Vacanze italiane (parte 1)

di
genere
tradimenti

Prologo
Cinque mesi fa.
“Prepara la valigia! Indovina dove ti porto?”. L’urlo improvviso squarciò il silenzio della casa, con Brent che, spaventato dal grido, per poco non faceva cadere di mano la bottiglia di birra appena aperta. La porta d’ingresso spalancata, sua moglie Michelle più che camminare sembrava quasi fluttuare, mentre un sorriso gioioso le conferiva un’aura ancora più bella.
“E dove si va?” si limitò a rispondere incuriosito Brent, prima di un lungo sorso all’Abbaye des Rocs Grand Cru, una delle sue preferite, un’ambrata artigianale belga che era riuscito a scovare in un negozietto specializzato in birre provenienti da tutto il mondo.
“Qual è il viaggio che sogniamo di fare da sempre?” continuò con gli indovinelli Michelle, abbracciandolo da dietro in maniera seducente, il seno sodo perfettamente aderente alla schiena del marito.
“Italia?”.
“Bingo! Oggi in ufficio è arrivata la comunicazione che la convention mondiale si terrà a Milano, cinque giorni all’inizio di giugno. E visto gli ottimi risultati dello scorso anno, sarà il nostro hotel, e quindi io, a rappresentare il New Mexico. Ora devo solo decidere se portare con me anche il mio delizioso maritino, o se, invece, partire da sola e scoprire se è vero quello che si dice degli italiani”.
“E cosa si dice?” continuò il gioco Brent.
“Che siano degli infaticabili e irresistibili corteggiatori. Oppure alla fine potrei anche decidere di portarti con me. E fartelo scoprire di persona” continuò Michelle, la mano che dal petto era scesa all’altezza della sua patta. Il cazzo, che al solo sentir pronunciare quelle parole si era immediatamente irrigidito, conteneva la risposta.

1.
Cinque mesi dopo
Anche nel caos dell’aeroporto di Santa Fe, il suono risuonava nitido. “Tac tac tac”. Il passaggio di Michelle distrasse più di un passeggero, attirato prima dal suono di quei tacchi che echeggiavano sul pavimento, e poi dalla loro proprietaria. A 46 anni, Michelle ne dimostrava parecchi di meno. Alta circa 170, aveva un fisico asciutto, un seno che non passava inosservato, capelli biondi leggermente mossi che arrivavano a metà schiena, un viso dolce su cui spiccavano occhi azzurri chiaro e un sorriso che si intuiva accompagnarla la maggior parte del tempo. Basta così? No, perché, dopo una prima occhiata al volto, lo sguardo di chi la incrociava non poteva evitare di scendere lungo le sue curve. Chi le stava alle spalle veniva rapito dalle forme di un sedere sul quale era impossibile non fare qualche pensiero audace, chi se la trovava davanti, invece, nel soffermare l’attenzione sui seni inevitabilmente puntava lo sguardo su due capezzoli che, nonostante il reggiseno, vincevano la battaglia contro il vestito estivo. E poi le gambe, lunghe, sinuose, eleganti, che terminavano in caviglie affusolate, la destra impreziosita da una cavigliera d’argento, e due piedi di fronte ai quali qualsiasi amante delle estremità femminili si sarebbe felicemente inginocchiato per omaggiarli a dovere. Già belli di loro, le dita erano poi adornate da quattro anellini, due per piede su illice e trillice, un vezzo femminile il cui effetto era di dare a Michelle un’aria non solo elegante, ma anche estremamente sensuale e, perché no, erotica.
Nessuna di quelle persone che in quei momenti incrociavano la strada di Michelle e Brent potevano immaginarlo, ma la passione per i piedi, il feticismo, era qualcosa che nell’ultimo anno aveva contribuito ad aumentare nella manager responsabile di uno dei boutique hotel più ricercati del New Mexico, la consapevolezza della propria femminilità. E, ancor più, a dare una scossa erotica, a volte quasi violenta per l’intensità, alla vita sessuale della coppia. Se la ricordava ancora, Michelle, quella volta in cui per lavoro si era recata qualche giorno ad Austin. Dopo una lunghissima e sfibrante giornata di riunioni sugli obiettivi da raggiungere e le strategie di mercato per catturare più clientela, la sera, passeggiando assieme a un suo collega, Rupert, lungo la 6a strada, famosissima nel mondo per l’infinita serie di locali di musica live di ogni genere, Michelle fu distratta dal richiamo di un uomo affacciato alla finestra del Pete’s Dueling Piano Bar, uno dei locali più in voga: “Cosa darei per potere essere io a metterti e toglierti ogni giorno quegli anelli usando solo la mia bocca” le urlò sovrastando il rumore, sorridendole estasiato e sollevando un bicchiere in segno di brindisi. A Rupert prima era scappata una risata, per poi, immediatamente dopo, guardare a sua volta i piedi di Michelle. “In effetti, difficile dargli torto, sono bellissimi” aveva riconosciuto con un sorriso complice. A Michelle, che lo aveva guardato con un sorriso imbarazzato, quei pochi attimi avevano regalato un brivido.
