Sala punizioni (Part 2)
di
Ettore_Orsi
genere
dominazione
Gli spruzzi furono abbondanti e numerosi, il Direttore ne contò almeno una dozzina, durante i quali il nero strinse le funi della sling ai lati del capo facendo risaltare le vene che ricoprivano le braccia enormi. Quando il detenuto si rilassò, il Direttore sfilò da lui il suo membro, gonfio come non mai, temendo che arrivasse un orgasmo che invece amava ritardare. "Continua tu, non spegnere ancora l'elettrostimolatore e non eiaculare senza il mio permesso", ordinò alla guardia, che non se lo fece ripetere due volte, anzi penetrò rudemente il buco del detenuto, che ormai era così dilatato che avrebbe potuto accogliere il pugno di un uomo di media corporatura, e riprese la monta interrotta, mentre il nero riprendeva a grugnire di piacere.
Il Direttore si diresse verso le "macchine" seguenti, con il secchio appeso al braccio sinistro, menandosi lentamente con l'altra mano il membro gocciolante di precum e del lubrificante che riempiva l'ano del prigioniero appena stuprato. Sentiva su di sé lo sguardo di tutti, a causa di quella erezione spaventosa che portava in giro con orgoglio, proporzionata d'altronde alla muscolatura da Maciste. Si fermò davanti a due grosse croci a X, alle quali erano legati due colossi ansimanti. Uno lo riconobbe subito (a volte dimenticava i nomi di qualcuno, ma non era importante): era Ermanno, un operario calabrese con il corpo completamente ricoperto da una folta peluria nera e riccia e il viso scurito da una barba rasata foltissima. Ermanno era uno dei suoi preferiti. A volte, quando desiderava una bocca che lo svuotasse, lo convocava nel suo ufficio, lo faceva inginocchiare e si faceva spompinare fino a inondargli la gola di sperma. Era uno dei pochi che amava baciare; baci profondi, intensi, da togliere il fiato. E soprattutto adorava sentirlo venire come un toro quando lo faceva stendere sul lettino in infermeria dove, insieme al Medico dell'istituto, lo sottoponeva a lunghe sedute di mungitura che lo lasciavano spossato per giorni. L'uomo accettava di buon grado questo trattamento speciale, sia per obbedienza sia perché ne riceveva qualche privilegio particolare: il cibo "di casa" che gli mancava tanto, cicli maggiorati di steroidi che lo facevano sembrare un Eracle della Magna Grecia, qualche ora d'aria in più, e anche farmaci orali per prolungare le erezioni che il boss esigeva da lui. All'altra croce era legato un gigante dal pelo biondo (ma come si chiamava??), che gemeva rumorosamente in sincrono con le sollecitazioni dello stimolatore elettrico e la lenta masturbazione sadica del secondino. Il Direttore posò il secchio, tolse personalmente gli elettrodi a entrambi, poi si portò alle spalle di Ermanno, dietro la prima X. "Fai quello che faccio io all'altro", ordinò alla guardia. Alzò la mano sinistra e tappò saldamente la bocca a Ermanno, quindi gli afferrò il membro granitico con la mano destra, imitato dalla guardia che si era portata dietro al gigante biondo. Sfiorando appena il glande del calabrese, con due dita gli tirò indietro la pelle del cazzo e cominciò a segarlo con movimenti corti ma rapidi. Conosceva già il modo in cui Ermanno avrebbe reagito, e infatti senti il suo respiro accelerare da dietro la mano chiusa. Con un piede spostò il secchio e lo posizionò davanti a Ermanno, a due metri da lui: era abituato ai lunghi spruzzi della sua vittima. Bastarono una trentina di secondi e il cazzo di Ermanno esplose in una serie prolungata di contrazioni, a ognuna delle quali corrispondeva uno schizzo vischioso e potente. I primi getti centrarono il secchio, poi la pressione decrebbe accorciando il tiro, ma il Direttore era preparato, e, continuando a segare il detenuto, avvicinò progressivamente il secchio. Quando le pulsazioni cessarono, il Direttore indugiò ancora un minuto sul membro di Ermanno segandolo e massaggiandolo quasi con tenerezza, poi lo spremette delicatamente prima di staccarsene: una lunga bava di sperma unì per qualche istante il cazzo esausto di Ermanno alla mano che il Direttore andava allontanando. Questi si portò davanti alla X, strinse i capezzoli del calabrese e gli infilò la lingua in bocca; il detenuto ricambiò il movimento di lingua e chiuse gli occhi, abbandonandosi a quella effusione inaspettata. Poi il Direttore fece un cenno alla guardia, che capì e accelerò il ritmo della masturbazione del biondone. Appena questi cominciò a sbuffare gonfiando le gote ai lati della bocca serrata, il Direttore gli mise il secchio davanti al cazzo e raccolse altri fiotti di sperma. Quando il biondone si rilassò, il Direttore gratificò anch'esso di un lungo bacio profondo (in pubblico cercava di evitare favoritismi troppo smaccati), quindi portò la faccia sopra il secchio e inspirò profondamente col naso. Fu inebriato dall'odore di maschio in calore che ne fuoriusciva, e si accorse che il proprio membro, che si era ulteriormente irrigidito in quegli ultimi minuti, stava cominciando a pulsare sempre più, spingendo in avanti lo scroto che appariva ora teso come pelle di tamburo. Mise il secchio avanti a sé e, con pochi colpi ben assestati della mano, si svuotò grugnendo; dovette appoggiarsi alla parete, perché le possenti gambe gli tremavano in conseguenza di quell'orgasmo anticipato. Questo non fece calare affatto la sua libido, anzi: l'aver mostrato a tutti la propria potenza sessuale accrebbe ulteriormente il desiderio di continuare il gioco. Il suo membro era leggermente sgonfio, ma il suo volume era ancora tale che solo l'inclinazione verso il basso lo distingueva da un cazzo in piena erezione. Cambiò il cockring singolo con uno a doppio anello che gli serrava anche la base dei testicoli, e questa sola manovra provocò l'afflusso di nuovo sangue nei suoi corpi cavernosi... (segue)
