volta Aristobal avrebbe voluto non crederci e non pensarci, Santiago aveva la fama di un animale, di un porco violento e giravano decine di leggende su quel che capitava nella sua villa. E sua figlia era diventata la sua amante.
Gli anni correvano troppo veloci e Julia s'era fatta donna all'improvviso. Sua figlia era diventata la più bella ragazza della città.
Non lo diceva perché era suo padre, Julia aveva una bellezza che turbava, ma era troppo ingenua, quando cercava di spiegarle che avrebbe dovuto stare più attenta, che questo mondo è pericoloso, Julia gli rispondeva ch'era solo per gioco, che lo facevano anche le sue amiche e che non c'era nulla di male e continuava a postare foto piccanti in bikini o intimo. Nel vederle Aristobal soffriva due volte, s'immaginava i pensieri che quelle immagini scatenavano in migliaia di guardoni e si sentiva guardone pure lui.
Aveva sbagliato fin dall'inizio, le aveva permesso di girare ancora quindicenne in calzoncini strettissimi e camicette allacciate sotto i seni che cominciavano a spuntare. Aveva ceduto sul trucco pesante, sui capelli colorati e poi sul tatuaggio, e poi sul piercing all'ombelico. Aristobal non poteva e non voleva farci nulla, Julia doveva avere più di tutte le sue amiche, era la più bella. Non aveva fette di salame davanti agli occhi, in come si vestiva Julia di innocente c'era solo la sua età, vedeva come le fissavano il culetto in strada, ma non poteva protestare, sarebbe stato come confessare che ispirava anche a lui emozioni sbagliate. E poi alla fin fine era orgoglioso di avere una figlia bellissima, la mostrava a passeggio.
Julia, le lunghe gambe snelle, il pancino piattissimo col piercing, i calzoncini strettissimi e pure strappati, nemmeno si accorgeva della gente e pareva attraversare il mondo senza esserne toccata. Non era così, ma Aristobal aveva bisogno di credere che fosse ingenua.
Aristobal aveva fatto i soldi, col fratello Alvaro aveva una grossa impresa di costruzioni.
Aristobal è un vero uomo, un maschio potente, s'è sposato tre volte, per anni ha avuto amanti fuori dal matrimonio e ha montato centinaia di donne, non solo puttane. S'è fatto quasi una squadra di calcio, ha dieci figli riconosciuti, il primo l'ha avuto a diciassette anni. Quattro femmine e sei maschi. Julia ha un fratello gemello, Manuel, forse bello quanto lei ma che il padre detesta. La loro madre è morta ch'erano piccolissimi.
Aristobal in tutti questi anni ha viziato e protetto Julia contro tutti, non solo perché è la più bella ed intelligente delle figlie, ma soprattutto perché sua madre era stata l'unica donna che aveva amato veramente.
Julia era la preferita e aveva addosso tutti. Aristobal non credeva a nessuno.
Mogli, figlie, vicine pettegole, parenti, insegnanti ed amici volevano aprirgli gli occhi e gli consigliavano di mettere un freno a Julia. Tutti gli giuravano che Julia era già una piccola puttana e che avevano saputo cose che non potevano dirgli, l'avrebbero fatto soffrire. I più subdoli invece gliele riferivano con piacere mettendoci anche particolari inventati.
Aristobal li odiava, Julia non poteva aver fatto quelle cose alla gita scolastica e nemmeno la troia peggiore si mette a pecorina su un tavolino alla festa d'Halloween. Erano malelingue, vermi schifosi, Aristobal non li ascoltava, ma aveva fatto cambiare scuola a Julia per non farle più incontrare quel professore di matematica e ha pagato due tossici perché dessero una bella lezione a quel figlio di puttana che aveva messo in rete un video di Julia. Qui c'era poco da credere o non credere, l'aveva vista coi propri occhi su un lettino in spiaggia, di notte, fra tre ragazzi coi cosi fuori. Ha spento subito.
Anche questa volta ha tentato inutilmente di castigarla.
Julia lo girava come voleva, come sempre ha frignato un poco con gli occhioni lucidi e poi gli si è gettata in braccio e con due moine gli ha fatto credere quello che voleva. Averla in braccio lo sconvolgeva, era innocente come una figlia ma aveva il profumo di Francisca, la sua morbida amante di vent'anni prima.
Per assurdo Aristobal aveva invece menato l'ultima moglie minacciandola di sbatterla in strada. Quella puttanaccia invidiosa s'era inventata che Julia fotteva col fratello gemello. Una storia più folle non poteva inventarsela, Aristobal sapeva benissimo cos'era Manuel.
Il fatto è che Aristobal era sempre turbato da Julia. Mentre ripeteva a tutti che aveva una figliola bella e intelligente, forse troppo ingenua e indifesa, ricacciava nel profondo quello che provava realmente: che Julia non era solo una bella ragazza che si vestiva provocante come fanno tutte oggi, ma che era una figa stratosferica, un sogno erotico, una gazzella da sesso, una puttanella nata per fare l'amore. Ma dannazione, era sua figlia.
Nelle notti insonni gli pulsava vergognosamente non il cuore, ma una sorda erezione. E di nascosto si rivedeva prima le foto e poi quel video, di sette minuti, che non aveva cancellato.
Era un giro vizioso, Aristobal si sentiva in colpa con lei e la proteggeva ancora di più.