Sapeva di avere dei piedi belli, li aveva sempre curati con attenzione particolare, ma negli ultimi mesi, forse alla ricerca di conferme di come, nonostante non fosse più una ragazza, continuasse a piacere agli uomini, Michelle aveva iniziato, quasi inconsapevolmente prima, sempre più conscia dell’effetto che provocava, poi, a esibire la propria femminilità. Nulla di sconveniente, ovvio, ma una volta una gonna leggermente più corta, un’altra un bottone della camicetta lasciato sbadatamente aperto, un’altra ancora del dangling praticato con un’aria quasi incosciente mentre sedeva a un tavolino in un caffè, avevano dato la certezza a Michelle di come gli uomini la guardassero e la trovassero attraente. E così, quando era tornata a casa, una sera si era trovata a raccontare a Brent l’episodio e di come quelle parole l’avessero scossa in maniera molto piacevole.
“Fossi stata da sola, saresti entrata in quel bar?” le aveva chiesto a bruciapelo a un certo punto Brent.
Michelle aveva sollevato la testa dal petto del marito e lo aveva guardato stupita. “Cosa? Ti sarebbe piaciuto se mi fossi fatta abbordare?” gli aveva risposto con un tono che non si capiva se stizzito o complice.
“No, no, dicevo così per dire” si era limitato a bofonchiare Brent, anche se, con un’occhiata rapida, a Michelle non era sfuggito come i pantaloni della tuta che il marito indossava, apparissero decisamente più tesi. Poco dopo, a letto, Brent le era letteralmente salito sopra e, con un impeto che negli ultimi tempi gli era sconosciuto, l’aveva scopata a lungo. “Quindi vorrebbe vedermi scopata da uno sconosciuto?” fu l’ultimo pensiero di Michelle prima di volare via nel mondo dei sogni.
_ . _
Tutti quegli episodi, il complimento dello sconosciuto, la frase di Rubert e, soprattutto, la scoperta delle fantasie nascoste di Brent, le erano rimasti dentro, aprendo una breccia inaspettata. Pochi giorni dopo Michelle aveva aperto il suo primo account social, ovviamente anonimo, dedicato ai suoi piedi. E con le prime foto erano arrivati i messaggi entusiasti di sconosciuti che la inondavano di complimenti e, ovviamente, cercavano di stabilire un contatto più intenso. Instagram e poi Tumblr, Feetfinder, Snapchat, Telegram, quello che all’inizio sembrava solo un gioco ormai le prendeva sempre più tempo, i primi messaggi scambiati al risveglio e gli ultimi nel momento di andare a dormire, con un senso di eccitazione che non la abbandonava mai durante il giorno. E da lì a Cash App, PayPal, Wishtender e altri il passo era stato breve, tutto quell’interesse aveva inevitabilmente cambiato qualcosa, tra i suoi ammiratori c’era anche chi le proponeva di regalarle intimo, calze, scarpe, qualcuno aveva persino azzardato di comprarle qualche giochino sessuale, e allora, visto che i suoi piedi erano così belli e ricercati, perché non approfittarne anche per guadagnare qualcosa?
In quei mesi aveva arricchito il proprio guardaroba a livello di lingerie, aveva interagito con centinaia di sconosciuti, con qualcuno si era stabilito un feeling e il livello di intimità era aumentato, si era masturbata leggendo messaggi o ascoltando audio di persone di cui ignorava praticamente tutto e, ciliegina sulla torta, condividendo tutto questo con Brent aveva ridato slancio alla loro vita sessuale. Se Michelle si eccitava a giocare virtualmente con uomini di tutto il mondo, a Brent, infatti, piaceva immaginare sempre più sua moglie corteggiata e scopata da uno o più sconosciuti, con le chiacchiere da letto che, da semplice fantasia capace di amplificare la potenza dei loro orgasmi, ora sembravano pronte a trasformarsi in qualcosa di reale. E quell’ipotesi ventilata da Michelle che in Italia avrebbero finalmente potuto fare quel passo fin lì solo immaginato aveva reso infinita l’attesa per il viaggio.
“Che ne pensi, troverò un bel cazzo a Milano, capace di soddisfarmi?” Michelle aveva provocato Brent la sera prima di partire, mentre inginocchiata tra le gambe del marito gli succhiava il cazzo con ingordigia e passione. Non aveva fatto in tempo a finire la frase, che il primo colpo di sborra le aveva inondato il viso.

2.
