Sala punizioni (Part 3)
di
Ettore_Orsi
genere
dominazione
Il Direttore rivolse con curiosità la sua attenzione alla macchina seguente. Era la prima volta che veniva utilizzata nella sala delle punizioni poiché era stata ordinata di recente e collaudata in prima persona da lui stesso con l'ausilio del Medico dell'Istituto. Il ricordo di quell'esperienza gli provocava ancora dolorose erezioni a tutte le ore del giorno e della notte, cui doveva dare sfogo all'istante. Era curioso di vedere come sarebbe stata accolta dai suoi "ospiti", ma anche dalle guardie. Apparentemente era una sling, una sorta di amaca sospesa, ma era tecnologicamente all'avanguardia grazie all'Intelligenza Artificiale che sapeva farla interagire con chi vi veniva sottoposto. In questo caso si trattava di Angelo, uno tra i detenuti più docili che fossero mai stati rinchiusi in quel penitenziario. Angelo era assolutamente devoto al Direttore, anzi questi pensava che fosse innamorato di lui, tanta era la sua dedizione nei confronti del boss, che approfittava di questa totale sottomissione per abusarlo fisicamente e mentalmente. Una volta lo aveva costretto a stare sotto la sua scrivania per tutto il pomeriggio, mentre continuava a lavorare come nulla fosse, costringendolo (senza sforzi, in verità) a succhiargli il membro, senza pausa e senza staccarsene mai per tutto il tempo. Si era svuotato le palle e la vescica nella sua bocca per non ricordava più quante volte, e Angelo aveva ingoiato tutto, senza fare storie, anzi ringraziandolo e chiedendone ancora fino a che lo aveva fatto alzare, gli si era portato alle spalle e lo aveva fatto venire con pochi, rapidi colpi della mano. Mentre lo masturbava gli parlava all'orecchio con voce suadente, facendolo impazzire con frasi come "Sai di essere una mia proprietà?", "Servirai sempre il tuo Direttore?", oppure "Lo senti il mio torace sulla tua schiena? Ti piace?". Alla fine aveva chiamato una guardia e lo aveva fatto ricondurre in cella sulle sue gambe ancora tremanti. Ora quell'omone si trovava steso sulla macchina, supino, con le braccia e le gambe legate e allargate a formare una sorta di grossa X umana fatta di muscoli e ricoperta di vello scuro. La macchina era ancora spenta, secondo le istruzioni del Direttore, che era l'unico a saperla azionare e comunque voleva manovrarla lui stesso per il debutto. Si allontanò un minuto per recuperare il cellulare, tornò e apri l'app necessaria a comandare il funzionamento. Premette l'icona SCAN. La macchina emise un lieve clack e iniziò una scansione laser della postazione che durò qualche secondo. Al termine apparve sullo schermo del cellulare l'OK a procedere: la macchina aveva mappato perfettamente il soggetto ed era in grado di lavorare su di lui. Il Direttore face tap sull'icona GO. Si udì un lieve ronzio e i meccanismi entrarono in azione. Dal basso emerse un fallo artificiale di notevoli proporzioni. Il Direttore lo vide salire lentamente verso il grosso culo di Angelo, mentre dal centro del fallo sgorgava abbondante liquido lubrificante che ricadeva lungo l'asta. Il dildo raggiunse l'ano con estrema precisione e, dopo qualche oscillazione per farsi strada, si insinuò nel retto lentamente. Tempo un minuto ed era tutto completamente dentro; iniziò un lento movimento dentro-e-fuori che fece inarcare il busto ad Angelo e gli strappò dei gemiti di dolore misto a piacere. Subito calò dall'alto un tubo in plexiglas che andò ad appoggiarsi sul cazzo semieretto di Angelo. Entrò in azione una pompa da vuoto che risucchiò all'interno del tubo il pene, che per effetto della depressione si riempì immediatamente di sangue gonfiandosi in tutta la sua grandezza. All'interno del tubo si vide scendere un altro tubo concentrico, che terminava con un anello di gomma. Il secondo tubo fu inondato da liquido lubrificante, e fu spinto lungo il cazzo del detenuto fino alla sua base, per poi cominciare ad andare su e giù. Il Direttore, sfiorando semplicemente delle icone sullo schermo, regolava in tempo reale le velocità del dildo e della mungitrice, eccitandosi a vedere le contorsioni di Angelo che era in preda al godimento prostatico e penico. Un altro tap e quattro tentacoli flessibili calarono dall'alto, andando a poggiarsi sui capezzoli e sui testicoli di Angelo, e cominciarono ad elettrostimolarli. Dopo pochi minuti di masturbazione a bassissima velocità, il Boss udì Angelo piagnucolare e gemere mentre continuava a ripetere "Fatemi venire, vi prego, non ce la faccio più". Il Direttore avvicinò il viso a quello di Angelo e sussurrò. "Cosa vuoi cucciolone? Non stai bene? Non godi?". Il detenuto lo guardò con lo sguardo di un agnello. "La prego Signor Direttore" - rispose - "mi faccia venire, non ne posso più!". "Ma davvero? Vuoi venire? Sei proprio sicuro?". "Siiii la pregoooo" - muggì il bestione dimenandosi - "mi stanno scoppiando le palleeee". Il Direttore finse di pensarci su, ma in realtà aveva già programmato tutto. "Allora ti pongo davanti due alternative: la prima è continuare ad essere stimolato senza venire. Che ne pensi?". Negli occhi di Angelo balenò il terrore. "Noooo la pregooo, farò tutto quello che vuole, ma non mi faccia questo!". "Mmmmmm, allora la seconda alternativa è questa: se sborri ora, sarai costretto a sopportare di essere munto da questa macchina in continuazione, fino a venire talmente tante volte che alla fine l'orgasmo farà uscire solo un po' d'aria... Preferisci questo? Pensaci bene, può essere disagevole". Il bestione lo guardò: "Direttore, se scelgo la seconda alternativa, mi promette che verrà ogni tanto qui a consolarmi mentre io vengo munto, e che mi accarezzerà e mi conforterà?". Il Direttore, stranamente, si intenerì: "Va bene, te lo prometto". "Allora scelgo la mungitura...". "E sia". Il Direttore aumento velocità e intensità delle stimolazioni, e Angelo venne con un ululato, che si prolungò fino a che l'ultima goccia di sperma fu risucchiata del tubo e convogliata in un contenitore che poi avrebbe rimpinguato il secchio destinato alle abluzioni del Boss. Il Direttore abbassò appena le velocità del dildo e della mungitrice, e affidò il cellulare alla guardia preposta alla macchina, dandogli istruzioni su come procedere per portare ancora allo stremo il prigioniero. Prima di andarsene si avvicinò ancora ad Angelo: "Coraggio, voglio che tu faccia tanto sperma per me. Sarai forte?". "Lo prometto, Signor Direttore; ma torni presto, sborrerò per Lei". Il Direttore si allontanò. "Ogni scelta ha delle conseguenze" pensò... (segue)
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