Il Direttore si diresse verso le "macchine" seguenti, con il secchio appeso al braccio sinistro, menandosi lentamente con l'altra mano il membro gocciolante di precum e del lubrificante che riempiva l'ano del prigioniero appena stuprato. Sentiva su di sé lo sguardo di tutti, a causa di quella erezione spaventosa che portava in giro con orgoglio, proporzionata d'altronde alla muscolatura da Maciste. Si fermò davanti a due grosse croci a X, alle quali erano legati due colossi ansimanti. Uno lo riconobbe subito (a volte dimenticava i nomi di qualcuno, ma non era importante): era Ermanno, un operario calabrese con il corpo completamente ricoperto da una folta peluria nera e riccia e il viso scurito da una barba rasata foltissima. Ermanno era uno dei suoi preferiti. A volte, quando desiderava una bocca che lo svuotasse, lo convocava nel suo ufficio, lo faceva inginocchiare e si faceva spompinare fino a inondargli la gola di sperma. Era uno dei pochi che amava baciare; baci profondi, intensi, da togliere il fiato. E soprattutto adorava sentirlo venire come un toro quando lo faceva stendere sul lettino in infermeria dove, insieme al Medico dell'istituto, lo sottoponeva a lunghe sedute di mungitura che lo lasciavano spossato per giorni. L'uomo accettava di buon grado questo trattamento speciale, sia per obbedienza sia perché ne riceveva qualche privilegio particolare: il cibo "di casa" che gli mancava tanto, cicli maggiorati di steroidi che lo facevano sembrare un Eracle della Magna Grecia, qualche ora d'aria in più, e anche farmaci orali per prolungare le erezioni che il boss esigeva da lui. All'altra croce era legato un gigante dal pelo biondo (ma come si chiamava??), che gemeva rumorosamente in sincrono con le sollecitazioni dello stimolatore elettrico e la lenta masturbazione sadica del secondino. Il Direttore posò il secchio, tolse personalmente gli elettrodi a entrambi, poi si portò alle spalle di Ermanno, dietro la prima X. "Fai quello che faccio io all'altro", ordinò alla guardia. Alzò la mano sinistra e tappò saldamente la bocca a Ermanno, quindi gli afferrò il membro granitico con la mano destra, imitato dalla guardia che si era portata dietro al gigante biondo. Sfiorando appena il glande del calabrese, con due dita gli tirò indietro la pelle del cazzo e cominciò a segarlo con movimenti corti ma rapidi. Conosceva già il modo in cui Ermanno avrebbe reagito, e infatti senti il suo respiro accelerare da dietro la mano chiusa. Con un piede spostò il secchio e lo posizionò davanti a Ermanno, a due metri da lui: era abituato ai lunghi spruzzi della sua vittima. Bastarono una trentina di secondi e il cazzo di Ermanno esplose in una serie prolungata di contrazioni, a ognuna delle quali corrispondeva uno schizzo vischioso e potente. I primi getti centrarono il secchio, poi la pressione decrebbe accorciando il tiro, ma il Direttore era preparato, e, continuando a segare il detenuto, avvicinò progressivamente il secchio. Quando le pulsazioni cessarono, il Direttore indugiò ancora un minuto sul membro di Ermanno segandolo e massaggiandolo quasi con tenerezza, poi lo spremette delicatamente prima di staccarsene: una lunga bava di sperma unì per qualche istante il cazzo esausto di Ermanno alla mano che il Direttore andava allontanando. Questi si portò davanti alla X, strinse i capezzoli del calabrese e gli infilò la lingua in bocca; il detenuto ricambiò il movimento di lingua e chiuse gli occhi, abbandonandosi a quella effusione inaspettata. Poi il Direttore fece un cenno alla guardia, che capì e accelerò il ritmo della masturbazione del biondone. Appena questi cominciò a sbuffare gonfiando le gote ai lati della bocca serrata, il Direttore gli mise il secchio davanti al cazzo e raccolse altri fiotti di sperma. Quando il biondone si rilassò, il Direttore gratificò anch'esso di un lungo bacio profondo (in pubblico cercava di evitare favoritismi troppo smaccati), quindi portò la faccia sopra il secchio e inspirò profondamente col naso. Fu inebriato dall'odore di maschio in calore che ne fuoriusciva, e si accorse che il proprio membro, che si era ulteriormente irrigidito in quegli ultimi minuti, stava cominciando a pulsare sempre più, spingendo in avanti lo scroto che appariva ora teso come pelle di tamburo. Mise il secchio avanti a sé e, con pochi colpi ben assestati della mano, si svuotò grugnendo; dovette appoggiarsi alla parete, perché le possenti gambe gli tremavano in conseguenza di quell'orgasmo anticipato. Questo non fece calare affatto la sua libido, anzi: l'aver mostrato a tutti la propria potenza sessuale accrebbe ulteriormente il desiderio di continuare il gioco. Il suo membro era leggermente sgonfio, ma il suo volume era ancora tale che solo l'inclinazione verso il basso lo distingueva da un cazzo in piena erezione. Cambiò il cockring singolo con uno a doppio anello che gli serrava anche la base dei testicoli, e questa sola manovra provocò l'afflusso di nuovo sangue nei suoi corpi cavernosi... (segue)
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