Sarebbe stato un viaggio lungo, da Santa Fe ad Atlanta, e da lì a Londra e poi a Milano. Se per Brent si trattava del primo volo fuori dagli Stati Uniti, Michelle negli anni del college era già stata una volta in Inghilterra e un’altra in Francia, ma l’Italia rappresentava un sogno che si realizzava. E così, ai 5 giorni del viaggio ufficiale per la convention, i due avevano aggiunto un’altra settimana per andare alla scoperta di luoghi finora solo visti in fotografia o alla televisione.
Mentre erano in fila per passare i controlli di sicurezza, Brent l’aveva abbandonata un attimo. “Devo andare in bagno, tu continua pure, ti raggiungo” le aveva detto. Così, Michelle era rimasta in fila, venendo a un certo punto distratta dall’uomo davanti a lei che, nello scorgere da lontano un amico, con un urlo gli aveva lanciato un saluto al volo, prima che l’altro, alzata una mano, sparisse nella folla.
“Il mondo può essere così piccolo, a volte, facendoti incontrare persone che conosci nei posti più inaspettati” era stato il pensiero pronunciato ad alta voce da Michelle. L’uomo aveva sentito, si era girato e le aveva lanciato un bel sorriso amichevole e aperto. E così, avanzando un passo alla volta verso il controllo di sicurezza, i due avevano iniziato a parlare sul viaggio in programma e sulla loro vita. Gary, così si chiamava, lavorava nel campo della moda, gestiva diversi marchi e viaggiava spesso da un luogo all’altro degli Stati Uniti, e non solo, per partecipare al lancio di collezioni o seguire campagne pubblicitarie. Michelle gli raccontò del suo lavoro in quell’hotel dove lui in passato aveva soggiornato diverse volte. “Ora avrò un motivo in più per tornarci” le aveva strizzato l’occhio.
Poi, all’improvviso, guardandola fissa, Gary, aveva buttato lì: “Wow, hai occhi bellissimi”. Michelle aveva ringraziato, sorriso e da quel momento il loro dialogo aveva assunto toni un po’ più personali.
Finché, non avrebbe saputo dire neanche lei come le fosse uscita, Michelle lo aveva guardato dritto negli occhi e chiesto con una sicurezza che non pensava di possedere: “Gary, cosa pensi dei piedi femminili?”.
L’uomo aveva sgranato per un attimo gli occhi. “Non ho mai avuto questa passione, scusami”. Michelle per un attimo si era sentita estremamente stupida. “Scusa, era un argomento che era venuto a galla l’altra sera con mio marito ed ero solo curiosa di sentire…”, ma prima che potesse continuare, Gary aveva aggiunto: “Per me non è questa o quella parte del corpo che mi attrae in una donna, ma l’energia che emana, è quello che per me fa la differenza”. Poi, dopo un attimo di silenzio: “Peccato che tu sia sposata”.
Michelle aveva sorriso e, girandosi di trequarti, mostrato Brent, che dopo essere uscito dal bagno si era unito alla fila poco più dietro. “Eccolo lì il colpevole” rise.
Passati i controlli, mentre Michelle aspettava che anche Brent la raggiungesse, i due chiacchierarono ancora un po’.
“Mi piacerebbe avere il tuo numero”, le disse Gary.
Michelle lo guardò arrossendo. “Fanne buon uso, mi raccomando”.
Pochi minuti dopo, mentre con Brent era seduta al gate aspettando il volo per Atlanta, il suo smartphone vibrò. “Sono felice di averti conosciuto, la tua energia non ha eguali” c’era scritto. Michelle sorrise e subito dopo salvò il numero.
“Chi era?” le chiese Brent.
“Te lo racconto dopo” fece la misteriosa.

3.
La prima sorpresa arrivò poco prima dell’imbarco sul volo intercontinentale per Londra. Il volo pieno portò a un upgrade per qualche fortunato passeggero, e Michelle, che in virtù del suo costante viaggiare per lavoro era in possesso della AAdvantage Gold, la carta fedeltà di maggior livello della American Airlines, si vide promossa dall’economy alla business.
“In realtà sono con mio marito” provò a perorare la causa di Brent con il personale di terra.
“Spiacente Signora, c’è solo un ultimo posto, ma se preferisce viaggiare con lui…” fu la risposta dell’impiegata.
“Non ti preoccupare per me, ti meriti di viaggiare coccolata” si intromise Brent con un sorriso.
E così, pochi minuti dopo, mentre Brent spariva nella pancia dell’aereo, Michelle si trovò seduta al posto 1A del volo American Airlines con destinazione Heathrow. Il posto vicino venne occupato poco dopo da un uomo di circa quarant’anni, un texano che si recava a Londra per affari, come Michelle scoprì dopo pochi minuti di conversazione. Curiosa del mondo e dei suoi abitanti, Michelle si trovò ben presto a chiacchierare del più e del meno, con il primo bicchiere di champagne offerto dalla hostess al quale, dopo il decollo, ne fece seguito un secondo e poi un terzo.