Ora Julia aveva quasi vent'anni, Aristobal si sfogava solo col fratello e Alvaro glielo ripeteva ogni settimana: “Sposala, trovale un pirla e quella puttanella non sarà più un tuo problema.”
Per fortuna non era stato necessario, Julia s'era fidanzata col figlio dei Lanzarote, un'altra ricca famiglia della città, e sembrava che la cosa funzionasse, Julia e Féliciano erano sinceramente innamorati ed erano una bella coppietta. Si parlava già di matrimonio, Aristobal aveva fretta perché le solite cornacchie gli riportavano che era solo facciata, che Julia teneva per le palle quel coglione di fidanzato e che continuava a divertirsi come sempre.
La batosta arrivò improvvisa e fu devastante per Aristobal: Julia aveva scaricato l'insulso Feliciano ed era scappata con Santiago Ibarra. Nulla gli importava dello scandalo, i Lanzarote s'erano offesi a morte, erano invece gli Ibarra a spaventare Aristobal, la famiglia del più potente cartello della regione. Erano pericolosi e feroci come cani, erano i padroni assoluti, al di sopra di ogni legge.
Aristobal era sempre diviso in due per Julia, se da un lato ne era quasi terrorizzato, dall'altro era orgoglioso. Julia si meritava l'uomo più ricco e potente della città e, in fin dei conti, essere imparentato con gli Ibarra poteva portare solo vantaggi.
- - -
Julia odiava la matrigna e tutta la sua famiglia, lei non centrava un cazzo con quegli stronzi. Le sorelle erano noiose ed invidiose, erano nate già vecchie, ed i fratelli erano anche peggio, erano falsi, facevano i figli ubbidienti e rispettosi con papà ma Julia sapeva bene quanto erano subdoli e rancorosi. Si trovava bene solo con Manuel, suo fratello gemello, l'unico con cui condivideva la stessa madre, morta quando erano piccolissimi. Con Manuel aveva un'intimità che non era tra fratello e sorella.
Lo amava più che sé stessa e soffriva quando il padre digrignava i denti dicendo che i coglioni se li era presi la sorella gemella e urlava che quella checca era la sua vergogna.
Julia e Manuel erano come sorelle, condividevano ogni felicità, dolore e segreto.
Era Manuel il suo fotografo. Le scattava foto in spiaggia, in cameretta o in bagno davanti allo specchio.
“Questa è bella, postiamo questa?”
“Con questa farai schizzare due ettolitri di sborra!”
“Ma se non si vede nulla!”
“Fidati, si tirerà una sega anche papà.”
“Scemo!!!... ma lo sai che questo bikini me lo sono fatto scegliere da lui?”
“Attenta, quello ti vuole chiavare.”
“Lo so.”
Manuel era incredibile, Julia lo ammirava, era forse più libero e disinibito di lei e non si faceva mancare nulla. Non temeva il padre, anzi lo sfidava, aveva sfilato al gay pride in calzoncini che non si metteva nemmeno la Julia quindicenne.
Il padre lo menava cattivo anche perché sfogava su di lui la sua frustrazione per Julia. È arrivato a prenderlo a calci nei coglioni. Poi era sempre Julia ad accudire e consolare il fratello. Non servivano parole, gli succhiava intensamente il bel cazzo e poi erano scherzi per ridere e dimenticare.
L'aveva sverginata lui dietro. In questo aveva più esperienza della sorella e sapeva come farlo donandole piacere fin dalla prima volta. Lo aveva fatto con dolcezza infinita, avevano tentato per più pomeriggi di seguito e solo quando Julia era totalmente rilassata e convinta gliel'ha infilato in culo. Julia è scoppiata a ridere, era felicissima come dopo una vittoria, godeva da paura e ancora cazzo in culo ha spedito messaggi alle amichette. Ma nemmeno a loro poteva dire che era il fratello.
Lo facevano solo così, non l'avrebbero mai fatto normalmente, era il loro gioco come i pompini, Julia era straconvinta che prenderlo in culo non era far l'amore col fratello.
Si sfidavano a chi cuccava di più, gara vinta a mani basse da Julia che ad ogni festa comandata ed ai compleanni di papà si spompinava lo zio Alvaro.
Manuel non viveva più in casa da un pezzo, era stato sbattuto fuori a diciassette anni, papà non poteva più vederlo e gli aveva dato un bilo in periferia. Julia ci correva appena poteva per raccontargli l'ultima sua follia: cazzo in culo, a pecorina e seduta sul suo cazzo, gli raccontava eccitata ogni particolare del professore di matematica o della notte spiaggia o della festa di Halloween. E quando come aveva follemente scopato con un amico passatole da Manuel l'ha baciato per una notte intera.
Tutto gli confidava e poi torturava Manuel con solletico, lingua, succhiotti e vibra fino ar fargli confessare le sue porcate.
Il loro rapporto s'è guastato quando Julia ha scaricato l'insulso Feliciano ed è scappata con Santiago Ibarra. “Che cazzo hai fatto?? Quello è un animale!”
Hanno litigato peggio che sorelle e Aristobal, che in cuor suo pensava già che non era una cosa così negativa imparentarsi con gli Ibarra, ha avuto un'ulteriore conferma: Julia aveva finalmente rotto con quella checca schifosa di suo fratello.
Anche questa volta Aristobal avrebbe voluto non crederci e non pensarci, Santiago aveva la fama di un animale, di un porco violento e giravano decine di leggende su quel che capitava nella sua villa. E sua figlia era diventata la sua amante.
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