Colt, come si era presentato l’uomo, un bel moro dagli occhi verdi e il sorriso rassicurante, lavorava nel mondo dell’industria petrolifera e a Londra era atteso da una serie di riunioni. “Piuttosto noiose” rimarcò, fingendo un sorriso mezzo disperato. “Non è che ti feri a Londra pure tu, vero?” aggiunse con un sorriso marpione. A Michelle, dopo averlo deluso svelandogli come la sua meta fosse Milano, fu naturale ricordare la sua visita londinese di diversi anni prima, con Colt che le raccontava come la città fosse cambiata e come l’uscita dalla Brexit avesse causato un rallentamento dell’economia. Da lì al viaggio in Italia di Michelle il passo fu breve, e mentre l’aereo attraversava le nuvole e puntava verso est, i due continuarono a chiacchierare, con Michelle a raccontare il programma dei giorni a venire, la convention della sua multinazionale alberghiera, la curiosità di andare alla scoperta di Milano, prima di una mini vacanza che l’avrebbe portata a visitare Verona, e poi Venezia e Firenze, con un giro tra le colline toscane fino a Siena, prima di puntare verso Roma, da dove lei e Brent sarebbero ripartiti per gli Stati Uniti.
“E tuo marito ti raggiungerà a Milano?”
“No, sta viaggiando con me, ma in economy” rispose Michelle con una mezza risata, prima di raccontare dell’upgrade ricevuto.
“Allora sono il passeggero più fortunato di questo volo” fu il commento di Colt.
A Michelle non era passato inosservato come il texano a tratti indugiasse sui suoi tratti, fissandosi per lunghi istanti a guardarle intensamente il volto, ma anche il seno e, cosa che le regalò un piccolo brivido, i piedi. Così che, tra una chiacchiera e l’altra, Michelle si ritrovò a provocare con sottile malizia il suo compagno di viaggio.
Approfittando della comodità offerta dalla business class, aveva abbassato lo schienale e, contemporaneamente, come se niente fosse, slacciato il cinturino delle scarpe, le aveva tolte con lentezza ed era rimasta con i piedi nudi sul poggiapiedi in bella vista. Pur senza dire nulla, Colt si ritrovò spesso a guardarli, catturato anche da come Michelle, mentre parlava, continuasse a muovere le dita di quei piedi eleganti, con quegli anellini dai quali faticava a togliere lo sguardo.
“Quella cavigliera ti conferisce ancora più eleganza al piede” a un certo punto Colt non riuscì più a contenersi.
“Grazie, è un regalo di mio marito per il mio compleanno”.
“Come mai hai deciso di indossarla sulla destra?” continuò Colt.
Michelle, che conosceva la teoria sull’utilizzo della cavigliera, decise di recitare il ruolo dell’ingenua. “Boh, non c’è un motivo particolare. Perché? Fa differenza?”.
“In effetti sì, almeno per qualcuno”.
“Ovvero?”.
“Beh – cominciò Colt senza alcun tipo di imbarazzo –. Per certa gente se tu metti la cavigliera sulla sinistra, ti dichiari impegnata e non disponibile”.
“E sulla destra?” domandò Michelle con un tono curioso.
“Sulla destra significa sempre che sei impegnata. Ma disponibile. È il segnale che, per chi ha un certo stile di vita, significa che sei in una coppia aperta, una hotwife che con l’assenso del marito incontra altri uomini”.
“Ma dici sul serio?” sgranò gli occhi Michelle, provando a essere credibile, pur avendo una gran voglia di scoppiare a ridere, visto che, la cavigliera era stata allacciata attorno alla sua caviglia destra esattamente per quel motivo.
“Non lo sapevi?” indagò Colt.
“No, non lo avevo mai sentito. Però è una teoria interessante, grazie dell’informazione” gli strizzò l’occhio Michelle.
“Ma, quindi, visto che lo sapevi, vivi quello stile di vita?” tornò sul discorso dopo un attimo di silenzio.
“No, no, anche se in passato ho avuto qualche esperienza” si limitò a rispondere il texano.
Per un po’, come se quella rivelazione di Colt non avesse cambiato nulla nella loro dinamica, i due continuarono a chiacchierare del più e del meno, con una raffica di domande e risposte che spaziava tra mille argomenti, dal lavoro all’arte alla musica. Però, gira e rigira, i pensieri di Michelle tornavano sempre lì, ai suoi piedi. Che a Colt piacessero, ormai, di questo Michelle ne era sicura, ma come provare a fare un altro passo per scoprire se fosse anche un vero feticista?
scritto il
2025-05-30
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